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La seconda visita

Siamo tornati al Beacon Mental Hospital per scoprire inediti dettagli sull'atteso The Evil Within

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   20/09/2013

Ti aspetteresti che le produzioni tripla A giapponesi in grado di competere con quelle proveniente da Europa e America facciano del Tokyo Games Show la loro casa d'elezione, il luogo naturalmente scelto per annunci, demo e per gli aggiornamenti più importanti. E invece ti ritrovi davanti all'enorme teatro costruito per Psycho Break, nome adottato nel Sol Levante per The Evil Within, solo per scoprire che Shinji Mikami si è limitato a montare un filmato contenente alcune scene di gameplay precedentemente mostrate, senza aggiungere quasi nulla di nuovo. L'horror ambientato tra le mura del Beacon Mental Hospital condurrà Sebastian Castellanos e il giocatore in un incubo fatto di mostruosi nemici, realtà parallele e scene splatter. Le impressioni espresse nell'articolo che segue possiamo riconfermarle anche per questa ennesima presentazione: un mix di elementi che sembrano tratti dai primissimi Resident Evil, soprattutto relativi all'atmosfera e ai ritmi delle fasi d'esplorazione, si mescolano ad un'azione che evolve quella del quarto capitolo della saga survival horror di Capcom. Il risultato non sembra comunque una copia, quanto piuttosto una tanto augurata nuova direzione per il genere. Per ora i dubbi più grandi, quantomeno quelli emersi dai brevissimi spezzoni di gioco emersi, sono relativi ad una qualità visiva tutt'altro che stratosferica, aspettando di osservare le versione next gen. A questo punto ci auguriamo che Mikami e Bethesda si mettano una mano sul cuore e si decidano a farci vedere qualcosa di nuovo a breve...

L'incubo di Mikami

Un paio di mesi or sono siamo stati i primi a raccontarvi del nuovo titolo firmato da Shinji Mikami: dal Giappone, dove Studio Tango lavora, vi abbiamo descritto le informazioni raccolte osservando una demo giocata davanti ai nostri occhi e riportato le risposte che il leggendario creatore di Resident Evil ci ha rilasciato nel corso di un'esclusiva intervista. È di pochi giorni fa un nuovo evento, questa volta in terra inglese, durante il quale la stessa sequenza è stata nuovamente mostrata ai presenti, l'occasione per osservare i progressi fatti e raccogliere una manciata di nuovi interessanti spunti. Nonostante il gioco sia ancora in alto mare e l'uscita prevista per il 2014, The Evil Within è parso già oggi dotato di una direzione precisa e forte di una solida base su cui costruire un'esperienza survival horror non certo rivoluzionaria ma molto convincente. Esattamente quello che tanti appassionati, delusi dalle ultime apparizioni di Resident Evil, vanno da tempo chiedendo.

Siamo tornati al Beacon Mental Hospital per scoprire inediti dettagli sull'atteso The Evil Within

Ospedale da paura

Stessa demo abbiamo detto, stessa alternanza di due momenti precisi. Il primo spezzone, quello che vede il detective Sebastian Castellanos, protagonista del gioco, entrare con uno sfortunato collega nel Becon Mental Hospital, serve lo scopo di dettare ritmi e atmosfere delle sequenze horror:

La seconda visita

il risveglio a testa in giù sulle note di "Aria sulla quarta corda", i corpi macellati, la fuga dall'enorme nemico munito di ascia sono attimi frastornanti, volutamente fumosi e scritti per riempire la testa di domande oltre che gli occhi di violenza e sangue. L'altro quadro rappresenta l'azione secondo Mikami: l'assalto dei nemici al rudere abbandonato nel quale difendersi è un classico, che ci ha tanto ricordato alcuni passaggi del villaggio spagnolo di Resident Evil 4. Il paragone in tal senso è inevitabile e poche scene bastano a far venire in mente il capolavoro originariamente apparso su GameCube. In compenso siamo stati rassicurati che il sistema di controllo è paragonabile a quello di altri sparatutto d'azione in terza persona, quindi senza meccaniche che impediscono di sparare e muoversi contemporaneamente. Dalle origini della serie Capcom sembra che Studio Tango voglia cogliere l'anima survival dell'esperienza, mettendo a disposizione poche munizioni da dosare con cura. Per giocare ulteriormente con questa idea, Sebastian sarà in grado di atterrare i suoi mostruosi avversari e quindi finirli con la torcia, lasciando alle fiamme lo stesso compito che avrebbe potuto svolgere un prezioso proiettile.

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D'altro canto l'introduzione delle mine, da piazzare a terra con cura, apre la strada a situazioni diverse ed una varietà di scenari non indifferente. Chi avesse letto i precedenti articoli - attività consigliata per farsi un'idea generale sulla portata di The Evil Within - saprà che il poco mostrato è già stato sufficiente a rendere interessante l'ambientazione dell'ospedale psichiatrico, luogo sfruttato per divagazioni sotto forma di scenari apocalittici, allucinazioni e chissà quali altre bizzarrie. Di certo nulla è quello che sembra e Mikami è uno di quegli autori giapponesi, un po' come Kojima, che riesce a dare un tocco cinematografico alle sue opere anche avvalendosi di citazioni e riferimenti assortiti. In questo caso attraverso spunti e idee prese dal cinema horror yankee, ma non solo. Certo ci sono domande che ancora necessitano di essere risposte: soprattutto siamo curiosi di capire come le belle scene scriptate si alterneranno a quelle votate all'esplorazione, alla risoluzione di enigmi e a tutte quelle attività che ci aspettiamo da chi tenta la non semplice impresa di rinvigorire il genere survival.

Tecnica id

Visto da vicino in versione PC, The Evil Within non lascia senza parole per quantità di poligoni o effetti, ma presenta diversi aspetti interessanti che sono in parte legati all'abilità del team di sviluppo e in parte all'id Tech 5, lo stesso motore di Rage e del futuro Doom 4. Il tocco di Mikami e dei suoi ragazzi sta nella cura riposta per far sì che i corridoi dell'ospedale suscitino davvero paura, mescolando scie di sangue, corpi straziati, scorci apocalittici e tanti, tantissimi angoli bui. L'adozione del formato cinematografico 21:9 anziché del 16:9, è una finezza che però dice tanto del tipo di feeling che si va cercando.

La seconda visita

Sul fronte tecnico la versione modificata dell'engine firmato id Software punterà a raggiungere trenta immagini al secondo stabili, con un uso attento delle fonti d'illuminazione così che per una volta abbiano davvero un peso sulla giocabilità. La torcia che penzola alla cintura di Sebastian Castellanos oppure le lampadine malandate che accompagnano il protagonista lungo l'inquietante corridoio di fine demo, poco prima di venir assaltato da un demone dalle distorte sembianze femminili, sono due esempi di questo uso funzionale degli strumenti grafici a disposizione. The Evil Within è previsto anche per PlayStation 4 e Xbox One, ma al momento non sappiamo quali caratteristiche specifiche e che salto in avanti tecnico sia lecito attendersi. Di certo, trattandosi di un prodotto a cavallo tra due generazioni pensato, è probabile che l'impatto grafico risulti su next gen ancorato a quello raggiungibile sui sistemi odierni, magari con qualche lieve rifinitura ed una risoluzione superiore. Restiamo insomma in attesa di tornare a vederlo e di provarlo per la prima volta. Se davvero all'E3 Capcom dovesse annunciare un nuovo Resident Evil, si prefigurerebbe una sfida di alto livello che non potrà che far bene ad un altrimenti fiacco panorama dei survival horror.

CERTEZZE

  • Shinji Mikami è una garanzia
  • Ottima atmosfera
  • Ritorno al survival horror pur con meccaniche action "moderne"

DUBBI

  • Molti aspetti del gioco ancora da verificare
  • Tecnicamente discreto ma non certo "next gen"