13

Death Rally, recensione

In un periodo povero di nuovi brand, ecco riesumato un remake del 1996 targato Remedy, che prima di lavorare ad Alan Wake a quanto pare non disdegnava di far mordere polvere e asfalto in gare all'ultimo sangue

RECENSIONE di La Redazione   —   12/04/2011
Death Rally, recensione

Mentre Hollywood, in costante declino di idee, si butta a capofitto su qualsiasi fonte di ispirazione o improbabili sequel/prequel per continuare a sfornare film, anche il mondo dei videogiochi soffre del medesimo problema, sia per motivi di rischio economico (un titolo con risorse da "tripla A" ma dalle scarse vendite potrebbe ormai decretare la fine prematura di una software house), sia per oggettiva mancanza di fantasia nonchè, infine, per la facilità di traino da parte di brand consolidati, i cui seguiti rappresentano spesso una facile garanzia in termini di copie vendute. Death Rally dunque approda sui terminali iOS dopo circa 15 anni dal suo esordio su PC, forte di un comparto tecnico assolutamente al passo con i tempi e di una giocabilità perfettamente riadattata al sensibile touchscreen made in Cupertino.

Twisted Metal senza clown?

Sia in Death Rally che nella famosa saga di David Jaffe, i protagonisti sono piloti scatenati alla guida di mezzi armati e pericolosi; mentre però nel titolo Remedy le corse avvengono su piste in asfalto o in sterrato, in Twisted Metal sono le arene a fornire il massimo del divertimento, cambiando sostanzialmente l'approccio alle gare. Alla guida di tutta una serie peculiare di mezzi (che spaziano da dune buggy modificate a furgoncini blindati, fino a vere e proprie supercar ultramaneggevoli) obiettivo del giocatore sarà vincere le diverse gare presenti ma, soprattutto, cercare di restare sani e funzionanti fino al traguardo. In tutti i mezzi disponibili è infatti auspicabile (ma stranamente non obbligatoria) l'installazione di armi attive o passive di vario livello distruttivo; la potenza di fuoco, così come le caratteristiche di guidabilità dei mezzi sono passibili di upgrade grazie ai premi in denaro riconosciuti alla fine di ogni sessione. Velocità, maneggevolezza e blindatura sono i tre parametri da potenziare grazie alle vittorie ottenute; oltre al piazzamento però le principali fonti di guadagno sono rappresentate dalla distruzione degli avversari e dall'acquisizione dei power up nascosti nelle casse presenti lungo i circuiti, sotto forma di denaro extra ma anche di salute, turbo e munizioni. Ogni arma ha infine ben 9 livelli di incremento, al cui raggiungimento conseguiranno via via caricatori sempre più grandi. A proposito di artiglieria, la scelta messa a disposizione dai ragazzi di Remedy è piuttosto ampia: insieme ad una sorta di pistola presente di default su ogni auto (e che infligge un danno leggero ma costante), alla parte anteriore dei vari mezzi potranno essere montati un rostro per speronare gli avversari o un efficace mirino laser, in aggiunta ad una sola arma da fuoco a scelta tra fucile a pompa, mitragliatore, fucile da cecchino, mine (che vengono lasciate alle spalle del mezzo), lancia missili singoli e, dopo aver sbloccato il nono livello su tutte le altre, una piccola batteria di missili teleguidati, in grado di colpire sempre l'obiettivo se a portata di visuale. Una volta scesi in pista, dopo aver assemblato i mezzi per la dura battaglia, Death Rally da veramente il meglio di sé: basta infatti eseguire due o tre gare di pratica, giusto il tempo di familiarizzare con i semplici controlli (un classico analogico virtuale di sinistra con il quale si accelera, si frena e si gira e il tasto fuoco di destra), per ritrovarsi a padroneggiare i veicoli con naturalezza, complici anche le due visuali selezionabili della telecamera "a volo d'uccello", frontale o posteriore al veicolo.

Death Rally, recensione

Nonostante il piccolo schermo e le dimensioni ancora più minute delle auto, il feeling delle macchine con i vari tracciati è davvero ben riprodotto, anche a livello di fisica; sebbene piuttosto accentuato infatti, il motore di gioco restituisce più che dignitosamente la differenza di aderenza tra ad esempio l'asfalto liscio del circuito The Pit e lo sterrato dell'Oasi. A questi tracciati si aggiungono poi il Velodrama in asfalto, The Rift ancora in sterrato (composto da moltissimi ponti su spettacolari crepacci) e un circuito dal background industriale ricavato in una raffineria, molto tortuoso e con curve strettissime. Le gare, da ripetere molte volte per accumulare crediti e sbloccare così gli upgrade, grazie alla buona intelligenza artificiale e soprattutto all'uso strategico delle armi anche da parte della CPU non saranno mai identiche; in aggiunta alle solite corse (anche in senso contrario) casualmente saranno disponibili eventi particolari, come gare monomarca/monoarma, corse con il turbo impostato sempre di default, testa a testa, prove speciali in stile rally con partenza in sensi diversi, gare lampo di un giro o anche estenuanti maratone da 40 tornate. In ogni circuito poi uno degli obiettivi secondari è la sconfitta del boss locale, indicato da un'icona, che deve essere distrutto o battuto in velocità per ottenere bonus extra; tra i boss fa la sua comparsa anche il tanto atteso Duke Nukem, oltre a numerose citazioni goliardiche di attori e star esistenti. Dopo aver eseguito l'upgrade di tutte le armi e tutti i veicoli, il testa a testa con il boss finale The Adversary decreterà la fine ufficiale del gioco. La longevità del titolo è però abbastanza controversa: se infatti il numero dei tracciati e dei mezzi non appare certamente elevato, l'imprevedibilità delle gare, unita ai ben 71 obiettivi Game Center disponibili potrebbero in realtà allungare di molto l'esperienza di gioco; l'assenza di un qualunque tipo di multiplayer però è da considerare una grave mancanza, proprio in virtù della natura caotica e spettacolare del titolo. Un ultimo, meritato encomio va infine alla realizzazione tecnica, che sui dispositivi di ultima generazione Apple (vedi iPhone 4 e iPad 2) restituisce una grafica nitidissima e dal framerate granitico, ricca di dettagli e con scorci ambientali ben curati; l'applicazione è poi nativamente compatibile con entrambi i device, senza ulteriori esborsi per la versione tablet.

La versione testata è la 1.1
Prezzo 2,39€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (17)
7.7
Il tuo voto

La casa di Alan Wake e prima ancora di Max Payne ha regalato agli appassionati nel 1996 una vera e propria perla della categoria; oggi, a distanza di 15 anni è riuscita a migliorare in tutto quel primo lavoro, ricreando un titolo piacevole e ricco di adrenalina. Tolto infatti un fisiologico imbarazzo iniziale nel padroneggiare mezzi e armi, Death Rally rappresenta divertimento allo stato puro, senza badare al sottile ma lavorando di fuoco, asfalto ed esplosioni, nel più classico stile "cafonal"; assolutamente da non perdere dunque per i fan dei titoli di corse atipici. Si segnala inoltre la disponiblità, per i curiosi, della versione originale per Windows in versione freeware scaricabile direttamente dal sito ufficiale.

PRO

  • Divertentissimo
  • Una batteria di missili teleguidati sul tetto della propria auto è il sogno di qualsiasi uomo fermo in tangenziale
  • Comparto tecnico di qualità

CONTRO

  • Controlli inizialmente ostici
  • Longevità tra alti e bassi
  • Grave la mancanza di un multiplayer anche solo locale