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La guerra nelle mani

I fantasmi arrivano su PlayStation Portable.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   20/10/2010

La saga di Ghost Recon è una delle più longeve del panorama videoludico internazionale. Lo sparatutto in prima persona con elementi strategici di Ubisoft ha da sempre ottenuto il gradimento del pubblico su qualsiasi piattaforma grazie alle trame ispirate a quelle ideate dallo scrittore e sceneggiatore statunitense Tom Clancy, famoso soprattutto per i suoi romanzi di spionaggio che hanno portato perfino a coniare un nuovo termine per indicare il suo genere letterario, il techno-thriller.

La guerra nelle mani

E all'introduzione e valorizzazione, nei primi episodi, di quegli elementi tattici praticamente da sempre assenti nel genere. Tom Clancy's Ghost Recon: Predator, primo titolo della serie su PlayStation Portable, si rifà proprio ai primi episodi puntando quindi sulla strategia a discapito dell'azione più immediata. La trama del gioco è come spesso accade in queste produzioni una via di mezzo fra fatti reali e fantapolitica: l'immaginaria e oramai famosa squadra dei reparti speciali americani chiamata Ghost si trova nella giungla dello Sri Lanka per preparare la strada all'invasione delle forze americane che avverrà entro settantadue ore e per dare la caccia ai criminali che hanno compiuto una strage a bordo di una nave civile e che la CIA sembra aver individuato in un gruppo di estremisti il cui quartier generale, nonché campo d'addestramento, è nei pressi di un villaggio proprio nello stato insulare citato poco sopra. Ma non sempre la verità è come appare...

Pericolo imminente

Il gioco si presenta con una visuale in terza persona e la telecamera posizionata alle spalle del protagonista il quale è attorniato in ogni situazione da altri due membri della squadra controllati quasi sempre dalla CPU (si può giocare in cooperativa su rete locale con altri due giocatori) con compiti di supporto sia tattico che curativo (un soldato ferito può essere soccorso e salvato dagli altri compagni). Ciascuno dei "fantasmi" ha caratteristiche proprie come nome, statistiche e una preparazione specifica in qualche campo militare (tiratore, guastatore...).

La guerra nelle mani

In qualsiasi momento è comunque possibile passare dal proprio personaggio a un compagno semplicemente premendo il tasto triangolo, in caso contrario, lasciando come detto la loro gestione all'intelligenza artificiale del gioco gli si possono impartire degli ordini usando il pulsante cerchio, stabilendo fra le altre cose se farci seguire senza che essi si facciano notare oppure in maniera più sfrontata, visibili e pronti a fare fuoco su tutto ciò che si muove. L'IA degli uomini della squadra si rivela in questi casi abbastanza buona, con i Ghost di supporto che si riparano quando attaccati o cercano una posizione valida per abbattere indisturbati i terroristi, mentre lo stesso non può dirsi degli avversari. Essi, infatti, sono piuttosto limitati nei comportamenti e spesso ignorano la presenza dei soldati a pochi metri da loro pur se non mimetizzati, corrono incontro ai proiettili durante le sparatorie o agiscono in maniera sconclusionata aprendo il fuoco da posizioni improbabili ignorando perfino gli ostacoli. Questo non vuol dire ovviamente che è facile eliminarli o completare le varie operazioni militari che li coinvolgeranno. Tutto sommato il nemico si muove comunque in gran numero su un terreno a lui congeniale, sa dove nascondersi e quando attaccare. Può essere ovunque e chiunque, fra i mercatini affollati o nascosto tra gli abitanti di un villaggio. Ma sarebbe stato meglio avere contro terroristi svegli piuttosto che rimbambiti.

Cerca e distruggi

Parlando della struttura di gioco Tom Clancy's Ghost Recon Predator prevede una serie di missioni che è possibile affrontare in ordine sparso con azioni che si svolgono all'interno di villaggi e aree rurali con lo scopo di eliminare i terroristi ivi presenti e cercare poi eventuali alleati fra la popolazione. Anche per questo motivo bisogna fare molta attenzione quando si compie un'azione, pianificando al meglio ogni mossa: nel gioco esiste un sistema di reputazione legato ai civili per cui ucciderne troppi, anche se per errore, significherà non avere informazioni dai superstiti o appoggio di nessun genere.

La guerra nelle mani

E se è vero che sfruttare l'ambiente, la mappa tattica e agire di sorpresa sono fra le regole fondamentali per un buon Ghost è anche vero che senza le informazioni riservate ottenibili dalla popolazione locale la difficoltà intrinseca di ogni attacco aumenta esponenzialmente.
Ogni missione è articolata in modo che il videogiocatore possa agire liberamente, grazie a mappe piuttosto grandi che consentono un'analisi adeguata del terreno circostante e della disposizione dei nemici, pianificando se aggirare un gruppo di terroristi o abbatterlo con un'azione diretta. Dimenticate le furiose sparatorie, gli assalti all'arma bianca alla Rambo: anche se ciò in alcuni casi è possibile e necessario, meglio agire d'astuzia, sfruttando tutto il materiale di cui sono equipaggiati i "fantasmi".
Come tradizione per questa serie, non manca la tecnologia più o meno avveniristica: supporto aereo, sensori di movimento, prototipi di nuove armi e droidi. Questi ultimi rappresentano quasi un mini gioco a sé in quanto bisogna muoverli tra i nemici senza farsi notare, sfruttando la loro piccola forma e l'aspetto da macchinina telecomandata, in modo da identificare la posizione degli avversari e segnalarla sulla mappa della squadra.

Curiosità

All'interno del prodotto di Tom Clancy's Ghost Recon: Predator è disponibile un codice per sboccare alcuni contenuti speciali nel gioco Tom Clancy's HAWX 2. Inserendo questo codice nel simulatore di guerra aerea, infatti, si può ottenere lo speciale Ghost Recon pack che include una esclusiva skin e un nuovo pacchetto di armi per il Mirage F1.

Nella giungla

E' in questi frangenti che a nostro parere si avverte la mancanza di una caratteristica che avrebbe ulteriormente impreziosito il prodotto rendendolo più completo: la possibilità di colpire alle spalle il nemico. Coerentemente con la tipologia di gioco e con le missioni che si affrontano, il poter uccidere un terrorista afferrandolo da dietro in silenzio non sarebbe stato male. Probabilmente anzi avrebbe dato maggiore profondità alla giocabilità stessa. Altra pecca, ma più piccola visto che comunque non se ne sente tanto la mancanza, è data dall'impossibilità di saltare col proprio personaggio.
Una volta completata una missione, guadagnando esperienza sul campo, si potranno personalizzare e potenziare i propri uomini avendo anche accesso, in base al risultato conseguito, a nuove armi, equipaggiamenti o elementi estetici. A proposito di estetica, pur presentando una grafica globalmente carina nella sua visione di insieme, con discreti modelli poligonali per quanto concerne i protagonisti e un buon sistema di illuminazione, il prodotto appare poco rifinito in molti aspetti. Gli scenari sono poco dettagliati, i nemici pure, alcuni di loro sono persino animati maluccio e in generale texture poco definite dominano la scena in tutti i livelli. Il tutto aggravato dalla totale mancanza di antialiasing. Nonostante tutto ciò il gioco per assurdo riesce ogni tanto a scattare nelle scene più caotiche. Meglio invece il comparto audio con buoni effetti di fondo che riproducono fedelmente i suoni tipici sia di ambienti ricchi di vegetazione come per esempio le foreste (animali, vento, movimento dell'erba, passi), che di furenti sparatorie. Il doppiaggio, in lingua inglese (ma ci sono i sottotitoli in italiano) è buono, come le musiche, prelevate interamente dai capitoli precedenti della serie.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.3
Lettori (19)
7.9
Il tuo voto

Tom Clancy's Ghost Recon: Predator è un gioco dalle buone potenzialità che vengono però in parte limitate da alcuni difetti strutturali. A una buona trama, un discreto gameplay che tende a valorizzare la componente strategica e una discreta modalità multigiocatore fanno da contraltare una realizzazione tecnica non certo impeccabile nella quale spiccano una scarsa intelligenza artificiale dei nemici, una certa difficoltà di fondo e una grafica non eccelsa. In definitiva non un brutto gioco ma nemmeno un capolavoro, consigliato ai fan più accaniti disposti a chiudere un occhio sui difetti.

PRO

  • Bella la componente strategica
  • Difficile al punto giusto
  • Grande libertà di azione

CONTRO

  • Intelligenza artificiale da rivedere
  • Qualche problema di frame-rate
  • In alcuni punti frustrante