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Botte e GDR

La prima volta su PlayStation 3

RECENSIONE di Massimo Reina   —   01/03/2011

Per la maggior parte dei videogiocatori occidentali il team di sviluppo chiamato Omega Force é quello interno a Koei responsabile della famosa serie Dynasty Warriors. Ma in Giappone, nonché in realtà pure fra molti appassionati di genere nostrani, questi ingegnosi sviluppatori sono conosciuti e apprezzati anche per un'altra serie di giochi, questa volta di ruolo, chiamata Zill O'll. Nata originariamente su PlayStation nel 1999 ed evolutasi poi su PlayStation 2 con il sequel intitolato Zill O'll Infinity, questa saga non ebbe molta fortuna al di fuori del mercato asiatico da dove non è mai uscita. Nel primo caso, oscurato dalla presenza del kolossal dell'epoca, Final Fantasy VIII, il capostipite della serie ne venne in rapporto talmente eclissato anche in patria che la software house decise di evitarne una release occidentale. Nel secondo, invece, pur contando stavolta su un discreto successo in Giappone, Koei pensò lo stesso di non rischiare di esportare il gioco dalle nostre parti.

Botte e GDR

Adesso, però, evidentemente i tempi sono maturi e finalmente Omega Force e il suo publisher hanno deciso di provarci, aprendo le porte al mercato occidentale per la prima volta al franchise e portando la sua nuova creazione anche da noi, con il terzo, anomalo, episodio della serie intitolato Trinity: Souls of Zill O'll. La trama alla base di questo terzo episodio della serie si pone tra l'altro come un prequel del primo Zill O'll: ambientato cinque anni prima, infatti, Trinity si svolge ancora nel mondo di Bascion, un luogo popolato dalle classiche razze di ogni mondo fantasy che si rispetti, come nani, elfi e umani. Qui ruoteranno le vicende legate all'imperatore Balor, a Re Selmonoe e alla Regina Eris, a una terribile profezia, al classico scontro fra bene e male rappresentato come tradizione vuole da due regni rivali, Dyneskal e Rostorl situati rispettivamente a nord e a sud del continente di Vyashion. E ovviamente quelle relative ai protagonisti dell'avventura. E qui ci fermiamo per non spoilerare più di tanto e privarvi del piacere di scoprire da voi i dettagli della storia.

Sangue misto

Anche perché la trama in Trinity: Souls of Zill O'll presenta diverse sfaccettature che la rendono in alcuni casi complessa e per certi aspetti poco lineare. Basti pensare che in essa viene affrontato anche il problema del razzismo e le sue conseguenze nel mondo, rivisitate in rapporto alle razze fantastiche presenti nel videogioco. Parlando di gameplay vero e proprio, il giocatore principalmente seguirà le vicissitudini di tre protagonisti: Areus, un gladiatore mezzo umano e mezzo elfo dal carattere scorbutico, alienato durante la sua crescita per via della sua origine ibrida e dalle vicende del suo passato legate a Balor. Dagda, il forzuto, che combatte a mani nude e ha un aspetto primitivo, ma é sorprendentemente intelligente. Infine Selene, ultima sopravvissuta della tribù dei Darkenith sterminata dagli umani, una vampira assassina.

Botte e GDR

Altri, come il carismatico Nemea, l'avventuriera Orpheus o il maestro di spade Reig incroceranno le loro strade con i nostri eroi nel corso dell'avventura. Gran parte della storia viene raccontata a livello testuale, e i dialoghi avvengono solitamente a schermate fisse con l'avatar tridimensionale dei personaggi posti a sinistra e a destra dello schermo, e le loro battute scritte in appositi box.
Ogni tanto viene fuori qualche filmato in CGI con tanto di doppiaggio in inglese a sottolineare le fasi più salienti della storia, ma nulla più. Il tutto si sviluppa poi in termini di giocabilità vera e propria principalmente attraverso una serie di quest principali che permettono di far progredire la trama e missioni secondarie che i giocatori possono ottenere esplorando il mondo di gioco o visitando le "gilde" nelle varie città: purtroppo queste ultime non sono visitabili "veramente" e la cosa è particolarmente fastidiosa trattandosi comunque di un prodotto che dovrebbe avere anche elementi GDR ben al di fuori dei soliti level-up di armi e PG. Di fatto l'esplorazione viene minata in partenza, eccezion fatta per i dungeon che sono interamente esplorabili.

Quest e sotto quest

L'interazione, per modo di dire, con le zone cittadine, quindi, si riduce a un sistema di spostamento punta e clicca: quando si vuole andare in un posto se ne seleziona il nome e ci si arriva subito. Ma giunti in loco ci si rende conto che si può solo scegliere ulteriormente, su uno sfondo raffigurante la location in cui ci si trova, se accedere a una taverna, alla gilda o al negozio di oggetti. Anche qui virtualmente, visto che cambia solo il disegno del fondale. Meno male che, come detto, ci sono le quest da affrontare, che sono davvero parecchie e abbastanza variegate, con tanto di ricompense a esse legate che poi sono chiaramente denaro o nuovi oggetti. Alcune di queste missioni, come accennato poco sopra, fanno da filo conduttore per l'intera parte narrativa primaria dell'avventura.

Botte e GDR

Molte, invece, sono scollegate dal filone narrativo e sono state create con l'unico scopo di farle affrontare agli utenti più "fanatici" per far crescere i personaggi o per sbloccare nuovi contenuti. Tra l'altro se ciò dovesse annoiare ecco che gli sviluppatori hanno pensato bene di variare un po' la struttura del gioco con l'Arena di Liberdam, luogo dove superare diverse sfide di combattimento per ottenere ulteriori premi e riconoscimenti per i nostri eroi. A detta degli sviluppatori, un giocatore impiegherà circa trenta ore per portare a termine l'avventura seguendo soltanto la storia principale, ma quasi il doppio se esplorerà completamente ogni ambientazione risolvendo tutte le missioni opzionali. In ogni caso questa struttura garantisce una certa libertà e varietà, visto che poi attraverso le scelte operate durante gli eventi clou è possibile cambiarne le conseguenze e pure le reazioni degli NPC. La stessa libertà é stata proposta nel sistema di combattimento, con quest'ultimo che di solito irrompe semplicemente quando si incrociano i nemici sullo schermo: a differenza dei prequel, il battle-system di Trinity é molto più orientato verso l'azione pura e assomiglia a un incrocio tra The Legend of Zelda, la serie Tales di Namco e Dynasty Warriors.

Trofei PlayStation 3

Trinity: Souls of Zill O'll offre ai videogiocatori ben 42 Trofei così suddivisi: 28 di Bronzo, 9 d'Argento, 4 d'Oro e 1 di Platino. Come consuetudine generale per ottenere questi premi occorre soddisfare varie richieste del gioco, come arruolare nel proprio party dei personaggi specifici, vincere delle coppe nelle arene o attraversare tutti i dungeon e le città presenti nel corso dell'avventura principale.

Combattimenti in tempo reale

Sfruttando i classici comandi del genere e dunque salto, schivata, attacco e parata, il terzetto di protagonisti affronterà i nemici contemporaneamente ma il giocatore potrà controllare direttamente soltanto un personaggio per volta mentre gli altri saranno gestiti dall'intelligenza artificiale. Tuttavia con il semplice tocco di uno dei pulsanti del pad di PlayStation 3 (L2) i compagni di ventura possono essere controllati, sempre uno alla volta, in qualsiasi momento dall'utente, che può quindi sfruttarne le abilità univoche che li contraddistinguono gli uni dagli altri. Ognuno di essi, infatti, dispone di un ampio repertorio di magie e attacchi speciali, configurabili liberamente sui tre tasti principali e possono essere perfino concatenati tra loro, nonché da personaggio a personaggio, per produrre delle devastanti combo ai danni degli sfortunati nemici (Trinity Attack Combo).

Botte e GDR

Inoltre per ognuno di loro si possono equipaggiare due set da tre abilità ciascuno da alternare se si vuole con la pressione del tasto R2. In questo modo si hanno a disposizione ben sei abilità (di solito magiche e di attacco fisico) da utilizzare in base alle specifiche situazioni che si affrontano. Cambiando personaggio capita di avere qualche problema di posizionamento della telecamera di gioco, ma nulla che non possa essere risolto riposizionandola manualmente. In questi frangenti la nota stonata è semmai costituita dalla presenza in molte aree di nemici troppo simili fra loro per resistenza, aspetto e abilità. Per esempio se si affrontano degli orchi questi tendenzialmente sono tutti uguali non solo visivamente ma anche nei parametri tecnici che li contraddistinguono, nei movimenti e nelle azioni che compiono, facendo si quindi che lo scontro con loro alla lunga diventi ripetitivo e privo di quegli elementi strategici che certo solitamente rappresentano il sale di certi prodotti e un incremento positivo del livello di sfida proposto. Comunque sia per ogni nemico ucciso il gioco premia il giocatore e il suo party con dei punti da utilizzare per sbloccare nuove skill, e per gli upgrade tipici del genere, da quelli relativi alle armi fino alle abilità dei personaggi.

Una grafica particolare

Il gameplay dicevano poc'anzi presenta reminiscenze anche di Dynasty Warriors, almeno per quanto concerne i combattimenti hack-and-slash, ma rispetto però a questa serie Trinity: Souls of Zill O'll appare più completo grazie alla possibilità di usare le magie e far interagire, come detto nel paragrafo precedente, più alleati. Certo, è anche vero che tale collaborazione fra i tre membri del party non sempre è efficace vista l'intelligenza artificiale non troppo evoluta della CPU.

Botte e GDR

Tant'è che sovente il contributo e il supporto dei due elementi del gruppo gestiti dal gioco perde di efficacia negli scontri più caotici o un tantino più elaborati, ma è comunque piacevole poterli utilizzare a rotazione o creare delle combo di gruppo. Nota finale sulla grafica e sul sonoro del prodotto. L'engine alla base di Trinity: Souls of Zill O'll è lo stesso che per tanti anni abbiamo visto utilizzato per i vari Dynasty Warriors 5, Dynasty Warriors 6, Dynasty Warriors: Gundam, Fist of the North Star: Ken's Rage, e tutta la pletora di titoli a tema, anche se nel gioco trattato in questa recensione esso si presenta in modo piuttosto peculiare. La tecnica visiva adottata dai grafici, infatti, é davvero intrigante e lo stile utilizzato per la colorazione e gli effetti ricordano quelli di un dipinto a olio. Soprattutto nei fondali in cel shading. Questa bizzarra scelta si adatta però piuttosto bene all'ambientazione squisitamente fantasy del gioco e paradossalmente sembra rendere nell'insieme meglio rispetto agli altri giochi citati prima dove l'engine è stato usato. I personaggi sono discretamente realizzati e caratterizzati, soprattutto quelli principali, a parte qualche incertezza in talune animazioni, mentre i mostri non spiccano per originalità o elevato livello di dettaglio, eccezion fatta per i mastodontici e affascinanti a loro modo boss. L'audio presenta una normale colonna sonora senza infamia e senza lode, e un doppiaggio in inglese nelle poche scene di intermezzo in computer grafica di medio livello.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.4
Lettori (18)
7.1
Il tuo voto

Trinity: Souls of Zill O'll rappresenta un nuovo inizio su PlayStation 3 per la saga a cui appartiene. Certo, questo "inizio" non è col botto, e il prodotto in sé non è certamente un grande gioco né in generale il miglior RPG avventuroso disponibile sulla console Sony. Ma nel contempo non è nemmeno quel bruttissimo titolo che tanti giudizi negativi ha ricevuto sulla rete. Il gioco di Omega Force è difatti un onesto action-GDR realizzato con i soliti pochi mezzi a cui ormai il team ci ha abituato negli anni. Un titolo senza eccessive pretese, con una buona atmosfera e varietà di quest caratterizzate da combattimenti abbastanza frenetici, e dunque ben lungi dall'essere un prodotto scadente.
In definitiva, il giudizio su questo titolo cambia a seconda di come vi approccerete al gioco: sopra la sufficienza se amate il genere e apprezzate saghe low budget come Dynasty Warriors; insufficiente se non appartenete all'appena citata categoria di utenza.

PRO

  • Trama non lineare e ben curata
  • Tantissime quest secondarie
  • Più opzioni nei combattimenti rispetto a giochi come Dynasty Warriors

CONTRO

  • Intelligenza artificiale da rivedere
  • Gameplay in alcuni casi ripetitivo
  • Impossibilità di esplorare le città
  • Poca interattività con i NPC