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Ganryu 2, la recensione del seguito di un gioco che non ricorda nessuno

La recensione di Ganryu 2, il seguito che nessuno si aspettava di un gioco ricordato solo dagli appassionati di retrogaming e di Neo Geo in particolare.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   22/04/2022

Gli ultimi anni hanno visto l'uscita di diversi seguiti improbabili di giochi che ricordavamo in pochi, tra lo sparatutto classico Andro Dunos 2, l'arcade sportivo a base di frisbee Windjammers 2 e ora Ganryu 2, figlio di un platform action simil Shinobi mescolato a Strider, pubblicato per Neo Geo nel 1999, ossia in un periodo in cui l'hardware di SNK era già sul viale del tramonto.

Interessante il fatto che in tutti i casi citati si sia scelto di realizzare dei nuovi capitoli il più aderenti possibili agli originali, quindi tutti giochi 2D che riprendono le meccaniche e lo stile dei predecessori, evitando di puntare su di un feeling più moderno per tentare di accontentare tutti. Nel caso del titolo di Storybird Studio però, qualcosa è andato bene e qualcosa male, come potrete leggere nella recensione di Ganryu 2.

Dal 1999 al 2022

Alcuni paesaggi sono molto belli
Alcuni paesaggi sono molto belli

Il Ganryu originale ci vedeva vestire i panni di Miyamoto Musashi nella sua lotta contro un resuscitato Sasaki Kojirō, che veniva inevitabilmente sconfitto alla fine dell'avventura (durava poco più di venti minuti, ma erano venti minuti davvero tosti). Pur se riletto in chiave videoludica, il gioco partiva da un evento noto e amatissimo della storia giapponese, per costruirci sopra un racconto fantastico. In Ganryu 2 troviamo Musashi ormai ritiratosi nella provincia di Hokkaido per dedicarsi all'arte e alla cultura. Purtroppo per lui, in qualche modo Kojirō è riuscito a tornare e ha deciso di vendicarsi, sfidandolo a raggiungerlo sull'isola di Ganryū-jima, che si trova dall'altra parte del Giappone.

Dopo la breve introduzione, Musashi inizia il suo difficile viaggio... e qui già possiamo notare una differenza sostanziale rispetto al primo capitolo: non c'è più Suzume, il secondo personaggio selezionabile. Prendendo il controller in mano notiamo altre differenze: l'ibridazione con Strider è sparita e il nostro eroe è molto meno agile che in passato, nonostante abbia più mosse a sua disposizione.

Quindi non solo può attaccare con la spada e con diversi tipi di kunai, ma può anche scattare in avanti, compiere balzi doppi e usare delle abilità speciali attivabili dopo aver raccolto abbastanza kami, delle essenze spirituali che vengono lasciate dai nemici quando uccisi o che si trovano nei contenitori sparsi per il gioco. Detto questo, bastano pochi secondi per comprendere che ci troviamo di fronte a un hack'n'slash puro, in cui si salta tra le piattaforme e si eliminano i nemici che appaiono dal nulla, cercando di conservare il più possibile la barra dell'energia.

In breve ci si rende conto anche di un altro dettaglio: è molto difficile. Gli sviluppatori hanno guardato moltissimo al modello arcade da questo punto di vista, scegliendo di far sudare al giocatore ogni singolo livello, tra passaggi particolarmente ostici, sezioni in cui è richiesta una grande precisione, come quella della corsa sui carrelli minerari, e altre che prendono in prestito dinamiche di altri generi, come ad esempio gli sparatutto a scorrimento orizzontale.

Gameplay

Il gioco è francese, ma è pregno di cultura giapponese
Il gioco è francese, ma è pregno di cultura giapponese

Il gameplay ci vede quindi avanzare lungo cinque livelli lineari, divisi a loro volta in stage, cercando di anticipare il più possibile gli avversari, sia colpendoli il prima possibile, sia studiando i modi migliori per schivarne i colpi senza finire in qualche trappola. I nemici sono principalmente dei ninja, anch'essi dotati di spade e kunai, e diverse specie di demoni, compresi alcuni boss davvero ostici di cui vanno imparati a memoria gli schemi d'attacco se si vuole avere la speranza di avere la meglio.

Fin qui abbiamo descritto un gioco che in fondo fa il suo dovere, cerando di accontentare i nostalgici delle sala giochi e chi apprezza ancora oggi un buon arcade, se non fosse che alcuni problemi ci hanno abbastanza indisposti. Il più fastidioso è quello degli input mancati: in diversi casi abbiamo subito dei danni perché, pur avendo premuto il tasto di attacco con la spada o quello di salto, il nostro buon samurai ha deciso di starsene fermo, senza fare niente. Non è capitato spessissimo, ma in un gioco in cui ogni errore si può pagare con la vita o con la perdita di preziosa energia, è stato comunque troppo. Un altro problema è di natura più prettamente tecnica: Ganryu 2 è presentato in una pixel art altalenante, ossia gli sviluppatori hanno realizzato degli elementi davvero molto bene, mentre altri sono decisamente poveri.

Alcuni passaggi sono davvero difficili
Alcuni passaggi sono davvero difficili

In linea di massima ci si potrebbe accontentare, perché alcune cose sono davvero d'effetto, come le animazioni dei colpi di spada di Musashi o certi paesaggi, se non fosse che altre lasciano interdetti. Ad esempio in alcuni frangenti mancano dei frame di animazione, come quando si salta da parete a parete oppure quando si entra nei carrelli ferroviari, mentre in altri si fa un ricorso ossessivo al riutilizzo degli stessi elementi. Un terzo difetto, in questo caso di natura più meccanica, è l'impossibilità di osservare i dintorni di Musashi usando magari lo stick analogico di destra. Il problema è che in questo modo capita di doversi gettare letteralmente nel vuoto, senza sapere cosa ci sia sotto. Più volte c'è capitato di finire sopra dei nemici o dentro delle trappole perché non avevamo avuto modo di guardarci intorno, com'è ormai possibile nella maggior parte dei platform 2D.

Certo, l'esperienza protegge dalle situazioni più pericolose, nel senso che dopo aver imparato la conformazione dei livelli, nemici compresi, si riesce a sopperire tranquillamente alla mancanza d'informazioni visive. Comunque sia, un certo senso di frustrazione è inevitabile quando si incappa per la prima volta in un punto morto.

Conclusioni

Detto questo non vogliamo assolutamente demoralizzarvi. Ganryu 2 è tutt'altro che un capolavoro. In certi aspetti è addirittura inferiore al predecessore. Allo stesso tempo però non è un brutto gioco e si lascia apprezzare per la sua natura estremamente rispettosa del pubblico a cui si rivolge. Semplicemente avrebbe avuto bisogno di più tempo, e probabilmente di più risorse, per qualche rifinitura supplementare, visto che i problemi riscontrati sono risolvibili. C'è anche da dire che titoli di questo genere non sono più molto frequenti, quindi gli appassionati potrebbero tranquillamente chiudere un occhio e godersi quella che rimane una buona esperienza classica.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
7.0
Lettori (6)
6.6
Il tuo voto

Ganryu 2 è un titolo con alti e bassi, pieno di situazioni che non mancheranno di appassionare gli amanti degli arcade, ma allo stesso tempo frenato da una serie di problemi che gli impedisce di raggiungere l'eccellenza. È un buon gioco che guarda al passato senza pretendere di superarlo in alcun modo, rifuggendo anzi ogni forma di modernità. In un certo senso è splendidamente superfluo e fuori tempo, un altro magnifico anacronismo di questa nostra epoca in cui passato e presente convergono inesorabilmente.

PRO

  • Un buon tributo a classici come Shinobi
  • Difficoltà da arcade di razza
  • Pixel art a tratti eccellente

CONTRO

  • Qualche input perduto chissà dove
  • I salti nel vuoto
  • Pixel art a tratti pessima