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Backbreaker: Vengeance, recensione

Arriva il football americano da salotto targato 505 Games. La meta ci aspetta!

RECENSIONE di La Redazione   —   06/07/2011

Versione testata: Xbox 360

Il football è uno sport meraviglioso, dove la supremazia fisica, la tattica e lo spettacolo si uniscono per creare l'essenza perfetta dello show americano. Tuttavia, per l'utenza europea risulta difficile da digerire, proprio in virtù delle sue complesse tattiche. Se però epuriamo gli alobrati schemi, compreso il perentorio lavoro di squadra, cosa rimane? Il nostro atleta, il nostro pallone ovale e una meta da raggiungere. Backbreaker: Vengeance si presenta nel digital delivery per accontentare questa esigenza, e trasformarla in tre galvanizzanti, contestuali minigiochi.

Backbreaker: Vengeance, recensione

Interpretare in ottica puramente arcade questa disciplina è sempre stata una sfida insormontabile, ma 505 Games sembra esserci riuscita. Avvalendosi del motore fisico Euphoria, già visto nel precedente Backbreaker, questa edizione ridotta lascia interamente alle nostre risorse fisiche l'esito della partita. La prima modalità ci mette nei panni dell'attaccante, ciò significa che il nostro scopo è raggiungere il fatidico touchdown. Facile? Non proprio, poichè nelle varie prove, sbloccabili progressivamente, troveremo un numero sempre maggiore di incognite tra il nostro uomo e la meta. Si comincia con i placcatori avversari, da evitare attraverso combinazioni della levetta analogica, ma si prosegue con l'obbligo di rimanere in specifiche zone del campo, pena l'eliminazione istantanea, ostacoli da saltare, sacchi da colpire e speciali spot da raggiungere per aumentare il punteggio. Non solo, proseguendo nei livelli dobbiamo affrontare difese speciali, da evitare con particolari mosse. Arrivati a meta, possiamo enfatizzare il nostro trionfo con le esultanze, in pieno spirito yankee. La seconda modalità inverte i ruoli, in quanto ci caliamo stavolta nei panni del difensore.

Noi uomini duri

In questo caso dobbiamo atterrare la CPU avversaria, e relativi compagni che cercheranno di fermarci, con il contatto o i tuffi, decisamente efficaci e che si rivelano un ottimo pretesto per scatenare il meglio del motore fisico. L'ultima modalità, chiamata Supremacy, eleva alla massima potenza lo spirito di competizione, buttando sul campo altri tre giocatori controllati dall'intelligenza artificiale, in una gara senza esclusione di colpi per chi arriva primo al touchdown. L'ultimo in classifica deve cambiare il suo ruolo in placcatore, contro i restanti tre, e questo vale anche per il giocatore umano. Tutte le modalità sono imperniate sui punteggi, qualsiasi azione viene premiata con i punti, risulta facile capire quindi che non si tratta solo di arrivare illesi alla meta, ma di ottimizzare la nostra corsa e far prevalere lo spettacolo.

Backbreaker: Vengeance, recensione

L'intuizione è notevole, dal momento che al giocatore non è richiesta la minima conoscenza di schemi di attacco e difesa, e ogni ostacolo viene superato effettuando la rispettiva mossa, che risulta sempre intuitiva e facile da attuare. La sfida risiede nella complessità sempre maggiore dei percorsi, che richiedono l'esecuzione frenetica delle varie mosse, mettendo alla prova i riflessi, la memoria e una certa visione di gioco. Nella modalità Supremacy il tutto è inasprito da una intelligenza artificiale davvero agguerrita, che non lascia spazi ed è disposta a tutto pur di vincere, comprese le scorrettezze.

Obiettivi Xbox 360

200 punti giocatore lungo 12 obiettivi. Queste le credenziali di Backbreaker: Vengeance, non una passeggiata di salute, poiché metà di questi richiedono il completamento di tutte le prove che compongono le tre modalità. E certe sfide risultano alquanto impegnative. Hut hut!

L'importanza del fisico

Un comparto all'apparenza estremamente semplice rivela, con l'andare delle partite, una complessità che permette di apprezzare, e poi sfruttare, ogni sfumatura in grado di fare guadagnare preziosi secondi. Come già detto anche il punteggio si rivela importantissimo, se non cruciale, tanto da rendere la ricerca degli spot tutt'altro che secondaria, piuttosto che correre direttamente a meta. Proprio così. Un titolo sportivo abbraccia inaspettatamente le dinamiche di uno shooter alla Geometry Wars. Tecnicamente Backbreaker: Vengeance beneficia di un lavoro praticamente già fatto, stiamo parlando del motore grafico dell'edizione scatolata, giustamente utilizzato al suo meglio per questa versione digitale. Il risultato sono giocatori molto definiti, dalle movenze realistiche, che danno il meglio di se' negli spettacolari contatti. Tutto ciò che gravita intorno non si può definire dello stesso livello, vedi il pubblico sugli spalti, ed il gioco è un po' carente sul piano della presentazione, ma si tratta di difetti tranquillamente sui quali soprassedere. E' supportato il gioco sia online che locale, particolarmente indicato per la modalità Supremacy, nata palesemente in un'ottica multigiocatore.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.7
Lettori (6)
6.9
Il tuo voto

Backbreaker: Vengeance è un frammento di pura adrenalina del football americano, nel bene e nel male. Eliminando tutti i tediosi passaggi tecnici, Natural Motion è riuscita a distillare una delle parti più entusiasmanti dello sport, e rinchiuderla in formula ludica accessibile a tutti, ma non per questo priva di sfida. L'operazione è interessante, originale e tutto sommato conveniente, considerando il risparmio su un motore già rodato e pronto all'uso. Il titolo è divertente da soli, ma ancora di più in compagnia di qualche amico, specie nella riuscita modalità Supremacy, e l'incentivo dei punteggi rappresenta un ottimo valore aggiunto. Tutto questo però non nasconde le origini da cellulare di questo prodotto, scarsamente incisivo sulla lunga distanza, e con una collocazione di prezzo (15 Euro) poco giustificata in relazione alla sostanza offerta. La decisione finale resta a voi, dal canto nostro siamo estremamente curiosi su come si potrà evolvere questa serie.

PRO

  • Molto divertente, da soli o in compagnia
  • Football americano per tutti!
  • Ottimo motore grafico

CONTRO

  • Poteva costare meno
  • Limitato sulla lunga distanza
  • Controlli non sempre fulminei