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Il destino di Altair è nelle nostre mani

Ambientato subito dopo gli eventi del primo episodio della serie, Assassin's Creed: Bloodlines porta su PSP tutti gli elementi che hanno contribuito al successo del franchise Ubisoft.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   01/12/2009

Corse acrobatiche sui tetti, sessioni di scalata sulle torri coronate dal tradizionale "salto della fede", uccisioni silenziose che si contrappongono a vere e proprie mischie in cui dobbiamo affrontare decine di soldati nello stesso momento: Assassin's Creed: Bloodlines fa davvero tutto il possibile per cogliere l'essenza delle avventure di Altair e tradurla nel migliore dei modi in un ambito portatile.

Il destino di Altair è nelle nostre mani

Avete capito bene: il nuovo titolo Ubisoft in esclusiva per PSP non è un platform bidimensionale che di Assassin's Creed porta solo il nome, bensì un vero e proprio sequel del gioco che ha appassionato milioni di persone (e ne ha annoiate altrettante, per via degli oggettivi problemi legati alla ripetitività del gameplay). Non c'è Desmond Miles, ma la storia viene ugualmente "ricordata" attraverso l'Animus e narra gli eventi successivi al ritrovamento della Mela dell'Eden da parte di Altair. L'assassino torna ad Acri con l'obiettivo di eliminare una volta per tutte l'Ordine dei Templari, ma si imbatte in una persona che credeva non avrebbe più rivisto. È anche grazie al suo aiuto che viene a sapere del misterioso Archivio dei Templari, seguendo una traccia che lo conduce verso l'isola di Cipro, nelle città di Limassol e Kyrenia.

Tutta mia la città

Sono dunque di nuovo tre le location che Altair può visitare durante la sua ricerca della giustizia e della conoscenza, proprio come nel primo Assassin's Creed. Possiamo camminare per le strade della città e osservarne gli abitanti, assumere la posa tipica degli Eruditi (ma non mimetizzarci fra di loro) per non attirare l'attenzione delle guardie e cimentarci in una serie di missioni secondarie che vanno dalla difesa dei cittadini in difficoltà al trasporto di denaro e messaggi, dal furto di documenti all'uccisione di traditori e criminali. Rispetto al gioco originale mancano le missioni a tempo, le sessioni di "spionaggio" e di borseggio. Queste ultime servivano anche per rifornirsi di coltelli da lancio, che invece adesso possono essere raccolti dal corpo delle vittime o ripristinati quando ci rechiamo nel covo degli assassini.

Il destino di Altair è nelle nostre mani

Altair parte subito con tutte le proprie abilità e le armi (pugnale nascosto, spada, coltelli da lancio e mani nude), che dunque non vanno riconquistate man mano ma che possono essere potenziate una volta completato un capitolo della storia o quando continuiamo il gioco in seguito a un salvataggio. Nella fattispecie, possiamo spendere i punti guadagnati per aumentare la barra di sincronia dell'Animus (ergo l'energia vitale) e la velocità del suo ripristino, dotarci di un maggior numero di coltelli da lancio, migliorare la potenza delle armi e la probabilità di mettere a segno un colpo critico, nonché fare in modo che la nostra mimetizzazione in seguito a uno scontro diventi più rapida. I combattimenti si svolgono nel solito modo, basandosi dunque sul tempismo per le contromosse e sulle combo. Alla fine la riuscita o meno di un attacco critico appare quasi casuale, e in genere finire uccisi da degli avversari "normali" si rivela quantomeno improbabile. Diverso è il discorso che riguarda i boss, perché in quel caso la parata spesso non può essere utilizzata e dobbiamo limitarci a schivare per poi menare rapidamente i nostri fendenti.

Acrobazie acrobatiche

Il sistema di controllo di Assassin's Creed: Bloodlines riprende quello del primo AC e dunque ci permette di spostarci in modo discreto, correre ed entrare nella modalità "alto profilo", ovvero saltare su eventuali ostacoli nonché arrampicarci ove possibile. La mappa di ogni distretto cittadino viene aggiornata grazie alla "sincronizzazione", dunque anche in questo caso bisogna trovare tutte le torri e raggiungerne la sommità per poter osservare i dintorni e notare la presenza di situazioni che richiedono la nostra attenzione. Le fasi di scalata chiaramente non sono dettagliate e appassionanti come su Xbox 360 o PlayStation 3, ma il lavoro svolto è apprezzabile e la drawing distance appare discreta.

Il destino di Altair è nelle nostre mani

A ogni sincronizzazione segue un "salto della fede" col solito atterraggio nel fieno, che insieme alle costruzioni in legno sui tetti costituisce un nascondiglio efficace per aspettare che la situazione si calmi dopo una colluttazione con le guardie. Non disponendo la PSP di uno stick analogico destro, la visuale va regolata tenendo premuto il tasto dorsale sinistro e agendo sui pulsanti principali alla stregua di un d-pad. L'operazione si rivela abbastanza indolore perché la scarsa intelligenza degli avversari non ci costringe a fare chissà quanta attenzione quando dobbiamo effettuare un assassinio silenzioso: generalmente si riesce anche a eliminare due o tre soldati di fila se sono appostati e guardano nella stessa direzione. Bisogna anche dire che rispetto al primo Assassin's Creed è stata aggiunta la possibilità (presente in AC2) di afferrare i nemici che si trovano nei pressi di una sporgenza e farli cadere all'improvviso. I problemi nascono durante le fasi di corsa acrobatica sui tetti, perché in quel frangente la visuale non si sposta come dovrebbe e si pone dunque come un grosso limite alla nostra libertà di movimento, rendendo piuttosto macchinoso spostarsi a grande velocità senza cadere. A rincarare la dose ci pensano alcuni comportamenti di Altair rispetto ai muri e alle sporgenze, nonché una generale scarsa sensibilità dello stick analogico.

Curiosità

Assassin's Creed: Bloodlines può sincronizzarsi con Assassin's Creed 2 per PlayStation 3, traducendo in fiorini le monete dei templari che raccogliamo con Altair e sbloccando alcune nuove armi.

Realizzazione tecnica

Portare un capolavoro di tecnologia come Assassin's Creed su PSP è stata certamente una sfida, ma gli sviluppatori di Griptonite Games l'hanno vinta solo a metà. Il motore grafico del gioco riesce a mantenere un frame rate fluido e costante, senza cali o incertezze, e questo è già di per sé un risultato di tutto rispetto. Risultato che però scaturisce da una conta poligonale tutt'altro che mostruosa.

Il destino di Altair è nelle nostre mani

Le tre città che possiamo esplorare sono divise in quartieri che necessitano ognuno di un caricamento a parte (piuttosto veloce, grazie alla possibilità di installare parte dei dati del gioco su Memory Stick), ma tale "sacrificio" non viene compensato da chissà quale livello di dettaglio: pur mascherando benissimo i limiti di PSP nel campo delle texture, gli edifici rivelano la propria semplicità non appena scaliamo la prima torre per guardarci intorno. Ad ogni modo, l'uso dei colori è ottimo e il risultato complessivo appare di tutto rispetto. Il problema è che qui serviva davvero un miracolo, qualcosa di simile a quanto fatto per portare Gran Turismo sulla console portatile Sony, con i suoi modelli poligonali e i 60 frame al secondo. Che il "miracolo" non ci sia stato lo si capisce dai personaggi con cui Altair interagisce, che siano nemici o comprimari: il loro aspetto è spigoloso, l'animazione appena discreta e l'uso degli shader indica un maldestro tentativo di conferire maggiore realismo ai volti. Per quanto riguarda il sonoro, musiche ed effetti riprendono quelli originali ma non si fanno notare più di tanto. I dialoghi sono doppiati in Italiano dallo stesso cast utilizzato per Assassin's Creed, ma purtroppo in modo meno brillante.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.2
Lettori (168)
7.8
Il tuo voto

Assassin's Creed: Bloodlines rappresenta per molti versi la concretizzazione di un sogno, quello di creare una versione portatile di Assassin's Creed perdendo il meno possibile in termini di grafica e libertà di movimento. Come già accennato, per riuscire in questa impresa serviva davvero il miracolo, miracolo che purtroppo non c'è stato. Il risultato degli sforzi di Griptonite Games è un prodotto di buona fattura, un po' corto (la durata complessiva dovrebbe aggirarsi intorno alle sei, sette ore), semplicistico in alcune soluzioni e afflitto da qualche problema circa la gestione della visuale e l'interazione con l'ambiente. Noie sufficienti a rendere meno godibile l'esplorazione delle città e, di conseguenza, il completamento di tutte le missioni secondarie. Così com'è, Bloodlines si pone come un titolo interessante per tutti i fan di Assassin's Creed, ma incapace di rendergli davvero giustizia. Per un risultato del genere, probabilmente, bisognerà aspettare la prossima generazione di console portatili.

PRO

  • Buona realizzazione delle città
  • Sempre fluido, ottima gestione dei colori
  • È la versione portatile di Assassin's Creed

CONTRO

  • Modelli poligonali troppo semplici
  • La visuale non ci segue durante la corsa
  • Un po' corto