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Il nascondino dei minatori

Il gioco con cui il team Cinemax ha debuttato su iOS è un mix di esplorazione e flying game, in cui planare in un'enorme miniera e salvare i superstiti in pericolo

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   01/11/2011

Versione testata: iPhone

Non c'è dubbio che il primo titolo che viene in mente accostando la ludoteca di iOS all'Unreal Engine sia Infinity Blade, l'esperienza spaccamascella con cui il motore grafico di Epic ha debuttato in un gioco completo per dispositivi mobile.

Il nascondino dei minatori

È chiaro che raggiungere quei livelli di realismo e dettaglio visivo sia una sfida spesso fuori dalla portata di progetti più contenuti, ma team più piccoli utilizzano UDK per avere strumenti che permano loro di esaltare atmosfere particolari, coinvolgenti e con tanto stile, a prescindere poi dall'effettiva qualità del gioco. Basti pensare a dream:scape o all'affascinante Dark Meadow, ad esempio. Poi, purtroppo, ci sono giochi che si fregiano di essere realizzati con Unreal Engine per poi proporre un'estetica piatta, monotona e senza personalità, che magari finisce per appesantire una meccanica di gioco che tutto sommato parte da buone premesse e peraltro si dimostrano graficamente mediocri se paragonati ai progetti più ambiziosi. Questo, senza girarci troppo attorno, è esattamente il caso di Gyro13.

Un elicottero da rottamare

Con Gyro13: Steam Copter Arcade HD, gli sviluppatori del team Cinemax hanno portato su dispositivi mobile un gioco arcade le cui meccaniche ricordano in parte quelle dell'ottimo PixelJunk Shooter per PlayStation Network. Infatti, pur mancando la particolare interazione con fluidi che caratterizzava il gioco di Q-Games, anche qui lo scopo è quello di pilotare una nave di soccorso all'interno di una caverna piena di pericoli nel tentativo di trovare e salvare una serie di minatori dispersi. Imparare a spostarsi avanti o indietro, perdendo o guadagnando quota, richiede un po' di pratica da parte del giocatore, tant'è che è davvero improbabile battezzare il primissimo tentativo senza un disastroso schianto sulla parete rocciosa. Alcune idee di base funzionano discretamente bene, con la nave che riprende l'energia ad ogni check-point e deve portare quanti più sopravvissuti alla base prima che la caverna si riempia di gas tossico; inoltre già dopo pochi livelli si ha a che fare con mine fluttuanti, correnti d'aria, pedane automatiche e tutta una serie di ostacoli mirati a complicare la vita del giocatore. Eppure, nonostante gli sforzi degli sviluppatori di aggiungere un po' di varietà al gameplay, nel complesso Gyro13 non funziona a causa di enormi problemi di interfaccia o design: scagliare un'onda d'urto per far esplodere gli ordigni costringe a lasciare una delle due leve per un certo periodo di tempo, rischiando di perdere il controllo della nave in punti del livello fin troppo delicati. Riuscire a usare una sorta di raggio traente per "risucchiare" i dispersi lontani dai punti di atterraggio è un'impresa difficile e frustrante, mentre ancora più fastidioso è vedere alcuni minatori avvicinarsi alla nave con passo lentissimo e mandare in fumo tutti i preziosi secondi guadagnati dall'inizio del livello. Come se non bastasse si mettono di mezzo alcune brutture tecniche per cui, inspiegabilmente, spesso schiantarsi dritti contro una parete causa molti meno danni che sfiorarla.

Il nascondino dei minatori

Certo, nel caso in cui la nave dovesse distruggersi è sempre possibile ricominciare dall'ultimo checkpoint, ma ad ogni nuovo tentativo viene data una manciata di secondi di penalità, cosa che, considerando quanto poco sia il tempo a disposizione del giocatore, porta inevitabilmente a riavviare un livello dopo appena un paio di incidenti. In apertura di articolo accennavamo infine alla problematica componente grafica, che pur essendo tecnicamente di buon livello viene rovinata sia da uno stile monotono e nient'affatto carismatico, sia da alcuni accostamenti parecchio discutibili: gli stessi fondali finiscono per trarre spesso il giocatore in inganno, e non sempre si riesce a capire con facilità se un determinato ostacolo si trovi sullo sfondo o se la propria nave rischia di colpirla e danneggiarsi. Anche se i cartelli lungo il percorso suggeriscono la direzione da prendere, non aiuta nemmeno la totale mancanza di un indicatore a schermo, di una mappa o l'impossibilità di allontanare la telecamera, col risultato che, non sapendo cosa gli aspetta davanti, il giocatore finisce fin troppo di frequente per colpire ostacoli imprevisti.

La versione testata è la 1.2.1
Prezzo: 2,39€
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Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (1)
1.0
Il tuo voto

La decisione di proporre una grafica realistica e complessa con UDK con l'intento di entrare a far parte di quella che, ormai sempre meno, è ancora una cerchia ristretta di giochi tecnicamente sopra la media ha rappresentato probabilmente uno dei principali ostacoli alla buona riuscita di Gyro13. Scelte di design discutibili e un sistema di controllo che in diverse situazioni si rivela inadatto sono fattori che finiscono a volte per rendere l'esperienza inutilmente frustrante, mentre la mancanza di una varietà consistente e diverse sbavature tecniche ci portano per forza di cose a sconsigliarne l'acquisto a prezzo pieno.

PRO

  • Buon livello di sfida
  • Graficamente buono...

CONTRO

  • ...ma manca di stile e varietà
  • Diversi problemi tecnici e di design
  • Nel complesso piuttosto monotono