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Il capitano che sorrideva alla morte

Ogni V del titolo è un membro dell'equipaggio da salvare. E ogni membro dell'equipaggio costerà la vita al capitano Viridian almeno un centinaio di volte.

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   19/02/2010

C'erano un tempo principi persiani coraggiosi, di quelli che per salvare la loro amata sfidavano sadiche catacombe stipate di trappole imprevedibili. Adesso invece, se cadono in un precipizio, gli stessi principi vengono presi per mano e riportati dolcemente sul bordo: non sia mai che possano morire. Se trovate questo scenario deprimente, VVVVVV stamperà sui vostri volti un sorriso beato come quello del capitano Viridian. Non fatevi ingannare però dall'aspetto: VVVVVV ha tutta l'aria di un gioco retrò, ma è un platform 2D molto attuale.

Il capitano che sorrideva alla morte

Innanzitutto si gioca con le frecce direzionali e un solo pulsante; più moderno di così. A farci sudare ci pensa piuttosto il design dei livelli, contorto e diabolico. E pensare che tutto filava liscio per il capitano e il suo equipaggio, formato da cinque persone, ognuna con un nome che comincia per V. Insieme volavano lieti nello spazio quando, all'improvviso, un'anomalia li ha dispersi ai quattro angoli di una stazione spaziale molto particolare. Al suo interno infatti, è possibile invertire la forza di gravità. Su questa scoperta il filmato termina e comincia il gioco di Terry Cavanagh, acquistabile a questo indirizzo per meno di undici euro oppure sperimentabile in demo qui.

Cerco un centro di gravità permanente

Dicevamo che le frecce della tastiera servono a spostare il capitano: a queste si aggiunge un tasto in grado di ribaltare la forza di gravità, così che possiate camminare su quello che fino a un secondo prima era il soffitto. Ogni schermata, anche se legata alla successiva senza interruzioni, rappresenta in realtà una "stanza" del gioco, ideata per essere potenzialmente letale. All'interno di queste "stanze" dovrete risolvere degli enigmi sfruttando a vostro vantaggio l'inversione di gravità. Non sempre però le cose sono così lineari. In una sezione della base lo schermo scorre verso l'alto, incalzandovi con delle punte acuminate.

Il capitano che sorrideva alla morte

In altri casi ci sono delle linee elastiche che fanno rimbalzare il capitano, e così via da una diavoleria all'altra. Solo lo spazio esterno, nero e piatto, è privo di minacce. Naturalmente morirete: eccome se morirete. L'azione difatti è frenetica, in alcuni casi psichedelica, a causa delle forme geometriche che si alternano sul fondale. Per fortuna, prima e dopo ogni puzzle, ci sono dei checkpoint che salvano all'istante la posizione. Questa trovata, unita alla geniale architettura della base, previene qualunque rigurgito di frustrazione. Morire venti volte di fila in un minuto non scalfisce il divertimento istantaneo di VVVVVV. Credeteci, l'espressione serafica del capitano Viridian vi contagerà senza che neppure ve ne rendiate conto.

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La riuscita di VVVVVV dipende da fattori diversi. Quello più evidente è la disposizione dei checkpoint, ma presto si notano anche altri elementi che ne fanno un gioco del 2010 a tutti gli effetti. Innanzitutto trama e dialoghi dignitosi; a seguire le musiche ipnotiche, e infine la mappa consultabile.

Il capitano che sorrideva alla morte

Questi fattori però sarebbero coriandoli senza un gamedesign variegato che non chiede mai al giocatore di fare le stesse cose due volte. Senza dimenticare che ogni stanza ha un nome suggestivo. Gli onori in questo caso spettano a Bennet Foddy, che ha svolto egregiamente il suo compito: testo e visual collaborano per colmare i vuoti lasciati dalla tecnica e stimolare la fantasia.
Peccato solo per i controlli: se vi affidate alla tastiera infatti, dovete mettere in conto una cinquantina di decessi aggiuntivi. Tutto il resto invece fila via liscio. Forse anche troppo, visto che bastano poche ore per completare il gioco. A meno che non vogliate raccogliere tutti i bonus, nel qual caso, in bocca al lupo. E non dimenticatevi di sorridere.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (33)
8.4
Il tuo voto

VVVVVV si accontenta di essere quello che è: un videogioco. Questa è l'intuizione vincente di Terry Cavanagh, che si è speso totalmente per architettare una sfida diabolica e bilanciata allo stesso tempo. Infatti la frustrazione non prende mai il posto del divertimento. Inoltre, da raffinato gamedesigner qual è, Terry ha integrato senza forzature trama, dialoghi, musica, extra di vario genere, per fare di VVVVVV un piccolo primo della classe. Sorridete, una volta tanto si gioca.

PRO

  • Il capitano Viridian
  • Mai snervante
  • Folle e divertente

CONTRO

  • Dura il tempo di un dopocena