0

Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30

Si torna oltre le linee nemiche! Seguiteci nella nostra recensione.

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   24/03/2005
Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30
Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30

Quando Narrazione è Emozione

Come detto ci troveremo catapultati sulle terre della Normandia, nei panni del Sergente Matt Baker della Compagnia Fox del 502° Reggimento di Paracadutisti 101° Divisione Aviotrasportata, soli e senza un’arma nelle campagne del nord della Francia. Come è noto infatti a mezzanotte del D-day paracadutisti del 101° e della 82esima Divisione Aviotrasportata vennero paracadutati oltre le linee nemiche allo scopo di impedire la controffensiva tedesca allo sbarco degli alleati sulle spiagge francesi. A causa del forte vento e di altri imprevisti però i lanci andarono male e quasi tutti i soldati si trovarono lontani dai loro obiettivi e spesso anche isolati dagli altri commilitoni. Dopo pochi minuti comunque riusciremo ad entrare in contatto con i membri del nostro gruppo e a riformare così la squadra. Non solo i luoghi che incontreremo nel corso del gioco fino ad arrivare alla famigerata Collina 30, ma anche i paesi e gli scenari campestri sono stati accuratamente ricreati dagli sviluppatori sulla base di fotografie dell’epoca. Inoltre tutta la storia si basa su fonti militari certe che raccontano come si svolsero i fatti in quei terribili giorni, movimenti di eserciti e tattiche di battaglia comprese. Tutta la storia verrà raccontata e vista attraverso gli occhi del Sergente Baker che non solo racconterà interessantissimi aneddoti sui membri del gruppo ma sarà anche in grado, grazie anche ad un ottimo doppiaggio in italiano, di farci venire la pelle d’oca… “non ho mai chiesto di diventare caposquadra”… portandoci a conoscenza di tutte le sue paure e incertezze, sapendo di operare con la responsabilità della vita dei suoi uomini. Il gioco si presenta come uno sparatutto tattico, e se avete già giocato a Full Spectrum Warrior avete già un’idea ben precisa di cosa stiamo parlando. Guideremo due squadre di soldati, una con funzioni di copertura e l’altra d’assalto. Seguendo le tecniche militari infatti, in quasi tutti gli scontri a fuoco che saremo costretti ad affrontare, utilizzeremo la tecnica che prevede un primo ingaggio nel quale si capisce dov’è situato l’obiettivo e, in seguito impegnando lo stesso sotto il fuoco della squadra di copertura, mentre quella d’assalto provvederà ad aggirare il nemico per prenderlo alle spalle o sul fianco. Far interagire i nostri compagni d’armi risulta facilissimo: attraverso la pressione del trigger analogico sinistro comparirà un indicatore che potremo spostare avanti e indietro, in modo da individuare con precisione il punto in cui far andare i nostri soldati.

Il gioco si presenta come uno sparatutto tattico, e se avete già giocato a Full Spectrum Warrior avete già un’idea ben precisa di cosa stiamo parlando

Quando Narrazione è Emozione

Se tale indicatore lo posizioneremo su una postazione tedesca allora l’indicatore si trasformerà in mirino e così facendo potremo ordinare un incessante fuoco di copertura, necessario per la manovra di aggiramento sopra descritta. Inoltre potremo lanciare i nostri compagni in un assalto “corpo a corpo” decisamente rischioso e attuabile solo in casi di evidente superiorità numerica. Un’innovazione apportata dal titolo Ubisoft è la visuale tattica, attivabile premendo il tasto back del nostro joypad, che sposta la telecamera in un’inquadratura a volo d’uccello mettendo il gioco in pausa e permettendoci di vedere non solo la nostra posizione rispetto all’obiettivo ma anche quella dei nostri compagni, in modo da capire l’evolversi della situazione sul campo di battaglia e prendere così le decisioni migliori per la riuscita della missione. Oltre al movimento, assalto e fuoco di copertura, non potremo impartire altri ordini ai nostri soldati ma scopriremo solo giocando che la scelta degli sviluppatori di limitare le opzioni è stata decisamente azzeccata, anche per non rendere troppo macchinosa la gestione delle truppe. Tutto il gioco è votato ad un realismo decisamente marcato: ecco perché la lentezza dei fucili o la imprecisione delle mitragliatrici, ed ecco perché basteranno pochi colpi subiti per vedere morire il Sergente Baker o i suoi compagni. Peccato però che tale realismo non sia stato preso in considerazione all’inizio di ogni nuova missione, nella quale ritroveremo tutti i soldati in perfetta salute, anche quelli che nel livello precedente erano stati feriti o avevano perso la vita. Una scelta che va a discapito del realismo ma sicuramente presa per non andare ad elevare troppo il livello di difficoltà, peraltro già di per sé calibrato verso l’alto. Se siete giocatori che si scoraggiano dopo essere morti un paio di volte nel corso di ogni singola missione forse Brothers in Arms non è il titolo che fa per voi: si muore, e si muore parecchio! Comunque, utilizzando il sistema che da Halo in poi è spesso stato riproposto, il gioco salverà in automatico attraversando dei checkpoint, di solito 3 o 4 per ogni livello affrontato, un’ottimo metodo per non dover ripartire dall’inizio e senza perdere tempo in salvataggi. Quando incontreremo i tedeschi, sopra le loro teste, utilizzando un indicatore di full spectrumiana memoria, ci verrà indicato il grado di “soppressione” del nostro fuoco nei confronti del nemico. Se l’indicatore sarà rosso i “crucchi” ci potranno sparare a volontà senza rischiare di essere colpiti mentre all’inverso se l’indicatore segnerà grigio potremo muoverci per il campo di battaglia, correndo meno rischi in quanto il fuoco alleato di copertura è decisamente intenso. In tutte queste fasi della battaglia l’intelligenza artificiale dei nostri militari come quella degli avversari verrà esaltata. E’ vero che noi potremo dare ordini ma i nostri alleati non eseguiranno semplicemente ogni comando, ma, essendo soldati addestrati, cercheranno riparo e la posizione migliore per fronteggiare l’ingaggio. Allo stesso modo i seguaci di Hitler si ritireranno e si sposteranno sul campo di battaglia, cercando la copertura migliore e provando ad aggirare il nostro schieramento di forze. Non c’è che dire, un ottimo esempio di programmazione.

Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30
Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30

Compagni d'arme

Tecnicamente il gioco è realizzato molto bene, anche se l’uso eccessivo del blur per rendere un’atmosfera cinematografica potrebbe non piacere, e ogni minimo dettaglio è stato curato. Come precedentemente descritto tutti i paesaggi sono stati perfettamente ricreati, utilizzando foto d’epoca e sopralluoghi nelle campagne della Normandia. Le ambientazioni risultano quindi molto credibili e molto simili a quelle viste in film come Salvate il soldato Ryan o nel telefilm, prodotto dal Spielberg e Tom Hanks, Band of Brothers (dal quale il gioco ha tratto più di uno spunto). La vegetazione è stata creata in maniera molto simile a quanto già visto in Ghost Recon 2, con la definizione dei singoli fili d’erba. Peccato non poter interagire quasi per niente con le abitazioni: quando troveremo una porta chiusa non potremo forzarla in nessun modo. C’è da dire però che i piccoli paesi che incontrerete nel gioco ci hanno dato l’impressione di essere reali, molto molto reali: edifici diversi tra loro, pali del telefono, pezzi di auto saltate in aria e rottami di ogni tipo sparsi in giro. I modelli poligonali dei personaggi sono quanto di più dettagliato si sia mai visto prima e ovviamente ricalcano perfettamente le divise dell’epoca e l’orami tristemente famoso equipaggiamento di ogni paracadutista del peso di 65 kg. Lo stesso vale per le armi e le attrezzature presenti nel gioco come la carabina M1 o la mitragliatrice M1A1. La visuale del gioco è quella classica in prima persona ma è necessario passare alla “visuale col mirino”, premendo lo stick analogico destro, in caso di scontro a fuoco. Certo si può anche attivare nelle opzioni una specie di mirino che rende la vita più facile senza la necessità di dover mirare, a discapito però del realismo. Lo stesso dicasi per gli indicatori del fuoco di copertura che a piacere possono essere disabilitati.

La storia non c’è che dire la fa da padrona e giocando a Brothers in Arms: Road to Hill 30 l’impressione di stare su di un campo di battaglia è più viva che mai

Compagni d'arme

Alcune perle caratterizzano la realizzazione tecnica del gioco Ubisoft e una di queste è sicuramente quella riguardante il modo in cui il gioco ci avverte che siamo troppo esposti al fuoco nemico: non solo sentiremo le pallottole schizzare sul terreno o fra i fili d’erba, ma un lato dello schermo assumerà un colore sfumato-blurrato che ci indicherà la direzione dell’attacco. Davvero coinvolgente. Le uniche pecche nel comparto tecnico da noi riscontrate risultano essere qualche piccolo scattino ogni tanto, qualche caricamento un po’ più lungo del normale e alcune texture poco convincenti, ma assolutamente niente di grave. La storia non c’è che dire la fa da padrona e giocando a Brothers in Arms: Road to Hill 30 l’impressione di stare su di un campo di battaglia è più viva che mai, ma gli sviluppatori non sarebbero riusciti nell’impresa senza l’utilizzo di un ottimo comparto audio, ovviamente Dolby Digital in game e con un doppiaggio in italiano davvero buono. Ma non solo i doppiatori hanno fatto un ottimo lavoro ma anche i rumoristi hanno dato il meglio, sentire le bombe e le pallottole scoppiarci nei pressi vi farà sobbalzare dal divano.

Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30
Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30

Ps2 Version!

La versione Ps2 del titolo Ubisoft da noi provata è risultata essere molto simile alla sua controparte Xbox. Certo dal punto di vista visivo l’impatto è forse minore ma, se paragonato alla stragrande maggioranza dei titoli PlayStation 2, Brothers in Arms: Road to Hill 30 risulta essere molto convincente. Alcune texture sono un po’ sbiadite e poco definite ma dal punto di vista del sonoro la versione che risulta vincitrice sembra essere quella dedicata alla console Sony. Il joypad della console giapponese per sua natura si adatta meno bene agli sparatutto e c’è da dire che anche in questo caso i comandi risultano migliori nella versione Xbox. Altre mancanze influiscono più nettamente sulla nostra valutazione come la mancanza di un chiaro indicatore di fuoco e l’assenza di alcuni extra. Il multiplayer invece è esattamente lo stesso nelle due versioni, purtroppo limitato fino ad un massimo di quattro giocatori. Alla fine del nostro test non possiamo che essere comunque soddisfatti di un gioco con qualche piccola imperfezione rispetto alla versione per la console Microsoft; mancanze che, a nostro giudizio, costano circa mezzo punto in termini di valutazione.

Multiplayer

Come molti altri titoli previsti per Xbox anche Brothers in Arms: Road to Hill 30 prevede una modalità multiplayer che sfrutta sia lo split screen che ovviamente il servizio online di Microsoft. Tale modalità, giocabile esclusivamente da 2 a 4 giocatori, risulta essere molto semplice e un po’ troppo essenziale; di sicuro ci aspettavamo un po’ di più. Gli scontri online saranno tutti incentrati sullo svolgimento di una missione, variano gli obiettivi ma il concept rimane immutato, nella quale una squadra dovrà raggiungere un obiettivo e l’altra ovviamente dovrà impedirglielo. Gli obiettivi come detto sono vari come raccogliere un esplosivo e minare un camion oppure portare un messaggio ad un veicolo in attesa. Ogni volta che durante il livello verremo uccisi istantaneamente potremo prendere il posto di uno dei soldati precedentemente guidati dalla I.a., mentre quando tutti i nostri alleati verranno uccisi allora per un determinato numero di volte potremo chiamare altre squadre in sostituzione. Non troverete quindi nessun altro tipo di modalità, non ci saranno deathmatch o cattura la bandiera, solo queste missioni nei panni o degli alleati o dei tedeschi.

Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30
Recensione: Brothers in Arms: Road to Hill 30

Commento

Non c’è che dire, Brothers in Arms: Road to Hill 30 ci è proprio piaciuto. Dalle prime notizie provenienti dallo scorso E3 eravamo rimasti impressionati, ma di sicuro non ci aspettavamo un gioco così ben riuscito. Dopo Full Spectrum Warrior gli amanti degli fps tattici su console non potranno che gioire, inoltre la componente drammatica della storia è in grado di catturare l’attenzione anche dei non appassionati. Il comparto tecnico è la ciliegina sulla torta costituita da una storia ben orchestrata e ben raccontata. Peccato aver sfruttato così poco le funzionalità online ma il gioco in single player merita assolutamente l’acquisto. In attesa di novità riguardanti il seguito, già previsto, di questo ottimo titolo non fatevelo scappare.

    Pro
  • Ambientazione curata e storicamente ricreata
  • Tecnicamente curato
  • Sonoro e doppiaggio da Oscar
    Contro
  • Difficoltà non per tutti
  • Modalità online poco sfruttata
  • Qualche leggera imperfezione tecnica

La Seconda Guerra Mondiale ha fatto da scenario a tantissimi giochi, ma con Brothers in Arms: Road to Hill 30 Ubisoft ci ha decisamente stupito confezionando un prodotto valido, molto valido, che ambisce sicuramente a diventare uno dei migliori sparatutto strategici mai visti su console. Il risultato è frutto di accurate ricerche degli sviluppatori di Gearbox che si sono documentati per ricreare i luoghi della Normandia, in cui è appunto ambientato il titolo, durante i famosi sei giorni di giugno del 1944 nei quali venne decisa la sorte non solo della guerra ma anche della storia moderna come noi la conosciamo. Dal 6 giugno del 1944, più noto come D-day, fino al pomeriggio del giorno 13 guideremo una squadra di soldati, un gruppo di amici, che muovendosi all’unisono e con forza dirompente diedero il loro fondamentale contributo per sconfiggere i tedeschi. Non è uno scherzo e non vi prendiamo in giro, dopo che avrete giocato tutte le 18 missioni la sensazione di essere stati lì sarà forte come non mai. Un impatto drammatico come pochi altri giochi da noi provati e siamo sicuri che una volta impugnato il joypad non potrete che essere d’accordo.