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Bleach: The Blade of Fate - Recensione

Il fumetto rivelazione degli ultimi anni approda su Nintendo DS con un picchiaduro straordinario.

RECENSIONE di Christian Colli   —   05/11/2007

In principio era Dragon Ball.
Che modo scontato di iniziare un articolo che parla di fumetti e videogiochi, direte voi. Ma è davvero l'unica espressione che rende l'idea dell'impatto che ha avuto il fortunato manga di Akira Toriyama, specialmente dopo essere diventato un cartone animato e aver intrapreso quella lunga strada di drammatici combattimenti, trasformazioni e resurrezioni che l'ha reso ancora più popolare e, positivamente o negativamente, commerciale. E quanti autori in seguito hanno provato a imitare le gesta di Son Goku, eppure di serializzazioni davvero riuscite e amate se ne contano una manciata, forse meno. Tra queste, c'è senza dubbio Bleach.
Nato dalla matita dello straordinario mangaka Tite Kubo, Bleach è un manga che ha riscosso un successo immediato sia in Giappone che nel resto del mondo, grazie allo stile di disegno maturo e dettagliato, e sopratutto alla trama originale, coinvolgente e ricca di personaggi bizzarri e ben caratterizzati.
Bleach ha ovviamente generato una serie animata, lungometraggi per il grande schermo, alcuni mediocri videogiochi specialmente in versione PSP. A occuparsi dello sviluppo di questo primo picchiaduro di Bleach per Nintendo DS è stata addirittura Treasure, però, che insieme a Sega ha colmato quel vuoto nella ludoteca del handheld Nintendo che i fan dei beat'em-up a incontri lamentavano da tempo. E Bleach, in questo senso, è tutt'altro che un semplice riempitivo.

Bleach: The Blade of Fate - Recensione
Bleach: The Blade of Fate - Recensione
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Modalità per tutti i gusti

Bleach racconta la storia di Ichigo Kurosaki, quindicenne giapponese dotato del potere di vedere gli spiriti dei morti. Un bel giorno Ichigo si ritrova nella propria camera nientepopodimeno che uno Shinigami, una dea della morte di nome Rukia Kuchiki, a caccia di uno spettro maligno che minaccia la famiglia del nostro protagonista: ferita gravemente, Rukia cede i propri poteri a Ichigo perchè questi possa sconfiggere il mostro. In seguito, Ichigo si ritrova a dover lavorare da Shinigami al posto di Rukia, che però viene fatta prigioniera dai suoi stessi compagni Shinigami e riportata nel mondo degli spiriti, la Soul Society, per essere processata in quanto colpevole di aver ceduto i propri poteri di dio della morte a un essere umano. Ichigo, insieme a un eterogeneo gruppo di amici e compagni di scuola, penetrerà nella Soul Society per salvare Rukia: contro i nostri eroi si muoveranno gli stessi Shinigami, per scopi personali o semplice dovere, mentre nell'ombra un nemico misterioso orchestra un complotto terrificante ai danni dell'intero universo.
Lo Story Mode di Bleach è solo la prima delle numerose modalità per un singolo giocatore disponibili in Bleach: esso ripercorre il primo arco narrativo della serie, quello appunto della Soul Society, dal punto di vista di ogni personaggio giocabile. Tramite una serie di schermate statiche e dialoghi scritti si dipana la trama del gioco, e man mano che si terminano i vari Story Mode se ne sbloccano altri, magari insieme a nuovi personaggi da utilizzare in combattimento.
Oltre al graditissimo Story Mode, non può mancare un necessario Training Mode con tanto di lista dei comandi, e il ben più canonico Arcade Mode che mette alla prova le abilità del giocatore con molteplici livelli di difficoltà e un eccellente IA nemica. Completando l'Arcade Mode, inoltre, si ottengono dei crediti da spendere nel negozio di Kisuke Urahara, essenzialmente un'altra modalità di gioco che permette di sbloccare un'infinità di goodies che aumentano esponenzialmente la longevità della cartuccia Sega tra cui artwork di ogni genere, opzioni per l'ascolto di musiche, voci ed effetti sonori, nuovi colori per i vari sprite e zone di combattimento inedite, ma anche ulteriori modalità Single Player come il sempreverde Time Attack, un ostico Survival Mode e l'intrigante Challenge Mode, che sfida il giocatore a produrre sempre più lunghe e complesse combinazioni di attacchi per ogni personaggio, non troppo dissimile dall'omonima modalità già vista nell'ormai preistorico Street Fighter EX.

Bleach: The Blade of Fate - Recensione
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L'idea più originale di Treasure è stata quella di introdurre una sorta di "card game" e che influenza i vari combattimenti.

Modalità per tutti i gusti

Naturalmente, in quanto picchiaduro a incontri Bleach non manca di offrire una modalità multigiocatore, e da questo punto di vista i ragazzi della Treasure si sono superati: accedendo al Versus Mode ci si trova davanti a ben quattro opzioni di gioco. E' possibile infatti organizzare dei match personalizzati contro il computer, sfidare fino a tre amici contemporaneamente in possesso delle cartucce di Bleach: The Blade of Fate o caricare nei loro DS il gioco, sfruttando una sola cartuccia ma perdendo alcuni frame delle animazioni e vari effetti visivi, un'omissione che in realtà non inficia minimamente il divertimento offerto dai frenetici combattimenti. L'ultima opzione multigiocatore riguarda la possibilità di connettersi a Internet e sfidare avversari in tutto il mondo: il supporto online è eccellente, con ben poco lag, e la comunità di giocatori di Bleach è decisamente corposa, grazie alla fama di cui gode in Giappone e, ormai, anche in Occidente.

Bleach: The Blade of Fate - Recensione
Bleach: The Blade of Fate - Recensione
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Assi nella manica

Il sistema di combattimento di Bleach è decisamente originale, pur traendo ispirazione dai grandi capolavori del genere, a cominciare da Street Fighter e proseguendo per i blasonati prodotti della gloriosa SNK, come The King of Fighters e Fatal Fury. In Bleach, tanto per cominciare, si può giocare fino a quattro in contemporanea, e per questo motivo Treasure ha ben pensato di realizzare ogni stage su due piani: premendo un tasto è infatti possibile spostarsi sul fondale e continuare a combattere su un secondo piano di parallasse. I vari tasti del Nintendo DS sono adibiti a tre tipi di attacco e alla parata, e le varie combinazioni dei pulsanti e della croce direzionale permettono una moltitudine di manovre di attacco e movimento basilari, come lo shunpo - che permette di spostarsi in prossimità del nemico instantaneamente, i contrattacchi, le riprese aeree in caduta e altro ancora. Alcune di queste tecniche di combattimento esauriscono un indicatore posto nella parte inferiore dello schermo, che peraltro permette di scagliare i vari attacchi speciali dei combattenti in versione potenziata. Sotto l'indicatore dell'energia del giocatore, inoltre, è presente un ulteriore barra che si riempirà fino a tre volte durante lo scontro: come da copione, questo indicatore permette di scagliare i classici e devastanti super-attacchi.
Questo mix di idee vecchie e nuove è coadiuvato da un elemento che Treasure ha saputo gestire con attenzione e cura: la rapidità dei combattimenti. Grazie alle numerosissime combo e alla possibilità di collegare praticamente a piacimento ogni attacco (un po' come in Guilty Gear) basta soltanto un po' di pratica per ritrovarsi ad affrontare match sempre più frenetici e pirotecnici, senza scadere in un caotico "button-mashing": Bleach è infatti un picchiaduro decisamente tecnico e strategico.
L'idea più originale di Treasure è stata infatti quella di introdurre una sorta di "card game" e di fare in modo che questo influenzasse i vari combattimenti. Con i punti guadagnati nelle altre modalità di gioco è possibile acquistare presso l'Urahara's Shop varie "carte" raffiguranti i numerosi personaggi disegnati da Tite Kubo, assemblando dei mazzi a piacimento, seguendo poche e semplici regole. Durante le varie partite le nostre carte appariranno sul touch-screen e toccandole attiveremo le loro capacità: ci sono carte che rallentano il nemico o ne abbassano le capacità difensive o offensive, esistono carte che rigenerano la nostra energia vitale o spirituale, o che addirittura bloccano le tecniche speciali dell'avversario o la sua possibilità di parare o saltare. L'utilizzo delle carte è totalmente opzionale, e il giocatore è libero di usarle e trarne vantaggio, oppure di non attivarle e affidarsi soltanto alla propria abilità: il sistema di combattimento di Bleach, sopratutto negli scontri con il computer, è decisamente ben calibrato, e non si ha mai la sensazione di essere svantaggiati o oppressi dalle carte avversarie.
Per inciso, il touch-screen assolve anche un altro compito più particolare: è possibile infatti eseguire i vari attacchi speciali toccandone il nome sullo schermo; in questo modo i giocatori meno avvezzi all'esecuzione delle tradizionalissime rotazioni del d-pad combinate alla pressione dei tasti potranno limitarsi a pigiare sul touch-screen per combattere, soluzione decisamente "casual" che abbiamo trovato piuttosto insignificante ma sicuramente gradevole per i meno tecnici.

Bleach: The Blade of Fate - Recensione
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Il 2D non muore mai

Per realizzare i fulminei e spettacolari combattimenti in Bleach, Treasure ha optato per un tradizionale 2D, decisamente non lesinando sulla qualità delle animazioni e degli sprite: ogni combattente in Bleach è dettagliato e gode di una eccellente quantità di animazioni, spesso accompagnate da effetti speciali di ogni genere che danno vita alle mosse speciali più potenti. Alcuni attacchi (le famigerate Bankai) sono introdotti da sequenze simil-fumetto e si esprimono spesso in giganteschi sprite che si muovono per lo schermo: è impossibile non restare sorpresi dal fatto che perfino con quattro sprite contemporaneamente a darsele di santa ragione i rallentamenti sono pressochè inesistenti e il frame-rate resta granitico. Un tocco di classe è inoltre la telecamera dinamica che inquadra le arene di combattimento (generalmente molto belle, come la foresta, e solo talvolta un po' asettiche, come l'atrio del Gotei 13, impreziosito però da una chicca: Nanao sullo sfondo che getta petali di ciliegio!) avvicinandosi e allontanandosi all'occorrenza per zoomare sull'azione a seconda della distanza dei combattenti.
Bleach oltretutto dimostra una cura eccezionale non solo per i combattimenti veri e propri, ma perfino per i vari menù, per gli artwork e per il ricchissimo comparto audio: a cominciare dall'introduzione, con la canzone Ichirin no Hana del gruppo High and Mighty Color (terza sigla della serie animata giapponese) perfettamente riprodotta, passando per le varie tracce musicali, essenzialmente metal e rock, frenetiche e decisamente adatte allo stile e alla rapidità dei combattimenti. Condisce il tutto il doppiaggio effettuato dagli stessi attori giapponesi scelti per l'edizione animata di Bleach, di ottima fattura, piuttosto nitido specialmente durante i combattimenti.
Insomma, non che da Treasure ci si aspettasse di meno, ma questa volta si sono decisamente superati.

Bleach: The Blade of Fate - Recensione
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Character Select

Ecco la lista dei personaggi selezionabili in Bleach: Ichigo Kurosaki, Renji Abarai, Kenpachi Zaraki, Ganju Shiba, Tosen Kaname, Kyoraku Shunsui, Yasutora "Chad" Sado, Sajin Komamura, Sajin Komamura (mascherato), Yoruichi Shihoin, Soifon, Rukia Kuchiki, Shigekuni Yamamoto Genryusai, Jushiro Ukitake, Byakuya Kuchiki, Orihime Inoue, Uryu Ishida, Yuri Kurotsuchi, Gin Ichimaru, Toshiro Hitsugaya, Momo Hinamori, Sosuke Aizen, Nemu Kurotsuchi, Hollow Ichigo, Kon, Bonnie, Yachiru Kusajishi, Tatsuki Arisawa.

Commento

Bleach non è il miglior picchiaduro portatile per DS perchè, effettivamente, non ce ne sono altri disponibili: il gioco firmato Sega e Treasure è un vero gioiello, probabilmente uno dei migliori picchiaduro bidimensionali realizzati per una console portatile o casalinga negli ultimi anni. La qualità di ogni aspetto di Bleach è altissima: tecnicamente è eccellente sia sul fronte visivo che sonoro, le possibilità in single-player sono numerose, è perfino possibile giocare online nella modalità versus che, peraltro, permette di sfidare fino a tre giocatori contemporaneamente, gli extra da sbloccare sono tantissimi e il roster conta ben 28 personaggi selezionabili. Il gameplay è solidissimo, frenetico ed estremamente tecnico, e la componente "card-game" è interessante e ben integrata in un già ottimo sistema di combattimento, che adotta una meccanica facoltativa decisamente user-friendly per i giocatori meno competenti. Non ci sono davvero motivi per non consigliare Bleach agli amanti dei picchiaduro, a meno che non si odi visceralmente la serie originale ideata da Tite Kubo che, a sua volta, è una delle migliori produzioni giapponesi nel suo genere. Fare di meglio su Nintendo DS sarà davvero arduo.

    Pro
  • Tecnicamente ottimo
  • Gameplay profondo e frenetico
  • Estremamente longevo
    Contro
  • Alcune combo e mosse speciali non sono perfettamente bilanciate