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Everquest 2

Si torna online.

RECENSIONE di Matteo Caccialanza   —   13/12/2004
Everquest 2
Everquest 2
Everquest 2

Lusso visivo

Che Everquest 2 volesse dare un bello scossone allo standard tecnologico dei giochi di ruolo online, si era capito sin dal rilascio dei primi trailer e screenshots: non solo texture in alta risoluzione e ampio spolvero di effetti grafici di recente generazione, ma un significativo aumento del numero di poligoni in luogo di un genere che da sempre si affida più all’immaginazione dei giocatori che ad inseguirne i capricci estetici.
Badate, EQ2 non sarebbe all’altezza di un confronto con la gran parte del software rilasciato recentemente, ma è innegabile constatare un’evidente superiorità con il suo più immediato concorrente – World of Warcraft appunto – sebbene questo differenziale tecnologico debba pur essere pagato da qualcuno, nella fattispecie l’hardware di noi utenti.
Everquest 2 non è un gioco da installare sul notebook ed è ampiamente in grado di saturare le risorse dei sistemi più potenti senza ancora dare il meglio di sè, grazie a un’archittettura scalabile pensata per restare competitiva almeno per i prossimi tre anni.

Everquest 2

L’apprezzabile risultato è una grafica di notevole qualità e priva di difetti di particolare rilevanza, posto che sia gradita la sua impronta in qualche modo “fredda” e votata al fotorealismo, evidentemente agli antipodi del vibrante cromatismo e ricchezza di stile del titolo Blizzard. Dal punto di vista “artistico” infatti EQ2 non incanta e se pure paesaggi e “colpi d’occhio” suggestivi non mancano, difficilmente vi lascerete affascinare da una grafica che sembra fermamente intenzionata ad esplorare ogni possibile sfumatura e tono del grigio e del marrone.
Al contrario un particolare su cui il titolo Sony eccelle sono le animazioni dei personaggi: seppur discontinue in qualità a seconda delle razze dei personaggi, si dimostrano non solo ben all’altezza della situazione, ma soprattutto quantitativamente abbondanti e giustamente varie.
Non ci è ancora dato di vedere un MMORPG che faccia coerente uso di un motore fisico moderno che preveda una corretta implementazione delle collisioni, ma nonostante i paurosi colpi di spada che andiamo ad infliggere continuino più a fendere l’aria e che le carni dei nemici, l’effetto finale è sufficientemente appagante da non dar luogo a rimostranze di rilievo.
Concludendo la rassegna degli aspetti tecnici del gioco, un apprezzamento lo merita senz’altro il comparto audio: gli effetti sono sempre appropriati e mai sopra le righe, così come la bellissima colonna sonora orchestrale, anche se le sue continue tonalità epiche suonano in qualche modo fuori luogo mentre abbattiamo un albero o diamo la caccia ai ratti.
Infine come non citare l’inaspettata abbondanza di parlato registrato, probabilmente colpevole in percentuale non trascurabile dell’immane installazione da oltre 7 GigaByte…

Everquest 2

Potrà sembrarvi un vezzo trascurabile, ma la loro introduzione contribuisce a rendere gli NPC più “vivi” e più simili a quelli degli RPG tradizionali, piuttosto che agli acefali automi tutti uguali cui il genere massivamenteonline ci ha abituato.

Avere un ruolo a questo mondo

Vediamo ora di affrontare le caratteristiche prettamente “ruolistiche” del gioco, cercando di evidenziarne le principali differenze con il passato e con l’attuale concorrenza.
Un interessante particolare è apprezzabile sin dall’iniziale generazione del personaggio e riguarda la rimozione delle limitazioni di accesso alle classi per razza. Il che, tradotto in un Italiano più comprensibile ai profani dei giochi di ruolo, consiste sostanzialmente nel poter intraprendere qualsoasi carriera, dal mago al guerriero, indipendentemente dalla razza prescelta.
Creare uno stregone Troll potrà non essere la scelta più intelligente dati i modificatori razziali non esattamente favorevoli, ma apriori tutto è possibile. Le limitazioni che subentrano sono altre, come ad esempio l’allineamento, che in EQ2, oltre ad essere una scelta esplicita e binaria (Bene o Male) è – giustamente – strettamente vincolato per alcune razze. Il nostro buon (si fa per dire) Troll ad esempio, oltre ad appartenere ad una specie decisamente stupida, sarà inevitabilmente malvagio dalla punta delle orecchie a punta alle unghie dei suoi brutti piedoni squamati.

Everquest 2

Si tratta di un vincolo piuttosto importante, ma a nostro modo di vedere necessario: ogni personaggio infatti, terminate le iniziali quest di addestramento, verrà automaticamente trasferito, non già in base alla sua razza o al popolo di appartenenza, ma esclusivamente in base al suo allineamento, in una delle due città principali del gioco. Costringere i Troll ad essere malvagi, ha quantomeno il vantaggio di evitare orde di grotteschi umanoidi dalla rossiccia pelle a scaglie che si aggirano ostentando indifferenza nell’immacolato candore dell’innocente Qeynos. L’effetto sarebbe stato almeno all’altezza della vista degli onestissimi Tauren di World of Warcraft che sguazzano lietamente nei liquami dell’Undercity non-morta…
La presenza di due sole città di partenza ha però il suo rovescio della medaglia: in particolare appiattisce gran parte del facino dell’esplorazione che spesso è il motore che spinge i giocatori ad aggirarsi per il mondo virtuale del gioco, alla scoperta di nuove razze e delle loro città. L’intero background alla base di Everquest risulta sminuito dal trovarsi ammucchiati nella medesima città assieme a tutti gli altri buoni o cattivi. Per quanto Freeport e Qeynos siano delle vere e proprie metropoli, si deve ammettere che i molteplici starting point di World of Warcraft danno tutto un altro sapore all’ambientazione, valorizzandola e introducendo maggiore varietà, almeno per quanto riguarda le fasi iniziali.

Everquest 2

Tornando alla generazione dei personaggi, possiamo constatare come il nome Everquest continui a legarsi al concetto di ampia libertà di scelta: le razze selezionabili sono ben 16 fra cui, in ossequio alla sempre più popolare moda dei personaggi “animaleschi”, la new entry dei Ratonga, uomini-topo esteticamente molto simili agli Skaven del mondo di Warhammer, evidentemente i comprimari mancanti ai vecchi uomini-gatto, per l’occasione ribattezzati Kerra.

Cappa, spada e magia

Abbiamo citato il sistema di combattimento, non possiamo certo esimerci dall’approfondire la questione.
Il meccanismo su cui si bassa è la canonica divisione in turni condivisa (sfortunatamente) dalla gran parte dei MMORPG. Titoli in qualche modo coraggiosi come Neocron sono riusciti a proporre - anche con discreto successo - il combattimento in tempo reale, ma attualmente sembra che la strada intrapresa resti quella del “click & watch”, che comunque svolge bene il suo lavoro.
Nel caso di EQ2 c’è stato spazio anche per qualche percettibile miglioramento: ad esempio ora è bene visibile al giocatore se un dato mostro è solo o appartiene a un gruppo che gli presterà man forte una volta attaccato.

Everquest 2

Un’interessante aggiunta al gameplay è l’introduzione delle cosiddette Heroic Opportunity, che in sintesi si traducono in devastanti combo di abilità speciali del nostro personaggio, attivate da determinati eventi durante un combattimento.
Piuttosto efficaci in solitario, si rivelano sfortunatamente meno giocabili in gruppo a causa dell’intrinseca disorganizzazione di gran parte delle “coterie” improvvisate cui si partecipa al di fuori della propria gilda: è sostanzialmente impossibile che la nostra concatenazione di attacchi (che prende il suo tempo per essere eseguita) giunga a compimento esprimendo il suo massimo potenziale su un nemico, perché immancabilmenta i nostri compagni tenderanno a finirlo al posto nostro, di fatto vanificando i nostri sforzi e sprecando energie che sarebbe stato possibile rivolgere altrove.
Il tutto rientra in una certa profondità tattica che EQ2 può legittimamente rivendicare nei confronti di altri titoli, nonostante il suo contributo innovativo al genere resti minimo.
Curiosamente, il carattere generale di un MMORPG può essere evinto da alcuni suoi tratti particolari, come la gestione della morte dei personaggi.

Everquest 2

Titoli estremamente hardcore, come Eve Online, la traducono quasi sempre in una perdita economica o di esperienza di proporzioni significative, mentre esistono esempi sostanzialmente opposti, dove il trapasso del proprio alter-ego non è che un fastidioso contrattempo da affrontare con una smorfia e una scrollata di spalle.
In qualità di MMOG rivolto al grande pubblico, Everquest 2 tende maggiormente alla seconda categoria, pur dando prova di notevole equilibrio, proponendo un incrocio di concept vecchi e nuovi.
Vengono come sempre applicate le classiche penalità di esperienza ed equipaggiamento, premiando il giocatore se è disposto a tornare sul luogo della morte. La novità è che invece di utilizzare i soliti bind point, il nostro eroe viene agevolato permettendogli di selezionare dove rinascere nei pressi del luogo in cui è rimasto accoppato. Una soluzione che consente un notevole risparmio di tempo, pur senza rimuovere del tutto il deterrente che la morte deve rappresentare.

Commento

Everquest 2 risponde a tutti i requisiti che un sequel dovrebbe soddisfare, proponendo la giusta dose di contenuti inediti e di piccole correzioni di cui il vetusto antenato ormai necessitava.
I grandi passi avanti dal punto di vista tecnologico sono solo minimamente oscurati da alcune lacune di game design che dovranno però essere colmate per non rischiare che il gioco si dimostri già "concettualmente vecchio" rispetto alla concorrenza.
Un prodotto onesto quindi, degno del ruolo destinato a ricoprire nella scena MassMOG.
Ma se sono l'originalità e lo spirito di pionieristica innovazione che apprezzate di questo genere, si tratta di qualità che dovrete ricercare altrove.

    Pro:
  • Grafica all'avanguardia
  • Grande comparto sonoro
  • Gameplay ampiamente collaudato, "garantito sicuro"
  • Numeri importanti: 16 razze, 48 classi per 100 livelli, 160 mostri unici!
    Contro:
  • Innovazione nulla
  • Concettualmente arretrato nei confronti dell'immediata concorrenza
  • PvP praticamente assente

Altra novità degna di nota sono gli anfibi Froglocks, per quanto non ancora impiegabili come personaggi giocanti.
Molto divertente da usare è il tool di configurazione dell’aspetto del personaggio stesso, di cui possiamo modificare non solo i tratti più grossolani come il colore della pelle e l’acconciatura dei capelli, ma tutta una serie di parametri che vanno dalla larghezza della mascella, la lunghezza del mento e del naso, la vicinanza degli occhi ecc. Un vero peccato che le differenze in tal modo prodotte siano apprezzabili solo a distanza estremamente ravvicinata.

Everquest 2

Ad ogni modo il notevole numero di razze per l’incredibile varietà di classi (ben 48!) dà vita a un potenziale di combinazioni sterminato, con un conseguente aumento delle possibilità di personalizzazione, anche se va detto che la gran parte di questo numero si riferisce alle singole specializzaizoni dei soliti archetipi di base (priest, mage, fighter, scout). Contrariamente alle semplificazioni introdotte da Blizzard infatti, EQ2 mantiene il tradizionale sistema secondo il quale i personaggi neonati sono “neutri”, e anche una volta scelto l’archetipo iniziale, rimandano qualunque scelta di grande impatto sul proprio futuro. Si può quindi parlare di reale personalizzazione solo dopo aver accumulato sufficiente esperienza da poter indirizzare lo sviluppo del personaggio oltre i binari prestabiliti del suo sviluppo iniziale, provvedendo personalmente all’acquisto di skill diverse da quelle automaticamente ottenute passando di livello.
Tangibile lo sforzo profuso nella crezione di quest che, secondo un trend che coinvolge tutti i MMORPG di recente commercializzazione, facilitano in modo consistente la vita dei personaggi inesperti, non più lasciati a loro stessi. Meno comprensibile la scelta di non impedire la condivisione delle quest medesime con altri giocatori, di fatto costringendo tutti i membri di un gruppo ad attivarla parlando con il corrispondente NPC e a portarne a termine i singoli passaggi personalmente.
Un altro difetto in attesa di auspicabili correzioni è il design del journal, indispensabile strumento per tener traccia delle missioni intraprese. La mancanza di indicazioni geografiche relative ai nostri obiettivi costringe immancabilmente a lunghe ed estenuanti sessioni esplorative, per poi scoprire che il luogo da noi cercato era in realtà a due passi. Parimenti l’assenza di qualsivoglia riferimento sullo stato di completamento delle quest (o se almeno sono state concluse con successo in modo da poter tornare trionfanti dall’NPC committente) comporta la costante compagnia di carta e penna per prendere appunti.

Everquest 2

Nonostante questi limiti di game design, il gioco si dimostra comunque versatile e ben bilanciato per quanto riguarda le classiche attività del “carebear”, ovvero del giocatore medio interessato esclusivamente a guadagnare esperienza uccidendo mostri e risolvendo quest.
Il settore in cui EQ2 si dimostra carente, almeno per il momento, è il PvP, praticamente assente. Le ragioni sono molteplici, non ultima, ancora una volta, la scelta di dividere i personaggi potenzialmente in grado di combattersi, in due città geograficamente così lontane.

Appartenere ai “buoni” o ai “cattivi”, al di là del semplice aspetto della propria città di appartenenza, pare del tutto ininfluente ai fini del gioco

Appartenere ai “buoni” o ai “cattivi”, al di là del semplice aspetto della propria città di appartenenza, pare del tutto ininfluente ai fini del gioco e in attesa di qualche “game event” organizzato dai GM che comporti qualche sano scontro fra giocatori, l’unica forma di competizione resta la concorernza indiretta che si viene a creare fra le gilde per il numero e l’importanza di quest risolte dai propri membri ai fini di una classifica ufficiale.
Se il Player versus Player lascia a desiderare, la metodologia di crafting (creazione di oggetti) è invece piuttoosto innovativa e mira a sopprimere dall’alto l’uso delle macro, che permettono di guadagnare soldi senza essere fisicamente davanti allo schermo. Le professioni artigianali sono ora concettualmente simili a quelle di combattimento, inclusi livelli di esperienza e persino pericoli, in quanto il processo di costruzione di un oggetto comporta eventi cui è necessario rispondere in tempo reale per evitare incidenti che pregiudichino la qualità dell’oggetto stesso o causino il ferimento (o la morte) del nostro personaggio.

Everquest 2
Everquest 2

Un mondo che cambia

Legittimo successore di Ultima Online, Everquest fu il primo MMORPG (o più generalmente MassMOG, come è di moda chiamarli ultimamente) a superare il successo dell’indimenticato capostipite nato in seno all’illustre scomparsa per eccellenza, Origin.
Con un capitale da gestire di almeno mezzo milione di giocatori, ciascuno con in testa un’idea piuttosto precisa su cosa debba o non debba essere “Everquest”, sarebbe ingenuo attendersi nel sequel qualche forma di innovazione che minimamente si allontani da un aggiornamento incrementale di meccaniche di gioco già più che radicate.
Del resto fu proprio Everquest a fissare il modello di riferimento per gli RPG online, modello che passando di sviluppatore in sviluppatore è andato via via raffinandosi fino alle sue più recenti evoluzioni, World of Warcraft e Everquest 2 medesimo. Nessuno dei due ha rivoluzionato il genere, ma come vedremo nel corso della recensione, EQ2 dimostra se non altro di non nutrire alcun interesse in un rinnovo nel gameplay, puntando piuttosto a un consolidamento della sua attuale “quota” di giocatori, forte di un salto tecnologico finora estraneo (o quasi) al mondo dei MassMOG.