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Il girone dei lussuriosi

Facciamo un viaggio nel mondo dei videogiochi erotici per scoprirne alcuni che hanno fatto la storia

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   28/07/2013

Perché dedicare uno speciale ai videogiochi erotici? Immaginiamo che alcuni di voi se lo stiano chiedendo mentre vi guardate intorno per verificare di essere soli. Forse non lo sospettate nemmeno, ma la produzione di titoli che hanno il sesso come tema dominante è molto più vasta di quello che si creda. Sicuramente l'erotismo non nasce con i videogiochi, ma il genere dei videogiochi erotici ha radici molto antiche e padri decisamente più nobili di quello che si creda. I primi studi di sviluppo nati a cavallo tra gli anni settanta e ottanta erano formati in prevalenza da universitari ed ex-universitari che non si facevano troppi problemi nell'inserire contenuti di natura sessuale nei loro titoli, nonostante i grandissimi limiti nella rappresentazione grafica dei sistemi allora prevalenti sul mercato. In un certo senso l'erotismo era trattato alla stregua di altri temi e, nonostante qualche caduta di stile, non mancarono produzioni valide. Ovviamente questo speciale non vuole tracciare la storia completa del genere erotico, che sarebbe lunga e complessa da trattare, soprattutto quando si dovrebbero spiegare i motivi della degradazione completa dei contenuti con il potenziarsi della potenza dei calcolo delle macchine da gioco. Il testo si prefigge invece lo scopo, più modesto ma anche più realistico, di fare un excursus attraverso undici tra serie o singoli titoli che hanno segnato, nel bene e nel male, il medium tutto, con qualche curiosità che non mancherà di strapparvi quattro risate (se non ridete di Boong-Ga Boong-Ga significa che siete morti dentro). Se tra i titoli scelti abbiamo escluso proprio quelli con cui avete svezzato la vostra mano principale, ve ne chiediamo scusa in anticipo e vi invitiamo a segnalarcelo nei commenti. Non stupitevi se si parlerà poco di console, ma è risaputo che su computer i giochi erotici sono molto più diffusi. È naturale che sia così, visto che i produttori hardware o gli sviluppatori dei vari sistemi operativi non hanno mai potuto/voluto operare nessun controllo diretto sui contenuti venduti agli utenti, a differenza della varie Nintendo, Sega, Sony e così via che hanno sempre applicato filtri a ciò che veniva diffuso sulle loro macchine. Ma ora basta con le premesse, slacciate le cinture... ahem, allacciate le cinture perché si parte.

Softporn Adventure (Apple II, 1981)

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Creata da Charles Benton nel 1981 per Apple II, storico computer che farà da nave scuola a moltissimi nomi celebri della storia dello sviluppo videoludico, Softporn Adventure era un'avventura testuale in cui bisognava riuscire a sedurre alcune donne recuperando degli oggetti. Nonostante il gioco sia diventato celebre più per la copertina, su cui campeggiavano tre donne nude in una vasca idromassaggio, una delle quali era la celebre Roberta Williams, che per questioni meramente videoludiche, ha sicuramente altri meriti che vanno riportati. Il maggiore e poco conosciuto è di aver ispirato Al Lowe per il suo Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards, primo capitolo di una celebre serie di cui parleremo più avanti. Anzi, a dirla tutta la prima avventura del buon Larry era praticamente la copia spudorata di Softporn Adventure. Il secondo merito è quello di presentare dei buoni testi, nonostante le molte ingenuità. Insomma, la qualità della scrittura era alta e il titolo piuttosto esplicito nascondeva enigmi interessanti e situazioni ben studiate, che non sfiguravano rispetto alle avventure testuali più famose dell'epoca, segno che non c'era stata alcuna sottovalutazione del prodotto o che, quantomeno, non si pensava di venderlo solo come strumento per stimolare l'autoerotismo.

Custer's Revenge (Atari 2600, 1982)

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Custer's Revenge per Atari 2600 fu uno dei primi grandi scandali della storia dei videogiochi. Realizzato da Mystique, sviluppatore specializzato in titoli erotici per la storica console, aveva come protagonista il generale George Armstrong Custer che, armato di una vistosa erezione, doveva superare un campo di battaglia schivando delle frecce per raggiungere una ragazza indiana nuda legata a un palo e stuprarla. Nonostante fosse graficamente molto stilizzato (il 2600 non poteva fare di più), il gioco fu subito accusato di offendere i nativi americani e le donne tutte, suscitando l'indignazione di diverse associazioni. Quando Mystique fallì, nonostante le 80mila copie vendute (moltissime per l'epoca), si susseguirono alcuni eventi paradossali. I diritti di Custer's Revenge finirono nelle mani di Playaround che si limitò a far diventare nera l'indiana e a farle estendere le braccia verso Custer poco prima del suo arrivo in fondo allo schermo, in modo da rendere lo stupro un rapporto consensuale. Insomma, lo stupro di un'indiana era scandaloso, ma facendola diventare una prostituta nera i benpensanti si pacificarono. Anche il titolo fu modificato e divenne Westward Ho. Da riportare la frase stampata sull'edizione originale del gioco: "Se i bambini vi scoprissero e dovessero fare domande, ditegli che Custer e la donna stanno ballando".

Leather Goddesses of Phobos (Sistemi vari, 1986)

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Leather Goddesses of Phobos era un'avventura testuale a tema erotico e fantastico. Realizzata da Infocom, all'epoca una vera istituzione del genere delle "interactive fiction", fu pubblicata nel 1986 per diversi sistemi e fece parecchio parlare di sé. Il motivo principale fu il fatto che era la prima incursione di Infocom nel genere erotico, con scene piuttosto esplicite, anche se solo descritte, che accesero le fantasie di molti videogiocatori. La trama racconta di una razza aliena, le Leather Goddesses of Phobos, che nel 1936 vogliono invadere il nostro pianeta partendo dall'Ohio. Il loro scopo è rendere la Terra il loro harem personale. Caratterizzata da puzzle al limite della follia (negli anni ottanta non ci si faceva troppi problemi per la difficoltà eccessiva), l'avventura di Infocom aveva dei tocchi geniali, a partire dalla scelta del sesso del protagonista, che avveniva all'inizio della storia decidendo in quale bagno di un bar andare a urinare e che proseguiva in base alle scelte del giocatore in alcune situazioni più o meno esplicite. Giocando con entrambi i sessi si potevano notare delle differenze nella trama, che permettevano di sbloccare delle divertenti scenette legate all'aver sperimentato entrambi i generi sessuali. Tra le opzioni c'era la possibilità di selezionare quanto esplicite dovessero essere le descrizioni, con i puzzle che rimanevano identici. Nel 1992 ricevette anche un seguito, purtroppo di minor successo nonostante il divertentissimo titolo: Leather Goddesses of Phobos 2: Gas Pump Girls Meet the Pulsating Inconvenience from Planet X.

Serie Leisure Suit Larry

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La serie di Al Lowe che vede come protagonista il simpatico quanto sfortunato con le donne Larry Laffer, è quella che più di tutte ha influenzato il modo di concepire l'erotismo virtuale, ossia incentrando le situazioni e i dialoghi sui toni della commedia sexy. Iniziata nel 1987 con Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards, che come abbiamo visto era più che ispirato a Softporn Adventure, la serie era caratterizzata da un solo leit motif, ossia riuscire a far finire Larry a letto con qualche procace ragazza, facendogli risolvere puzzle su puzzle (alcuni complicatissimi). I capitoli originali della serie, tutti realizzati dallo stesso team, furono: Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards, Leisure Suit Larry Goes Looking for Love, Leisure Suit Larry III: Passionate Patti in Pursuit of the Pulsating Pectorals, Leisure Suit Larry 4: The Missing Floppies (mai rilasciato), Leisure Suit Larry 5: Passionate Patti Does a Little Undercover Work, Leisure Suit Larry 6: Shape Up or Slip Out! E Leisure Suit Larry: Love for Sail! In seguito furono realizzati due titoli apocrifi, che molti non vorrebbero neanche inserire nella serie principale, vista la loro pessima qualità: Leisure Suit Larry: Magna Cum Laude (2004) e Leisure Suit Larry: Box Office Bust (2009). Infine, proprio quest'anno, grazie a una campagna Kickstarter conclusasi con successo, è stato pubblicato il remake del primo Larry, chiamato Leisure Suit Larry Reloaded, su cui è tornato a lavorare Al Lowe in persona e che ha attirato diverse critiche per il suo essere essenzialmente lo stesso gioco di allora.

Emmauelle (Amiga, 1989) – Geisha (Amiga, 1990) – Fascination (Amiga, 1991)

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Molto attivo su Amiga 500 nel genere delle avventure grafiche, lo studio di sviluppo Cocktel Vision si fece notare anche per la produzione di titoli a sfondo erotico. La trilogia ideale composta da Emmauelle, Geisha e Fascination era caratterizzata non solo dal tema di fondo, ma anche dal modo in cui veniva maneggiato. Si trattava di titoli di gran classe che non scadevano mai nella volgarità spicciola e, soprattutto, avevano delle storie interessanti da raccontare. Emmanuelle era tratto dalla stessa fonte dei film, ossia la biografia di Maryat Rollet-Andriane, e seguiva le gesta erotiche di, appunto, Emmanuelle, Geisha raccontava invece di uno scienziato pazzo che aveva rapito la fidanzata del protagonista per trasformarla in una geisha androide e, infine, Fascination narrava di uno scienziato assassinato per rubargli la formula di una medicina capace di potenziare le prestazioni sessuali. Tutte e tre erano avventure punta e clicca con enigmi molto classici e tutte e tre evitavano accuratamente di scadere nel pruriginoso mantenendo la narrazione sempre su livelli piuttosto elevati, come nemmeno alcune avventure contemporanee sono riuscite a fare (vedi Seduce me). Peccato che il filone si sia esaurito.

Serie Lula

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La serie di videogiochi che aveva come protagonista Lula era piuttosto nutrita e abbracciava moltissimi generi: Lula: The Sexy Empire (1998) era un gestionale in cui bisognava creare un impero del porno, Lula Inside era una specie di simulatore di vita con protagonista la nostra Lula (più un Tamagotchi in realtà), Lula Pinball era proprio quello che dice il titolo, ossia un flipper a tema, Lula Strip Poker non lascia molto spazio all'immaginazione, Wet Attack: The Empire Cums Back era uno strategico in cui il morale delle truppe si teneva alto facendogli fare sesso e, infine, Lula 3D era un'avventura grafica piuttosto dozzinale, nonostante il tentativo di modernizzazione. In generale la serie di cdv Software Entertainment, ormai fallita, seguì una linea qualitativa discendente, dopo il primo titolo, l'unico di qualità decente.. L'insuccesso commerciale di Lula 3D segnò la fine della vita virtuale della bella Lula e fu uno degli ultimi tentativi di creare un titolo con un personaggio ben caratterizzato che vivesse avventure incentrate sul sesso.

Boong-Ga Boong-Ga (Coin-Op, 2001)

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Ed eccoci al videogioco più curioso di questo speciale. Non fatevi ingannare dal titolo, perché in realtà il nostro ex-presidente del consiglio non c'entra nulla. Boong-Ga Boong-Ga era un coin-op giapponese molto particolare, conosciuto anche come Spank 'em, in cui il giocatore accumulava punti eseguendo kancho a ripetizione, ossia un simpatico scherzone che i giapponesi amano fare ai loro amici e che consiste nell'infilargli due dita nel... nel... uff... chi ci salva... nel... nel... fa caldo... proprio lì. La particolarità del cabinato era il controller, visibile dall'immagine allegata all'articolo. Quale? Ma il grosso posteriore di un uomo, pensato per essere deflorato con le dita e schiaffeggiato con la mano. I nemici da torturare in siffatta maniera? Ex ragazze, ex ragazzi, malviventi, suocere e così via; le cui facce venivano mostrate sul monitor e cambiavano espressione a seconda dell'interazione. I giocatori più bravi venivano ricompensati con un trofeo molto particolare: una pila di feci. Non c'è neanche da specificare che questo splendido cabinato è difficilmente reperibile in occidente, se non nelle casa di qualche collezionista. Anche emularlo è piuttosto complesso, a meno che non usiate qualche amico compiacente come periferica.

Seguiteci in questo viaggio nella storia dell'erotismo videoludico

Epigoni di The Sims: Playboy: The Mansion, 7 Sins, Singles

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Dopo il successo mondiale di The Sims, il genere erotico si fece coraggio e cerco di colonizzare il mondo dei simulatori di vita, spesso intrecciandolo con quello dei gestionali. Era logico che accadesse, visto che la vita sessuale è centrale nell'esistenza di ogni individuo e averne una soddisfacente è un obiettivo condiviso da molti. Furono diversi i titoli che mirarono ad approfondire gli aspetti più pruriginosi del genere. Il meno riuscito fu sicuramente 7 Sins, che incentrava tutto il suo appeal sulla trasgressione del protagonista. Purtroppo invece di stuzzicare, il gioco di Montecristo finiva per risultare pacchiano e involontariamente comico. Discorso simile per Playboy: The Mansion, che voleva far vivere al giocatore l'emozione di indossare i panni di uno Hugh Hefner in erba che doveva riuscire a costruire il suo impero editoriale. Purtroppo il gameplay sciatto e la realizzazione generale inconcludente, compreso l'erotismo che era trattato in modo patinato, lo resero più una curiosità che un gioco da provare. Infine c'è la serie Singles, che fece meglio di tutti i concorrenti. Pur non avendo la stessa varietà di The Sims, faceva impersonare al giocatore un o una single che doveva sviluppare rapporti amorosi con altri personaggi virtuali, con tanto di scene di sesso esplicite. Il secondo capitolo cercò di aggiungere varietà sfruttando situazioni sessualmente più varie e ammiccanti. Entrambi purtroppo furono condannati dalla loro rigidità di fondo, con le partite che si limitavano a essere un susseguirsi di azioni sempre uguali per arrivare tutte allo stesso risultato.

RapeLay (PC Windows, 2006)

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RapeLay fu oggetto di fortissime polemiche, che portarono il publisher giapponese a ritirarlo dal mercato. Il motivo era sempice: Masaya, ricco figlio di un uomo politico, decide di vendicarsi della ragazza che lo aveva denunciato per molestie, una certa Aoi, stuprando lei, la madre e la sorella minore. I finali, in cui Masaya finiva comunque morto, poco servivano per stemperare i contenuti, comunque fin troppo controversi. In realtà le polemiche scattarono anni dopo la pubblicazione del gioco, cioè quando alcune copie toccarono l'occidente. A nulla servì appellarsi al fatto che in Giappone RapeLay non violava alcune legge: le lettere di protesta verso il governo nipponico e il publisher furono molte e accesissime, al punto che l'Ethics Organization of Computer Software, ente di controllo giapponese, arrivò a limitarne fortemente la distribuzione anche in patria. A quel punto Illusion Soft si vide costretta a far sparire il prodotto dalla circolazione per evitare ulteriori polemiche. Attualmente non risulta far più parte neanche del suo catalogo.

Red Light Center (PC Windows, 2010)

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Red Light Center è probabilmente l'approdo più naturale per i videogiochi di genere erotico intesi in modo contemporaneo, ossia come stimolatori per l'autoerotismo (parafrasabili in.. meglio non parafrasare). Si tratta di un MMO in cui gli avatar possono fare sesso virtuale tra loro in varie posizioni, parlando, accordandosi, seducendosi. Il focus del gioco è tutto qui, con il sito ufficiale organizzato come se fosse un sito porno e i gruppi divisi per generi pornografici. Paradossalmente si tratta di uno dei titoli erotici pubblicati negli ultimi anni ad avere più senso, visto che sfrutta le moderne tecnologie per dare agli avventori quello che vogliono e niente più. Non si tratta neanche di un videogioco in senso stretto, quanto di un Second Life incentrato sulla sfera sessuale / pornografica. C'è chi si accontenta.

Seduce Me (PC Windows, 2012)

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Perché concludere questo speciale con un titolo così poco riuscito? Semplice, perché Seduce Me incarna tutto il male insito nella maggior parte dei videogiochi erotici di ultima generazione: pretende di narrare una storia, pretende di fare critica sociale, pretende di far scoprire all'utente chissà quali segreti sulla sessualità, ma stringendo si limita a essere un prodotto mediocrissimo, dallo stile grafico pacchiano che scade immediatamente nel porno, dal ritmo narrativo blando se non nullo e dal gameplay artificioso (s'interagisce tramite mini giochi di carte) che non serve a nulla se non a rallentare la sequela di accoppiamenti che si accavalla sullo schermo. A far specie è il fatto che sia stato realizzato da veterani dell'industria, mentre a non stupire è che sia stato presentato come l'ennesima rivoluzione nel genere erotico. In realtà se c'è una cosa che Seduce Me fa bene è proprio il prototipo: chiunque voglia realizzare un titolo erotico di qualità dovrebbe studiarlo per cercare di non replicarlo in nessun modo. Ce ne avvantaggeremmo tutti.