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Silent Hunter 5, recensione

Con Silent Hunter 5 la serie diventa sempre più accessibile e si arricchisce della dimensione umana, che spesso viene trascurata dai simulatori. Ma troppa carne al fuoco può anche causare qualche problema.

RECENSIONE di Mattia Armani   —   11/03/2010

Dal 1939 al 1945 la tecnologia sottomarina nazista, tanto terribile quanto affascinante, non ha risparmiato transatlantici e navi di soccorso e aveva come obiettivo primario i rifornimenti degli alleati. Ma l'immaginario dei sottomarini resta distante da quello atroce dei campi di battaglia.

Silent Hunter 5, recensione

Per quanto la guerra sia sempre terribile l'alone di mistero e di strategia che da sempre li avvolge e la loro guerra silenziosa è ciò che importa, almeno restando entro i confini delle serie videoludiche prodotte fino ad oggi. La campagna quindi, dopo la parentesi del quarto capitolo, ci mette di nuovo al comando di un sottomarino tedesco, un U-Boot impegnato nell'invasione della Polonia. Il primo obiettivo sono tre navi pressochè inermi che ci aspettano nel bel mezzo del Mar Baltico. Eliminata agevolmente la debole minaccia non ci resta che tornare a Kiel per poi affrontare una nuova missione...

Quota periscopio

Da questo momento in poi si fa sul serio. Gli avversari si muovono e soprattutto si difendono. Comincia la caccia. Il miglior modo per avvistare i nemici è quello di starsene sul ponte con il capitano e due vedette che ci indicano fisicamente eventuali avvistamenti. Una volta entrati nel vivo o durante i tentativi di avvicinamento silenzioso è invece consigliabile tenersi al di sotto del pelo dell'acqua affidando la vista al periscopio. In entrambe le situazioni è possibile dare ordini all'equipaggio oppure agire direttamente sui comandi per lanciare siluri o per sparare con il cannoncino esterno se qualche nemico ci ha colto impreparati mentre fissavamo l'orizzonte sbagliato sul terrazzo superiore.

Silent Hunter 5, recensione

Gli strumenti indispensabili sono sempre presenti in basso a sinistra e in alto a destra. Troviamo l'indicatore di profondità che ci consente di immergerci lentamente o rapidamente, il timone, alcuni ordini diretti, l'avanzamento della velocità di gioco, il selettore che ci consente di far sapere alla sala macchine se accelerare o rallentare e la mappa, fondamentale per navigare verso gli obbiettivi e per impostare rotte di navigazione più o meno lunghe. La serie ci ha già abituato a un cambiamento radicale di giocabilità al variare della difficoltà e Silent Hunter 5 non fa differenza. Al grado più basso di simulazione il titolo è quasi un arcade, per quanto rimangano le immense distese di mare da attraversare e sia sempre necessario calcolare bene la rotta, osservare con attenzione l'orizzonte. Ma non troviamo nessun altro ostacolo. I siluri colpiscono quasi sempre il bersaglio mentre le contromisure sono quasi infallibili nel salvarci dagli attacchi nemici. Alzando il livello simulativo la questione diventa decisamente più complessa ma la personalizzazione consente di tenere una difficoltà elevata senza dover conoscere a menadito le meccaniche della sommergibilistica, come invece capitava con i capitoli precedenti. Possiamo insomma godere di un alto grado di simulazione durante gli scontri, senza includere la necessità di ricaricare batterie e aria compressa che, nonostante aumenti il realismo e vi sia comunque la possibilità di aumentare la velocità di gioco, spesso si traduce in lunghe e insensate pause.

Sommergibile o sottomarino?


Molti dei vascelli in grado di immergersi usati nella seconda guerra mondiale non erano sottomarini ma sommergibili, ovvero imbarcazioni di superficie con la capacità di stare sott'acqua a tempo determinato. Oggi i due termini si equivalgono poichè i sommergibili sono in disuso.
Nonostante la supremazia tecnologica tedesca, durante la seconda guerra solo due modelli di U-Boot erano a tutti gli effetti sottomarini in grado di compiere lunghe missioni restando nascosti ma solo uno, la classe XXIII, è stato effettivamente utilizzato durante la seconda guerra mondiale.

Novità

Ubisoft Romania ha introdotto la dimensione umana all'interno del sottomarino con il terzo Silent Hunter, ma solo in questo quinto capitolo ci troviamo realmente all'interno di un vascello sottomarino. Mentre sopra di noi le onde agitano un mare scuro ed imperscrutabile ci troviamo ad osservare i marinai che si spostano lungo il vascello portando fisicamente a termine gli ordini che abbiamo formulato. Viviamo con loro il dramma di una guerra in scatola, fatta di rumori inquietanti e paratie che urlano. E l'equipaggio ha ora un umore che sale quando otteniamo un successo ma cala per la tensione e la fatica.

Silent Hunter 5, recensione

Si tratta insomma di aggiunte piuttosto corpose anche se in gran parte quasi esclusivamente estetiche. Inoltre a causa della necessità di mantenere intatta la simulazione di sottomarino ci viene consentito di agire sempre sui comandi in via diretta, ovunque ci troviamo, e questa possibilità può rendere la "vita di bordo" superflua. Al contrario torna un elemento dinamico nella campagna che ci consente di scegliere obiettivi e di vedere il risultato delle nostre sconfitte e vittorie nella situazione strategica attuale. Niente che sconvolga la storia certo e nessun bivio che consenta alla Germania di sconvolgere i destini del mondo, ma anche la sola scelta delle coste da pattugliare è un elemento fondamentale per immergerci nel mondo di quegli anni e farci sentire che le coste dell'Inghilterra sono li, a pochi passi. Inoltre all'ormeggio, realizzato con particolare cura, può capitare di sentir parlare di cosa accade nel mondo mentre gli equipaggi chiacchierano e si preparano a salpare.

Mare molto mosso

L'atmosfera è più che buona, le nubi volumetriche non sono niente male, le onde e la schiuma dei motori si difendono con valore. Inoltre la campagna e le missioni offrono spunti storici notevoli come la difesa della Bismarck, la leggendaria corazzata tedesca braccata da un'intera flotta. Se a questo aggiungiamo l'interfaccia più intuitiva e la nuova vita di bordo il risultato dovrebbe essere più che buono. Dovrebbe, dicevamo, perchè il motore grafico comincia a mostrare troppe debolezze e quest'incarnazione di Silent Hunter purtroppo è zeppa di bug, problemi, difetti grafici e magagne d'ogni sorta.

Silent Hunter 5, recensione

Le uniche migliorie degne di nota sembrano essere quelle legate ai modelli e sono si funzionali alle novità del titolo, ma diventano addirittura dannose quando ci accorgiamo che a bordo il frame rate perde troppi colpi toccando i 19 fps anche sulla nostra configurazione di prova. Le esplosioni sembrano addirittura peggiorate e mentre le navi sguazzano tranquille come paperelle, il mare mosso spesso sommerge malamente il nostro sottomarino che talvolta naviga peggio di una zattera forata. Capita infatti che le onde spazzino il ponte esterno anche mentre l'equipaggio lo occupa, con un effetto sgradevole che vede i marinai scomparire sott'acqua ed emergere con non curanza nonostante tonnellate d'acqua li abbiano appena colpiti a velocità vertiginose. E stiamo parlando solo della punta dell'iceberg perché durante le sessioni di gioco abbiamo visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. Navi da combattimento in fiamme viaggiare al contrario. Siluri fantasma. Missioni abortite. E tutti questi momenti saranno ricordati come difetti in grado di inficiare un'esperienza potenzialmente incredibile. Senza contare che non abbiamo ancora menzionato l'inconveniente peggiore. La protezione del titolo obbliga infatti a sincronizzare i salvataggi con un server Ubisoft e obbliga a restare sempre collegati ad internet per poter giocare. Ebbene, nei primi giorni di gioco possiamo assicurarvi che i problemi di comunicazione con il server ci hanno impedito di giocare più di una volta e per periodi di tempo notevoli (Al momento i problemi sembrerebbero risolti, NdR).

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (23)
6.9
Il tuo voto

Meno complicato ma non meno complesso, Silent Hunter 5 è un titolo valido sotto il profilo simulativo ed è in grado di offrire parecchie ore di gioco condite da un'ottima atmosfera. Certo, oggi ci si aspetterebbe qualcosa in più da un motore grafico e per godere delle succitate ore di gioco è necessario digerire un quantitativo di errori e difetti che hanno dell'incredibile e che speriamo siano risolti al più presto con una patch miracolosa. Inoltre, nonostante l'approccio semplificato, le tempistiche di gioco e la totale assenza di tutorial esaustivi ne fanno un titolo dedicato quasi esclusivamente agli appassionati.

PRO

  • Ottima atmosfera con il ritorno sul fronte tedesco
  • Esperienza completa
  • La vita sottomarina ha il suo perché

CONTRO

  • Troppi bug
  • Tecnicamente altalenante
  • La vita sottomarina non fa per tutti

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema Operativo: Windows 7
  • CPU: Intel Core i7 920
  • RAM: 6 GB
  • Scheda Video: GeForce GTX 275

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows® XP (Service Pack 3), Windows Vista® (Service Pack 2), Windows 7
  • CPU: Intel® Core2Duo® E4400 / AMD® Athlon™ 64 X2 4000+ o superiori
  • RAM: 1 GB (XP) / 2 GB (Vista/7)
  • Hard Disk: 10 GB di spazio libero
  • Scheda Video: 256 MB DirectX9, (ATI® Radeon HD2600/GeForce® 8800 o superiori)
  • Connessione a internet permanente.

Requisiti consigliati

  • Sistema Operativo: Windows XP/Vista/Windows 7
  • CPU: Intel® Core2Duo® E6850 / AMD® Athlon™ 64 X2 5600+ o superiori
  • RAM: 2 GB
  • Hard Disk: 15 GB di spazio libero
  • Scheda Video: 512 MB RAM DirectX 9, (ATI® Radeon HD3000 series / GeForce® 9 Series o superiori)