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Filippine che passione

Abbiamo assistito nuovamente alla demo di Medal of Honor: Warfighter, raccogliendo nuove impressioni e una manciata di informazioni extra

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   20/04/2012

Si tiene da un paio di giorni a questa parte in quel di Londra il semestrale (circa) EA Showcase: settimana prossima avremo occasione di parlare di alcune interessantissime novità fino ad allora sotto embargo, ma per non sprecare alcuna opportunità iniziamo a darvi qualche anticipazione tornando su Medal of Honor: Warfighter. La presentazione era più che altro ad uso e consumo di chi non aveva avuto modo di prendere parte alla precedente demo visionata durate la GDC, pressoché identica in termini di contenuti, ma come sempre si può far buon uso di quanto rivisto per tornare sul pezzo precedente e aggiungere piccoli ma interessanti dettagli inediti.

Filippine che passione

Danger Close, sviluppatore sia del single player che del multiplayer, ha intenzione con questo seguito di non focalizzarsi su un solo scenario di guerra ma di spaziare in più contesti: il livello, per portare l'unico esempio mostrato a oggi, proiettava in una remota regione delle Filippine da poco colpita da un devastante tornado, chiedendo di liberare gli ostaggio in mano al gruppo armato Abu Sayyaf. La trama è di fantasia, però il gruppo di separatisti islamici è un protagonista della cronaca reale e anche l'operazione vuole assumere, almeno in termini di atmosfera, un tono verosimile. Ed è tutto sommato questa vena più incentrata sui protagonisti stessi della guerra e le loro storie, non priva di una retorica tutta americana, che distingue la serie di Medal of Honor. Piaccia o non piaccia. Premessa a parte, come ci è sembrata la versione PC mostrata? Vediamo un po'.

Quello che conta

Dall'inizio della demo, con l'irruzione nella grande struttura dove sono tenuti gli ostaggi, fino alla rocambolesca fuga a bordo di un gommone attraverso la regione devastata dal tornado, Medal of Honor: Warfighter non fa altro che tradire la sua natura da military shooter altamente adrenalinico, scriptato, lineare e spettacolare. Si tratta chiaramente della riproposizione di un modello di successo che in effetti di nuovo non ha molto, ma che qui si concede comunque alcuni tocchi interessanti all'interno di un contesto che sembra tecnicamente più che valido.

Filippine che passione

Come detto dopo il precedente incontro, il Frostbite Engine 2 garantisce in single player un salto in avanti rispetto al motore usato dal precedente Medal of Honor, con tutta una serie di effetti, animazioni e interazioni ambientali notevoli. Tra l'altro su PC in full hd e con una fluidità già più che convincente, l'impatto è garantito e, Danger Close tiene a precisare, oltre al software made in DICE ci sono delle chicche, come la gestione dell'acqua, che sono state studiate appositamente per Warfighter dal team con sede a Los Angeles. Poi, vien da sé, l'appiattimento di questi sparatutto a certe tematiche ne rende spesso simili anche i canoni estetici e in generale il colpo d'occhio, ma si tratta di un limite a cui non si sfugge quando si gioca annualmente per la conquista dello stesso vastissimo pubblico. Si punta a immedesimare un'utenza che non cerca un'esperienza simulativa, ma che vuole sentirsi all'interno dell'azione: il consulente interno a Danger Close, un tale con una decina di anni nelle forze speciali alle spalle, cura per questo motivo aspetti apparentemente superflui come il secondo mirino utilizzabile inclinando a tre quarti l'arma, oppure le tecniche di prelievo a fine missione.

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Ma anche le nuove scene durante le quali irrompere all'interno di una stanza dopo aver scelto l'approccio migliore, un piccolo tocco che non aggiungerà chissà quale velo di strategia ma di certo rende partecipi ai concitati attimi che precedono l'atto di sfondare una porta, veder rallentare la camera, far fuori i soliti tre o quattro sfigati incappucciati e portare a casa la pellaccia. Difficilmente basterà per trasformare Medal of Honor: Warfighter in qualcosa di davvero inedito, ma potrebbe renderlo un buon esponente di un genere al cui interno le variabili diminuiscono sempre più. Un motivo distintivo potrebbe venire invece dal multiplayer che metterà a confronto i soldati di una dozzina di forze speciali provenienti da mezzo mondo - ma non dall'Italia - di cui ancora nulla si è visto. Aspettiamo di saperne di più, tanto l'uscita è prevista per la prossima fine di ottobre e per allora avremo almeno un paio di ulteriori occasioni per approfondirne la conoscenza. Anche questo autunno toccherà sparare parecchio.

CERTEZZE

  • Salto in avanti tecnico notevole
  • Sembra curato

DUBBI

  • Esperienza con elementi prevedibili
  • Multiplayer ancora tutto da scoprire