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Myst, la recensione del remake su Xbox Game Pass

Myst è tornato in una forma nuova su Xbox Game Pass, diamo un'occhiata in questa revisione di un vero classico nella recensione del remake

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   06/09/2021
Myst
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Scrivere una recensione di Myst non può che mettere una certa soggezione, considerando che si tratta di un capolavoro, un vero classico che ha contribuito a costruire la storia dell'intero medium in questione. Dunque ci concentriamo soprattutto sull'operazione remake portata a termine da Cyan Worlds e in particolare su questa ulteriore rielaborazione effettuata a partire dalla versione VR e lanciata direttamente su Xbox Game Pass. La scelta di uscire direttamente nel catalogo del servizio Microsoft è peraltro geniale, visto che un'operazione del genere poteva essere anche piuttosto rischiosa da piazzare sul mercato come titolo standard, ma rappresenta invece un'aggiunta di grande valore all'offerta su abbonamento. Questo ci porta a consigliarlo praticamente a tutti gli utenti Game Pass perché è un gioco ideale per staccare dai ritmi di molti titoli moderni e riscoprire l'enigmistica nella sua forma più pura e originale.

Myst ha una lunga storia di remake ed edizioni diverse, a partire dalla versione originale del 1993. Fu un grande successo, sia per il suo indiscutibile valore in termini di puzzle che per le soluzioni tecnologiche adottate, cavalcando l'onda del CD-ROM con la sua impressionante grafica 3D pre-renderizzata e le sequenze in Full Motion Video, tanto da portare a vari seguiti e alla riproposizione dell'originale in nuove forme.

La Masterpiece Edition arrivò nel 1999 portando poche evoluzioni tecniche, al contrario di RealMyst dei primi 2000, che introdusse per la prima volta il 3D in tempo reale, successivamente evoluto con RealMyst: Masterpiece Edition nel 2014. Il nuovo Myst che trattiamo in questo articolo è un'altra iniziativa ancora: si tratta dell'adattamento per display standard della versione elaborata nel 2020 per la realtà virtuale, ulteriormente rimaneggiata con alcuni miglioramenti grafici.

Una storia strana e affascinante

Gli effetti di luce e nebbia di Myst Remake sono davvero gradevoli
Gli effetti di luce e nebbia di Myst Remake sono davvero gradevoli

Dal punto di vista della storia e della narrazione, così come anche degli enigmi presenti, il nuovo Myst replica precisamente l'originale, trattandosi di un remake esclusivamente tecnico tra grafica e audio. Il racconto è tutto basato su dei libri e la narrazione stessa fa ampio uso del testo scritto nel corso del gioco (tradotto interamente in italiano), con una soluzione forse un po' desueta al giorno d'oggi, ma che resta particolarmente efficace, specialmente se i libri hanno una funzione fondamentale come in questo caso. I volumi, nel gioco, contengono diverse ambientazioni e fungono da portali per raggiungere le "ere" in cui si svolge l'avventura, come veri e propri mondi che prendono vita dalla carta stampata. Il protagonista senza nome si ritrova improvvisamente in possesso del libro Myst e viene proiettato all'interno di questa strana dimensione, cercando di venire a capo dei suoi misteri e di aiutare (o forse no) due uomini chiamati Sirrus e Achenar, figli di Atrus - il quale sembra essere il creatore o lo scopritore delle varie ere - e imprigionati per qualche motivo ognuno all'interno di un proprio libro.

Al di là di poche sequenze d'intermezzo, la storia resta sempre piuttosto ermetica, spezzettata tra i documenti che si trovano in giro per le isole e in gran parte affidata all'interpretazione libera del giocatore.

Myst Remake è probabilmente la versione più avanzata e ricca, dal punto di vista della grafica
Myst Remake è probabilmente la versione più avanzata e ricca, dal punto di vista della grafica

È anche questa una caratteristica peculiare di Myst, che pone gli enigmi al centro dell'attenzione e cerca di costruirvi intorno una sorta di giustificazione narrativa che appare però secondaria e necessaria soprattutto a creare la giusta atmosfera. Il concetto è dunque piuttosto diverso dall'avventura grafica standard: Myst è enigmatico non solo nel suo basarsi sui puzzle, ma anche nel modo in cui questi vengono presentati, nella logica che li collega e nelle motivazioni che spingono a risolverli. Inseriti in un contesto onirico e surreale trovano però la loro perfetta collocazione ed è questa profonda connessione tra atmosfera e stranezza generale delle azioni da compiere a costruire la magia del gioco, che risulta ancora perfettamente intatta.

Gameplay a enigmi concatenati

Le varie ere presenti in Myst Remake sono le stesse dell'originale
Le varie ere presenti in Myst Remake sono le stesse dell'originale

Il gioco ci vede esplorare varie ambientazioni caratterizzate dalla presenza di enigmi concatenati, la cui logica emerge solo dopo un'attenta osservazione degli elementi dello scenario. Nonostante inizialmente si possa fare fatica a capire il senso dei meccanismi con cui ci troviamo a interagire, c'è sempre una spiegazione logica alle azioni da compiere, con la chiave interpretativa degli enigmi che può essere dedotta dagli indizi disseminati nello scenario o direttamente dai documenti scritti che si trovano in giro. I puzzle sono rimasti precisamente quelli presenti nell'originale, con l'unica differenza di poter selezionare la modalità random o la replica esatta della versione del 1993. Non cambia la meccanica degli enigmi, ma nel primo caso le soluzioni sono diverse, cosa che richiede comunque di effettuare tutti i passaggi previsti per arrivare alle conclusioni, anche se si conosce già il funzionamento dei puzzle. Data la natura del gioco, chi ha già approfondito l'originale troverà comunque ben pochi elementi di sfida in questo remake, il cui fascino allora si basa semplicemente sulla possibilità di vedere l'isola e le varie ere in un'ottica nettamente diversa.

Essendo rimasto tutto intatto dalla sua prima edizione, il gameplay appare oggi particolarmente rigido, quasi "meccanico" nel suo modo di incastrare fra loro gli enigmi e meno organico nell'unire esplorazione e puzzle solving anche rispetto allo splendido seguito Riven e ad altri titoli simili usciti successivamente.

L'esplorazione in 3D dona una nuova dimensione a Myst
L'esplorazione in 3D dona una nuova dimensione a Myst

L'astrattismo è un suo elemento caratterizzante e fa parte del fascino del gioco: la logica sottesa al tirare una leva o premere un tasto non è mai facilmente intuibile, rendendo difficile prevederne i risultati, che avvengono magari a qualche metro di distanza, ma questo è proprio lo stile della serie e di questa tipologia di giochi in generale.

Per l'utenza di oggi, questo ermetismo può essere ancora più spiazzante considerando quanto si sia abituati, in questi anni, a tutorial e prolisse spiegazioni o giustificazioni perfettamente sceneggiate per ogni singola azione nei giochi. Anche il fatto di richiedere la memorizzazione di dati e indizi, magari attraverso l'uso di un taccuino per gli appunti, è qualcosa di totalmente desueto, che ci rimanda di peso agli anni '80-'90 delle avventure grafiche, quando gli indizi non venivano "acquisiti" e memorizzati automaticamente dal personaggio, ma collegamenti e deduzioni dovevano essere effettuati in prima persona.

I cambiamenti del Remake

Myst Remake gira decisamente fluido a 60 fps su Xbox Series X.
Myst Remake gira decisamente fluido a 60 fps su Xbox Series X.

Il nuovo Myst deriva da una versione studiata per la realtà virtuale e si porta dietro alcune soluzioni che manifestano chiaramente questa origine. Il gioco propone l'esplorazione libera in 3D dell'ambientazione, ma stranamente non comprende l'uso dell'opzione "punta e clicca" originale a schermate statiche, che era invece presente in RealMyst e che avrebbe fatto sicuramente piacere ai nostalgici, oltre a dare un'impressione di maggiore completezza. Ancora più bizzarra è la scelta di non includere nemmeno i nuovi contenuti che questa versione aveva introdotto già negli anni passati, concentrandosi invece sulla struttura originale del 1993, che a questo punto è anche piuttosto corta, considerando che il tutto può essere completato in meno di 5 ore di gioco, se si è particolarmente brillanti nel risolvere gli enigmi.

Altra derivazione dall'impostazione VR è l'interfaccia utente, che su Xbox in particolare risulta alquanto scomoda, adattata al controller. Di fatto, in presenza di elementi interattivi si passa a una sorta di interfaccia contestuale che modifica l'impostazione dei comandi in base alla presenza di leve da tirare o tasti da premere, cosa che non rende sempre chiaro come dover agire in ogni singolo caso. In più di una situazione i puzzle si complicano ulteriormente per questa macchinosità dei controlli di difficile comprensione e in certi casi si può avere l'impressione di trovarsi di fronte a veri e propri bug, considerando che questi sono stati anche rilevati in diverse situazioni (sebbene difficilmente portino a rotture complete del gioco).

Riportati questi elementi critici, bisogna anche rendere merito a Cyan Worlds di aver sfruttato l'occasione della trasposizione da VR a display standard per arricchire la grafica del remake. Il gioco è stato completamente ricostruito in Unreal Engine e, al di fuori delle costrizioni imposte dalla visualizzazione in realtà virtuale, appare decisamente più bello e ricco di prima: sono stati incrementati gli effetti grafici come nebbia volumetrica e agenti meteorologici, oltre a un miglioramento generale del sistema di illuminazione che sfrutta anche il ray tracing. Su Xbox Series X, Myst si mostra a 4K e 60 fps, sfruttando peraltro la tecnologia AMD Fidelity FX Super Resolution ed è un notevole spettacolo che potenzia le particolari atmosfere originali.

Conclusioni

Versione testata Xbox Series X
Digital Delivery Xbox Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.2
Lettori (19)
7.8
Il tuo voto

Il valore di Myst resta immutato nel tempo, anche se al giorno d'oggi le sue stranezze e rigidità in termini di puzzle design e organicità generale dell'esperienza risaltano in maniera più netta. Anche queste però contribuiscono al suo fascino e fanno ormai parte di quello che è a tutti gli effetti un paradigma delle avventure a enigmi. Quello che ci si domanda è allora: ha senso re-immegersi in Myst in questa nuova forma, rispetto alle versioni precedenti? L'isola iniziale e le sue varie ere non sono mai state così belle, questo è innegabile, anche se paradossalmente l'impatto della grafica in questo nuovo contesto è molto inferiore a quello che fu in origine. In linea di massima l'interpretazione migliore, tra quantità di contenuti e fedeltà all'originale, resta probabilmente RealMyst: Masterpiece Edition, ma questa attualizzazione funziona comunque bene e Xbox Game Pass può donare una marcia in più a questa versione, peraltro l'unica disponibile sulla console Microsoft, consentendo a un ampio pubblico di immergersi in questa avventura senza tempo.

PRO

  • Il grande classico Myst si presenta nella sua versione tecnicamente più avanzata vista finora
  • Le atmosfere e le ambientazioni lo rendono ancora perfettamente coinvolgente
  • Enigmi impegnativi ma mediamente ben costruiti e soddisfacenti

CONTRO

  • Il sistema di controllo è decisamente scomodo con il controller su Xbox
  • I contenuti sono gli stessi del 1993, senza aggiunte successive
  • Alcuni bug marginali rilevati nel corso del gioco