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Donkey Kong Country 3

Con il terzo episodio si chiude la straordinaria serie di platform Rare dedicati alla famiglia Kong, seguiteci per scoprire ogni dettaglio sul gioco, sulla conversione, e su qualche sorpresa

RECENSIONE di Alessandro Pomili   —   21/11/2005
Donkey Kong Country 3
Donkey Kong Country 3

Il platform originale

Donkey Kong e Diddy Kong sono scomparsi. A Dixie non resta che cominciare a perlustrare l’isola alla ricerca dei dispersi con l’aiuto di Kiddy Kong, uno scimmione ancora in fasce, ma con una forza da non trascurare. Mentre Dixie grazie al biondo codino può planare docilmente da qualsiasi altezza, Kiddy può sfondare alcune piattaforme, o rimbalzare docilmente sul pelo dell’acqua come un sasso lanciato radente sullo specchio. I due inoltre potranno combinare le loro mosse per raggiungere punti inaccessibili, o sbaragliare i nemici più duri. Fanno ritorno anche gli amici animali, pronti a dare il loro aiuto per la buona causa. Oltre ai già conosciuti “Enguarde” il pescespada, “Squitter” (“Telino” in italiano…) il ragno, e “Squawks” il pappagallo, si aggiunge il nuovo “Ellie”, un elefante capace tra l’altro di aspirare e sparare acqua, e interagire con i barili.
Come da manuale del platform i vari mondi che compongono il gioco sono divisi a tema; il loro design questa volta non convince pienamente, almeno non in tutti i livelli. Più per le locazioni e gli stili scelti forse , che per la realizzazione tecnica, invece sempre eccellente. Ci saranno anche scenari molto suggestivi, ma considerando il gioco nell’insieme possiamo affermare che non si arrivava ad eguagliare il lavoro svolto in precedenza. Il level design (inteso come struttura del livello, posizionamento degli ostacoli, etc) segue lo stampo classico della serie, talvolta con gradevoli variazioni sul tema, ma per lo più il gioco non va oltre quanto ci si aspetta. [C]

Gli infami barili fantasma...Compaiono ad intervalli e puntano contro i nemici
Gli infami barili fantasma...Compaiono ad intervalli e puntano contro i nemici
Questo suggestivo livello vi permette di passare anche dietro le cascate
Questo suggestivo livello vi permette di passare anche dietro le cascate

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La conversione

L’adattamento per GBA, come ci aspettavamo, ha subito il solito trattamento che consiste in una riveduta al comparto grafico per venire incontro al display e alla risoluzione del GBA, nell’aggiunta di qualche minigioco sparso per l’area di gioco, e nella revisione della grafica 2D, come ad esempio le varie mappe e menù. Quello che però non ci attendevamo era l’aggiunta di un intero mondo giocabile (6 livelli), e la totale o quasi modifica della sound track. Quest’ultima in effetti non era stata così brillante come le precedenti, anche se c’erano senza dubbio delle tracce molto buone, come quella che accompagnava i livelli ambientati dentro ai tronchi d’albero. Le nuove composizioni comunque rimangono in linea con lo spirito della serie, sono adeguate al livello, ma ugualmente non sono paragonabili a quelle dei primi due lavori. L’effetto “amarcord” viene di certo penalizzato da questa scelta, anche se fanno capolino un paio di remix dal primo gioco (piccoli accenni di qualche nota più che altro), chi invece non ha provato l'originale troverà in questa versione GBA un apprezzabile accompagnamento. Come al solito le cuffie sono consigliate per una migliore riproduzione del suono. Anche i nuovi livelli si integrano perfettamente con il resto del gioco, tanto che a parte un paio di livelli che non ci sembrava di ricordare, il resto ci era apparso del tutto familiare. Con la comparsa di un nuovo boss ci siamo definitivamente resi conto dell’aggiunta del mondo. Si notano anche alcune aggiustatine ai livello di difficoltà. Alcuni passaggi sono stati semplificati, ed in generale il gioco scorre via senza troppi intoppi a parte qualche livello. Lo scorso episodio a questo proposito era decisamente più impegnativo.

Gli extra e i bonus

Per quanto riguarda il fattore “rigiocabilità”, il gioco nasconde come sempre una cospicua dose di segreti che spingono il giocatore a ripercorrere ogni livello fino a che non sarà stato esplorato ogni pixel. Per mezzo delle icone che segnaleranno la fine dello stage potrete scoprire se avete collezionato tutti i livelli bonus e se avrete raccolto anche i medaglioni DK custoditi gelosamente da Koin. La vostra dedizione sarà premiata con uno extra piuttosto sfizioso (lo stesso della versione SNES). Per finire completamente il gioco dovrete raccogliere ogni bonus e ogni moneta DK in ciascun livello, senza tralasciare nulla.
Tra il materiale aggiunto in questa versione segnaliamo alcune missioni da affrontare con i veicoli di Funky Kong, gli allenamenti nel Dojo di Crunky, ed un sottogioco realizzato in Mode 7 simile ai livelli bonus di Sonic 2 per Megadrive, dove dovrete raccogliere le stelle sparse all’interno di un tubo. Ovviamente i livelli di Sonic 2 erano molto più complessi, al contrario di questi che sono perfettamente dritti, e decisamente meno divertenti. Tutti extra di cui francamente potevamo anche fare a meno.

Donkey Kong Country 3
Donkey Kong Country 3

Donkey Kong Country3 chiude egregiamente una serie che ha fatto epoca. Nonostante non raggiunga le vette dei primi due episodi, il titolo conquista comunque il giocatore fino alla fine, e lo invoglia a rigiocare tutti gli stage nell’obiettivo di scovare i livelli bonus. Francamente ce lo ricordavamo più longevo, siamo riusciti a completare tutto nel giro di 10 ore, ma va detto che chi non conosce l’ubicazione dei bonus passerà parecchio tempo a setacciare ogni angolo dei livelli. Di sicuro 8 mondi non sono pochi. Se vi sono piaciuti i primi episodi, rimarrete soddisfatti anche di questo nuovo appuntamento, se invece siete estranei alla serie, vi consigliamo di recuperare i primi episodi per poi dedicarvi evantualmente a questo capitolo conclusivo.

    Pro:
  • Realizzazione tecnica buona
  • Gameplay collaudato e divertente
  • Aggiunto un nuovo mondo
    Contro:
  • Su Snes e TV è sempre meglio
  • Meno ispirato dei precedenti
  • Nessuna grande novità nella serie

Una volta i platform erano uno dei generi di maggior successo. Ne uscivano a bizzeffe: di belli, di brutti, di strani, e di quelli indimenticabili. Questi ultimi in genere erano Sega o Nintendo. La serie “Donkey Kong Country”, sviluppata da Rare allora ancora team interno Nintendo, fa senza dubbio parte di quelli indimenticabili. Il titolo originale uscì fuori dal nulla, se ne cominciò a parlare sulle riviste (internet era fantascienza) che era già pronto, e si impose saldatamene nel vasto universo dei platform. La grafica era fuori dal mondo, la colonna sonora da brividi, mentre il gioco era divertente, molto ben calibrato, ricco di livelli, segreti e buone trovate. Col secondo episodio Rare riuscì ad affinare e creare qualcosa di ancora migliore e segnò il limite massimo raggiunto da questa serie. Il terzo episodi di fatti è il più trascurato dei tre, forse a causa di un tempo di sviluppo più ridotto (il Nintendo 64 era arrivato) o forse perché si era già dato tutto nei primi episodi. Pur non raggiungendo l’equilibrio dei primi episodi, DKC3, rimane comunque un bel giocare.