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Violenza a quattro zampe

L'agente Jack e il suo cane poliziotto Shadow devono affrontare la loro missione più difficile: salvare dall'oblio una serie in declino.

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   17/05/2010

Versione testata: Xbox 360

Non ci vuole molto a descrivere questo Dead to Rights: Retribution. Basta prendere un episodio qualsiasi de Il Commissario Rex, sostituire quell'innocuo pastore tedesco con un cane lupo rabbioso e poco amichevole, affiancargli un padrone volgare e assassino e aggiungere un bel po' di sangue e parolacce. Già che ci siamo si può ambientare tutto di notte, non sia mai che il gioco possa sembrare troppo allegro.

Violenza a quattro zampe

Insomma, dal 2002 a oggi è cambiato davvero poco: l'agente Slate è rimasto lo stesso detective violento e scorretto di un tempo, con qualche nuova cicatrice e un vocabolario assai più colorito, mentre il suo fido cane poliziotto Shadow ha imparato a guadagnarsi la scodella di croccantini utilizzando zanne e artigli. Come Arthas e l'oscura Frostmourne, o come Guerra e il suo destriero Rovina, l'empatia che c'è tra l'antieroe e il suo compagno è il punto di partenza dell'intera avventura. Il gioco nasce con il chiaro obbiettivo di rilanciare la serie action targata Namco Bandai: stessi personaggi del primo capitolo e stesse tinte dark. La trama è stata rielaborata, sebbene ci siano parecchi riferimenti e punti in comune col passato: Jack Slate è un aggressivo agente della polizia, che preferisce una sparatoria o una sana scazzottata a un approccio più diplomatico. Quello che all'inizio sembra un elaborato attacco terroristico si rivelerà presto essere qualcosa di più grosso e misterioso, mentre la morte di una persona cara porterà il protagonista alla disperata caccia dei suoi sicari.

Inequivocabili ispirazioni

Già dalla premessa appare quindi evidente come questo capitolo erediti dal primo Dead to Rights la dichiarata ispirazione a Max Payne, senza però riuscire ad avvicinarsi a quello spessore che caratterizzava la trama e i personaggi del gioco di Remedy. Gran parte della storia è narrata in forma di flashback, e per circa i due terzi del tempo il giocatore vivrà i ricordi più recenti di Slate. Peccato che l'incipit sia così confuso e criptico da non permettere di immedesimarsi subito nel protagonista: perché si trova lì? Come mai è in quelle condizioni? Chi è che lo sta inseguendo? Sono tutti interrogativi che vengono posti nei primi minuti di gioco, ma che troveranno risposta in maniera un po' goffa solo verso la fine dell'avventura.

Violenza a quattro zampe

Come nei capitoli precedenti, parecchia enfasi viene data ai combattimenti corpo a corpo: Jack può alternare schivate, pugni rapidi e colpi più potenti, mentre è possibile realizzare devastanti combinazioni attraverso repentine sequenze di tasti. Tuttavia, nonostante un'enorme lista di mosse a disposizione, il giocatore tenderà a memorizzarne poche, per poi ripeterle incessantemente per tutta la durata del gioco. Jack può anche afferrare gli avversari, disarmarli e prenderli in ostaggio, laddove un sistema di QTE permette di effettuare colpi di grazia tanto spettacolari quanto spietati. Ancora una volta è possibile affrontare i nemici in serrati scontri a fuoco, ma gli sviluppatori hanno deciso di abbandonare l'ormai obsoleto sistema di puntamento dei primi episodi in favore di una soluzione che strizza l'occhio a Gears of War e al suo tanto imitato meccanismo di copertura. I ragazzi di Volatile Games sono però stati attenti a conservare quel bullet time che, prendendo nuovamente ispirazione da Max Payne, è sempre stato un elemento distintivo della serie. Nonostante tutto, sebbene sia possibile disarmare gli avversari e utilizzare le loro stesse armi, il gioco incentiva spesso un approccio fatto di tattiche stealth e combattimenti corpo a corpo.

Obiettivi Xbox 360

Come c'era da aspettarsi, Retribution è abbastanza generoso col giocatore, permettendogli di sbloccare rapidamente una buona quantità di obiettivi. Ne sono 60 in tutto, e gran parte richiederà semplicemente di proseguire nell'avventura, uccidere un certo numero di nemici o farlo usando tecniche particolari.

Il migliore amico dell'uomo

Dead to Rights: Retribution, va detto, sarebbe un anonimo e banale action shooter se non fosse per la possibilità di interagire con Shadow. Utilizzando la croce direzionale è infatti possibile impartire diversi ordini al peloso compagno, in maniera molto simile a quanto già si vede negli sparatutto tattici a squadre: può seguirci, restare fermo in una posizione o attaccare un nemico distante, mentre nel caso dovessero ferirlo gravemente si può rianimare andandogli vicino.
Sporadicamente il gioco dà la possibilità di impersonare proprio Shadow, magari per proteggere Jack o per infiltrarsi di nascosto in zone inaccessibili. I suoi attacchi sono devastanti, ma le sue particolari abilità spingono il giocatore ad affrontare i nemici in maniera furtiva, visto che il cane può muoversi di soppiatto, abbaiare per attirare l'attenzione e attaccare di sorpresa. Premendo il grilletto sinistro del pad, inoltre, Shadow è in grado di fiutare l'odore delle persone e percepire il loro battito cardiaco, in modo tale da poterle individuare facilmente anche attraverso i muri o da lunghe distanze. Purtroppo, sebbene questi momenti aggiungano un po' di varietà a una formula poco originale, non bastano a rimediare a quello che è il difetto più evidente di Retribution: uno schema fisso, fatto di stretti corridoi e stanze piene di nemici da far fuori, rende il gioco estremamente lineare e ripetitivo.

Violenza a quattro zampe

Nell'arco delle dieci ore richieste per terminare l'avventura capiterà spesso di dover battersi con alcuni mini-boss, che però non sono niente di speciale, dal momento che si tratta perlopiù di nemici comuni con la pelle un po' più dura.
Tecnicamente ci si trova davanti a un prodotto senza gloria e senza infamia con ambienti talvolta interessanti e ben realizzati si affiancano modelli dei personaggi altalenanti e assai innaturali. Il giocatore potrà liberamente affrontare il gioco selezionando uno dei tre livelli di difficoltà, ma questo non sembra influire in maniera tangibile sull'IA dei nemici che nel bel mezzo di una sparatoria, è possibile si fermino ad allacciarsi le scarpe. Bisogna però ammettere che è uno spasso vedere avversari darsela a gambe quando inseguiti da Shadow, o bersagliare il compare a quattro zampe utilizzando addirittura lanciarazzi e bombe a mano. L'assenza di una qualsivoglia componente multigiocatore si fa sentire parecchio, e non contribuisce certamente a risollevare Retribution dalla piattezza che lo affligge. È davvero un peccato che, avendo già tutto a disposizione, il team di sviluppo non si sia impegnato a realizzare una modalità cooperativa tra Jack e Shadow.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (72)
6.5
Il tuo voto

Insomma, il (cane) lupo perde il pelo ma non il vizio: ancora una volta Namco Bandai non è riuscita nel tentativo di rivitalizzare un'idea potenzialmente originale, limitandosi nuovamente a rinverdire eleemnti che sanno di già visto. Stavolta, assieme al bullet time e all'atmosfera di Max Payne, nel mix ci finisce anche un sistema di fuoco e copertura à la Gears of War, risollevato dagli scontri corpo a corpo, con la libertà di effettuare combo, disarmare i nemici, bloccarli e infliggere spettacolari colpi di grazia. Peccato per la scarsa interazione tra Jack e Shadow, visto che quello che doveva essere il cuore pulsante del gioco si limita invece alla possibilità di farci seguire dal cane o di fargli attaccare un nemico. Eppure, grazie a momenti trash da B-movie, Dead to Rights: Retribution potrebbe paradossalmente riuscire nell'impresa di lasciarsi giocare fino alla fine. Non da chi è allergico agli animali, ovviamente.

PRO

  • Tanto esagerato e trash da lasciarsi giocare
  • Almeno il cane non è un chiwawa

CONTRO

  • Nessuna modalità multigiocatore
  • Scarsa interazione tra Jack e Shadow
  • Molto ripetitivo e lineare