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World's End Club, la recensione per Nintendo Switch

World's End Club arriva su Nintendo Switch in versione completa, analizziamo la strana creatura degli autori di Zero Escape e Danganronpa

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   27/05/2021

La recensione di World's End Club purtroppo non può non contenere qualche minimo spoiler, non fosse altro per il fatto che già i nomi coinvolti nello sviluppo del gioco possono far nascere facilmente delle aspettative, sconvolte però dall'identità svelata di questo particolare titolo, ora in forma completa su Nintendo Switch. Si tratta della nuova avventura realizzata da Kotaro Uchikoshi, creatore della serie Zero Escape, e Kazutaka Kodaka, autore di Danganronpa: da questa formazione possiamo aspettarci facilmente un inquietante thriller psicologico condito da caratterizzazione anime e un pizzico di ironia nipponica, ma il gioco in questione va oltre queste premesse e propone qualcosa di decisamente diverso, pur legato in qualche modo al retaggio di entrambi gli autori. L'inquietudine e il pericolo costante traspare anche in una caratterizzazione così apparentemente infantile e allegra, rimanendo sullo sfondo per poi irrompere con colpi di scena e situazioni oscure e inattese da un momento all'altro. È chiaro come gli stessi sviluppatori abbiano giocato sulle aspettative del pubblico in questo senso, cosa che si rivela in pieno già nelle primissime ore della storia.

World's End Club inizia con una tranquilla gita scolastica...
World's End Club inizia con una tranquilla gita scolastica...

L 'intento dichiarato dei due autori era di creare una sorta di "road movie" ispirato ai film d'avventura per ragazzi, come hanno riferito nel corso di una sessione AMA di Reddit prima dell'uscita. Il risultato è effettivamente qualcosa di simile ai Goonies visto nell'ottica un po' distorta di Zero Escape e Danganronpa, un misto strano sulla carta e anche da giocare, ma che in qualche modo funziona molto bene sul fronte narrativo. È tutta una specie di teatro degli inganni, che agisce a diversi livelli: il Gioco del Destino a cui vengono sottoposti i protagonisti all'inizio della storia ci lancia subito in quella che sembra una dinamica classica da "killing game" tipico di Uchikoshi e Kodaka, ma si rivela poi essere ben altro, quando il gioco improvvisamente si apre e sembra diventare tutta un'altra cosa. Tuttavia, è solo l'inizio di un'altra serie di colpi di scena in cui è soprattutto il giocatore a cadere nell'inganno: ogni volta che si pensa di aver capito a cosa andare incontro, World's End Club sconvolge le prospettive e rimette tutto in dubbio, a partire dall'essenza stessa del protagonista e dalla stessa sequenza logica degli eventi a cui assistiamo. In questo gran lavoro di costruzione e smontaggio della linea narrativa, il punto debole resta soprattutto il gameplay vero e proprio, purtroppo, come vediamo qui sotto.

Una strana storia

In una scuola elementare di Tokyo si trova una strana classe composta da ragazzi alquanto disadattati, o almeno così considerati dagli insegnanti e dagli altri alunni per la loro incapacità di adeguarsi alle rigide regole di comportamento imposte dalla società, ma che hanno sviluppato una solida amicizia e difendono con orgoglio la loro diversità autodefinendosi il "Club dei Temerari". Dopo aver assistito al catastrofico schianto di un asteroide durante una gita scolastica, i ragazzi si risvegliano in uno strano parco giochi subacqueo, costretti a prendere parte a un gioco sadico ed eliminarsi a vicenda per assicurarsi l'uscita dalla prigione. Ma stanno veramente così le cose? È molto difficile parlare della storia di World's End Club senza rovinarla, perché tutto il costrutto narrativo si basa sulla scoperta di elementi sorprendenti e colpi di scena che stravolgono la prospettiva del giocatore. Vi basti sapere che, dopo la prima fase, il gioco si trasforma in una lunga marcia di 1200 km per raggiungere Tokyo, in un Giappone post-apocalittico e dominato da una nuova realtà distopica imposta da una misteriosa entità onnisciente e dai suoi emissari. Proprio contro questa sorta di divinità dovranno scontrarsi i ragazzi, percorrendo numerose tappe tra varie città nipponiche.

Pielope è uno strano personaggio che ricorda molto da vicino le produzioni precedenti degli autori
Pielope è uno strano personaggio che ricorda molto da vicino le produzioni precedenti degli autori

Il tutto si trasforma in un viaggio di formazione incentrato sulla maturazione dei ragazzi, costretti ad affrontare sfide immani che risvegliano in loro dei poteri speciali ma li pongono anche di fronte a eventi drammatici. Il contrasto fra i toni allegri da anime per bambini, la giovane età dei protagonisti e l'efferatezza di alcune situazioni e scene è impressionante, ma rientra nel tema principale su cui World's End Club torna a più riprese, ovvero il contrasto netto tra emozioni opposte, il saliscendi di sensazioni che, in definitiva, mettono in risalto la grande umanità dei ragazzi, il loro senso di giustizia e l'amicizia che li lega. Tuttavia, emerge costantemente qualche elemento discordante anche nella loro compattezza, con indizi e sospetti che affiorano sull'identità di qualcuno o sull'effettiva lealtà di qualcun altro.

La storia, di per sé, presenta caratteristiche originali ma non mette in scena elementi proprio inediti, tuttavia è il modo in cui viene costruita e raccontata a colpire maggiormente. Proseguendo nella narrazione, è facile scorgere elementi che sembrano non tornare, inconsistenze o mancanze, ma queste tendono ad essere comunque risolte andando avanti (o indietro) tra i vari atti, ricomponendo tutte le tessere dello strano puzzle non necessariamente seguendo una linea cronologica precisa.

Gameplay: platform, action, adventure e "montaggio"

World's End Club è una sorta di road movie giovanile ma con elementi metafisici
World's End Club è una sorta di road movie giovanile ma con elementi metafisici

Il lungo percorso dei ragazzi si svolge attraverso numerose tappe che attraversano buona parte del Giappone, peraltro dando modo anche di vedere vari panorami del paese e ricevendo anche interessanti delucidazioni sui vari luoghi visitati, nei siparietti tra i membri del club. Ogni tappa è una sequenza di gioco che può assumere vari connotati: in alcuni casi si concentrano esclusivamente sulla narrazione, come nel caso degli accampamenti a fine giornata, nelle fasi di dialogo o nelle scene d'intermezzo, mentre in altri si configurano come veri e propri livelli con elementi di gameplay. Da notare che in alcune di queste tappe saremo costretti a effettuare una scelta tra due diverse possibilità di progressione della storia, cosa che determina una ramificazione nella sequenza di episodi, mettendo in scena situazioni diverse e percorsi alternativi ma con la possibilità di tornare indietro e provare strade differenti, caratteristiche che risulteranno fondamentali per riuscire e comporre tutti gli eventi.

In World's End Club ricorrono spesso i momenti di confronto e dialogo a fine giornata
In World's End Club ricorrono spesso i momenti di confronto e dialogo a fine giornata

Le fasi di gioco, purtroppo, sono probabilmente gli elementi più deboli di questa strana creatura composita di Izanagi Games, Grounding e Tookyo, palesando forse una certa inesperienza dei director e designer nell'ambito degli action adventure con struttura platform. La scelta di mettere in scena l'azione in un contesto 2D con caratteristiche da platform è interessante, ma un po' per la legnosità dei comandi e soprattutto per un level design alquanto scialbo, in termini di enigmi e sfida, l'azione risulta debole e poco coinvolgente. In generale, ogni livello mette in scena il risveglio del potere specifico sopito in ognuno dei personaggi e presenta ostacoli e nemici da affrontare sfruttando questa abilità speciale, ma il tutto risulta troppo lineare e guidato. Alcune idee sono interessanti, ma potendo contare su 9 poteri diversi si poteva fare davvero qualcosa di più come soluzioni di gameplay, magari presentando maggiori possibilità di utilizzo combinato delle abilità o anche semplicemente consentendo di cambiare personaggio in ogni momento e inserendo così tante variabili aggiuntive al puzzle design.

In questa maniera, nonostante alcuni livelli risultino piacevoli e interessanti, in linea di massima il gameplay sembra poco ragionato ed è un gran peccato se si considera che le idee di partenza, come action adventure 2D a base di poteri speciali e un ampio cast di personaggi diversi, sono molto valide e interessanti e alcuni enigmi risultino anche piuttosto stimolanti e non banali. Allo stesso modo, anche gli scontri con i boss presentano momenti emozionanti, ma si risolvono nella maggior parte dei casi con l'utilizzo sconsiderato dell'abilità speciale del personaggio in questione.

Un cartone animato interattivo

In World's End Club assistiamo di volta in volta al risveglio dei poteri di ogni personaggio
In World's End Club assistiamo di volta in volta al risveglio dei poteri di ogni personaggio

Il character design dell'illustratore giapponese Take è sicuramente l'elemento che spicca maggiormente nell'estetica di World's End Club, che si presenta molto curata dal punto di vista dello stile anche se piuttosto semplice come realizzazione tecnica. I personaggi, tratteggiati con uno stile anime un po' infantile, sono tutti molto ben caratterizzati e, nel complesso, rimangono impressi, rendendo facile l'immedesimazione nella storia di questo scalcinato gruppo di disadattati. Ovviamente non mancano gli stereotipi e la riproposizione di classici tropi da cartone animato nipponico come il nerd, l'atleta, il gamer, il bel tenebroso, la ragazzina petulante e quant'altro, nell'assortito gruppetto dei 12 ragazzi protagonisti della storia, ma spesso sotto ad ogni maschera si cela una realtà più profonda e un sostrato di esperienze più o meno traumatiche che confermano come in World's End Club si debba sempre andare oltre la superficie per capire con cosa abbiamo a che fare. Decisamente meno d'impatto sono gli scenari in 3D, anche se la varietà di ambientazioni e il viaggio attraverso varie location giapponesi contribuisce comunque a dare un notevole tocco di fascino anche in un level design non propriamente brillante.

Il saluto speciale fra i membri del Club dei Temerari ricorre spesso in World's End Club
Il saluto speciale fra i membri del Club dei Temerari ricorre spesso in World's End Club

World's End Club era stato già recensito su queste pagine in versione Apple Arcade, ma l'edizione Nintendo Switch presenta alcune differenze che la rendono a tutti gli effetti la versione definitiva. Le novità principali riguardano i contenuti: la versione iniziale era incompleta, non consentendo il raggiungimento del finale più avanzato che è reso possibile solo dalla chiusura di tutte le sequenze, presenti sulla console Nintendo. Questo si traduce in diverse ore aggiuntive che rendono la storia effettivamente omogenea, risolvendo dunque l'effetto cliffhanger con cui si concludeva la versione iOS. È stato inoltre aggiunto il parlato in inglese, anche se i puristi potrebbero comunque preferire quello originale giapponese, ma il doppiaggio è di buona fattura in ogni caso. Da notare, peraltro, che il gioco è interamente tradotto in italiano (per quanto riguarda i testi scritti), anche se i risultati sono un po' altalenanti, andando da buoni adattamenti anche di alcuni giochi di parole a errori piuttosto marchiani che dimostrano forse uno scarso processo di revisione. Infine, c'è da dire che l'utilizzo dei controlli fisici di Nintendo Switch migliora enormemente l'esperienza di gioco rispetto al touch screen, che costringeva comunque all'utilizzo di un controller esterno.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (6)
7.7
Il tuo voto

La versione Nintendo Switch di World's End Club corregge le mancanze narrative dell'edizione Apple Arcade e restituisce un gioco effettivamente completo e una storia godibile e pienamente strutturata. Restano intatti, tuttavia, i problemi che avevamo già riscontrato sul fronte del gameplay: la soluzione dell'action adventure in 2D a scorrimento è interessante ma poco rifinita, con un level design troppo semplice e banale rispetto al potenziale dato dal cast e dalle caratteristiche dei personaggi. La narrazione e il modo in cui questa si compone in maniera anche non lineare rappresentano allora gli elementi fondamentali del gioco, tenendo insieme la sua natura composita tra visual novel e action adventure e imbrigliandoci nel suo strano mondo e nelle sue atmosfere fra thriller psicologico, racconto di formazione on the road e anime isekai.

PRO

  • Narrazione coinvolgente, con soluzioni anche sorprendenti
  • Cast carismatico e buone idee per quanto riguarda i poteri
  • Struttura "on the road" affascinante, ravvivata dalla presenza dei bivi

CONTRO

  • Level design troppo semplicistico, tra puzzle e nemici
  • Gameplay poco coinvolgente ed estremamente lineare