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Strange games

Scopriamo i giochi più strani in questo speciale tutto da leccare

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   08/09/2013
Attività videoludica in corso. Non disturbare.
Attività videoludica in corso. Non disturbare.

Finalmente, dopo mesi di contrattazioni e sacrifici umani, abbiamo potuto scrivere uno speciale dedicato ad alcune stranezze videoludiche che ci sono rimaste nel cuore. Cosa intendiamo per stranezze videoludiche? Principalmente tutti quei titoli dai contenuti talmente bizzarri e peculiari da rappresentare dei corpi alieni rispetto al pur variegato panorama dei videogiochi. Oppure sono quei videogiochi che, per un motivo o per un altro, ci hanno strappato un sorriso divertito per il solo fatto di esistere e per averci indotto a chiederci come sia possibile che qualcuno li avesse pensati. Purtroppo, come ogni selezione che si rispetti, anche per questa abbiamo dovuto fare delle scelte che ci hanno portato ad escludere alcuni titoli meritevoli di inclusione. Ad esempio sono rimasti fuori dalla magica decina opere fondamentali come Crucifixion (Commodore 64), probabilmente il gioco più assurdamente blasfemo e surreale di sempre, o Boong-Ga Boong-Ga (coin-op), un vero e proprio simulatore di sculacciate e dita nel... sì proprio lì. Il motivo dell'esclusione è presto detto: abbiamo già parlato di entrambi da qualche altre parte su multiplayer.it; del primo in un PC Magazine e del secondo in uno speciale dedicato ai videogiochi erotici. Nel caso di Communist Mutants from Space (Atari 2600) invece, abbiamo optato per l'esclusione a causa della banalità di fondo del gameplay in sé, che merita la citazione solo per il titolo e il packshot (per il resto è un mediocre clone di Space Invaders). Altre esclusioni di rilievo da citare sono sicuramente Mani (C64), divertente nella sua assoluta semplicità (autocitazione: "Immaginate un tizio digitalizzato che occupa tutto lo schermo e che batte le mani ritmicamente. Ecco, ora indovinate quante volte ha battuto la mano destra, quindi la sinistra. Questo è Mani") e tutta una serie di titoli che andrebbero sicuramente inclusi, ma che il successo ha reso meno ameni agli occhi del pubblico, nonostante di base lo siano eccome, come ad esempio Burger Time, coin op di Data East che ha come protagonista un cuoco che deve cucinare panini camminandoci sopra, o Bubble Bobble, altro coin op, questa volta di Taito, che aveva come protagonisti due draghetti spara bolle.

Peccato non si possano organizzare gare a chi arriva più lontano
Peccato non si possano organizzare gare a chi arriva più lontano

Altri criterio importante seguito è stato quello della varietà. Spesso elenchi del genere tengono in considerazione solo un settore del mondo videoludico, concentrandosi magari sulle uscite per console, piuttosto che su quelle per computer. Noi abbiamo cercato di creare, nei limiti del possibile, una rappresentanza il più variegata possibile, sia in termini temporali che di sistemi scelti, cercando di rappresentare computer e console allo stesso modo, considerando produzioni occidentali e produzioni giapponesi, in modo da fare un quadro il più completo possibile dell'argomento. Infine, abbiamo optato soltanto per l'inclusione di giochi completi. Quindi abbiamo escluso in partenza le varie versioni alpha, beta o demo di titoli pur stranissimi. Ovviamente sappiamo che qualcuno di voi sarà deluso di non vedere il proprio gioco preferito nell'elenco. In caso, indicatecelo nei commenti e, magari, ne parleremo in un futuro seguito di questo speciale. Ma ora basta con il preambolo e gettiamoci a capofitto in quella che possiamo ribattezzare una sporca decina, sperando che diverta voi leggere di questi giochi come ha divertito noi scriverne.

Uno speciale con natiche che piovono dal cielo e una zanzara che gioca con la figlia del fattore

Sodoma

1984 - VDF - Commodore 64

Mamma guarda, un cu..
Mamma guarda, un cu..

Iniziamo alla grande con un titolo decisamente autoesplicativo. Sodoma per Commodore 64 non è un simulatore del noto evento biblico, ma un arcade in cui nei panni di un membro maschile bisogna penetrare al volo delle natiche che cadono dalla parte alta dello schermo. Il gioco non presenta particolari caratteristiche che lo rendano degno di nota, se non per alcuni dettagli davvero diverti che ci preme raccontarvi. In primo luogo c'è l'interfaccia a schermo, in cui le vite rimaste sono chiamate "piselli", e le celle d'energia da utilizzare per accelerare i movimenti del coso sono chiamate "spermini". In secondo luogo, ogni volta che portate a segno un colpo, cioè che inc... vabbé, avete capito, nella parte alta dello schermo appare la scritta "oh, la' la'!!!". Sodoma non fu mai distribuito commercialmente (chissà come mai), ma l'uso esclusivo della lingua italiana ci fa sospettare che dietro la sigla dello sviluppatore VDF si nascondano dei ragazzi (ormai saranno dei vecchi come noi) nostrani. Se volete giocarci potete farlo in due modi: tramite emulazione, oppure scaricando l'adattamento per sistemi Android, che comunque non si trova su Google Play.

Totally Accurate Toilet Simulator

2012 - Trash Games - PC

Veniamo quindi a una produzione più recente. Realizzato per la gamejam fuckthisjam di fine 2012, Totally Accurate Toilet Simulator è un... simulatore di toilette freeware. Per tutta la durata del gioco, se così vogliamo chiamarlo, ci si limita a stare seduti su una tazza ascoltando i peti del protagonista. L'azione è in prima persona (azione... non esageriamo) e non bisogna fare assolutamente nulla se non guardarsi intorno. Se già l'idea che qualcuno abbia avuto il coraggio di sviluppare un titolo simile rende il mondo un posto decisamente migliore, il primo aggiornamento che ha aggiunto il supporto per Oculus Rift ha permesso a Totally Accurate Toilet Simulator di toccare vette sublimi. In fondo chi non ha vissuto un'esperienza simile nella vita? Insomma, installatelo, inforcate la periferica per la realtà virtuale e godetevi l'audio e il video 3D. Certo, di un dettaglio si sente la mancanza... ma si può rimediare facilmente, trasferendo la simulazione nella realtà.

The Farmer's Daughter

1983 - Nocturnal Software - Commodore 64

Nel nostro speciale non poteva mancare un'avventura testuale, o interactive fiction che dir si voglia. Il motivo? Il genere si presta bene alle stranezze (in fondo con i testi si fa quello che si vuole). Effettivamente non è stato facile sceglierne un rappresentante e molti altri titoli avrebbero meritato l'inclusione. Abbiamo infine optato per The Farmer's Daughter perché ci ha ricordato un po' il cinema pecoreccio all'italiana, oltre che per l'indubbia simpatia della trama. Si tratta di un'avventura a sfondo erotico in cui il giocatore veste i panni di un Venditore di parafulmini. Accolto in una casa di campagna dalla provocante figlia di un fattore, il nostro dovrà andare in giro abusivamente a carpire informazioni utili per farla eccitare. Non mancano situazioni controverse, come il rinvenimento di foto pornografiche di lei con i due fratelli, che possiamo considerare i nostri antagonisti, ma i toni sono quelli tipici della commedia sexy. A pensarci bene, Edwige Fenech sarebbe stata perfetta nel ruolo della figlia del fattore...

Flunky

1987 - Piranha Games - Computer a 8 bit

Quanto vi eccita l'idea di interpretare un maggiordomo in un videogioco? Meno di zero? Eppure in Flunky proprio questo bisogna fare, e non per una famiglia di ricconi qualsiasi, ma per la casa reale inglese, com'era formata alla fine degli anni '80. Il gameplay è quello di un arcade adventure qualsiasi, ossia si va in giro per le stanze alla ricerca di oggetti per soddisfare i capricci dei reali, così da ottenerne l'autografo. Lo scopo è quello di arrivare a servire la regina in persona (che ci chiederà di riportarle i suoi cani). Flunky è interessante da ricordare non solo per le sue particolarità, ma anche perché fu uno dei primi tentativi strutturati di fare satira politica all'interno di un videogioco, con i vari principi rappresentati in modo caricaturale per sottolinearne la superficialità e, in un certo senso, la futilità. Ad esempio il principe Andrew vuole riavere la sua barchetta per giocarci mentre fa il bagnetto, mentre Charles è mostrato come un'idiota che passa le giornate sul suo cavallo a dondolo... e all'epoca non c'era neanche il royal baby a tenere desta l'attenzione delle menti semplici.

Wizkid

1992 - Sensible Software - Amiga 500

Tra le follie del mondo videoludico non poteva mancare un titolo di Sensible Software. Wizkid è il seguito di Wizball, una delle opere più famose della software house di John Hare e soci, ed anche quella più anarchica e schizzata. Nei panni di una testa bisogna prendere a capocciate blocchi di vario genere e natura per colpirci dei nemici e raccogliere monete e note cadute dai loro cadaveri. Questo, in linea di massima, è il gameplay base. Però, completata la partitura nella parte altra dello schermo si accede a un negozio dove è possibile tornare in gioco dotando il buon kid di un corpo fisico e trasformando di fatto il gameplay in quello di un arcade adventure, con enigmi e situazioni al limite dell'assurdo. Non mancano sequenze da sparatutto puro, con tanto di boss, scenari surreali con prigioni costruite sul guscio di una tartaruga gigante e una sezione finale in cui Wizkid si trasforma ancora diventando... Wizeroids, ossia un clone di Asteroids in cui gli asteroidi vaganti sono stati sostituiti da dei Pac-Man. Qualcuno ne faccia subito un remake!

Sneak n’ Peek

1982 - Vidtek - Atari 2600

Sneak n' Peek non è altro che un simulatore di nascondino multigiocatore (non online, ovviamente). Sì, avete capito bene. Toglietevi dal viso quell'espressione ebete. Uscito solo su Atari 2600, console che ne ha viste di cotte e di crude nonostante i suoi limiti, funzionava in modo molto semplice: un giocatore doveva nascondere il suo avatar all'interno di una grossa casa e l'altro, nel turno successivo, doveva trovarlo. E come faceva il secondo giocatore a non vedere le mosse del primo? Facile, doveva semplicemente uscire dalla stanza dove si trovava la console e fare la conta, come stesse giocando veramente a nascondino. Ovviamente tale assurdità non ebbe seguiti: dovendo e potendo scegliere era molto più divertente giocare dal vivo... anche se ora, con le moderne tecnologie online, un concept del genere potrebbe tornare ad avere senso e rendere felici molte persone. Ma anche no, quindi lasciate perdere. Se siete curiosi, giocateci con qualche emulatore.

Mister Mosquito

2002 - Fresh Games - PlayStation 2

Quale sarà mai lo scopo di Mister Mosquito per PlayStation 2? Interpretare una zanzara. Sì, proprio uno di quei fastidiosissimi insetti che ci riempiono di bolle d'estate pasteggiando sulle nostre gambe e braccia. E in effetti proprio questo bisogna fare nel gioco, ossia andare a succhiare sangue al malcapitato essere umano di turno (i "nemici" sono tutti membri di una famiglia giapponese) senza farsi beccare e, soprattutto, schiacciare brutalmente nel corso di accese battaglie rappresentate in modo spettacolare (chi nella vita non ha inseguito una zanzara cercando di spiattellarla con tutti gli oggetti a portata di tiro alzi la mano). Non mancano bonus ed extra vari in questo arcade un po' stealth e parecchio folle. Insomma, anche la tenzone storica tra l'uomo e l'insetto più fastidioso in assoluto ha avuto la sua rappresentanza videoludica. L'avreste mai sospettato? Non è facile reperirne una copia, ma se avete PlayStation 2 è sicuramente uno di quei titoli che non possono mancare in una collezione degna di questo nome.

Zombie Nation

1990 - kAZE - NES

Da un gioco che si chiama Zombie Nation cosa vi aspettereste? Immagino molte cose, ma sicuramente non di interpretare la testa del samurai Namakubi che dal Giappone deve raggiungere gli Stati Uniti per distruggere un boss alieno piovuto sulla terra insieme a un meteorite. Sì, è vero che Darc Seed, questo il nome dell'alieno (in realtà del meteorite), sta trasformando i terrestri in zombi, ma è altrettanto vero che in tutto il gioco di non morti se ne vedano decisamente pochini e che i nemici di quello che comunque è uno sparatutto a scorrimento molto tradizionale sono di tutt'altra natura. Ci sono alieni, mech, financo perodattili, ma gli zombi latitano (c'è qualcosa di simile nel primo livello). La verità è che Zombie Nation deve la sua fama postuma all'adattamento furbetto operato in America del Nord, visto che il titolo originale era Abarenbou Tengu e sul packshot giapponese gli zombi non c'erano. Oltretutto il protagonista indossava originariamente una maschera tradizionale giapponese, sparita nella versione adattata. Probabilmente il publisher statunitense ha pensato di spostare il focus del titolo sugli zombi per venderlo meglio sul mercato interno, creando di fatto un mito della stranezza videoludica frutto di un mero fraintendimento culturale. Rimane il fascino della testa mozzata gigante che gira per i cieli di New York combattendo contro uccelli infuocati e meduse giganti.

Super Pii Pii Brothers

Think Geek - Nintendo Wii

Super Pii Pii Brothers è nato a opera di quei mattacchioni di Think Geek, che hanno ben pensato di usare il Wii Mote della console di Nintendo per simulare l'atto di urinare. Acquistando il gioco, ancora in vendita, arriva a casa la confezione comprensiva di una mutanda elastica su cui fissare il telecomando. Indovinate un po' in che posizione va a finire la periferica? Bravi, siete più intelligenti del previsto. Avviando il gioco, sullo schermo appaiono tre water e lo scopo è indirizzare il getto di urina verso quelli aperti. Si ottengono punti bonus innaffiando un gatto che ogni tanto esce dalle tazze e si perde se si manda troppa urina di fuori. Tutto qui. Ovviamente si tratta di un mero passatempo, buono per farsi quattro risate con gli amici, ma ammettiamo che l'idea ci ha intrigato parecchio. Oltretutto riteniamo che accoppiandolo con Totally Accurate Toilet Simulator si ottenga un insieme unico e irripetibile. Sembrano le due metà di una mela. Bisognerà far incontrare i relativi sviluppatori... chissà cosa ne verrebbe fuori.

LSD: Dream Emulator

1998 - OutSide Directors Company - PlayStation

E finiamo in bellezza la nostra carrellata di freak videoludici con LSD: Dream Emulator per la prima PlayStation, un gioco che secondo alcuni si proponeva di simulare gli effetti della nota droga sullo schermo dei nostri televisori. In realtà ci si limitava ad andare in giro guardando le stranezze visive inserite, basate sul diario di Hiroko Nishikawa, uno degli sviluppatori, che aveva segnato i suoi sogni per circa dieci anni. Si trattava di una parte di un progetto più grande, che comprendeva anche un CD musicale e il diario stesso. Insomma, un titolo deludente per chiunque si aspettasse un simulatore vero e proprio (qui di scientifico non c'è davvero niente) o per chi sperasse di trovarci una specie di fondamento ideologico per l'uso di droghe allucinogene. Certo, il titolo può dare sicuramente adito a qualche cattiva interpretazione, ma in generale lo possiamo definire un antesignano degli art game, quando questi ancora non esistevano come genere. In fondo il gameplay richiede solo di andare in giro e osservare e ascoltare, in modo non dissimile da Dear Esther o Proteus.