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Double Dragon II: The Revenge

A vent'anni di distanza dall'uscita nelle sale giochi, Double Dragon II: The Revenge torna alla ribalta con una versione mobile che promette di regalare grandi emozioni tanto ai videogiocatori nostalgici, quanto a quelli più giovani. I fratelli Billy e Jimmy Lee sono ancora una volta al centro dell'azione, e stavolta devono vendicare il crudele assassinio della bella Marian. Riusciranno a sgominare le bande che governano la città?

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   30/07/2008

Realizzato nel 1987 da Technos, facendo tesoro dell'esperienza fatta con Renegade (molto meno conosciuto), Double Dragon è un titolo di grandissima importanza, un classico che ha posto le basi per il genere dei "picchiaduro a scorrimento". Dotato di un'ambientazione urbana "violenta", che strizzava l'occhio a film come Mad Max e The Warriors, il gioco faceva sfoggio di un character design pittoresco e affascinante, soprattutto per quanto concerne il gran numero di nemici da combattere. Il tutto era condito da una serie di manovre d'attacco (tra cui una versione ancora acerba delle prese) e da effetti sonori che riuscivano a rendere alla perfezione la sensazione di impatto dei colpi. Double Dragon II: The Revenge, uscito l'anno successivo, non faceva che cavalcare l'onda del successo del primo episodio, presentando un'impostazione identica e quasi nessuna innovazione se non una trama decisamente più cruda e triste: nelle prime battute, infatti, Marian viene uccisa a colpi di mitra e i fratelli Lee si lanciano in una spedizione punitiva che poco ha a che fare con la pace o la speranza.

Per questa riduzione del gioco, gli sviluppatori del team Qubic hanno dovuto per forza di cose tagliare la modalità multiplayer cooperativa, concentrando i propri sforzi sulla realizzazione dei numerosi sprite originali nonché delle location che andremo ad esplorare nel tentativo di sgominare le bande criminali. Pur non trattandosi del primo picchiaduro a scorrimento disponibile per cellulare, Double Dragon II: The Revenge propone un sistema di controllo per alcuni versi innovativo (grazie alle possibilità di personalizzazione), per altri decisamente limitato. Non si capisce perché, infatti, i pulsanti di attacco debbano essere due e dipendere dal contesto: uno per il colpo "frontale", un altro per quello "posteriore", senza possibilità di modifiche a meno di non voler usare il pulsante FIRE. Questo significa che dovremo agire su un tasto differente a seconda della posizione del personaggio: non esattamente una soluzione comoda e immediata, che spesso finirà per crearci dei problemi. Il joystick è deputato al movimento, mentre tutto il resto si trova di default nella parte bassa della tastiera numerica, con il tasto 8 per saltare e i tasti * e 0 rispettivamente per colpire a sinistra e a destra. Sulle prime, l'impressione è che le prese siano state brutalmente eliminate... mentre invece sono ancora lì, anche se metterle in pratica diventa più una questione di fortuna che altro. Quello che più colpisce (letteralmente) di questa conversione, comunque, è il grado di difficoltà: gli avversari sono molto scaltri e furbi, tendono ad abbassarsi quando effettuiamo dei calci volanti e attaccano prontamente non appena siamo a portata. Oltretutto, riesce difficile affidare la propria strategia alla profondità degli stage, magari attendendo che il nemico si allinei alla nostra posizione mentre già dispensiamo pugni a vuoto. Proseguire negli stage regala un certo numero di vite, questo è vero, ma non è possibile continuare: se si incorre nel game over, bisognerà ricominciare tutto daccapo, quasi un tabù al giorno d'oggi.

Passando alla realizzazione tecnica, purtroppo non ci troviamo di fronte a una conversione perfetta, tutt'altro: gli sprite sono molto piccoli e dotati di animazioni mediocri, mentre gli scenari non brillano per dettaglio e uso dei colori. Probabilmente la cosa migliore della grafica sta nella varietà dei nemici, decisamente al di sopra della media per il mobile gaming, mentre il comparto sonoro è costituito solo da una manciata di musiche MIDI discrete ma nulla più.

Conclusioni

Multiplayer.it
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Lettori
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Il tuo voto

Nonostante tutti gli anni che sono passati dalla sua uscita, un classico come Double Dragon II: The Revenge poteva fare molto bene su cellulare. Chiaramente, bisognava effettuare una conversione perfetta (visto che ormai le possibilità tecniche ci sono) e attuare delle modifiche atte a rendere l'esperienza un po' più attuale, soprattutto dal punto di vista della difficoltà e della longevità (vedi la mancata possibilità di continuare la partita...). Invece ci troviamo di fronte a un prodotto che tecnicamente lascia a desiderare, molto distante dalla qualità dell'originale e con alcune soluzioni quantomeno controverse per quanto concerne il sistema di controllo. Consigliato solo ai più inguaribili nostalgici, insomma.

PRO

CONTRO

PRO

  • È Double Dragon II
  • Un gran numero di nemici
  • Sfida impegnativa...

CONTRO

  • ...anche troppo
  • Sistema di controllo controverso
  • Tecnicamente al di sotto delle aspettative