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Ritmo indiavolato

Secondo lavoro per Slightly Mad Studios. Più vetture e più tracciati, basterà questo a farne un gioco migliore del primo episodio?

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   29/03/2011

Versione testata: Xbox 360

Il primo Shift è stato senza dubbio un prodotto ben riuscito, coraggioso se vogliamo, vista la volontà di Slightly Mad Studios di innestare in un franchise tipicamente arcade una sferzata simulativa, ma per alcuni versi indeciso nello svolgimento, a metà tra realismo e deriva fracassona. Questa seconda iterazione sembra aver limato alcune problematiche di progressione della carriera, impostando il tutto in un'ottica più rigorosa e ferrea, dove al posto di stelle normali e da maestro da ottenere, l'avanzamento tra i vari campionati avviene in base ad una generica esperienza, senza troppi sbarramenti a impedirci una libera navigazione tra i vari tornei.

Macchine e tracciati

Partiamo subito dai numeri. I tracciati sono senza dubbio molti, il roster comprende tanto circuiti reali quanto inventati, tutti con relative configurazioni alternative. Accanto a Monza, Silverstone, Donington, Spa, Suzuka, Brno, Brands Hatch, il celebererrimo Nurburgring in tutte le salse, troviamo anche piste meno famose come la ripida e tortuosa Bathurst che ospita generalmente le V8 Supercars o anche Enna Pergusa, con le sue staccatone da brividi. Oltre a queste ci sono tutta una serie di tracciati cittadini (Londra, Shanghai, Miami) e diverse altre piste "secondarie" come fama, ma non meno impegnative da percorrere, relative a diversi campionati americani. Al netto delle diverse configurazioni ci fermiamo a trentacinque tracciati (il doppio rispetto al primo capitolo), se aggiungiamo le varianti mettiamo in conto un'altra quarantina di piste, magari non troppo differenti da quella base. Il track design è quindi decisamente vario e capace di esaltare tutti i tipi di pilota nelle più disparate situazioni. Parlando di auto invece i numeri sono pur sempre alti, ma non altissimi rispetto alla concorrenza. Gli sviluppatori hanno fatto una scelta diversa rispetto ai soliti noti, non inserire vetture fondamentalmente "inutili" per concentrarsi direttamente su macchine che abbiano da dire qualcosa in pista, saltando a pie pari utilitarie, compatte in versione base e più in generale tutto quello che non arriva ai 200 km/h. In tal senso se si sceglie Audi, il modello base è la S3, mentre per BMW è la 135i Coupè, alla stessa stregua per Volkswagen troviamo la Golf GTI e per la Ford una bella RS Cosworth di qualche anno fa. Considerando anche le supercar vere e proprie si arriva a 145 vetture per un totale di 36 costruttori. Visitando il concessionario i filtri di ricerca ci aiutano per capire le varie tipologie di vettura.

Ritmo indiavolato

Accanto alle suddivisioni geografiche e prestazionali generali, troviamo le categorie Moderne, Retrò, Muscle Car e Leggende, più quelle da corsa al cento per cento in quanto Need For Speed Shift 2: Unleashed si è aggiudicata i diritti per le categorie GT1 e GT3. Inutile e poco leggibile in questa sede fare una lista dettagliata, ma nell'elenco delle case automobilistiche figurano ad esempio Lamborghini, Porsche, Maserati, Aston Martin, Pagani, Bugatti, Alfa Romeo, Shelby, Dodge, Maserati, più tutta una serie di "esotici" marchi come Radical, Alpina, Koenigsegg, Gumpert, McLaren e molte altre. Insomma il meglio delle vetture estreme a ruote coperte è presente, la mancanza della Rossa di Maranello pesa un pò però. Una scelta questa perfettamente condivisibile di "sole" 145 vetture e che ha il pregio di non tediarci nelle prime battute con vetture lentissime che abbattono mortalmente il ritmo delle gare. Insomma si parte subito piuttosto forte in Shift 2, non ci si addormenta a bordo di vetturette da città.

Dominio in pista

Come accennato in apertura, la progressione è stata rivista - in meglio - ed ora si avanza in modo decisamente più omogeneo. Non c'è, salvo pochi eventi, l'assillo della prima posizione a tutti i costi, ma bisogna sempre tener conto che più si arriva bassi in classifica, meno punti esperienza si ottengono; meno punti si ottengono meno soldi si guadagnano da spendere in nuove auto o nell'ampia sezione di customizzazione meccanica del mezzo. La vecchia impostazione a stellette e obiettivi multipli è stata rimossa, di essa è rimasta solo l'implementazione di punti extra nel caso di perfetta percorrenza della linea guida e partenza, di almeno un giro in testa, di una tornata impeccabile senza urti e del modo in cui si domina una curva. Tutto ciò funziona perchè non ci impegna in modo diretto nella ricerca spasmodica del singolo "achievement", ma con il solo guidare in modo attento si riescono a portare a casa anche in prima battuta buona parte degli "obiettivi". Gli eventi sono piuttosto vari, oltre alle gare classiche, singole o in serie, possiamo mettere alla prova la nostra abilità con due tipi di corsa contro il tempo, da soli o con altre vetture in pista, partecipare alle gare ad eliminazione, in cui l'ultimo di ogni giro viene escluso, o mettersi a buttare via pneumatici con le sfide di deraparata. Non esistono vere e proprie gare monomarca, ma competizioni per tipologia di vettura, come ad esempio quelle adatte solo per le Muscle Car o per quelle Retrò.

Ritmo indiavolato

Una competizione a parte è dedicata alle auto elaborate, che è possibile comprare dal concessionario, o elaborando le proprie. Una particolare attenzione va riposta nel momento in cui si mette mano alla propria vettura. L'aggiunta di pezzi può modificare la classe di appartenenza (da "D" ad "A") sino ad arrivare a vettura elaborata vera e propria. Ovviamente tutto ciò ha importanza nell'ottica della partecipazione ad alcune tipologie di gare.
Se poi la progressione dettata dalla carriera non ci bastasse, possiamo affidarci all'Autolog, evoluzione di quello visto in Hot Pursuit. Questo ci permette di tenere sott'occhio l'avanzamento di gioco dei nostri amici, e quindi di avere sempre a portata di mano (e di comparazione) i nostri tempi e i loro. In quest'ottica ad ogni avvio Shift 2 ci avviserà dove e cosa è stato battuto, dandoci la possibilità di scendere subito in pista per riprenderci quel record che ci è stato sottratto. Una implementazione davvero utile per aumentare a dismisura la longevità del titolo e che scatenerà furiose lotte sul filo dei decimi di secondo. Inoltre è possibile raccomandare ai propri amici un particolare tracciato, condividire foto e replay. Inutile dire che ogni azione intrapresa da Autolog contribuisce all'incremento del nostro livello e ci fa guadagnare soldi. Livello che ci fa mettere in banca molti soldi, vetture premio, nuove vernici, cromature e livree.

Vinci e compra

Ma andando a stringere ci troviamo di fronte ad un gioco che mantiene le sue promesse simulative? Shift 2 è molto onesto in tal senso, ci mette subito alla prova con un paio di gare di una certa difficoltà per saggiare le nostre capacità e impostare in automatico come e quanto reale debba essere il modello di guida, ma in ogni momento, mettendo in pausa, possiamo agire su diversi parametri. Oltre al livello di difficoltà è possibile regolare sterzata e frenata assistita, così come ABS, il controllo di trazione e di stabilità e l'incidenza dei danni. Scegliendo di disattivare tutte le assistenze le vetture risultano essere decisamente scorbutiche, il gioco tollera malissimo le aperture smodate sul cordolo, per non parlare di mettere due ruote sull'erba.

Ritmo indiavolato

Le staccate diventano molto pericolose, più in generale la guida è davvero impegnativa, anche le vetture di classe D (Focus, Golf e così via) richiedono un certo impegno insomma. Al salire di livello, mano a mano che le macchine acquistano potenza le cose si fanno davvero dure, e quando si avrà sottomano un bolide con un livello prestazionale alto, magari a trazione posteriore tutto diventerà terribilmente complicato, si inizierà a scodare di brutto, si avvertono tutte le asperità del tracciato che scompongono la vettura, i sovrasterzi e l'effetto pendolo potranno diventare la norma, e bisognerà lavorare di parzializzazione del gas, evitando le già citate aperture brutali. Per venire incontro a tutti Slightly Mad Studios ha quindi inserito una buona scalabilità del modello di guida che ci permette di decidere come correre, pur sempre nell'ottica di una voglia simulativa che evita derive arcade troppo elevate. Giocando con le impostazioni di ABS, controllo trazione e stabilità sarà possibile trovare il setting più adatto ad ogni giocatore, e anche attivando tutti questi aiuti al massimo non si correrà mai sul velluto incollati al tracciato.

Ritmo indiavolato

La bontà del modello di guida restituisce quindi un'ottima fisicità della vettura, amplificata ovviamente dalla peculiare visuale dal casco, ma più in generale, col tempo si avrà la sensazione di essere un tutt'uno con la vettura. Una rigorosa simulazione necessita però, oltre al modello di guida, almeno di altri due settori in cui il realismo deve essere presente, ovvero la messa a punto del mezzo e i danni. Le parti dove spendere i nostri guadagni sono molte: basta dire che il cuore della vettura ha ben otto sotto sezioni dove lavorare, ognuna con diversi livelli di upgrade. Oltre ad alberi a camme, marmitte, valvole, filtri, volano e addirittura la completa sostituzione del motore, possiamo giocare al meccanico impegnandoci con i freni, la carrozzeria, le sospensioni, la trasmissione e gli pneumatici. E' possibile tarare con precisione la vettura, il tutto spiegato nei menù minuziosamente visto che non tutti possono avere competenze meccaniche di alto livello. Una volta messa a punto la vettura abbiamo la possibilità di salvare la configurazione, impostando dei particolari filtri per accomunarla a uno o più tracciati o a particolari tipologie di pista.

Via il cofano

Sul versante estetico potremo cambiare livrea, tipologie di cerchi e vernici. Il tuning estetico è presente quindi, ma non è il punto forte del titolo. I danni, che in sede di anteprima ci erano sembrati piuttosto randomatici, sembrano invece essere piuttosto azzeccati per come sono stati implementati. Permane una certa arbitrarietà a volte nel range tra danno lieve e danno estremo, ma si apprezza come essi siano realmente effettivi, e come mutino da subito il comportamento della vettura. Sono di fatto "a livelli", una toccata su un muretto può far pendere la macchina da una parte, tanto o poco dipende da quanto forte abbiamo sbattuto, un tamponamento eccessivo può compromettere l'efficienza del motore. Se invece si arriva a danni davvero importanti la vettura può andare pianissimo, o in caso di perdita di ruote rimanere piantata dove ha terminato la sua corsa. La cosa interessante è che il tutto viene restituito senza indicatori a schermo, le sensazioni pad (o volante) alla mano sono davvero forti. A livello estetico gli urti sono ben visibili sulla vettura, soprattutto sulla parte anteriore, con il cofano che salta, i vetri che si rompono, il motore che può anche accartocciarsi nei casi più drammatici, mentre sulle fiancate e nella parte posteriore sembra che i programmatori abbiano voluto accanirsi meno.

Obiettivi Xbox 360

Need For Speed Shift 2: Unleashed premia il giocatore con 40 obiettivi, tanto in singolo, quanto in multiplayer. Gli obiettivi si ottengono al salire di livello, vincendo particolari competizioni, accettando sfide mediante Autolog, correndo in tutti i tracciati di notte o al crepuscolo. Più in generale sviscerando per bene il gioco si riuscirà ad ottenere tutti i vari obiettivi senza eccessive difficoltà.

Digitale o umano?

Sembrerebbe un titolo perfetto Need For Speed Shift 2: Unleashed, qualcuno potrebbe obiettare che il parco macchine non sia così ampio come dovrebbe, o che a livello simulativo non siamo dalle parti (estreme) del pedigree degli sviluppatori, fermo restando che il gioco è rivolto ad un pubblico molto più vasto e decisamente più eterogeneo rispetto a quello di nicchia PC. Il problema più importante del titolo è l'intelligenza artificiale. Il lavoro svolto da Slightly Mad studios è del tutto esente da trenini e arrivi in parata, purtroppo però l'intraprendenza dei piloti avversari spesso e volentieri arriva a rasentare la scorrettezza, col risultato di venire toccati e finire fuori strada. La fregola da sorpasso degli avversari è così impellente e la loro pulizia di guida così scarsa che non è raro venir sbattuti sull'erba anche in pieno rettilineo. Vedere nello specchietto la sagoma di un avversario mette i brividi più che tensione perchè si è alla mercè della perizia di chi ci è alle calcagna, e se per caso la nostra traiettoria non è ottimale, ci allarghiamo un filo troppo, o ritardiamo la staccata per superare sullo stretto, bè ci sono buone possibilità che qualcuno ci prenda in pieno annullando gli sforzi fatti sinora. I primi momenti dopo l'avvio di gara sono esemplari in quest'ottica: ci troveremo costretti a riavviare la competizione più e più volte. Ovviamente non tutti gli urti sono uguali, Shift 2 spesso tollera gli "appoggini" e le sportellate, così come i tamponamenti anche a forte velocità, ma basta che essi non siano più "piatti" e "centrati" per scatenare violente scodate come minimo, testacoda e fuori pista sin troppo spesso. E' possibile ovviare in parte a questa problematica alzando il livello di difficoltà, facendo in modo che gli avversari siano più veloci e scappino via, ma ciò non risolve del tutto il problema, con il plus poi della difficoltà maggiorata. La cosa interessante è che l'intelligenza artificiale ha poco riguardo anche per sè stessa. I piloti ingaggiano duelli e sbagliano molto, è un vero spettacolo vederli in lotta, le escursioni sull'erba e le carambole sono all'ordine del giorno, fin troppo visto che non è raro essere vittima di vetture fuori controllo col risultato che tutti possiamo immaginare.

Ritmo indiavolato

Le intenzioni di Slightly Mad Studios sono certamente meritevoli, in un'ottica della ricerca del realismo ciò è davvero apprezzabile, sembra quasi che gli sviluppatori abbiamo implementato avversari digitali davvero simili a quelli umani in termini di imprevedibilità e "scorrettezza", ma quando ciò va a detrimento della fruizione arrivando a sfiorare la frustrazione evidentemente c'è un problema. Sempre parlando di errori degli avversari bisogna evidenziare una criticità che può essere definita un bug vero e proprio. Come scritto precedentemente, i danni "progrediscono" per gradi. Se colui che gioca arriva alla totale inservibilità della macchina, o ad un livello di rottura tale che pur rimanendo in strada la macchina non va dritta o al massimo fa gli ottanta all'ora, la soluzione è semplice, Start e Riavvia Gara. Ma lo stesso non vale per il computer ovviamente: se una vettura avversaria ha un'incidente talmente grave da non poter più muoversi lì rimane, giro dopo giro. La cosa è concettualmente interessante, noi possiamo rompere e così gli altri, peccato che nei tracciati più stretti o in quelli cittadini pieni di curve a gomito e chicane diverse volte siamo rimasti basiti di fronte a macchine semidistrutte o cappottate immobili in traiettoria, evenienza capitata anche nel circuito Riviera, alter ego di Montecarlo. Non sarà successo decine di volte, ma essere costretti a ripetere una gara (oppure a vincere facile se tutti i concorrenti non vedono l'ostacolo e lo prendono in pieno autoeliminandosi) non è certamente il massimo, alla luce anche delle problematiche precedentemente descritte. Speriamo insomma in una correzione in corsa, problematiche del genere sono davvero importanti e limitanti.

Non solo tecnica

Sul versante multiplayer, il primo episodio non ci era piaciuto molto in quanto sin troppo parco di modalità di gioco. Ora oltre al plus dell'Autolog troviamo tutta una serie di nuove possibilità. A partire dalla scelta se impegnarci in una gara classificata o non e dal tipo di visuale da utilizzare, possiamo scendere in pista nella semplice corsa, nella sfida a tempo, nel duello di raggiungimento, in raggiungi il gruppo e nel duello tra piloti. Di quest'ultimo è possibile partecipare anche ad un torneo mondiale, in cui si affrontano avversari random a bordo di vetture casuali, attraverso round di qualificazione sino alla finale, con l'obiettivo di vincere più corone campionato possibili.
Da un punto di vista tecnico il gioco è molto bello da vedere, nonostante il frame rate sia fermo ai trenta FPS quasi sempre stabili e che non vanti una pulizia grafica pari a Gran Turismo 5, tanto per fare un paragone scontato.

Ritmo indiavolato

Il vero punto di forza del gioco è l'impatto globale, il dettaglio sugli sfondi e sulle auto spesso latita, ma quando si corre di notte, con le ombre della nostra vettura proiettate dai fari di chi ci insegue, o quando si rimane accecati dal sole al crepuscolo, si rimane a bocca aperta dallo spettacolo che si para davanti ai nostri occhi, un trionfo di HDR e lens flare. Non stiamo parlando di un gioco scarso a livello di texture, tutt'altro, le vetture con le livree di gara sono dettagliatissime e ricche di particolari, ma di fronte alla concorrenza certe criticità si notano, ed è giusto denunciarle. Dove il gioco eccelle è nelle rifrazioni sui cofani e nella stracelebrata visuale "emozionale" dagli occhi del pilota. Le prime sono così perfette, animate e ben fatte che spesso può succedere di rimanere ingannati dai riflessi che passano sui cofani, in cui vediamo tutto quello che avviene a bordo pista, mentre una volta che si decide di giocare "da dentro" non possiamo non rimanere tramortiti da questa particolare visuale. Tutte le sollecitazioni a cui il corpo viene sottoposto durante una gara sono state qui riproposte in tutta la loro pericolosità. La testa sballonzola a destra e sinistra violentemente a causa degli urti e delle forti decelerazioni, il centro della pista viene messo a fuoco mentre il cruscotto è sfocato, la visiera si appanna ai lati e il cuore accelera. E quando si ha un incidente, il parabrezza si rompe impedendoci di vedere bene e lo schermo diventa in bianco e nero, rendendo di fatto inutilizzabili per qualche secondo la linea di traiettoria, sempre se attivata. Un vero spettacolo, ma che richiede molta dedizione per farci l'abitudine perchè del tutto diverso da una semplice, immobile, visuale dall'abitacolo. I punti di riferimento all'inizio sembrano quasi mancare, in curva il punto di vista diventa sbilenco, la linea di corda massima da raggiungere spesso e volentieri viene superata perchè non ci accorgiamo dove esattamente siamo, ma una volta diventati abili, vivere la gara dagli occhi del pilota diventerà qualcosa di irrinunciabile, fermo restando che per godere appieno di Shift 2 non è necessario entrare nell'abitacolo e che, viste le problematiche precedentemente descritte, troppi urti possono essere piuttosto fastidiosi.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (179)
8.0
Il tuo voto

Need For Speed Shift 2: Unleashed rielabora in meglio l'evoluzione della carriera del primo episodio, migliora un modello di guida tanto simulativo quanto alla portata di tutti grazie alla scalabilità dei valori in gioco, e rende ancora più realistica la visuale dagli occhi del pilota. Peccato che tutto ciò venga castrato da una intelligenza artificiale sin troppo umana, che sbaglia troppo, causa numerosi incidenti e rispetta poco o nulla l'avversario anche attaccandolo e urtandolo quando a rigor di logica non ci sarebbe spazio per farlo. Grida vendetta poi la decisione di lasciare in pista, spesso in traiettoria, le vetture distrutte degli avversari, con l'unico risultato di creare veri e propri muri nelle curve più strette e nelle chicane più ostiche. Ampliato il multiplayer e ormai imprescindibile l'Autolog che virtualmente estende all'infinito la longevità del single player.

PRO

  • Nonostante non sia pulitissimo, l'impatto grafico è ottimo
  • La nuova carriera è decisamente più sensata e omogenea
  • Modello di guida appagante e scalabile per tutti
  • Tanti tracciati e vetture

CONTRO

  • L'intelligenza artificiale è così aggressiva da rasentare quasi la scorrettezza, troppi incidenti e urti senza senso
  • Le vetture avversarie distrutte ferme in traiettoria sono inconcepibili
  • "Solo" 30 frame al secondo
  • Caricamenti talvolta eccessivi