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La strega dei nostri sogni

Stavate disperatamente cercando un action fatto come si deve? Bayonetta potrebbe fare al caso vostro!

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   22/12/2009

Versioni testate: PlayStation 3 e Xbox 360

Sembra oramai quasi scontato ripeterlo, ma il 2010 videoludico, almeno sulla carta, si preannuncia assolutamente gustoso, con una pletora di titoli interessanti che faranno capolino sin dai primi mesi del prossimo anno. In realtà, dopo aver spulciato per bene Bayonetta, possiamo subito affermare che la teoria è stata già messa in pratica, e che anche il quartetto degli action game che arriverà da qui a Marzo si presenta con un titolo di valore indiscutibile.
E' bene mettere subito in chiaro quale sia il pedigree di questo gioco, sviluppato da Platinum Games per conto di Sega, dopo l'esperimento riuscito a metà con Madworld per Wii. Il direttore del progetto non è certo l'ultimo arrivato, ma quel Hideki Kamiya che ha messo bocca in produzioni quali Resident Evil 2, Devil May Cry, Okami e così via; il resto del team è composto inoltre da dipartiti dei mai troppo compianti Clover Studios, altro sviluppatore che ha raccolto molto meno di quanto meritasse.

La strega dei nostri sogni

Eccoci a parlare finalmente di Bayonetta, la cui omonima protagonista dalle gambe lunghissime ed equipaggiata da una tuta in latex aveva destato qualche perplessità in chiave buon gusto e mire degli sviluppatori. In realtà il gioco ha uno stile da vendere e non scade mai del banale, è espressione di una cultura Giapponese spesso criticata per il suo immobilismo, ma che in questo caso rappresenta un qualcosa di nuovo e fresco che traghetta il genere degli action game senza concessioni esterne verso un nuovo livello.
Bayonetta è una strega armata fino ai denti, dotata perfino di un set di pistole ancorate ai propri talloni, che si è risvegliata dopo un sonno di oltre 500 anni e si trova a dover affrontare creature angeliche di ogni sorta, vagando per la mappa di gioco alla ricerca, tra le altre cose, del proprio passato. Il sostrato di base riprende il classico concetto di Luce, Oscurità e Caos (il mondo degli uomini), dove i primi due, rappresentati nello specifico dai Saggi di Lumen e dalle Streghe di Umbra, hanno sempre garantito con la loro lotta l'equilibro cosmico che, indovinate un po', nel gioco sembra essere compromesso e va assolutamente ripristinato.

Trofei PlayStation 3

Bayonetta mette a disposizione 51 trofei, dei quali 2 d'oro e 10 d'argento. Anche la loro descrizione riprende lo stile goliardico e esagerato del gioco, basti pensare al nome di alcuni di questi, come quello denominato "Sono una str....ehm una strega". Per ottenere il tanto agognato Platino bisogna finire il gioco per ben tre volte, a causa del trofeo legato ad ogni livello di difficoltà sbloccato. Per il resto gli altri si ottengono al completamento dei portali Alfheim, alle medaglie acquisite dopo ogni verso e grazie all'utilizzo di tutte le tecniche e combo a disposizione.

Viva il Latex!

L'ambientazione, seppur non brillando per originalità, ha permesso allo sviluppatore di sbizzarrirsi nella realizzazione dei nemici e delle situazioni di gioco, condendo il tutto con un sano umorismo che non scade mai nel banale e che, parafrasando un po' il Dante di Devil May Cry, vede una protagonista mai impaurita del pericolo e sempre sicura di se, dialoghi brillanti ed esplosione di situazioni che strappano spesso una risata e appagano visivamente. Che Bayonetta sia fuori dagli schemi lo si vede quindi già a partire dalla narrazione, proposta sempre col motore di gioco ma che alterna sequenze identiche a quelle del gameplay con altre proposte sottoforma di pellicola cinematografica, dove ci sono fotogrammi statici e i personaggi non muovono le labbra, restituendo infine uno stile peculiare e personale. Lo si vede nell'accompagnamento musicale (ci ritorneremo anche dopo), che propone un misto di J-Pop e Jazz assolutamente perfetto, con la tanto cara e inflazionata "Fly Me to the Moon" che inizialmente appare fuori contesto, ma che in realtà è estremamente coerente con il tipo di gameplay che viene proposto. Insomma, gli ingredienti per un titolo dotato di propria personalità ci sono tutti, ma in Bayonetta i Platinum Games non si sono unicamente arrovellati attorno alla propria genialità o ad un esercizio di stile fine a se stesso (critiche che sono state talvolta additate ai precedenti lavori dei suoi membri, vedi God Hand e Madworld) ma alla fine è proprio il gameplay del gioco quello che rappresenta il maggiore fattore del voto che vedete in calce a questa recensione. Nessuna concessione a variazioni sul tema, Bayonetta è un action nudo e crudo in terza persona, supportato dalla narrazione di cui sopra e che punta tutto sulla fase di combattimento e sulle incredibili doti atletiche della protagonista, in grado di esibirsi in combo devastanti e di lunghezza spropositata, a patto di esserne capaci. Più profondo di quanto inizialmente si possa pensare, il sistema di combattimento ideato dai Platinum Games prevede nella combinazione dei tasti e soprattutto nella schivata il suo elemento fondamentale, dove poggia tutto il gameplay.

Al tasto X (quadrato su PS3) è demandato l'utilizzo delle pistole, ad Y (triangolo) il pugno, a B (cerchio) i calci e A (x) il salto in tutte le sue forme. La combinazione di questi tasti permette di accedere ad un numero elevato di combo, rimpolpate dalle tecniche che possono essere acquisite nel bar di Rodin, comprimario che porta avanti la sua attività direttamente in prossimità delle porte dell'inferno. Inutile dire che i vari oggetti per ripristinare energia, aumentare momentaneamente potenza e quant'altro sono rappresentati da alcuni lecca lecca di diverso colore, cosa che si sposa perfettamente con la protagonista principale e l'atmosfera goliardica del titolo.

La strega dei nostri sogni

Dicevamo dell'elemento schivata, attivabile mediante il dorsale inferiore destro e che rappresenta probabilmente l'elemento più usato: permette di schivare, appunto, qualsiasi attacco nemico e se eseguita un attimo prima di essere colpiti, permette l'attivazione del cosiddetto Sabbat Temporale, che altri non è che un rallentamento del tempo durante il quale è possibile attaccare i nemici in scioltezza, magari posizionandosi alle spalle. Fondamentale è poi acquisire la tecnica per non interrompere le combo quando si utilizza questa schivata, col risultato che nel gioco, soprattutto nelle fasi avanzate, Bayonetta sembra danzare da un punto all'altro, al ritmo di combo estremamente devastanti e combattimenti spettacolari. Pensate infatti alle possibilità offerte dalle combinazioni di pistole, pugni, calci e poi altre armi come spade e artigli, senza dimenticare la barra di magia presente sotto quella di vitalità, che permette di accedere ad ulteriori tecniche che possono concludersi con gli attacchi torturanti, vere e proprie combo finali che prevedono la pressione ripetuta dei tasti indicati a schermo per infliggere un danno maggiore. 
Sempre nell'ottica del concetto di esagerazione, i nemici di basso profilo sono solo un diversivo, una minoranza. Bayonetta è infatti la fiera dei boss di medie e grandi dimensioni, con scontri sempre al limite e addirittura capitoli dedicati interamente ad avversari che trasbordano dallo schermo, e che rendono il combattimento una festa psichedelica. Gli scontri più importanti possono essere terminati rilasciando la "Belva Interiore" della protagonista, che sfrutta la sua capigliatura e la sua tuta in latex per evocare delle bestie demoniache enormi in grado di annientare il malcapitato di turno in maniera spettacolare e visivamente appagante. Per dirne una tra le tante, uno dei momenti più divertenti lo abbiamo avuto quando dopo aver sconfitto un golem di pietra, questi è stato ridotto ad un pallone di pallavolo, con le mani demoniache che ne hanno fatto prima un baker, poi un'alzata e infine una schiacciata mancata, per poi farlo esplodere con quattro pugni provenienti da tutti i lati, a causa dell'incazzatura derivata.
Non manca nemmeno la varietà, che seppur si affida ad una progressione ben definita ma costante propone un climax sempre alto, condito da sezioni in corsa, da alcune trasformazioni (come la pantera) per Bayonetta stessa, da combattimenti letteralmente a 360 gradi e da passaggi dove tutto quello che c'è attorno crolla o incide sui movimenti della protagonista principale, con la conseguenza che c'è enorme soddisfazione nell'affrontare ogni sezione di gioco. Questo climax si mantiene alto fino al boss finale e propone note interessanti perfino nei titoli di coda e subito dopo, sintomo che i Platinum Games non sono certo poveri idee. La telecamera infine segue direttamente Bayonetta ma è anche controllabile in toto con lo stick analogico destro. Anche in questo caso il lavoro è stato certosino, e abbiamo una delle migliori realizzazione in tal senso.

Obiettivi Xbox 360

Su 360 vale lo stesso identico discorso fatto per PlayStation 3. Bayonetta mette a disposizione 50 obiettivi, con quelli più renumerativi legati ai portali Alfheim e al completamento del gioco al livello difficoltà Climax. Anche in questo caso per ottenere i 1000 punti bisogna finire il gioco per ben tre volte, sbloccando gran parte delle tecniche e degli accessori.

Fammi tuo!

La struttura di gioco è suddivisa in sedici capitoli in aggiunta a prologo ed epilogo e propone 3 livelli di difficoltà iniziali, con i primi due, novizio e facile, che prevedono una modalità automatica per alcuni tipi di combo. Bayonetta può essere portato a termine tra le 9 e 11 ore di gioco effettive, che non tengono conto quindi di eventuali sezioni o boss ripetuti più volte, cosa che può capitare non di rado. A questo punto è possibile accedere ad un nuovo livello di difficoltà (e poi ancora ad un altro chiamato "Climax infinito") e alla galleria di Bayonetta, dove sono presenti tantissimi bozzetti dei personaggi, la colonna sonora e la progressione di gioco. Caso invero non molto comune nei videogiochi di oggigiorno, la rigiocabilità del titolo non è derivata principalmente dagli extra sbloccati o dalle sezioni da completare, rappresentate in questo caso da arene denominate Alfheim, bensì dal gameplay vero e proprio. Completando una volta il gioco si riesce ad accedere infatti solo ad una parte delle tecniche e combo che il titolo mette a disposizione, ed è quindi auspicabile completarlo nuovamente, anche per accumulare un maggior numero di aureole (in pratica la moneta del gioco) da spendere per accessori e tecniche di cui sopra. In ogni capitolo ci sono infatti dei versi che rappresentano le varie sezioni di combattimento, al termine dei quali viene dato un punteggio e un bonus basato sul numero di combo, sul tempo impiegato e sui danni subiti. Stesso trattamento si ha alla conclusione del capitolo, con una statuetta che indica il grado di bravura, che siamo sicuri sarà molte volte di pietra fino a quando non si comincerà ad utilizzare la schivata in maniera efficace. Come si suol dire, vale la classica frase "Facile da imparare, difficile da padroneggiare", dove in Bayonetta se si vuole accedere a tutto l'armamentario disponibile e primeggiare nelle classifiche online disponibili, bisogna evitare quasi completamente di essere colpiti, e inanellare combo ad alto concentrato numerico. Difficile trovare difetti evidenti nel gameplay quindi, se non quelle che la tipologia di action puro basato su combo e altro possa più o meno piacere, perché tutto il resto è calibrato davvero alla millesimo. Criticabile invece la scelta di non dare la possibilità di cambiare la mappatura dei tasti e nell'affibbiare la schivata al dorsale inferiore destro che, soprattutto su PlayStation 3, non brilla per sensibilità e non è il più adatto ad una pressione costante e continuativa.

La strega dei nostri sogni

L'impianto tecnico di Bayonetta segue di pari passo quanto detto in fase di narrazione e gameplay, eccedendo nella rappresentazione visiva a scapito di alcuni elementi piuttosto grezzi. Il doppiaggio audio è inglese con sottotitoli tra i quali compare anche l'Italiano. Spesso e volentieri ci sono accezioni slang piuttosto esilaranti ma non di facile interpretazione, così come giochi di parole (Bitch/Witch) che non sempre sono stati tradotti nel nostro idioma. La colonna sonora come detto si fregia di brani famosi e di musiche dall'orientamento J-Pop con influenze Jazz, non manca nemmeno la parte citazionistica, con diversi livelli che vedono, remixati e non, brani provenienti da classici Sega quali Outrun, After Burner, Space Harrier e Fantasy Zone. Un ottimo lavoro è stato fatto anche in chiave effetti sonori, dove esplosioni, fendenti e quant'altro sono riprodotti con buona fedeltà e potenza dei bassi su impianti dedicati. 

La parte grafica si regge molto sul lato artistico, dove i programmatori si sono sbizzarriti nel realizzare il mondo di gioco, il paradiso e gli enormi boss in maniera sempre interessante e variegata, con punte rappresentate da scorci assolutamente godibili da vedere, e la già citata varietà di situazioni, sequenze di intermezzo e caos presente su schermo. Le animazioni di Bayonetta non potevano che essere eccellenti in quanto una delle fondamenta del gioco, e in generale l'impatto è ottimo grazie all'impianto artistico di cui sopra e alla visione personale e non comune che i Platinum Games hanno della realizzazione di un videogioco. Qualche magagna ovviamente c'è, rappresentata da alcune ambientazioni piuttosto grezze e non in linea con il resto, la presenza migliorabile di effetti particellari, la realizzazione dell'acqua rivedibile e ombre e luci non sempre precisi come ci si aspetterebbe. Per il resto il motore grafico è piuttosto solido e propone un frame rate che spesso e volentieri raggiunge i 60 frame al secondo, seppur con le dovute cadute che non scadono mai nella sfera di rallentamenti.
Questo vale almeno per la versione Xbox 360, sviluppata direttamente in seno a Platinum Games. Della conversione per PlayStation 3 invece se n'è occupata Sega, con risultati a tratti davvero incomprensibili. Il frame rate è infatti praticamente dimezzato rispetto alla controparte Microsoft, il tearing più marcato, la risoluzione delle texture soffre in diversi casi di un uso maggiore di blur, denotando nelle situazioni più caotiche un'immagine meno definita. Sia ben chiaro, le qualità ludiche eccezionali del titolo rimangono (quasi) intatte e il comparto tecnico fa il suo dovere anche sulla console Sony, ma possedendo entrambe le console o buttando un occhio su entrambe le versioni, mai la differenza (e di conseguenza la scelta) tra le due controparti è stata così eclatante a favore di Xbox 360. Aldilà dei cronici problemi di PlayStation 3 nei multipiattaforma a causa di architettura differente, mancanza di risorse e altro, e del fatto che pare sia in sviluppo una patch per risolvere una parte imprecisata di questi problemi, la domanda nasce spontanea: Sega, che ca...spiterina hai combinato con questa conversione?

Conclusioni

Multiplayer.it
9.5
Lettori (569)
8.3
Il tuo voto

Bayonetta arriva su console e spazza via qualsiasi produzione simile attualmente disponibile sul mercato. Acune delle poche remore possono essere rivolte ad uno stile tipicamente nipponico (ma molto meno trash di quanto sembri) che potrebbe non piacere a tutti, ma per il resto il titolo rappresenta quello che doveva essere Devil May Cry in questa generazione di console, è gameplay puro supportato da uno stile e da una narrazione superbi, è la fiera delle combo ed è un gioco spettacolare, che va spulciato molto di più di quanto si possa fare dopo una prima tornata. E' la summa della bravura e delle idee del suo sviluppatore, chiaramente non comuni altrove. Il voto è per la versione Xbox 360, che anche dal punto di vista tecnico fa egregiamente il suo dovere. Tirata d'orecchie invece per la conversione PlayStation 3, che pur non minando più di tanto la valutazione finale (togliete ad ogni modo qualche punto decimale), non tiene lo stesso passo dal punto di vista grafico. Detto questo, un plauso ai Platinum Games per aver tirato fuori un piccolo capolavoro del genere action game, per un 2010 videoludico che comincia decisamente con i fuochi d'artificio.

PRO

  • Gameplay profondo e spettacolare
  • Humour e divertimento in quantità
  • Impianto audio e artistico ai massimi livelli

CONTRO

  • Conversione PS3 con diverse magagne tecniche
  • Comandi non personalizzabili
  • Alcuni elementi graifici piuttosto grezzi