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Blade Dancer: Lineage of Light recensione

Oggetti da creare e mondi da scoprire: Blade Dancer rinnova il catalogo RPG per PSP. Sapremo far danzare le nostre spade?

RECENSIONE di Ludovica Lagomarsino   —   30/11/2006
Blade Dancer: Lineage of Light recensione
Blade Dancer: Lineage of Light recensione

Rimbocchiamoci le maniche: armi ed oggetti vanno craftati

Nelle città è possibile parlare con pressochè tutti i personaggi che incontreremo. Alcuni ci riveleranno dettagli sul mondo nel quale ci troviamo e sulle sue storie, altri ci permetteranno di ricevere missioni, acquistare armi, oggetti, equipaggiamenti e reagenti. Uno dei comparti di maggior rilievo del gioco è in effetti la possibilità di creare oggetti. Ognuna delle armi che useremo in combattimento ha infatti una quantità di "vita" ben definità, che diminuirà con l'usura, fino ad arrivare al punto di rottura. Questo non significa, fortunatamente, che saremo costretti a comprare armi sostitutive ogni volta che ne perderemo una, il gioco ci permette infatti di fabbricare letteralmente armi ed oggetti, grazie ad una serie di formule o "ricette" che troveremo ed apprenderemo passo passo, sia portando le armi da un "appraiser", che in qualche modo ridurrà le armi che gli portiamo nei suoi elementi originali, ricavandone così le recipe, sia attraverso delle quest. Possiamo tentare di creare oggetti anche sperimentando un poco senza ricette, ma in questo caso dobbiamo ragionevolmente aspettarci un certo numero di fallimenti. Per fortuna però se dovessimo sbagliare formule gli oggetti primari non andranno perduti, o almeno non tutti... Un poco di accortezza, inoltre, va prestata sulle specializzazioni dei vari personaggi, che li renderanno più abili in determinate ricette piuttosto che in altre. Per parlare con i personaggi, così come per interagire con gli oggetti è sufficiente selezionarli con il tasto quadrato e poi usare il tasto X.

Blade Dancer: Lineage of Light recensione
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Una distesa di teschi fluttuanti... ed aggressivi

Una volta usciti dalla città, ci troveremo ad osservare paesaggi popolati da teschi fluttuanti. Che siano i mostri orribili che appestano le campagne, e che dobbiamo sconfiggere? La risposta è si... ma anche no. O meglio... i teschi sono semplicemente rappresentative di singoli o gruppi di mostri, entrati in contatto con i quali dovremo fronteggiare. A seconda del colore del teschio i mostri saranno facili o difficili da affrontare al nostro livello, permettendoci di capire fin da subito se un combattimento sia da eludere o accettare. Ognuno di questi teschi tende a seguire la stessa "rotta" sulla mappa, ed a ricomparire abbastanza rapidamente, perciò sarà bene muoversi con cautela, nel caso si preferisca esplorare la mappa senza combattere o ci si voglia fermare un attimo per sistemare il proprio equip, cambiare impostazioni o semplicemente andare a rispondere al telefono. Il sistema di combattimento è basato su un sistema a turni, con una sorta di "orologio lunare" piazzato accanto ai nomi dei pg. Una volta che il timer abbia esaurito il ciclo, comparirà un punto esclmativo che indicherà la possibilità di eseguire un'azione. La scelta coinvolge i comparti classici della maggior parte degli RPG: possiamo effettuare attacchi fisici, utilizzare oggetti, ritirarci dal combattimento o utilizzare delle abilità speciali chiamate "lunabilities". I personaggi non possiedono riserve di energia, quindi sarà la barra delle carica lunare che dovremo controllare. Una volta piena potremo usarne le abilità relative. Da notare che anche i nostri nemici usano abilità lunari e la barra di ricarica è condivisa, cosa che rende gli scontri più interessanti, aggiungendovi alcuni elementi strategici.

Blade Dancer: Lineage of Light recensione
Blade Dancer: Lineage of Light recensione

Graficamente, Blade Dancer non può essere considerato eccezionale, ma comunque attestabile ad un livello dignitoso, ricordando forse un RPG prima maniera per PS2. I personaggi sono ben disegnati e piuttosto dettagliati, così come i nemici, le animazioni piuttosto piacevoli ed altrettanto si può dire della ambientazioni, anche se a volte sia i mostri che gli ambienti sono un tantinello ripetitivi. Le città non sono altrettanto dettagliate, ma mantengono comunque un buon livello di gradevolezza. Il comparto audio si attesta più o meno sullo stesso livello di quello video: non esalta, ma non delude. I puristi saranno felici di poter utilizzare l'audio giapponese, per ascoltare i dialoghi.

Blade Dancer: Lineage of Light recensione
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Commento

Blade Dancer: Lineage of Light è un RPG che vanta l'indubbio merito di portare delle innovazioni davvero apprezzabili al mercato degli RPG per portatile Sony. Il sistema di creazione degli oggetti, simile a quello presente in Oblivion e decisamente centrale ha un apporto davvero positivo alle dinamiche di gioco, così come il sistema di combattimento basato sulle Lunability, la cui barra condivisa con i nemici aggiunge elementi strategici agli incontri con i nemici. La caratterizzazione dei personaggi è stata però purtroppo resa in maniera superficiale, e la storia portante abbastanza banale, ed anch'essa trattata con una certa superficialità. Sarebbe facilmente stato un must have, se non fosse scivolato sulla fragilità della storyline. Il comparto video ed audio e la gestibilità del sistema di comando lo rendono comunque un titolo valido sia per gli appassionati del genere che per chi vi si accosti per la prima volta.

Pro

  • Sistema di creazione degli oggetti innovativo, vario e versatile
  • Sistema di combattimento a turni con elementi tattici
  • Grafica e sonoro molto gradevoli
  • Modalità multiplayer wireless
Contro
  • Personaggi e Storyline superficiali
  • Non particolarmente longevo
  • Alcune fasi risultano ripetitive

Alla scoperta dell'Isola di Foo

In Blade Dancer ci troveremo a seguire le avventure del giovane Lance Bennet, salpato alla ricerca di grandi imprese ed approdato sulla misteriosa isola di Foo, dove potrà testare le sue abilità di spadaccino e la sua tempra eroica. Il giovane, a quanto ci viene dato di sapere fin dai filmati introduttivi, è però tormentato da alcune visioni, o sogni, in cui una misteriosa giovane donna dai capelli rossi invoca il suo aiuto. Come in ogni RPG che si rispetti, una serie di altri personaggi si uniranno a Lance ed al suo viaggio, procedendo nel gioco, mentre la trama rivelerà i dettagli della consueta minaccia al mondo conosciuto ed il modo in cui saremo coinvolti nel suo salvataggio. Una storyline che chiunque abbia dimestichezza con il genere non mancherà di trovare familiare. Di questi tempi è infatti estremamente difficile trovare un RPG che non presenti un giovane eroe impegnato a salvare il mondo e sperimentare le sue abilità. Anche i personaggi che accompagneranno l'eroe principale nel corso delle sue peripezie sono abbastanza stereotipati. Accanto al giovane, energico e smarrito avventuriero impegnato a salvare il mondo abbiamo il forzuto calmo ma incredibilmente potente, la giovane donna afflitta da stati di amnesia... personaggi potenzialmente ricchi di spessore, ma purtroppo non approfonditamente delineati. Una volta arrivato sull'isola di Foo, fortunatamente le occasioni per trovare avventure non scarseggeranno, essendo la città piena di brava gente ma troppo incompetente per intraprendere qualsivoglia azione contro i mostri che popolano i dintorni. Parlando con gli abitanti cominceremo ad ascoltare i primi frammenti di una storia che racconta di una civiltà utopica caduta in rovina a causa di qualche sorta di oscuri poteri, fino a quando un leggendario Blade Dancer arrivò a contrastarli. Lance scoprirà così di possedere alcuni tatuaggi citati in questi racconti, iniziando così a dipanare la sua personale storia e collocandolo, nell'avanzare del gioco, nella cornice di un coinvolgimento personale sempre maggiore.