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C’era una volta Pong

La mania della rivisitazione in salsa moderna coinvolge perfino uno dei capostipiti di tutti i videogiochi, introducendo anche quel pizzico di sano agonismo in più

RECENSIONE di Giovanni Polito   —   28/09/2011

Versione testata: iPhone

Collection, remake, reboot: da molto tempo ormai gli appassionati di videogames hanno imparato a convivere con questi vocaboli, associandoli però a sensazioni altalenanti, un misto tra la rassegnazione per la mancanza di nuove idee e la soddisfazione per la ripresa di grandi capolavori della passata generazione.

C’era una volta Pong

Basta infatti pensare alle splendide collection di God of War o Ico e Shadow of The Colossus, al remake del primo grande Halo CE e al prossimo reboot di Devil May Cry per capire la qualità che contraddistingue queste produzione; a volte però è sufficiente soltanto ispirarsi ad un grande classico, stravolgendone magari l'essenza e introducendo gradite novità, per ritrovarsi tra le mani un prodotto comunque originale e ricco di spunti interessanti. Giocando ad Haraka infatti soltanto i videogiocatori di "vecchia scuola" noteranno la pesante mano del vecchio Pong: tutti gli altri si godranno, giustamente, il divertimento puro di un moderno titolo dal sapore un po'retrò.

Bastoni...o carote?

Pong era caratterizzato da uno dei più semplici concept di gioco mai creati: secondo (molto) basilari regole del tennis, unico obiettivo era infatti far arrivare la pallina nella parte di campo opposto, evitando il tentativo di recupero da parte dell'avversario e segnando quindi il punto. Haraka fa suo questo semplice spunto, con la gradita aggiunta di alcune azzeccate innovazioni. Abbandonati i due anonimi segmenti semoventi, su cui la pallina doveva rimbalzare, fanno qui la loro comparsa altrettanti combattenti ninja dotati di un lungo bastone, usato sempre per spingere la sfera dall'altra parte del campo. Presidiando ciascuno la propria metà del piano di gioco, compito del giocatore è quello di indirizzarli verso la sfera, spostandoli soltanto in orizzontale; oltre alla natura "umanoide" dei protagonisti un'altra differenza con il classico Pong è data dall'utilizzo delle pareti laterali del campo, valide per l'assegnazione del punto. Come conseguenza, nel rilanciare la sfera verso il lato opposto bisognerà considerare le angolazioni di rimbalzo, cercando di respingerla anche dalle pareti laterali (che infatti sono adesso raggiungibili dai lottatori). Oltre al più volte citato Pong però, Haraka strizza l'occhio anche ad un altro famoso titolo con protagonista una sfera rimbalzante, ossia Arkanoid; sebbene l'assenza dei blocchi da distruggere sia una differenza non certamente trascurabile, la cura per le angolazioni dei rimbalzi e la necessità di una particolare coordinazione per tentare di indirizzare la pallina richiamano palesemente il noto videogame arcade.

C’era una volta Pong

Il sistema di controllo si sposa perfettamente con la semplicità e l'intuitività del gioco, basandosi soltanto sulla pressione delle due frecce virtuali poste negli angoli in basso dello schermo. Avanzando nei livelli (indicati dai colori e presenti in numero di 9) si affronteranno avversari sempre più forti, riuscendo ad assistere a volte a scambi velocissimi; per avanzare allo stage successivo bisogna sconfiggere il ninja precedente con punteggi ogni volta più rotondi, sia come parziali che come round totali. A rendere il tutto ancora più incerto ci pensano poi i soliti bonus/malus casuali, costituiti in questo caso da globi luminosi volteggianti con peculiari proprietà; presenti in entrambi i lati del campo di gioco, se attraversati dalla pallina possono di volta in volta farle assumere i comportamenti più svariati, come accelerazioni improvvise, frenate, deviazioni e rimbalzi anomali. Il titolo permette il multiplayer in locale facendo impugnare il piccolo schermo di iPhone ad un secondo giocatore, posto di fronte al primo; tale soluzione risulta ovviamente scomoda (ci sono 4 pollici sullo stesso schermo!) ma con un minimo di adattamento è sempre possibile effettuare qualche rapido scambio. Come da consuetudine, il piano tecnico resta totalmente secondario in questa tipologia di giochi: la grafica svolge infatti appieno il suo dovere, regalando un framerate inappuntabile, belle animazioni dei due ninja e sfondi evocativi (seppur bidimensionali) ma nulla più; anonime e ripetitive invece le musiche di sottofondo, a cui però non si baderà già dopo qualche partita. Gli sviluppatori hanno infine promesso un supporto del titolo continuo, a cominciare dall'attesa integrazione con Game Center.

Versione testata: 1.1
Prezzo: 0,79€
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Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (5)
6.4
Il tuo voto

La sfida di riuscire a coniugare il classico con il moderno, il gioco più vecchio (o tra i più vecchi) del mondo con elementi nuovi e interessanti può dirsi pienamente vinta. Haraka è infatti un passatempo divertente, valido e originale ma al contempo retrò, un gioco dal retrogusto dolce che farà sicuramente felici tanti appassionati non più "di primo pelo". L'acquisto è però un obbligo (visto il prezzo) anche per tutti coloro che valutano un buon videogame a prescindere dai milioni di dollari di budget, dalla grafica spaccamascella o dalle sceneggiature Hollywoodiane; un titolo insomma destinato agli amanti del gameplay puro e duro, qui espresso all'ennesima potenza.

PRO

  • Un gameplay storico e vincente
  • Novità ben implementate
  • Grande rigiocabilità

CONTRO

  • Multiplayer locale scomodo
  • Sfondi migliorabili