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Oscure presenze

Le giornate si ripetono all'infinito, nell'ospedale abbandonato di Montclair. Letteralmente. Solo che a ogni risveglio corrisponde un incubo, se possibile, peggiore del precedente. Benvenuti in Dark Meadow

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   25/10/2011

Versione testata: iPhone

Il genere delle avventure su binari è sempre esistito, come ben sanno i possessori di PC, ma sulla piattaforma iOS è stato rilanciato alla grande e reinterpretato in ottica action. Beninteso che ci sono diversi titoli su iPhone e iPad che utilizzano il sistema degli stick virtuali in modo eccellente, permangono situazioni in cui tale soluzione non può essere applicata, magari perché l'engine che muove il tutto non consente ancora agli sviluppatori di farlo in modo efficace. È il caso dello spettacolare Infinity Blade così come di Dark Meadow, che segna il debutto di Phosphor Games su App Store dopo la parentesi Kinect Adventures, per cui il team ha realizzato il minigame Space Pop. Per il loro primo progetto su piattaforma iOS, questi ragazzi di Chicago hanno scelto l'Unreal Engine 3 e provato a realizzare un action adventure che indubbiamente ripropone le meccaniche della produzione Epic Games, ma che riesce a distinguersi per via di alcuni elementi e regala, in ogni caso, un'esperienza forte e significativa.

Oscure presenze

Si comincia già dall'introduzione in real time, fra le più belle mai viste su un dispositivo Apple, in cui osserviamo l'edificio all'interno del quale si svolge la vicenda dall'erba alta che lo circonda, per poi affacciarci al suo interno. L'emblematico silenzio e la misteriosa figura luminosa che si scorge per un attimo, coadiuvate da una grafica strepitosa, che si produce una rassegna di effetti speciali e texture in alta risoluzione, si rivelano infatti al servizio di una direzione che mira a creare fin da subito una certa atmosfera. Quando poi si decide di avviare la partita, dal punto di vista narrativo il gioco impiega solo qualche secondo a conquistarci. Il nostro personaggio infatti si sveglia in una delle stanze dell'ospedale abbandonato, in compagnia del suono di una voce che gli parla dall'interfono e che appartiene a un altro "inquilino" che sembra sapere un bel po' di cose su questo luogo tetro e misterioso. I suoi suggerimenti hanno lo scopo di metterci in guardia dai pericoli che si celano dietro ogni porta e lungo ogni corridoio, sotto forma di creature mostruose frutto di non si sa quale esperimento scellerato. E poi c'è lei, la presenza astratta, che a ogni sconfitta ci ricondurrà nella nostra camera, come se tutto dovesse iniziare daccapo, in una ricerca che diventa però ogni volta più consapevole e ci vede più pronti ad affrontare gli scontri necessari.

Gesti che uccidono

Abbiamo detto che Dark Meadow si rifà senza dubbio alle meccaniche di Infinity Blade, ma che al contempo propone qualche importante differenza. La navigazione all'interno degli scenari funziona in modo molto simile, ovvero viene evidenziato un punto della location verso cui possiamo muoverci e basta toccarlo perché lo spostamento avvenga. La visuale è però in prima persona, e trascinando l'immagine sullo schermo possiamo di fatto gestire la telecamera come desideriamo, in qualsiasi posto ci troviamo, come se fosse un first person shooter. Osservare ogni camera e ogni dettaglio si rivela importante perché possiamo trovare nascosti oggetti di vario tipo, come oro (necessario per acquistare nuovo equipaggiamento), armi, medikit e documenti che servono per arricchire la trama, come da tradizione per i survival horror.

Oscure presenze

Si è parlato della voce che ogni tanto possiamo sentire, recitata con grande intensità anche se purtroppo solo in inglese (ma ben sottotitolata in italiano). Ebbene, questa voce appartiene a un misterioso uomo ridotto sulla sedia a rotelle, che a sua volta ci fornirà i pezzi che compongono l'intricato puzzle della storia, senz'altro uno dei punti di forza di questa produzione. L'esplorazione degli scenari è subordinata ai combattimenti casuali contro una gran varietà di mostri, e in questo caso le similitudini con Infinity Blade si fanno più marcate: due tasti virtuali alle estremità dello schermo ci permettono infatti di schivare gli attacchi, mentre disegnare delle linee si traduce in altrettanti fendenti da parte nostra. La parata viene però gestita diversamente (basta premere il relativo tasto, anche se tale manovra prevede comunque la perdita di una parte della nostra energia vitale), e inoltre il "preludio" a ogni scontro fisico consiste in una fase di combattimento a distanza in cui possiamo sfruttare la nostra balestra e infliggere più danni possibile al nemico prima di dover passare allo scontro ravvicinato. Acquistare nuove e più potenti armi ci consente di superare agevolmente le creature, che comunque a ogni "stint" si fanno più coriacee e pericolose, ma in caso di sconfitta la nostra avventura semplicemente riprenderà daccapo: ci risveglieremo nella stessa stanza, seppure il progresso sia stato registrato (anche in termini di punti esperienza e livello del personaggio) e ci venga data la possibilità di aprire porte in precedenza chiuse. Inoltre, il nostro misterioso amico ci spiegherà appunto come sono andate le cose, il tutto fino allo scontro successivo, magari proprio con lo spirito bianco che sembra controllare l'edificio. In termini tecnici, il lavoro svolto da Phosphor Games è eccellente, seppure il design delle creature non sia sempre all'altezza delle aspettative. Gli scenari si presentano infatti ricchi di dettagli, con ottimi effetti di luce e un'alternanza di texture a media o alta definizione. Il risultato finale, comunque, è senza dubbio fra i più interessanti che si siano mai visti su iPhone e iPad.

La versione testata è la 1.0.1
Prezzo: 4,99€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (21)
7.4
Il tuo voto

Dark Meadow unisce una grande atmosfera, una trama coinvolgente e un comparto tecnico d'eccellenza in un'unica soluzione, proponendoci un'avventura intensa, con numerose sfaccettature narrative che sfociano poi in combattimenti discretamente vari dal punto di vista delle manovre, pilotati da un'interfaccia gestuale precisa e intuitiva. Il movimento su binari durante le fasi esplorative non pregiudica il fascino delle stesse, vista la possibilità di gestire la visuale liberamente, mentre la mancanza di una mappa sulle prime potrebbe creare qualche grattacapo. Ottima la gestione del level up e degli oggetti, anche se l'interfaccia touch nel "negozio virtuale" risulta ben poco precisa e reattiva. In conclusione, Dark Meadow si rivela un titolo di grande valore, capace di offrire molto più di un semplice sfoggio delle capacità dell'Unreal Engine 3: non lasciatevelo sfuggire.

PRO

  • Grande atmosfera, trama coinvolgente
  • Comparto tecnico eccellente
  • Sistema di combattimento intuitivo e ben implementato

CONTRO

  • Gestione del "negozio" macchinosa
  • Design delle creature non sempre all'altezza