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Mario si dà alla finanza

Dopo aver praticato qualsiasi tipo di attività, Mario e compagni diventano pedine del Monopoly

RECENSIONE di Alessandro Bacchetta   —   26/01/2012

Mario Party, un gioco casual ante litteram, ebbe un enorme successo quando uscì nel 1999: questo perché, oltre a vantare il solito clan mariesco con funghi, principesse e tartarughe, era figlio di un'intuizione geniale, cioè creare un video-gioco da tavolo. Spesso tuttavia i suoi meriti sono celebrati oltre misura, essendo frequentemente definito come il primo "board game" per console della storia. Questo è falso: Itadaki Street, di cui La Via della Fortuna fa parte, è una serie ideata da Enix addirittura ai tempi del NES, i cui episodi sono usciti più o meno per ogni console di (enorme) successo dagli anni '80 in poi, ivi comprese SNES, PSX, PS2 e Nintendo DS. Il motivo per cui - forse - non ne avete mai sentito parlare è molto semplice: questo è il primo capitolo a uscire dai confini del Giappone.

Monopoly...

Le meccaniche di Itadaki Street sono essenzialmente quelle di Monopoly, storico gioco da tavolo; pur conoscendolo per fama, in molti non ne sanno regole e obbiettivi, quindi dobbiamo spendere (è proprio il caso di dirlo) alcune parole a riguardo. Monopoly, com'è intuibile dal nome, è un gioco a tema finanziario, figlio della dottrina liberista e del mercato capitalistico; un gioco profondo e spietato, nonostante l'apparenza zuccherosa, intuitivo e complesso - le partite raramente si esauriscono in meno di due ore - in grado di introdurre a queste meccaniche, e questi concetti, anche i neofiti. L'obbiettivo è semplice: accumulare una determinata quantità di monete d'oro (qui, in Itadaki Street, di dollari nell'originale) prima degli altri concorrenti. Al proprio turno si tira un dado, che determina gli spostamenti sul tabellone, e si agisce in base alla casella incontrata: può essere un negozio da comprare, un esercizio già acquistato da altri a cui bisogna pagare dazio, un evento a sorpresa, o la banca, a cui bisogna forzatamente ritornare se si vuole "passare di livello" - e quindi racimolare monete e aumentare il proprio capitale - dopo aver raccolto i quattro semi disposti lungo il tabellone. La mappa è divisa in quartieri, e investendo su più esercizi ravvicinati il loro valore aumenta esponenzialmente, cosa da tenere in considerazione sia per aumentare il proprio patrimonio sia, soprattutto, per bloccare l'ascesa degli altri. I negozi si possono acquistare non solo se liberi, ma anche se di proprietà di un altro giocatore, facendo un'offerta adeguata, scambiandoli o espropriandoli (pagandoli il quintuplo del loro valore). Come diremmo in ambito mmorpg, il vero gioco risiede nell'end-game, che qui inizia quando tutte le caselle libere sono state acquistate: a quel punto contano soprattutto pedaggi, investimenti, offerte e cessioni.

... e La Via della Fortuna

Quanto scritto nel paragrafo precedente è valido sia per Monopoly che per La Via della Fortuna; caratteristica propria del videogioco invece è la possibilità di scegliere tra difficoltà "standard" ed esperto". La prima delle due si esaurisce a quanto descritto prima, la seconda propone un'altra dinamica - la più importante, forse - cioè la compravendita delle azioni.

Mario si dà alla finanza

Ogni giocatore, sulla casella della Banca o della Borsa, può comprare le azioni di un determinato quartiere, stabilendo di conseguenza il proprio piano di crescita: il valore di un negozio è strettamente legato a quello dell'area dov'è costruito, e proprio su questa connessione nascono alleanze e strategie tra investitori. Per un giovane profano forse è più facile capire il concetto di speculazione se fregato da Wario - e, fidatevi, succede spesso - che leggendolo sul Sole 24 Ore. Le differenze col Monopoly autentico non finiscono qui: i tabelloni sono molti e variegati, a volte fin troppo grandi e sinuosi - la bellezza delle meccaniche non sta certo nella conformazione della plancia, almeno in questo caso - e gli eventi, oltre ai classici imprevisti, comprendono anche dei minigiochi. Proprio questi ultimi ci consentono di introdurre la mancanza principale de La Via della Fortuna, e cioè la - quasi - totale assenza di interazione: i minigame ci sono, è vero, ma procedono automaticamente, senza che il giocatore venga chiamato in causa. Stessa cosa per quanto concerne il resto del prodotto: Itadaki Street si regge esclusivamente sulle meccaniche di Monopoly, senza aggiungere niente, senza declinare minimamente il concetto in chiave videoludica.

Dettagli

La CPU, nonostante trucchi (l'impressione è questa, almeno) un pochino nel tiro dei dadi, ha un'ottima IA, caratteristica che consente di divertirsi anche da soli. I concorrenti non solo sono competitivi, ma intuiscono anche delle possibili alleanze che di solito, a Monopoly, vengono stipulate oralmente:

Mario si dà alla finanza

un grosso investimento su un quartiere di un altro giocatore, magari reiterato, potrebbe portare quest'ultimo a migliorare i propri negozi, incentivando un circolo vizioso che favorisca entrambi, e che costringa gli avversari, se vogliono rimanere competitivi, a comportarsi allo stesso modo. Una buona IA è fondamentale, perché nonostante la natura de La Via della Fortuna sia votata al multiplayer, non è facile dar vita a delle belle partite in questa modalità, sia perché le meccaniche non sono semplicissime, sia perché, soprattutto, le partite sono molto lunghe. Potrebbe aiutare l'online, ma è quasi impossibile trovare altri utenti connessi; quindi, a meno che non ci sia un boom del prodotto nei prossimi mesi, è un'opzione che possiamo quasi considerare assente dal gioco - non per colpa degli sviluppatori, chiaramente. Ci sono altri minimi dettagli che non funzionano, ad esempio i turni della CPU sono davvero troppo lenti, e manca la possibilità di accelerarli; in aggiunta ogni personaggio parla all'inizio del turno e nei momenti topici della partita, rallentando ulteriormente lo svolgimento dell'azione. Ci sono tanti extra, oggetti da sbloccare, e non abbiamo neanche ricordato come i tabelloni e i personaggi siano estrapolati dal mondo di Dragon Quest e Super Mario; tuttavia il cuore del gioco è quello di cui abbiamo parlato, è accessibile fin dall'inizio, e ha tutto il potenziale per durare a lungo, che la pedina sia Toad o un fungo normale.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.5
Lettori (19)
7.4
Il tuo voto

Monopoly è un grande gioco, e sicuramente merita più di 6,5; proprio per questo motivo, se non lo conoscete, aggiungete diversi punti al voto qui a fianco. La Via della Fortuna tuttavia ne è una versione elettronica, e dobbiamo valutarla in quest'ottica: l'online c'è (limitato e con pochi utenti, purtroppo), i tabelloni sono molti e ci sono i personaggi di Super Mario e Dragon Quest, ma l'essenza è quella di Monopoly, immutata. Non ci sono aggiunte degne di nota, e l'interazione è minima. Un grandissimo gioco da tavolo, ma "solo" un discreto videogioco.

PRO

  • Meccaniche complesse e profonde: è Monopoly
  • IA molto buona
  • Tocchi di classe negli effetti audio

CONTRO

  • Online con pochissimi utenti
  • In multiplayer non si possono salvare le (lunghe) partite
  • Niente più che Monopoly