49

Giardinieri o becchini?

A Londra abbiamo provato Garden Warfare, l'inaspettata svolta sparatutto di Piante contro Zombie

PROVATO di Andrea Porta   —   21/11/2013

Uno sparatutto che vede piante e zombie gettarsi in piccole arene e darsi battaglia all'ultima foglia, o arto smembrato, è un'idea sufficientemente folle da adattarsi allo spirito dei ragazzi di Popcap. Dopo lo straordinario successo dei due Piante contro Zombie sulle varie piattaforme, sembra essere arrivato il momento per un deciso cambio di prospettiva, che si pone questa volta direttamente alle spalle dei membri delle due fazioni in eterna battaglia. Chiaramente, libero dalle due dimensioni e dalla meccanica a scorrimento, il gameplay si trasforma completamente, e assume le più familiari forme di un classico sparatutto in prima persona online a squadre, competitivo o cooperativo, dove a fare la differenza sono il carisma e le abilità uniche dei personaggi che hanno reso celebre la saga. Un recente evento Electronic Arts tenutosi a Londra ci ha permesso di mettere le mani sulla componente competitiva di una versione provvisoria del gioco per un'ora abbondante, così da farci un'idea dello stadio a cui sono arrivati i lavori di produzione. La versione finale del gioco, come ben noto, presenterà anche una modalità cooperativa per quattro giocatori, sebbene i nostri test si siano limitati a Team Vanquish, una rilettura del classico deathmatch competitivo a squadre.

Giardinieri o becchini?

Eterna lotta

Per rileggere la classica modalità di gameplay di Piante contro Zombie nell'ottica dello sparatutto in prima persona, i ragazzi di Popcap hanno opportunamente deciso di mantenere intatta una delle particolarità del gioco originale, ossia la divisione in classi delle varie unità disponibili. Prima di entrare in partita nella modalità competitiva infatti, una volta scelta la fazione sarà possibile selezionare una tra quattro classi, per un totale di otto, ognuna dotata di armi e abilità uniche.

Giardinieri o becchini?

Questo garantisce buona varietà agli approcci in combattimento, dato che già solo per provare tutte le classi e le loro particolarità occorrerà una discreta quantità di tempo. Sebbene ogni tipologia di combattente abbia caratteristiche uniche, gli sviluppatori hanno cercato di rispecchiare il più possibile la filosofia della modalità di gioco classica, conferendo alle piante particolarità più adatte alla difesa, e lasciando invece agli zombie il ruolo primario di attaccanti. Durante i nostri match, dalla parte degli Zombie abbiamo avuto modo di provare l'Ingegnere, la cui particolarità consiste nell'evocazione di un drone fluttuante che può essere controllato in prima persona, e l'All Star, un giocatore di football non-morto in grado di caricare gli avversari, e contare su una riserva di energia vitale notevole. Dalla parte delle Piante abbiamo invece testato lo Sparapiselli, un combattente base di fanteria in grado di sviluppare danno ad area, il Girasole, in grado di guarire i compagni o di rilasciare a terra un liquido curativo per tutta la squadra, il Chompy, letale da distanza ravvicinata e capace di uccisioni istantanee alle spalle, e il Cactus, che fa le veci del classico cecchino, sparando i suoi aghi da grande distanza e con precisione. Una volta sul campo, è importante capire in fretta quale possa essere il ruolo migliore da ricoprire in base alla classe scelta, rimanendo nelle retrovie in caso di classi curative, o partendo in testa qualora si disponga di attacchi veloci. Gli scontri presentano una buona dinamicità, e, nonostante la natura del gameplay sia piuttosto tattica, l'accessibilità è garantita, dato che già dopo pochi minuti si comprende perfettamente come utilizzare la propria classe. Allo stesso tempo, il focus sulla cooperazione rende il gameplay più profondo e interessante di quanto le premesse non suggeriscano, con un effetto complessivamente piacevole.

Anche con la telecamera alle spalle, piante e zombie si menano che è un piacere in Garden Warfare

Giardini di battaglia

L'unica mappa da noi provata presentava le forme di un piccolo ambiente urbano molto colorato, a dire il vero non troppo personale quanto a design. Al di là dell'aspetto cartoonesco infatti, non abbiamo riconosciuto particolari elementi stilistici che riconducessero al design della saga. Ben altra storia invece per quanto riguarda il design delle unità, che ripesca naturalmente lo stile già visto nelle versioni bidimensionali e aggiunge animazioni molto ben studiate, sia per il movimento, sia per i differenti tipi di attacchi.

Giardinieri o becchini?

Grazie alla buona differenziazione delle unità sul campo e al notevole numero di giocatori supportati, fino a 12 per parte, gli scontri ci sono apparsi divertenti e dinamici, con le squadre portate sin dai primi istanti a cooperare grazie alle abilità di attacco e difesa ben studiate. Il richiamo più immediato che ci è venuto in mente è Team Fortress 2, sebbene, dal puro lato tecnico, Garden Warfare pecchi ancora di ottimizzazione, soprattutto se confrontato con l'illustre rivale firmato Valve. La versione provata non era definitiva, e dunque confidiamo in una pronta risoluzione dei vari problemi che abbiamo incontrato giocando, tra cui un generico input lag nell'attivazione di alcune abilità e hitbox molto imprecise per quanto riguarda l'aspetto più legato al puro shooting. Anche l'unica mappa disponibile presentava un design non eccezionale non solo dal punto di vista estetico, ma anche strategico, limitandosi a proporre percorsi piuttosto scontati, e solo qualche postazione sopraelevata utile ad alternare gli scontri per strada. Nel complesso dunque, l'impressione è che le basi per un comparto competitivo divertente e soprattutto diverso dalle offerte convenzionali ci siano, a patto però che i diversi lati tecnici vengano sistemati, e che la proposta finale in termini di mappe riveli qualche spunto positivo in più. Dal punto di vista tecnico, l'impiego del Frostbite 3 non si può dire sorprendente, dato che la buona definizioni delle texture non corrisponde a una modellazione poligonale eccezionale, attestandosi nel complesso su livelli solo discreti.

Giardinieri o becchini?

Di contro, data la generale semplicità del contesto, la fluidità è garantita, e l'ottimo design e caratterizzazione delle unità conferisce da subito al contesto uno stile unico e riconoscibile. Piante contro Zombie: Garden Warfare potrebbe rivelarsi un esperimento molto riuscito, a patto che i ragazzi di Popcap lavorino a fondo sulle attuali mancanze, che potrebbero rendere l'esperienza meno positiva del previsto. Se l'input lag e le hitbox verranno migliorati, e le mappe della versione finale si riveleranno sufficientemente varie, gli appassionati della saga potranno scendere sui campi di battaglia senza remore, e godersi uno sparatutto atipico e in grado di non prendersi minimamente sul serio. Tutto questo, senza rinunciare a un gameplay che, nascosta sotto la patina cartoonesca e spiritosa, conserva comunque un'interessante anima tattica. Ricordiamo che la versione finale del gioco, in uscita nella seconda metà di Febbraio 2014 su Xbox 360, Xbox One e PC, presenterà anche una modalità cooperativa per quattro giocatori da giocare contro l'intelligenza artificiale, sulla quale purtroppo non ci è stato possibile mettere le mani.

CERTEZZE

  • Riprende in pieno lo spirito della saga
  • Classi ben differenziate

DUBBI

  • Hitbox e input lag da sistemare
  • Mappa non troppo ispirata