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Divine Divinity - la recensione

RECENSIONE di La Redazione   —   19/09/2002

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Solo un’anticipazione prima di addentrarci nello specifico: Divine Divinity è un titolo molto controverso, difficile da delineare ed identificare e soprattutto minato dai pregiudizi e dagli accostamenti ad altri giochi. Mai errore potrebbe essere più grave! Scopriamo il gioco senza preconcetti e solo alla fine faremo dei paragoni che potrebbero essere utili.
Perché questa “avvertenza”? Il motivo è molto semplice: essendo stato paragonato a tantissimi crpg il rischio è di voler ricercare nel gioco qualcosa dei titoli a cui è stato accostato e di conseguenza questa ricerca, il più delle volte a vuoto, può lasciare l’amaro in bocca.

Creazione del personaggio

La creazione del personaggio, elemento fondamentale di ogni gioco di ruolo, assume in Divine Divinity solo una parte primaria della costruzione del nostro alter ego. Potremmo definire questo come un indirizzo che diamo alla nostra partita perché le opportunità di modificare il percorso del nostro personaggio saranno molteplici in sede di gestione delle innumerevoli skill del gioco.
Inutile la sezione della creazione del personaggio? No, e nemmeno costrittiva o forse solo in parte. Approfondiremo questo aspetto successivamente.
Dopo aver avviato una nuova partita ci troviamo di fronte alla scelta dell’eroe che impersoneremo nel viaggio per le terre di Rivellon. La scelta si riduce sostanzialmente a tre classi che corrispondono ai percorsi che potremo intraprendere: la via del guerriero, la via del survivor e la via del mago.
Optando per una di queste tre classi, anche se la definizione di classe può essere errata per questo gioco, ovviamente modificheremo le nostre statistiche principali: forza, agilità, intelligenza, costituzione. Inutile sottolineare che scegliendo il guerriero ci troveremo il valore della forza più elevato rispetto a quello dell’agilità, caratteristica fondamentale del survivor, o dell’intelligenza, qualità imprescindibile per un mago.
Questo ovviamente influenza anche la nostra vitalità e la nostra mana, valori direttamente collegati alle quattro caratteristiche sopra citate.
Insomma tutto secondo le regole.

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Creazione del personaggio

A differenza dei vari giochi ambientati in AD&D, durante la creazione del personaggio e la conseguente scelta della classe, non dovremo distribuire punti alle quattro caratteristiche principali: l’assegnazione avviene in automatico e con punti fissi. Per fare un esempio, il guerriero avrà forza 15 mentre i valori della altre caratteristiche sono settati di default a 10. Scelta infelice? A nostro avviso no anche se senza dubbio è in controtendenza rispetto agli standard.
Cercando di avere una visione più dinamica, la scelta di fissare i punti iniziali a determinati valori serve proprio per dare l’indirizzo iniziale al nostro percorso, una tendenza, che può essere completamente disattesa poi, al momento del passaggio di livello, quando potremo assegnare nuovi punti alle nostre caratteristiche.
Ecco quindi spiegato il tema relativo all’indirizzo di cui parlavo all’inizio del capitolo. Per cercare di essere più esaurienti possibile facciamo un esempio: in genere il guerriero dev’essere forte quindi il valore della forza deve essere alto e comunque, a rigor di logica, superiore agli altri.
Questo in sede iniziale ci viene proposto durante la creazione del personaggio ma niente ci vieterà in seguito di assegnare i nostri punti all’intelligenza creando quindi un guerriero abile con la magia.
Sempre in sede di creazione del personaggio ci verranno assegnate le nostre prime due skill anche queste di default.
Originale senza dubbio la presentazione che ci viene fornita di ogni classe: il nostro alter ego ci parlerà indicandoci il credo della classe che abbiamo selezionato. Pare superfluo sottolineare che un guerriero di certo non esalterà le sue doti diplomatiche!
I ritratti sono senza dubbio scarni in termini numerici mentre è azzerata la gestione della parte estetica dell’eroe.

Primi passi, primi impatti

Creato il nostro personaggio eccoci a calpestare le terre di Rivellon. L’impatto iniziale con questo mondo fantasy non può che essere positivo: grafica ultra dettagliata, farfalle che svolazzano, il vento soffia forte; un mondo vivo pare ci stia aspettando, un mondo che soprattutto possiamo toccare!!! Ecco il primo aspetto subito da sottolineare: l’interattività tanto promessa e tanto decantata è reale. Possiamo toccare, spostare quasi tutti gli oggetti presenti nel gioco semplicemente selezionando col cursore l’oggetto e tenendo premuto il tasto sinistro del mouse. Piante, sedie, candele, libri…tutto ci aspetta, tutto aspetta di essere mosso, toccato, analizzato. Ma non solo, a volte potremo unire oggetti o crearne di nuovi o ‘sfruttare’ ciò che un oggetto ci può fornire. Per la prima volta sono riuscito a farmi il miele che ha un effetto benefico sul mio personaggio…quale? A voi scoprirlo! Gli oggetti posti all’interno di bauli, casse, ecc, non vengono ovviamente visualizzati se prima non si apre o si rompe il contenitore. Questo può scoraggiare i più se teniamo presente che il gioco è disseminato di bauli e contenitori. Giusto compromesso è stato trovato con l’analisi preventiva del contenitore: posizionando il cursore sul contenitore ci verrà indicato se questo contiene qualcosa, in caso affermativo sta a noi scoprire cosa. Questo piccolo espediente ci viene in soccorso ed evita di dover aprire tutti i contenitori.

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L’interattività è strettamente correlata alla grafica di Divine Divinity. L’aspetto estetico del gioco non ci lascia a bocca aperta, possiamo dire che Divinity si lascia guardare ma a nostro avviso siamo lontani dagli standard che i vari Baldur’s Gate o Icewind Dale hanno proposto ai nostri avidi occhi.
Una piccola considerazione sulla grafica di Divinity: in genere i crpg in 2d non consentono di interagire molto con il mondo disegnato e riprodotto successivamente a video. Questo aspetto è in genere più marcato in un crpg in 3d perché il motore grafico ci fornisce tre dimensioni quindi gli oggetti sono maggiormente "distribuiti" sul video. I Larian Studios hanno invece cercato di far convergere questi due aspetti: mondo in due dimensioni ed interattività. Il risultato di questa operazione forse rischiosa è una grafica buona ma troppo particolareggiata.
Ogni abitazione, specie quelle importanti, ha tanti oggetti da poter toccare e spostare; la loro "distribuzione" sullo schermo è ovviamente più limitata essendo il gioco in due dimensioni. Il risultato è un aspetto grafico del gioco troppo pesante o comunque troppo particolareggiato specie se giochiamo ad una risoluzione video pari a 1024x768. Questo è stato il prezzo da pagare per una interattività così alta in un mondo in 2d? Forse si.
Il motore grafico di Divine Divinity è scalabile ma, come in genere succede per i giochi in due dimensioni, gli aspetti da poter modificare e che incidono pesantemente sul nostro processore e sulla scheda video sono pochi. Quello più importante è la gradualità delle risoluzioni video, da un minimo di 640x480 ad un massimo di 1024x768. Poco, ma in realtà il gioco non è pesante dal punto di vista hardware quindi queste "mancanze" sono complessivamente compensate da questo aspetto.

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Sempre parlando di motore grafico, sono da segnalare gli ottimi effetti visivi che le magie producono; gli shot della rete che mi avevano incuriosito hanno confermato questo punto.
Sono rimasto invece deluso in parte dalle animazioni dei personaggi: a prima vista i movimenti dei personaggi sono sufficienti ma la sensazione che si poteva fare qualcosa di meglio da questo punto di vista è tanta. Dopo poche ore di gioco il nostro occhio si abituerà agli standard di animazione che Divine Divinity ci propone ma la sensazione iniziale resta.

Interfaccia e l’utilissimo diario

Ad inizio gioco ci troviamo catapultati in una tranquilla cittadina di guaritori che, come sempre accade, ha i suoi problemi e che, come sempre accade, toccherà a noi risolvere!
Il gioco parte proprio al momento del nostro risveglio dopo che un anziano ci ha trovati svenuti per terra come ci viene mostrato dalla presentazione del gioco. Ovviamente della trama non vi rivelerò niente, vi posso solo dire che è estremamente interessante ed i colpi di scena non mancheranno.
Il primo impatto con l’interfaccia non è traumatico e questo è senza dubbio molto positivo. Come si può vedere dagli screenshot che accompagnano la recensione, l’interfaccia è posta in gran parte nella zona bassa dello schermo e non preclude o impedisce niente. Dal menù in basso saremo in grado di gestire quasi tutto il gioco.
Con un semplice colpo d’occhio potremo vedere i valori di health, di mana e di stamina fondamentali per il gioco stesso. Cliccando invece sulle varie finestre si aprono altri menù, nello specifico: la schermata del diario che analizzeremo nel dettaglio, la gestione delle skill che viene rimandata ad un capitolo specifico, l’inventario ed infine altre finestre che non ci aprono nuove schermate ma che hanno un effetto diretto sul gioco come ad esempio la messa in pausa, il combat mode ed un’utilissima funzione di selezione arma e pozioni.
Da sottolineare che queste finestre non sono modificabili per quanto riguarda la grandezza ma questa è una piccola mancanza che non si fa sentire più di tanto.

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Ogni gioco di ruolo per pc che si rispetti ha il suo bel diario che ci riassume e ci mostra tutto quello che abbiamo incontrato o risolto durante la partita. Il diario in Divine Divinity assolve in pieno questa funzione. Le quest sono elencate in ordine temporale e una volta risolte verranno modificate nel loro titolo, dove viene scritto che la quest è risolta, e nel colore con cui sono scritte.
Il testo diventerà verde rispetto al canonico blu iniziale. Una soluzione molto semplice ed al tempo stesso intuitiva. Ma non solo, il gioco ci permette di utilizzare un sistema di filtraggio quest utile quando il loro numero diventa spropositato e si rischia di perdere il bandolo della matassa.
A nostro avviso una pecca è stata quella di non aver modificato anche le parole della quest non dicendoci quindi come l’abbiamo risolta ma semplicemente cambiando il colore del testo della missione. A volte può capitare che, visto il buon numero di quest e la durata del gioco, di dimenticare come una missione è stata risolta.
Un’altra sezione del diario ci proietta alla visualizzazione della mappa. In questa sezione, che si differenzia dalla finestrella di gioco che ci permette solo di visualizzare l’area circostante al nostro personaggio, possiamo analizzare la mappa nel dettaglio, scegliere percorsi, scorciatoie ed evidenziare dei luoghi particolari.

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Oltre alla gestione delle missioni il diario ci permette anche di visualizzare tutti i dialoghi intercorsi fra il nostro alter ego e l’NPC (Personaggio Non Giocante) di turno; funzione questa che ritroviamo anche nel sistema di dialogo stesso.
Le conversazioni vengono gestite nel classico modo di domanda e risposta. Alla frase o domanda del nostro npc corrisponderà una serie di risposte tra le quali potremo scegliere: non ci troviamo quindi di fronte al sistema di dialogo stile The Elder Scroll III: Morrowind dove le nostre risposte non sono formulate in frasi e dove ci è concesso solo di selezionare un argomento corrispondente ad una frase.
L’interfaccia di gioco ha tre utili funzioni che, se selezionate, hanno effetto diretto nel gioco:

  • Il combat mode ci consente di entrare in fase di combattimento e di difenderci o aggredire il nemico. Fate attenzione a come usare questa funzione: una delle caratteristiche peculiari di Divine Divinity è senza dubbio il comportamento degli npc. Non siamo ai livelli di Gothic, punto di riferimento per questo aspetto, ma girovagare per una città con uno spadone a due mani in vista non alimenterà certo la simpatia degli NPC verso di noi: in alcuni casi saremo esortati civilmente a riporre la spada nel fodero. Gli NPC reagiscono e soprattutto in base alle loro reazioni decidono come trattarci: mai trattare male un mercante perché la cattiva luce con cui ci vede è direttamente collegata ai prezzi che ci proporrà; mai fare qualcosa che potrebbe urtare l’umore di un cittadino, ad esempio uccidergli del bestiame o rubargli qualcosa, i cittadini possono essere fonte d’informazione e trattarli male non aiuterà a scucirgli delle notizie a meno che non siate volutamente malvagi.

  • La messa in pausa è identica ai giochi targati Bioware e Black Isle, con la barra spaziatrice siamo in grado di arrestare il gioco in qualsiasi momento. Questa funzione, sempre utile, è meno vitale in Divine Divinity visto che i combattimenti non sono molto strategici, specie se decidete di seguire la via del guerriero, l’assenza del party mina in parte l’aspetto tattico dei combattimenti.

  • La terza e ultima funzione diretta è la gestione con un click delle armi e delle pozioni. Questa funzione cerca volutamente di sopperire alla mancanza di un quick slot dove poter selezionare gli armamenti in modo rapido. Cliccando sulla finestra sulla destra che raffigura l’arma che stiamo usando, si apriranno delle finestrelle ognuna raffigurante un’arma: la sua semplice selezione ci permette di cambiare quindi l’arma.

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Ultimo aspetto da sottolineare è il sistema di puntamento. A differenza degli altri giochi in due dimensioni, selezionando con il cursore un punto sullo schermo per far spostare il personaggio non produce alcun artificio grafico che ci indica il punto esatto dove abbiamo cliccato, per essere chiari il classico cerchio verde in Baldur’s Gate. Dal punto di vista estetico non c’è ombra di dubbio che la scelta presa dai Larian sia azzeccata ma dal punto di vista pratico la precisione degli spostamenti viene minata. Molte volte, specie nelle fasi di corsa, il sistema si è rivelato impreciso e si tramuta in imprecazioni quando cerchiamo di correre e davanti a noi ci sono degli NPC con i quali non vogliamo parlare!! Molte volte senza volerlo si aprirà la finestra del dialogo e questo non fa piacere specie quando si sta cercando di fuggire.
Un tocco di classe è senza dubbio la gestione dei caricamenti; non mi sto riferendo ai tempi di caricamento che sono decisamente lunghi, bensì alla gestione dei cambi di schermate. A differenza di Baldur’s Gate dove durante i caricamenti compare una schermata che fa da intermezzo, in Divine Divinity comparirà una barra di caricamento e alla fine della lunga attesa il cambio di sfondo avviene come se stessimo sfogliando una pagina. L’immagine vecchia in diagonale scompare mentre dietro appare la nuova schermata.

Ma che belle queste skill

Ok, ammettiamolo, il primo impatto con il sistema di skill di Divine Divinity è una sensazione di smarrimento: le abilità complessive sono 96, quindi è del tutto normale provare questa impressione. L’importante è non stancarsi ma approfondire il sistema per scoprire successivamente le infinite possibilità che ci presenta.
Come detto in precedenza, le abilità sono 96 suddivise in 3 percorsi principali che corrispondono alle classi elencate nella sezione di creazione del personaggio: il percorso del guerriero, quello del mago e quello del survivor. Ogni percorso a sua volta è diviso in 4 vie principali specifiche.
Attenzione a pensare che qualcosa ci sia precluso: ogni skill è selezionabile e percorribile indipendentemente dal percorso e dalla via scelti. Ovviamente però più ci specializzeremo e più le abilità che possiamo scegliere saranno ridotte di numero.
Cerchiamo di spiegare meglio: avanzando di livello distribuiremo i nostri punti vita nelle quattro caratteristiche di base del personaggio (forza, costituzione, agilità, intelligenza). Ogni abilità, specie ai livelli avanzati richiede, per poter essere compresa, una certa soglia minima di punti quindi è evidente che le scelte che facciamo in sede di avanzamento di livello ci aprono l’apprendimento di alcune skill e al tempo stesso ci precludono quello di altre.

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Ma che belle queste skill

Una volta compreso a fondo, però siamo in grado di dire che il sistema di gestione delle skill è buono, se non ottimo: difficilmente nelle partite successive alla prima potremo creare un personaggio uguale a quello precedente. Le sfumature di avanzamento del nostro alter ego nel gioco sono molte.
Un’ultima considerazione, un sistema di skill di Divine Divinity potrebbe essere veramente ottimo per un gioco di ruolo on-line su un mondo persistente perché difficilmente un personaggio sarebbe uguale dall’altro.
Nel complesso quindi una gestione delle abilità bilanciate e ottimamente implementate.

Cosa odono le mie orecchie

Ti appresti ad inserire il cd originale del gioco, mentre aspetti il caricamento, molto lungo, ti chiedi quali aspetti Divine Divinity abbia di Diablo o di Baldur’s Gate o di Ultima VII. Prima che il lungo lavoro del processore sia terminato ti chiedi se forse non stai sbagliando a giudicare un gioco accostandolo ad altri e ti chiedi se questa comparazione non debba essere fatta dopo (a fine gioco capirai che la seconda domanda è quella più corretta).
Mentre t’interroghi su questi aspetti la tua mente viene bloccata da una melodia mistica, dal tono quasi religioso, evocativo. Che bellezza!! Allora non esiste solo Jeremy Soule. In genere non mi sbilancio in una recensione ma stavolta devo dirlo il tema principale del gioco è molto bello, uno dei migliori che abbia mai sentito. Conscio però che stiamo parlando di aspetti completamente soggettivi non dico altro riguardo questa canzone così melodica.

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Cosa odono le mie orecchie

Dovendo analizzare la sezione audio di Divine Divinity ci si accorge subito che l’audio è dinamico e cambia in base alla situazione di gioco, una funzione questa che abbraccia quasi tutti i crpg moderni. L’effetto complessivo è molto coinvolgente e esplorare un villaggio di montagna con una melodia dal sapore celtico è decisamente appagante.
Non emergono invece gli effetti audio delle magie e dei combattimenti.

Ricapitolando...

Presentazione: 6
Al momento in cui scrivo non sono in possesso della confezione originale per l’Italia di Divine Divinity in quanto i Larian Studios ci hanno fatto pervenire un codice review. Speriamo vivamente che la confezione non sia la classica in dvd perché il gioco è stipato in ben quattro cd e riteniamo quella confezione non certo adeguata.
Il voto così basso è senza dubbio relativo alla mancata localizzazione. Il testo è molto e l’inglese non aiuta tutti gli italiani che sono interessati a questo prodotto.

Grafica: 7
Come detto in sede di recensione la grafica nel complesso è buona ma non raggiunge gli standard che giochi in due dimensioni come Baldur’s Gate o Icewind dale hanno proposto. Le animazioni sono sufficienti ma si poteva fare decisamente meglio.
Le schermate di gioco sono ben riprodotte ma il numero degli oggetti non solamente disegnati rende l’effetto finale un po’ pesante specie se giocherete Divine Divinity a risoluzione alte che aumentano l’area di gioco e di conseguenza gli oggetti a video.

Sonoro: 8
Decisamente uno degli aspetti migliori del gioco. Le canzoni che ci accompagneranno nel nostro viaggio per Rivellon sono tutte molto belle, avvincenti, coinvolgenti e in alcuni casi mistiche. Decisamente un ottimo lavoro.
Gli effetti sonori delle armi, della magie invece non reggono il confronto con le musiche di sottofondo ecco quindi la ragione del voto che non è il massimo.

Gameplay: 8
Il sistema di skill così ampio provoca scoramento all’inizio del gioco ma una volta entrati in possesso delle sue potenzialità si comprende subito come le varianti siano molte e di conseguenza questo aumenta sensibilmente la longevità di Divine. Decisamente action le tantissime quest ci permettono di scegliere come procedere nell’avventura se in modo lineare o seguendo il nostro istinto. Non siamo ai livelli comunque di Morrowind per quanto riguarda libertà di gioco.

Valutazione complessiva: 75/100

Controverso, questo è l’aggettivo che sento si accosti in modo migliore a Divine Divinity. Un gioco che cerca di avere una propria identità ma che al tempo stesso soffre di tutti i paragoni con gli altri giochi. Un prodotto che è un mix di molti generi e che di conseguenza non avrà una sua precisa collocazione. Il rischio principale di chi deciderà di avventurarsi in Rivellon è proprio questo: cercare qualcosa che potrebbe essere in Diablo ma che è solo accennato o la vastità di BG2.
Non fatelo, avvicinatevi a Divine Divinity senza questi pregiudizi e vi gusterete un buon crpg.
Lineare ma complesso, semplice ma enigmatico in alcune quest questo è Divine Divinity.
Infine permettetemi una piccola riflessione: in italiano il gioco avrebbe guadagnato diversi punti in sede di valutazione complessiva, superando un buon 80/100. La mancata localizzazione del gioco potrebbe decretarne la sua prematura morte, vista la concorrenza, ed è un peccato perché il prodotto dei Larian Studios si lascia giocare e leggere: i libri sono utili e contengono preziose informazioni, i dialoghi non sono difficili ma sono molti e giocare in inglese alla fine può scoraggiare.
I Larian sono promossi a pieni voti, il publisher CDV no.

Daniele "Falcocadarn" Falcone

Testato su: Athalon 900 mhz
Geforce 2 mx 400 64 ram
256 ram pc 133
suondblaster live 5.1

Link:

Sito ufficiale: Divine Divinity
Altro sito ufficiale: Divinedivinity.com
Sviluppatore: Larian Studios
Publisher: CDV
Distributore italiano Leader
Fansite ufficiale italiano: Divine Divinity Italia
Anteprima - First Look - Screenshots

“Il vento faceva ondeggiare pigramente le pieghe della tenda di Ruben Ferol, increspando gli angoli di una pergamena che era rimasta sul suo tavolo di legno, non le sue ultime volontà né il testamento di un uomo condannato, ma un avvertimento profetico tratto dalle parole di un sogno - tre giorni prima egli aveva sacrificato la sua vita per salvarne molte altre.

Tre sono gli elementi necessari per diventare l’autentico Divino: la Convocazione, la Benedizione e il Sacrificio.

Il Divino avrà un Protettore che lo guiderà.

Il Divino saprà percorrere i sentieri dei Morti.

Il Divino avrà visioni che gli verranno dalle Terre dei Morti.

Il Divino ha il Potere di salvare o distruggere il mondo.”

Con questa profezia si apre la storia di Divine Divinity ultima fatica dei Larian Studios, gli sviluppatori che in questo gioco hanno riversato moltissime energie e risorse.
Fin dai primi suoi timidi passi nella rete e dai primi screenshot Divine Divinity ha fatto parlare di sé. La grafica molto stile Diablo, le promesse dello sviluppatore di ampia interattività in stile Ultima VII, la gestione del combattimento alla Baldur’s Gate hanno incuriosito i più che sono convinti di uno scontato successo del titolo, che sarà pubblicato in tutto il mondo dai tedeschi di CDV.
Scommessa vincente? Successo scontato? Madornale errore?
Cerchiamo di scoprirlo in questa recensione.