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L'amore in mezzo alle macerie

Dagli stessi autori di Baten Kaitos ed Eternal Sonata arriva - quasi in punta di piedi - uno di quegli action RPG che non si vedono tutti i giorni.

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   05/03/2010
L'amore in mezzo alle macerie

"C'è mancato poco che non succedesse mai": una citazione dal finale de La 25a Ora che si può tranquillamente adattare all'iter che ha portato questo Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon a raggiungere i mercati occidentali. Sviluppato da Tri Crescendo e prodotto da Namco in Giappone, il titolo non era destinato a varcare i confini dalla terra natale, perlomeno stando ai piani del publisher: decisivo è stato dunque l'intervento di XSeeD e Rising Star Games, artefici del processo di localizzazione e distribuzione in Europa e negli Stati Uniti. Una scelta indubbiamente coraggiosa, vista le proverbiali difficoltà in termini di vendite per le opere third party su Wii, specialmente se indirizzate ad un'utenza più hardcore. E' difficile credere che Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon possa riuscire a svincolarsi da questo antipatico trend, ma allo stesso tempo sarebbe stato un vero peccato lasciare questa piccola perla ad esclusivo appannaggio dei giocatori nipponici...

Tristesse globale

Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon parte subito col piede giusto, offrendo un setting particolarmente originale e ben costruito. Protagonista della storia è Seto, un giovane ragazzo che, a seguito della morte di colui che si era abituato a chiamare "padre", si ritrova a vestire gli angoscianti panni dell'unico essere vivente in una Tokyo sconvolta da un imprecisato evento catastrofico. Completamente solo, il nostro eroe si mette in cammino alla disperata ricerca di altri sopravvissuti, e si imbatte in una strana ragazza che però fugge via spaventata: da lì in poi Seto decide di mettersi sulle sue tracce, in una trama dai toni malinconici che non può non affascinare. Sotto questo profilo, il lavoro di Tri Crescendo è stato davvero ottimo: tanto per cominciare, le decadenti ambientazioni traggono spunto da luoghi realmente esistenti in Giappone, abbandonati a seguito del rilascio delle bombe atomiche nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Ancora, i personaggi esulano finalmente da quegli stucchevoli cliché evidentemente tanto amati in Sol Levante, offrendo degli affreschi di personalità complesse e ricche di sfaccettature, che non mancheranno di toccare le corde degli animi più sensibili. Tali encomiabili traguardi artistici sono fortunatamente accompagnati anche da una realizzazione tecnica di fattura più che buona, capace persino di raggiungere picchi di eccellenza. Dal punto di vista grafico, Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon sfrutta molto bene le modeste risorse messe a disposizione su Wii, in particolar modo per quel che concerne la realizzazione degli scenari: per quanto non possano ovviamente brillare in termini di definizione e complessità poligonale, gli ambienti di gioco si dimostrano curati fino ai più piccoli dettagli, e garantiscono una notevole varietà pur rimanendo confinati nel contesto post-apocalittico che fa da sfondo all'avventura.

L'amore in mezzo alle macerie

Decisamente apprezzabili poi gli effetti di luce, in particolare quelli generati dalla torcia elettrica maneggiata da Seto, mentre fra gli elementi di contorno merita una menzione speciale il design dei menu, visualizzati come se facessero parte del diario di viaggio del protagonista. Meno entusiasmanti invece alcune animazioni un po' troppo legnose e slegate tra loro, unico vero neo di una cosmesi tecnicamente ordinata ma soprattutto ricca di personalità. Il comparto sonoro si divide invece tra effetti nella media, un doppiaggio in inglese più che decoroso e -dulcis in fundo- un accompagnamento musicale da tripla A: nonostante le frequenti fasi di silenzio assoluto (studiate apposta per far provare al giocatore una sensazione di totale abbandono), il titolo può contare su melodie voce e pianoforte che riescono ad essere al contempo crepuscolari ed inquietanti, ulteriore attestato dell'opera certosina degli sviluppatori in termini di pura atmosfera.

Fragile dentro, croccante fuori

Oltre alla suggestione, Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon riesce a regalare anche un gameplay solido e ben strutturato, non immune da certi anacronismi tipici della produzione videoludica giapponese ma comunque appagante e coinvolgente. Il gioco è a tutti gli effetti un action adventure in terza persona condito da qualche elemento RPG, e per quanto il titolo Tri Crescendo non approfondisca nessuno di questi ambiti, il risultato è ad ogni modo un mix decisamente gradevole. Il sistema di controllo è piuttosto semplice e non poggia in maniera eccessiva sulle funzionalità motion sensor della console: si usa lo stick analogico del Nunchuck per muovere Seto, mentre lo sguardo viene gestito tramite il puntamento del Remote, una soluzione che funziona abbastanza bene anche se a volte si paga un'inevitabile carenza di reattività. Durante le fasi esplorative, la pressione continuativa del tasto B consente di passare ad una visuale in soggettiva, indispensabile per esaminare oggetti, scritte e quant'altro. In questa modalità non è però consentito muoversi, e quando lo script dell'avventura richiede la ricerca di item particolarmente poco visibili, può risultare fastidioso saltare continuamente da un'inquadratura all'altra. La restante parte del tempo viene invece spesa attraversando gli scenari e lottando contro gli spettri che popolano i ruderi della metropoli nipponica, sfruttando meccaniche action semplici ma ben implementate. Seto è costretto ad utilizzare armi di fortuna come bastoni, tubi di ferro e via discorrendo, che può immagazzinare (assieme a tutti gli altri oggetti che trova sul proprio cammino) nel ristretto inventario a sua disposizione: gli strumenti di offesa sono però soggetti ad usura, e può capitare che si rompano a causa di un utilizzo troppo intenso. Gli attacchi vanno effettuati premendo ritmicamente il tasto A per realizzare delle brevi combo, e anche se a lungo andare questa attività tende a diventare un po' ripetitiva, la sua collocazione nell'economia di gioco appare comunque bilanciata a dovere.

L'amore in mezzo alle macerie

Ciò detto, Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon è tutto tranne che un titolo facile: Seto non è un guerriero, e gli bastano pochi colpi per andare al tappeto con conseguente game over. Nei vari livelli sono però distribuiti in maniera generosa dei save point grazie ai quali recuperare le forze e scambiare oggetti con un misterioso personaggio nascosto dentro ad un costume da mascotte di luna park. In linea di massima, Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon rientra appieno nella categoria di quei videogiochi il cui valore è superiore alla somma delle parti: pur non eccellendo in nessun particolare ambito di gameplay, il titolo Tri Crescendo sfoggia un sapiente bilanciamento tra fasi esplorative e combattimenti, il tutto sostenuto da un impianto narrativo che da solo basterebbe a spingere l'utente fino ai titoli di coda.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (28)
8.3
Il tuo voto

Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon è un titolo prodotto da mani esperte, e si vede: gli sviluppatori di Tri Crescendo non solo hanno fatto un eccellente lavoro in termini di atmosfera, ma sono riusciti anche ad infondere la loro opera di un gameplay magari un po' superficiale, ma che comunque si dimostra coinvolgente per tutta la durata dell'avventura. Nel panorama a volte troppo "giocattoloso" dell'offerta ludica Wii, Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon si distingue per eleganza e cura dei particolari, elementi che sicuramente faranno gola ai seguaci Nintendo alla ricerca di qualcosa di più profondo di esperienze mordi e fuggi.

PRO

  • Trama ed atmosfera al top
  • Gameplay bilanciato e coinvolgente
  • Grafica buona e musiche stupende

CONTRO

  • Qualche legnosità nel sistema di controllo
  • Leggermente ripetitivo sul lungo andare