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Lost in Random, la recensione del lungo viaggio di Even alla ricerca della sorella Odd

Da Primagoria a Sest'Incanto, abbiamo accompagnato Even nel suo lungo viaggio alla ricerca della sorella Odd: la nostra recensione di Lost in Random.

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   10/09/2021

Nel mondo di Alea non esiste nulla di più democratico del caso. Tutto è nato, vissuto e ha prosperato attorno a questo concetto, persino quando l'era dei dadomastri è andata incontro al suo declino e la popolazione ha visto l'ascesa di una crudele regina. Anche in quel momento, forse più che in altri, il caso è stato il cuore di tutto. Almeno finché una ragazzina, sola contro tutti e accompagnata da un piccolo dado animato, ha sfidato l'onnipotenza della regina per salvare la sorella da un tragico destino.

Lost in Random racconta la storia di Even e Odd, mettendo in scena una fiaba che per tinte cupe ed estetica potrebbe entrare di diritto nel repertorio di Tim Burton. Ad essa affianca un gameplay piuttosto originale, sebbene ripetitivo alla lunga, ma soddisfacente nel complesso e aperto alla sperimentazione. Lo studio di sviluppo svedese Zoink Games, già autore del bellissimo Fe, ha confezionato un'esperienza di media longevità, perfetta per quello che vuole raccontare, e ha trovato il suo giusto spazio nel catalogo EA Originals che quest'anno ha già saputo offrirci l'ottimo It Takes Two. Una cosiddetta piccola gemma che merita di essere giocata.

Per la recensione di Lost in Random abbiamo giocato su PS5 in retrocompatibilità.

Lunga vita ad Alea

Lost in Random, ad Alea nulla è più importante del caso
Lost in Random, ad Alea nulla è più importante del caso

La storia di Lost in Random parte da un passato lontano, un passato glorioso in cui i dadomastri, assieme ai fidi dadi, partecipavano a sfide epiche dove la posta in palio era la loro stessa vita. Un'epoca florida che, come tutti, ha trovato prima o poi la sua brusca fine, permettendo l'ascesa di una crudele regina la cui volontà si estende su tutti e sei i reami. Per decreto reale, infatti, ogni bambino che compie i dodici anni è costretto a tirare un misterioso dado nero dal quale dipenderà il suo futuro: il numero uscito indicherà il reame dove sarà costretto a passare il resto della sua vita, eventualmente separato dai suoi affetti, perché il caso è infallibile e comunque nessuno potrebbe opporvisi.

Tranne le sorelle Even e Odd che nel fatidico giorno, aiutate dai genitori, cercano di nascondersi: in realtà l'unica in pericolo è Odd, avendo compiuto lei dodici anni, ma nonostante i tentativi di sfuggire al braccio destro della regina, l'altrettanto temibile Tata Fortuna, Odd viene catturata e il suo destino deciso. Dovrà andare a Sestin'Incanto, teoricamente il luogo in cui tutti vorrebbero vivere, l'utopia fatata dell'intera Alea. Nonostante nessuno possa impedire che le due sorelle vengano separate, Even non ha mai smesso di pensare a Odd finché, un anno dopo, uno spettro la guiderà nei primi passi di un viaggio indimenticabile intrapreso per salvarla. Lungo il percorso incontrerà Dicey, un piccolo dado animato che diventerà il suo inseparabile compagno, e assieme attraverseranno tutti i reami per arrivare al cospetto della regina e porre fine al suo incontrastato dominio.

Lost in Random è una fiaba dalle tinte molto cupe, che ricorda da vicino i lavori di Tim Burton e in particolare The Nightmare Before Christmas, a cui si avvicina anche per la sua peculiare estetica. Il viaggio di Even e Dicey è ricco di fascino e mistero, caratterizzato da personaggi bizzarri e proprio per questo memorabili, pericoli di ogni sorta e momenti di genuina commozione. Il ritmo prosegue senza particolari rallentamenti, neppure quando ci si dedica a completare le mappe trovando tutti i segreti e accettando le missioni secondarie. Solo i combattimenti, peraltro uno degli aspetti più originali del gioco, alla lunga soffrono di una certa ripetitività e ridondanza, ma la curiosità di sapere come si concluderanno le vicende riesce sempre a relegare il tutto in un angolo della mente. Ce ne rendiamo conto, e soprattutto nelle ultimissime battute abbiamo sentito un po' la stanchezza, tuttavia il caso attorno al quale ruota l'intero sistema di combattimento riesce a mantenerli imprevedibili.

Il potere del caso

Lost in Random, Dicey è essenziale nel combattimento
Lost in Random, Dicey è essenziale nel combattimento

Lost in Random è un gioco che, molto semplicemente, si divide tra esplorazione e combattimento: ogni reame è un micromondo tutto nuovo e da esplorare, sia per raccogliere monete e collezionabili sia per offrire il nostro aiuto a eventuali cittadini in difficoltà. Ciascuno, da Primagoria a Sest'Incanto, fa del proprio nome la sua caratteristica principale: a Borgodoppio, per esempio, gli abitanti hanno una doppia personalità che dipende, come sempre, dai lanci di dado della regina. A Triscordia, similmente, la costante guerra fra tre fratelli viene portata avanti una mossa alla volta in base al tiro del temibile dado nero. Tutti, però, sono in qualche modo schiavi della regina ed Even, nel suo viaggio, si preoccuperà anche di riportare un minimo di pace in reami un tempo prosperi.

Quando non siamo impegnati a esplorare per racimolare denaro, aiutare i bisognosi e trovare le pagine di un libro che, nella sua interezza, approfondirà un po' la trama, combatteremo contro le armate della regina che cercano in ogni modo di fermare la nostra avanzata. Una bambina contro dei soldati corazzati non ha possibilità e difatti Even da sola, armata di una semplice fionda, non può pressoché nulla. Per questo al suo fianco troviamo Dicey, un dado animato risalente a tempi antichi i cui poteri permettono di utilizzare carte magiche che andranno a costituire la forza di Even. Il sistema di combattimento ruota attorno a una mutua collaborazione tra i due, ma si basa soprattutto sul caso: dai nemici possiamo raccogliere i cristalli necessari a caricare l'energia del dado e, nel momento in cui anche solo una carta del nostro mazzo è pronta, lanciarlo per dar vita al combattimento vero e proprio.

Lost in Random, Even e Dicey non dovranno vedersela solo con i soldati della regina
Lost in Random, Even e Dicey non dovranno vedersela solo con i soldati della regina

In base al risultato ottenuto, alle carte presenti nel mazzo e alla pesca di ogni singola mano dovremo adattare la nostra strategia per ottenere il massimo con i punti a disposizione. Può persino capitare una mano sfortunata abbinata a un tiro troppo basso, che non ci lascia scelta se non riprendere a raccogliere cristalli e fare un secondo tentativo. Grazie a questo stratagemma, gli scontri in Lost in Random non sono mai prevedibili poiché dipendono totalmente dalla nostra fortuna (e da una certa bravura nel comporre il mazzo, questo sì) ma, pur nella loro imprevedibilità, alla lunga cedono il passo a una certa ridondanza - dovuta soprattutto al fatto che la quantità di carte a disposizione non si sente mai davvero necessaria.

Il mazzo può contare un massimo di quindici carte e, a patto di averle a disposizione, una stessa carta può essere inserita più volte. Si possono guadagnare completando alcune sfide sul campo ma soprattutto si acquistano nel relativo negozio in cambio di monete. Il nostro fido rivenditore parte da una base fissa, che aumenta grazie agli spacchettamenti: no, non stiamo parlando di sistemi di monetizzazione inseriti a tradimento nel gioco. Semplicemente, spendendo un tot di denaro, riempiremo un indicatore che una volta completo ci darà la possibilità di spacchettare uno dei gruppi di carte a disposizione, suddivisi per tipologie: il loro contenuto, com'è ovvio, è casuale ma sta a noi decidere se preferiamo, ad esempio, carte pericolo per mettere in difficoltà i nemici con trappole di sorta, oppure carte arma per andare di pura e semplice forza bruta. Il venditore mette di volta in volta a disposizione tre delle cinque tipologie a disposizione, per un totale di trentaquattro carte da raccogliere (esclusi i doppioni): un numero equo soprattutto perché, come già accennato, a dispetto della varietà di combinazioni offerta è difficile lasciarsi tentare da altro una volta trovata la propria composizione - che nel nostro caso si focalizzava sul danno nudo e crudo con archi, spade, martelli e lance, affiancate da qualche carta danno e trucco.

Lost in Random, Eve e Dicey arrivano a Borgodoppio
Lost in Random, Eve e Dicey arrivano a Borgodoppio

L'esperienza che ne deriva è nel complesso soddisfacente, seppur non particolarmente impegnativa: tutto sta nell'avere a disposizione almeno una carte con cui poter arrecare danno ai nemici, il resto si costruisce con il tempo e la fortuna di acquistare quelle giuste dal rivenditore. Come abbiamo scritto, il caso regola tutto ad Alea e noi possiamo solo assecondarlo. La maggior parte degli scontri sono a favore di trama, alcuni di questi soprattutto verso la fine possono farsi serrati, ma c'è anche qualche occasione extra in cui combattere perché stiamo esplorando, o per salvare qualcuno in difficoltà. Le tipologie di nemici non sono molto varie e si evolvono poi in una loro versione potenziata, mentre ci sono un paio di boss fight particolari (una nello specifico che non è solo di combattimento, mettiamola così).

La mancanza di varietà si percepisce però soprattutto nei PNG, che tendono a ripetersi tanto spesso, sebbene a un certo punto si inizi a non farci più caso. A differenza del fatto che Even, pur avendo una propria voce in gioco, quando si trova a dover parlare con altri personaggi in una serie di dialoghi a scelta multipla non apra bocca. Un peccato, perché Lost in Random è caratterizzato anche dall'ironia e dalla sfacciataggine della sua giovane protagonista, che sarebbe stato bello sentire verbalizzata in ogni suo aspetto.

A variare un po' il flusso di esplorazione e combattimento ci sono degli occasionali giochi da tavolo, ognuno diverso dall'altro ma comunque legati al caso e al lancio di dado. In questi casi, il risultato non inficerà solo la nostre possibilità in combattimento (perché sì, si combatte persino in questi casi) ma anche di quante caselle si muoverà la pedina che dovremo gestire per quella sessione. Ogni gioco da tavolo ha delle caselle speciali, arrivando sulle quali attiveremo il relativo effetto che può essere positivo o negativo. Sono una variazione gradita e tutto sommato attesa, in un gioco che fa dell'utilizzo di un dado il suo nucleo primario.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.8
Lettori (23)
7.3
Il tuo voto

Lost in Random è un gioco molto interessante, costruito attorno a un concetto originale e ad esso legato fino alla fine, nel bene come nel male: i combattimenti, seppur imprevedibili nel modo in cui andremo ad affrontarli, alla lunga cedono alla ripetitività e alla ridondanza dovuta soprattutto all'assenza di particolari nemici che obbligano alla costruzione di un mazzo omogeneo. Poche giuste carte bastano a portarci fino ai titoli di coda e le volte in cui abbiamo cambiato la composizione è stato soprattutto per sperimentare o velocizzare certi processi. La varietà dei nemici è contenuta, ma si percepisce meno rispetto a una serie di personaggi non giocanti fin troppo comune ai vari regni, con poche variazioni sul tema. Spiace che Even non sia stata doppiata fino in fondo e che durante le interazioni comuni con i cittadini non vocalizzi le risposte né reagisca in generale, limitandosi a essere un pupazzo quasi immoto fino alla fine del discorso. Soprattutto perché la storia messa in scena da Zoink è veramente piacevole, con un picco sul finale che la rende dolceamara in pieno stile Tim Burton - dal quale si lascia ispirare anche per lo stile artistico. Una bella fiaba dalle tinte cupe che racconta l'epopea di una ragazzina e del suo dado, uniti insieme per mettere fine al regno di terrore della regina.

PRO

  • Sistema di combattimento originale
  • Reami ben diversificati e unici nelle loro idee
  • Una bella fiaba dalle tinte cupe, in pieno stile Tim Burton
  • Comparto artistico a sua volta ispirato alle opere del regista

CONTRO

  • Poca varietà nei PNG, che tendono a ripetersi spesso
  • Alla lunga i combattimenti si fanno ripetitivi e ridondanti
  • Nonostante la varietà di carte, non si sente molto la necessità di sperimentare