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Secret Files: Tunguska - Recensione

Il mistero di Tunguska pervade anche il Wii. Vediamo come si comporta un buon vecchio "punta e clicca" sulla console domestica di Nintendo...

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   23/05/2008
Secret Files: Tunguska - Recensione
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Secret Files: Tunguska - Recensione

Secret Files: Tunguska è disponibile per PC, Nintendo DS e Wii.
La versione testata è quella per Wii.

Tra i vari, possibili utilizzi del particolare controller di Wii, da subito è apparsa chiara la facoltà di poterlo sfruttare come un adeguato sostituto del mouse, andando quindi a colmare quel gap che separava il PC dalle console in molti generi videoludici. Si è quindi pensato alle possibili applicazioni in FPS (come abbiamo ampiamente visto), in strategici (genere ancora non sfruttato sulla console Nintendo, invece) e infine nelle avventure grafiche, riguardo alle quali qualcosa si sta decisamente muovendo. Portare le avventure punta e clicca su una console Nintendo potrebbe sembrare strano, visti gli scarsi precedenti, ma se addirittura Capcom si è mossa in tal senso (o quasi) con il suo Zack e Wiki, è chiaro che la predisposizione è destinata a cambiare. Infatti, è recente la notizia del prossimo arrivo della serie episodica Sam & Max su Wii, e a rimarcare la vocazione avventuriera della console è arrivato anche questo Secret Files Tunguska. Il gioco in questione, sviluppato da Keen Games e pubblicato da Deep Silver, appartiene a quella new wave di graphic adventures per PC, spesso sviluppate da studi piccoli e in atmosfere quasi amatoriali, che stanno riportando in vita il genere dopo l’abbandono di cui è stato oggetto da parte delle grandi etichette (LucasArts e Sierra, per citarne un paio dell’epoca d’oro), quando era diventato chiaro che le avventure grafiche non potevano più contare su quel ruolo di primo piano di cui godevano negli anni 90. Nella fattispecie, si tratta di un “punta e clicca” nello stile più classico, trasportato pari pari da PC a Wii, con l’ovvio adattamento dei comandi che ora sono comodamente affidati al telecomando della console. L’esperimento di Deep Silver non è da sottovalutare: sebbene non si tratti della prima avventura convertita su console, l’esplosione demografica fatta registrare dall’arrivo di Wii nell’utenza videoludica potrebbe avvicinare ad un genere così riflessivo e diverso dalla normale struttura dei videogiochi una nuova e ampia fetta di pubblico. Peccato che Secret Files Tunguska non sia, in effetti, uno dei migliori esempi di avventura grafica.

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Una questione irrisolta

L’incidente di Tunguska rappresenta uno dei misteri più affascinanti della storia recente, avvolto da un alone di mistero che ha scatenato le più disparate teorie scientifiche e più o meno paranormali. Il 30 giugno del 1908 un’enorme esplosione devastò un’area della Siberia, la Tunguska Pietrosa, con una potenza di quasi 20 megaton, circa 1000 volte quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima. Il fragore, le onde sismiche e il bagliore furono percepiti da molti chilometri di distanza (si dice che le notti seguenti in gran parte d’Europa il cielo fosse ancora talmente chiaro da rendere possibile la lettura del giornale), ma fortunatamente il luogo interessato dall’impatto era composto essenzialmente da una folta taiga disabitata. La teoria più accreditata come spiegazione dell’incidente è lo schianto di un asteroide di grosse dimensioni, ma il fatto di non aver ritrovato frammenti di tale roccia, o un cratere ben definito ha alimentato anche altre ipotesi. Una serie di ulteriori misteri aggiungono poi altri punti interrogativi da discutere: presenza di misteriosi materiali nella zona, crescita anormale della vegetazione e varie testimonianze piuttosto pittoresche. Le teorie scaturite vanno dal “semplice” schianto di un corpo astrale (probabilmente prima di aver toccato terra), all’impatto di un UFO, fino a strane spiegazioni a base di antimateria, buchi neri e in certi casi prendendo in considerazione anche il particolare genio dello scienziato Nikola Tesla.
Questo affascinante preambolo è necessario per creare una certa aspettativa intorno alla storia di Secret Files Tunguska, che poteva riservare un’ottima esperienza, se non fosse stata mortificata da personaggi poco convincenti e dialoghi piatti. Gli eventi partono con la sparizione di uno scienziato legato alle ricerche su Tunguska: la figlia Nina e il ricercatore Max si lanciano alla sua ricerca partendo da Berlino e arrivando in Siberia, tra misteriose cospirazioni e installazioni scientifiche segrete…

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Un mistero poco misterioso

L’avventura grafica è un modo alternativo di raccontare delle storie, c’è poco da girarci attorno: è interattività applicata ad un forte sostrato narrativo. Per questo, elementi fondamentali sono la trama e l’immedesimazione che riesce a far scaturire. Il mistero di Tunguska è un ottimo punto di partenza per costruire una storia avvincente, anche decidendo di ancorarla saldamente ad un’ambientazione realistica (notoriamente meno potente nello stimolare l’immaginazione). Le tappe della trama sono anche piuttosto ben congegnate, ma è tutto il meccanismo narrativo che non regge: le varie fasi del racconto appaiono slegate fra loro, e i dialoghi sono spesso noiosi, in generale insufficienti a raccontare una storia in maniera soddisfacente. Oltre a questo, i personaggi sono piuttosto piatti e poco interessanti e l’atmosfera generale, rimanendo lontana dal fascino esotico di scenari più fantasiosi, non riesce a coinvolgere al punto giusto.
Dati i difetti riportati, dove invece Secret Files Tunguska riesce, è nel portare sugli schermi un prodotto ottimamente confezionato ed equilibrato, con un buon comparto grafico e convincente per quanto riguarda ritmo e difficoltà. Gli scenari renderizzati sono ben fatti e piacevoli, e il taglio cinematografico scelto aiuta a spiegare con scene d’intermezzo e momenti di narrazione fuori campo i passaggi della trama, sebbene non in maniera esauriente, il più delle volte. Poco incisivo, invece, il comparto audio, con buone ma rarissime musiche, effetti scarsi, e doppiaggio (in inglese) al limite del fastidioso, data la banalità dei dialoghi e le scelte poco felici attuate in termini di voci e recitazione.

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Commento

Chi attendeva Secret Files: Tunguska come un ritorno alle glorie "avventuriere" degli anni 90 rimarrà probabilmente deluso. Il gioco Deep Silver rappresenta un onesto lavoro di artigianato, in grado di divertire per qualche ora ma senza essere paragonabile alle avventure grafiche maggiori, per quanto riguarda trama, enigmi e coinvolgimento. L’interfaccia semplice e funzionale, insieme alla comodità del Telecomando, contribuisce a rendere piacevole l’esperienza di gioco, che peraltro non risulta mai frustrante. Tuttavia, il titolo in questione non evolve il genere “avventura grafica” in nessuna direzione, e non risalta per nessuna particolare caratteristica (pur non soffrendo nemmeno di enormi difetti). In effetti, il gioco scaturisce interesse soprattutto per la sua semplice appartenenza ad un genere che al giorno d’oggi, e particolarmente su console, è una rarità. Paradossalmente, potrebbe però interessare tutti coloro che, non facendo parte dell’utenza tradizionale, si sono avvicinati (o riavvicinati) ai videogiochi grazie all’eclettica natura di Wii, rappresentando un passatempo inusuale di questi tempi.

Pro:

  • Ottima interfaccia via Telecomando
  • Molto ben disegnate alcune locazioni
  • Interessanti le premesse (il mistero di Tunguska)
Contro:
  • Narrazione inconsistente
  • Enigmi poco brillanti
  • Piattezza di personaggi e dialoghi

Punta (il telecomando) e clicca

L’interfaccia utente è derivata direttamente da quella originale per PC, adattata in modo da sfruttare al meglio il Telecomando Wii. Ne viene fuori un sistema di controllo semplice e intuitivo, che consente di comandare il gioco attraverso piccoli gesti, puntando il telecomando verso la televisione: un approccio decisamente più rilassante alle avventure grafiche di quanto un mouse possa fare. Il sistema di gioco di Tunguska, in linea con tutte le avventure grafiche più recenti, rappresenta un grosso snellimento rispetto alle interfacce dei primordi: il semplice spostamento del puntatore evidenzia gli elementi sensibili dello scenario, sui quali sono possibili essenzialmente due ordini di azione, ovvero il semplice “osservare” oppure una manipolazione dell’oggetto (nella fattispecie, “raccogliere” o una qualsiasi altra azione contingente). Semplificata l’interfaccia in questo modo, tutta la difficoltà nella risoluzione degli enigmi risiede nella capacità di combinare gli oggetti, e nella tipica “caccia al pixel”, ovvero la ricerca di tutti gli elementi (a volte poco visibili a prima vista) con i quali interagire. Il problema di Tunguska, in questo frangente, è comune a molte delle avventure recenti (con alcune eccezioni, chiaramente) e riscontrabile nella mancanza di estro e in certi casi di logica nella costruzione degli enigmi. Nella maggior parte dei casi ci troveremo a dover combinare oggetti per arrivare a soluzioni in stile “MacGyver”, e questo è quello chi si può definire mancanza di estro: l’assenza di un taglio particolare dato agli enigmi, giustificato da un presunto realismo ricercato dagli sviluppatori, che spesso si traduce però in piattezza nella costruzione dei puzzles e in una certa ristrettezza di vedute data dalla scarsità di elementi con i quali interagire. D’altra parte, a volte è invece proprio la logica a cedere: è più facile spesso giungere alla risoluzione dei problemi attraverso la combinazione a casaccio degli oggetti nell’inventario, che con il ragionamento deduttivo. Certo, permane la soddisfazione tipica nello sbloccare le varie situazioni in cui ci veniamo a trovare, ma l’impressione è di essere lontani dalla genialità irriverente delle produzioni di Gilbert e Schafer, e anche dalla logica pragmatica ma chiara di Broken Sword, per fare degli esempi.