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The Division 2 - Episodio 3, la recensione

Abbiamo giocato all'episodio 3 di The Division 2, l'ultimo del supporto post lancio dell'Anno uno: ecco la nostra recensione

RECENSIONE di Luca Porro   —   11/02/2020

The Division 2 è un prodotto controverso: elogiato dalla critica, non ha saputo fare breccia nel pubblico quanto forse ci si aspettava. Le motivazioni vanno ritrovate in cause esogene al titolo più che endogene, visto che in termini spiccioli il gioco è esattamente quello che avrebbe dovuto essere il primo capitolo, rifinito e potenziato. Un agglomerato di scelte ottimali sia dal punto di vista del post game, sia del loot che è comunque fondamentale in un titolo che rientra nella categoria "looter shooter" nonostante gli prediliga la definizione "cover shooter". Nel lavorare la recensione di The Division 2 - Episode 3, ultimo capitolo dell'Anno 1, siamo stati trasportati con i nostri gli agenti a Coney Island tra vecchi volti noti e qualche interessante novità.

Coney Island

Coney Island è l'iconica isola del divertimento di Brooklyn nello stato federato di New York, teatro di gran parte delle serate estive dei giovani che quotidianamente riempiono le famose montagne russe Cyclone. In The Division 2 però, l'aria di festa ha lasciato spazio a fumogeni, nastri isolanti e teloni svolazzanti sferzati da una notte che non porta nulla di buono. Gli agenti della divisione stanno progettando di trovare una cura al virus e l'uomo che meglio credono possa fare al caso loro si chiama Vitaly Tchernenko. Salvare questo virologo dalle grinfie della Black Tusk su Coney Island non sarà una passeggiata anche perché vecchie conoscenze faranno il loro ritorno con diverse sorprese in serbo. Le due missioni principali presenti nell'Episodio 3 (ovvero: Campo da Baseball e Parco Divertimenti) sono ben strutturate, come d'altronde tutte le missioni di The Division 2. Esse infatti offrono quello che il giocatore vuole e necessita, ovvero una diversificata tipologia di sfida che gli permetta di affrontare i contenuti successivi in maniera ottimale.

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Non si tratta di missioni superlative, ma comunque discretamente ispirate soprattutto grazie all'ottimo level design di Coney Island che, nonostante non sia una mappa dalle ampie dimensioni, è stata strutturata in maniera intelligente. Oltre alle missioni principali i giocatori potranno contare anche su nuovi contenuti extra come il raid e due nuovi incarichi classificati (questi ultimi molto ben fatti all'interno di un centro di detenzione e di un nightclub). L'insieme dei contenuti dunque è più che dignitoso, in grado di soddisfare ognuna delle esigenze dei giocatori di The Division 2, da coloro i quali ricercano nuove sfide, passando per coloro che vogliono portare avanti la storia e tutto il materiale ad essa connesso e finendo con chi invece si diletta a collezionare nuovo loot tra una missione e l'altra.

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Lanciafiamme e Camaleonte

L'episodio 3 però non è solamente missioni: all'interno dell'ultimo contenuto dell'Anno 1 di The Division 2, infatti, i ragazzi di Massive Entertainment hanno inserito diversi nuovi armamenti esotici e armi interessanti, oltre a una nuova specializzazione. Per quanto riguarda la specializzazione, gli agenti ora potranno equipaggiarsi con il lanciafiamme K8-JetStream utile per gli amanti del combattimento a corto raggio. Assieme al lanciafiamme però, la nuova specializzazione arriva con un fucile a pompa come sidearm e con una stuzzicante variante dello scudo come skill grazie al quale buffare tutti gli alleati che stanno dietro ad esso aumentando il loro danno inflitto in base al numero di nemici che si ha di fronte.

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Oltre alla specializzazione però, l'Episodio 3 porta con se alcune nuove armi ed esotiche: per quanto riguarda le prime avremo un fucile d'assalto UIC15 MOD2, un fucile d'assalto Honey Badger e un fucile di precisione semi automatico G28 Marksman. Soprattuto il Marksman si è rivelato davvero utile da utilizzare e anche molto duttile in diverse situazioni. Per quanto riguarda le esotiche invece è stato introdotto il Camaleonte, ovvero un fucile d'assalto Vector 308 con una skin arma speciale in grado di cambiare colore e garantire buff a chi lo utilizza in base a quanto più precisi si è nei colpi mandati a segno sui bersagli. Insomma anche in questo caso stiamo parlando di un quantitativo di introduzioni sicuramente non ampissimo, ma sicuramente in grado di offrire sufficiente divertimento e variabili, con il Camaleonte che si è rivelata un'arma davvero unica e molto divertente non solo da giocare ma anche da vedere.

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L'episodio 3 di The Division 2 non è certo un contenuto rivoluzionario ed eccelso, ma un episodio che si attesta nella normalità di un contenuto post lancio di un genere come quello a cui appartiene il titolo Massive Entertainment. Coney Island è un piccolo gioiello, non solo per il carisma intrinseco dell'isola del divertimento per questo avremmo voluto qualche missione in più tra case dell'orrore e montagne russe abbandonate. Tutto ciò che è a margine dei contenuti principali, come la nuova specializzazione o le nuove armi sono decisamente positivi, pur rimanendo senza picchi di eccellenza. L'episodio 3 è sicuramente il migliore di questo anno uno di supporto, ora però gli occhi sono puntati sul futuro dove Massive dovrà dimostrare di saper portare una grande ventata di aria fresca.

Conclusioni

Multiplayer.it

Lettori (114)

8.0

Il tuo voto

PRO

  • Coney Island ha un fascino tutto proprio
  • Il Camaleonte è un'arma molto divertente

CONTRO

  • Non ci sono picchi memorabili
  • Si sarebbe potuto osare di più nella quantità di contenuti