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Horror vecchio stile

Dopo oltre un decennio dall'uscita su Dreamcast torna su PSN e XBLA uno dei capitoli più apprezzati della saga horror targata Capcom, in una versione rimasterizzata in HD

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   26/09/2011

Versione testata: PlayStation 3

Quella di alcuni publisher di riproporre glorie della vecchia generazione di console rimasterizzate in alta definizione è stata una mossa accolta con inaspettato piacere ed entusiasmo, sia dalla critica che dal pubblico. Dopotutto si è permesso a molti giocatori di provare per la prima volta pietre miliari come ICO e Rez, mentre chi le aveva già apprezzate a suo tempo può ora rivivere le stesse emozioni con l'alta definizione a fare da efficace digestivo.

Horror vecchio stile

Capcom, che non è certo nuova a questo tipo di iniziative, ha così deciso di cogliere nuovamente la palla al balzo e rilanciare Resident Evil: Code Veronica, ottimo capitolo uscito dapprima su Dreamcast e apparso successivamente su PlayStation 2 e GameCube. La serie horror della software house nipponica ha però visto grossi cambiamenti negli ultimi tempi: che effetto fa tornare indietro di oltre undici anni?

Dead Island

Questa nuova versione in HD per PlayStation Network e Xbox Live Arcade è basata, come suggerisce il titolo, su Code Veronica X, prima riproposizione per Dreamcast e PS2 caratterizzata da alcune aggiunte nel gioco e nei filmati in computer grafica. Protagonista della trama è una giovane Claire Redfield, addentratasi nella base parigina della Umbrella Corporation nel tentativo di trovare e recuperare suo fratello Chris. Qualcosa va però storto, Claire viene catturata nel corso dell'operazione e condotta nella prigione di Rockfort Island, una sorta di Alcatraz contaminata dal T-virus e, ovviamente, popolata soltanto da zombie. Colpi di scena, intrighi politici, battaglie con giganteschi Tyrant e un finale da cardiopalma: per molti fan della serie, Code Veronica X è stato uno dei più begli episodi in termini di narrazione, approfondendo tralaltro il personaggio di Albert Wesker nel suo tentativo di recuperare un campione di un nuovo e potente virus chiamato T-Veronica, sebbene buona parte dei retroscena venga svelata attraverso i tradizionali documenti e diari sparpagliati tra le stanze della struttura. Il tutto accessibile a chiunque anche grazie a una localizzazione italiana dei sottotitoli.

Horror vecchio stile

Particolarmente riuscito fu il passaggio di testimone a metà dell'avventura, col quale il giocatore tornava a vestire i panni del Chris Redfield agile e sbarbatello del primissimo episodio, niente a che vedere con l'uomo vissuto e palestrato del quinto capitolo. Ovviamente le novità principali introdotte da questa nuova versione riguardano quasi esclusivamente l'aspetto estetico, ora forte di una grafica in alta definizione. Non si tratta di un salto clamoroso, specialmente a causa di texture parecchio povere, ma almeno gli sviluppatori si sono sforzati di aggiungere luci dinamiche in grado di rendere assai più vivaci gli ambienti: ora, ad esempio, muovendosi in una stanza buia impugnando l'accendino è possibile illuminare in maniera assai più credibile la zona circostante. Il risultato è più che discreto, ma se si ha la continua sensazione di giocare un survival horror vecchio di un decennio non è a causa della realizzazione tecnica.

11 anni e sentirli tutti

Non è un segreto che quella di Resident Evil sia tra le serie videoludiche invecchiate peggio, e avere a che fare oggigiorno con un macchinoso, lento e poco intuitivo schema di controlli relativi è da parte del giocatore una vera e propria prova di forza. Ritrovarsi senza proiettili costringe spesso a sgattaiolare via dalle braccia di uno zombie, o affrontarlo intrepidi armati di coltello, sebbene la tensione del momento dipenda più dall'impossibilità di muoversi liberamente che dalla capacità del gioco di incutere terrore. Se non altro, chi sente la mancanza di un survival horror in cui sentirsi impotente e costantemente minacciato avrà pane per i suoi denti.

Horror vecchio stile

Assai più discutibile è la scelta di lasciare intatte le classiche sequenze d'intermezzo tra una stanza e l'altra, nate come escamotage per mascherare il caricamento del livello successivo con una lunga animazione di una porta o di una scala: il problema è che questi momenti non possono essere saltati in alcun modo pur essendo superflui su una console odierna, interrompendo bruscamente il ritmo di gioco e anzi rendendolo frustrante nel momento in cui, esplorando l'area in cerca di un indizio, il giocatore si trova a tornare più volte sui propri passi. L'intenzione di riproporre uno dei capitoli storici ai fan di vecchia data e ai più curiosi tra i nuovi appassionati si scontra infine con una fascia di prezzo piuttosto infelice: 1600 Microsoft Points (l'equivalente di 20€ su PSN, la metà per gli utenti PlayStation Plus) potrà sembrare a molti un esborso eccessivo per un gioco che, seppur rinfrescato nella veste grafica, si porta sul groppone un'intera decade durante la quale la saga horror di Capcom è andata avanti con nuovi capitoli, nuove riedizioni e tante versioni budget.

Trofei PlayStation 3

La seconda novità introdotta in Code Veronica X HD è la possibilità di sbloccare trofei, ma va detto che, sebbene possano rappresentare un incentivo in più a terminare l'avventura, sono in numero piuttosto limitato e richiedono perlopiù il semplice avanzare nel gioco. Abbiamo comunque 12 trofei, due d'argento e uno d'oro che ci permette di ottenere in un secondo playthrough il lanciarazzi.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (29)
7.6
Il tuo voto

Resident Evil: Code Veronica X HD è un gioco difficile da consigliare a occhi chiusi. Invecchiato male tecnicamente e peggio nel gameplay, questo capitolo appartiene a un'epoca in cui controlli macchinosi e tanto backtracking cominciavano già a sentire il peso dell'obsolescenza. Tutti quelli che al tempo erano piccoli difetti sono stati amplificati da un decennio di grandi cambiamenti per il genere survival horror, rendendo oggi a dir poco frustrante avere a che fare con controlli relativi e filmati di porte che si aprono tanto lunghi quanto inutili. Eppure, nonostante tutto, Code Veronica X rappresenta sempre uno dei migliori capitoli della serie targata Capcom, un episodio che non dovrebbe mancare nel bagaglio d'esperienza di un appassionato. La curiosità di sapere cosa terrorizzava i giocatori qualche anno fa, quando la definizione di "survival horror" non era ancora sinonimo di "sparatutto con gli zombie", potrebbe essere forse l'unico vero motivo per giustificare un acquisto di questo tipo.

PRO

  • Uno dei migliori episodi della serie
  • Alta definizione e illuminazione dinamica...

CONTRO

  • ...non bastano a nascondere le rughe del gioco
  • Gameplay molto obsoleto
  • Prezzo elevato