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PC Magazine #148

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

RUBRICA di La Redazione   —   08/02/2014

La vita di una persona, di tutti noi, può essere riassunta, ridotta e raccontata con i termini e le meccaniche videoludiche? Oliver Emberton, fondatore della Startup tecnologica SilkTide, ci prova in un interessante articolo che percorre i principali passaggi della vita di un uomo, dall'infanzia all'età adulta fino alla vecchiaia, attraverso questa inusuale metafora. Il risultato è una lettura veloce, leggera ma allo stesso tempo curiosa. Molto meno rapido ma assolutamente immancabile è invece "Street Fighter II: An Horal story", gigantesco pezzo che Polygon dedica al più famoso picchiaduro di tutti i tempi e che potrebbe probabilmente venir venduto come un e-book per qualche euro. Matt Leone ha parlato con oltre venti veterani dell'industria dei videogiochi coinvolti in quel mirabolante e riuscitissimo progetto, riuscendo a ricostruire una storia che finora non era mai stata raccontata in maniera così omogenea e completa. Per concludere, lo stesso sito - evidentemente molto interessato al genere in questo periodo - ha tratteggiato una bel profilo della community di appassionati dediti ai picchiaduro, un movimento molto diverso da quello di altri e-sport e per questo ancora più interessante.

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

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COMPONENTECARATTERISTICHEPREZZO
ProcessoreIntel Core i5-4430 € 160.00
Scheda MadreASRock Z87 Pro4 € 100.00
Scheda Video GeForce GTX760 € 205.00
RAM Corsair XMS3 8gb (2x4gb) ddr3 1600 MHz € 70.00
Alimentatore SeaSonic S12II 520 Bronze 520W € 60.00
Hard DiskHard Disk Seagate - Barracuda 500 GB + Samsung 830 128GB € 145.00
Lettore-Masterizzatore Ottico Samsung SH-S223Q SATA € 25.00
CaseCooler Master 690 II Advanced € 85.00
CONFIGURAZIONE COMPUTER DA GIOCO € 860.00

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Dungeon Keeper 1 e 2
Che giochi magnifici erano i due Dungeon Keeper. Il primo soprattutto riuscì a unire in un solo prodotto eccellenza tecnica a originalità. Il giocatore doveva costruire un dungeon e riempirlo di trappole e servitori per fermare l'avanzata degli eroi in cerca di gloria e fortuna. Chi lo comprò all'epoca si trovò di fronte a meccaniche di gioco raffinatissime, un'interfaccia che rasentava la perfezione e un lato artistico che ha fatto scuola.

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Quanti giochi devono qualcosa a Dungeon Keeper? Tanti, troppi per elencarli. Come se questa eccellenza non fosse un motivo valido per parlare nuovamente del gioco, nelle ultime settimane si è aggiunto un fattore che lo ha riportato al centro dell'attenzione del grande pubblico: la pubblicazione della versione mobile. Bene, verrebbe da dire, finalmente Electronic Arts ha ripreso un titolo che non meritava di finire nel dimenticatoio e lo ha proposto su delle nuove piattaforme, così potrà giocarci anche chi lo aveva perso all'epoca... lasciate perdere. Come ci siamo ridotti? Veramente, merita ancora una qualche simpatia o clemenza un mondo che scarica in massa un'opera storica trattata in modo così barbaro? Veramente si preferisce poter scaricare gratis un gioco monco, castrato in tutto ciò che lo rendeva divertente, con i tempi allungati a dismisura per costringere a spendere soldi e con ogni azione che punta al negozio dove si vendono monete finte a peso d'oro vero? Davvero si preferiscono giochi ridotti in quelle condizioni, ma apparentemente gratuiti, ai capolavori originali che richiedono un prezzo da pagare? Probabilmente voi lettori di PC Magazine rispondereste di "no" alle domande appena poste, ma guardando i soli numeri su Google Play viene da tremare, visto che siamo già nella fascia dei 500.000 / 1.000.000 download. Leggendo le recensioni degli utenti scopriamo che c'è gente che si lamenta per aver speso decine di euro senza aver ottenuto molto, mentre altri gli hanno dato cinque stelle di voto perché porta il nome di un classico.

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Decine di euro spese? Cinque stelle a questa fessura per carte di credito travestita da videogioco? Ma non era meglio spendere i sei dollari che il gioco costa su GOG e scaricarsi la versione completa che non vessa di continuo con richieste monetarie e che, soprattutto, ha un gameplay pensato per i giocatori e non per Mr Visa o Miss Mastercard? Ci piace davvero così tanto essere presi in giro? Invece di lamentarci e basta, comunque, sfruttiamo questo caso per capire dove stiamo andando. Se mettiamo a confronto cosa avevamo nel 1997 e cosa ci viene offerto oggi non c'è paragone, visto che la versione moderna ha dalla sua solo una grafica migliore (nemmeno troppo, ma non sottilizziamo), mentre tutto il resto è assolutamente peggiorato in onore delle meccaniche succhia soldi che devono necessariamente essere inserite se si vuole giustificare la ripubblicazione free-to-play. Mettiamola così: prima si pagava per portarsi a casa il gioco e divertirsi, ora si paga per cercare di tirare fuori un gioco da un software dall'aspetto piacevole pensato per annoiarci. Ecco, il nodo è tutto qui: un free-to-play deve tediarci per convincerci a tirare fuori i soldi necessari per migliorare l'esperienza di gioco, un videogioco inteso in senso classico deve invece divertirci per convincerci di aver fatto un buon acquisto. Sinceramente non avevamo mai pensato che un giorno ci sarebbero stati milioni di videogiocatori che se la sarebbero goduta nell'annoiarsi...

di Simone Tagliaferri

Titolo: Dungeon Keeper 1 e 2
Sviluppatore: Bullfrog
Anno di pubblicazione: 1997, 1999
Come reperirlo: Si trova con estrema facilità e a un prezzo molto basso su GoG.
Perché giocarlo oggi: Per capire i danni che le meccaniche free to play possono causare a un videogioco.

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Aion

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Nonostante il suo buon inizio, Aion non è riuscito a imporsi in occidente come valida alternativa agli MMO più popolari, ma nella sua terra natale ha proseguito una corsa che l'ha condotto a una serie di aggiornamenti arrivati un po' in ritardo anche da noi. L'ultimo lo vedremo tra pochissimi giorni, in largo anticipo rispetto a quanto preventivato originariamente, cioè la primavera: l'update 4.5, intitolato Steel Cavalry, arriverà infatti il 29 gennaio e permetterà ai giocatori di intraprendere una nuova classe chiamata Aethertech che consente di utilizzare un fantascientifico esoscheletro da battaglia armato di mitragliatori, lanciarazzi e fruste laser. Oltre all'Aethertech e a tutte le sue nuove abilità, Steel Cavalry introduce anche due dungeon inediti, The Illuminary Obelisk e Iron Wall Warfront. Vi ricordiamo che Aion è passato al modello free to play già da qualche anno.

World of Warcraft
Probabilmente ricorderete che qualche mese fa Blizzard aveva annunciato una perdita di svariate centinaia di migliaia di sottoscrizioni per il suo titolo di punta.

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La notizia era stata accolta con un certo clamore dato che, sì, sette milioni e passa di utenti sono veramente tantissimi, ma i fasti dei dodici milioni di alcuni anni fa sembrano ormai lontani e irragiungibili. Poi, qualche settimana fa, si era parlato di un aumento non meglio precisato verificatosi nell'ultimo quadrimestre del 2013, ma fino ad oggi non era mai stato associato un numero preciso a quella affermazione. Oggi finalmente sappiamo di quanto sono cresciuti gli account di World of Warcraft: duecentomila. Si è passati, infatti, da sette milioni e seicentomila sottoscrizioni a sette milioni e ottocentomila. Non è certo un numero impressionante, ma segue un trend a cui siamo ormai abituati da anni perché si ripete con l'avvicinarsi di ogni espansione. Aspettiamoci quindi un incremento più sostanzioso con il lancio di Warlords of Draenor. A tal proposito, i devs questa settimana ci hanno avvisato che la patch 6.0 (aggiornamento introduttivo alla prossima espansione) cambierà anzitempo il sistema di incursioni, aggiornando anche L'Assedio di Orgrimmar alle nuove meccaniche di Warlords of Draenor, e che la quattordicesima stagione dell'Arena è ormai prossima alla chiusura.

Star Wars: The Old Republic
Nel suo ultimo comunicato, il senior producer Bruce Maclean ha promesso ai giocatori che nel 2014 vedremo altre due "espansioni" del MMO ambientato nella galassia più lontana lontana che c'è.

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Per la precisione, si parla di un'espansione "minore" alla stregua della recente Galactic Starfighter (che dal 4 febbraio è accessibile anche ai giocatori free to play) e di una più incentrata sul PvE e le missioni come la precedente Rise of the Hutt Cartel. Il prossimo aggiornamento del gioco è previsto invece per l'8 aprile e introdurrà due nuovi flashpoint, la modalità Nightmare per l'operazione Dread Frotress, una nuova warzone (Quesh Huttball) e uno stage inedito per le battaglie spaziali. L'aggiornamento successivo è previsto invece per il 10 giugno, con la modalità Nightmare di Dread Palace e nuove navette per le battaglie spaziali. Gli aggiornamenti d'ora in poi si susseguiranno ogni nove settimane circa, così da permettere agli sviluppatori di sfornare dei micro update tra quelli più importanti allo scopo di risolvere i problemi del caso. Il sito ufficiale di Star Wars: The Old Republic, oltretutto, ha pubblicato due bloggate che interesseranno specialmente i fan sfegatati del gioco e dei suoi tecnicismi, dedicati a due nuove navette per le battaglie spaziali: una è dedicata alla "gunship", incubo dei caccia stellari, e l'altra ai caccia d'assalto veri e propri, in grado di sfondare gli scudi deflettori più potenti.

Rift
Si è parlato di aggiornamenti anche per il MMO firmato Trion Worlds, la cui prossima patch - Dream Weaver - è prevista per il 21 febbraio. Ricordiamo le novità, a cominciare dalla nuova professione commerciale che dà il titolo all'update stesso.

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I Dream Weaver potranno infatti "fabbricare" quindici nuove dimensioni e vari effetti luce e particellari che possono essere applicati per impreziosire il bizzarro pseudo-housing di Rift. Oltre alla nuova professione, l'aggiornamento Dream Weaver darà inizio anche a una nuova storyline che trasporterà i giocatori nel passato per rivelare i dettagli sul drago dell'aria Crucia e aggiungerà il nuovo sistema di taglie, alcune skin per i famigli da combattimento e nuovi manufatti. Nel frattempo, i giocatori possono dedicarsi a una serie di minigiochi nelle aree di Silverwood, Freemarch, Pelladane e Cape Jule: completando le gare proposte si potrà tentare la fortuna e, magari, conquistare una cavalcatura rara, il Frosty Budgie. In alternativa, le varie missioni giornaliere ricompensano con una valuta che permetterà di acquistare la cavalcatura Ashen Budgie. E se avete soldi da spendere, ce n'è una a tema anche nel cash shop del gioco.

di Christian La Via Colli

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Non possiamo parlare di giochi indipendenti senza citare Octodad: Dadliest Catch. Se non sapete di cosa si tratti potete leggere la nostra recensione e scoprire così uno tra i giochi più bizzarri e riusciti degli ultimi tempi. Da non perdere.

La precedenza su tutti gli altri titoli questa settimana ce l'ha Save the Date di Chris Cornell, in gara per vincere un premio al prossimo Independent Games Festival. Il gioco è gratuito e molto breve, perciò non avete davvero scuse: dovete provarlo. Lo scopo è condurre a termine un appuntamento nel corso di una cena, tutto tramite la scelta delle risposte da dare durante i dialoghi. In realtà c'è sotto molto di più. Infatti la nostra amica e potenziale fidanzata, Felicia, muore in modo diverso alla fine di ogni incontro. La particolarità sta nel fatto che a ogni partita successiva, noi, il giocatore, abbiamo a disposizione nuove informazioni sui personaggi di cui loro sono all'oscuro e che possono cambiare le sorti dell'incontro. Per esempio: se invitiamo Felicia a mangiare cibo thailandese, la sfortuna ragazza morirà a causa di uno shock anafilattico provocato dalle noccioline. Nel caso decidessimo di rigiocare e invitarla di nuovo al ristornate thailandese (ci sono altri luoghi a disposizione) potremmo avvertirla che nel piatto che ha scelto ci sono le pericolose noccioline. Lei sarà contenta perché le abbiamo salvato la vita, ma anche sorpresa: come facevamo a saperlo? Già, bella domanda, visto che il nostro personaggio a tutti gli effetti non lo sapeva. Eravamo noi, il giocatore, a possedere l'informazione. Quale sia il vero finale di questo gioco - perché un finale ce l'ha - ve lo lasciamo scoprire da voi. Su questo punto ci sono pareri discordanti, perché l'autore ha voluto lasciare un margine di dubbio. Insomma Save the Date è una riflessione stimolante sul perché, quando giochiamo, compiamo certe azioni. Da dove vengono le nostre informazioni? Perché ci sembra coretto o auspicabile agire in un modo piuttosto che in un altro? A dire il vero già Bioshock toccava questo tema. Save the Date approfondisce la questione, e lo fa con grande finezza.

Ma che splendido gioco gommoso ha creato il duo di sviluppatori Ian Snyder e Disasterpeace, e tutto a partire da una semplice domanda: cosa succederebbe se il mondo che possiamo toccare fosse fatto di gelatina? La risposta è The Floor is Jelly, un platform sensoriale che coinvolge l'udito, la vista e, anche se solo nell'immaginazione, il tatto. Dimenticate testi, indicazioni fuori contesto, accenni narrativi e tutto ciò che può distarvi dall'esperienza di gioco, perché già a partire dal breve turorial visivo siamo immersi in un mondo dove saltando sulla superficie di una piattaforma o di una parete si rimbalza dolcemente, mentre alberi e altri elementi del paesaggio si flettono come se fossero fatti di gelatina. Il video comunque mostra molto bene l'effetto appena descritto. Il bello di questo gioco è che non dobbiamo sudare per raggiungere la fine del livello con il nostro piccolo personaggio; possiamo indugiare per il puro piacere di raggiungere aree segrete o lontane e vedere cosa succede, quali meraviglie accadono sullo schermo. Balzi altissimi, tuffi nell'acqua profonda, effetti di luce e musica, e perfino lo spazio silenzioso vi aspettano negli otto mondi di The Floor is Jelly. Per 9.99 dollari è tutto vostro, disponibile per PC e Mac. Dobbiamo dirvi che sono soldi spesi bene?

Questa settimana il browser game gratuito che vi consigliamo, una volta tanto, non è affatto folle. Si chiama I am a brave knight e racconta la vita di un uomo qualunque. Per conoscerne i passaggi salienti della sua esistenza dobbiamo premere i tasti corrispondenti a quelli che compaiono sullo schermo. Il legame tra la parola che si forma in questo modo e la frase a cui fa riferimento ci dà il senso profondo della scena a cui assistiamo. Noi abbiamo finito il gioco in 2 minuti e 11 secondi. E vi consigliamo di ritaglarvi altrettanto tempo per provare a finirlo voi stessi. Un ottimo prodotto dell'ultima Global Game Jam.

In arrivo quest'anno, Glitchspace è ancora in fase alfa, ma disponibile per una prova gratuita che potrebbe aiutarvi a decidere se spendere o meno i 3,49 dollari richiesti. Il concept è interessante: uno sparatutto in prima persona ambientato nel cyberspazio. Lì, nella terra digitale dove niente è come sembra, il compito del giocatore, che interpreta un visual programming mechanic, è trovare il Glitchspace, un'area generata dal cyberspazio stesso nella quale tutto è possibile. Nel corso dell'azione ci sarà spazio anche per mettere in moto i neuroni, oltre che i proiettili, perché dovremo superare gli ostacoli che ci troviamo di fronte cercando soluzioni logiche e creative che sfruttino i glitch del sistema. Sono perciò incoraggiati stili di gioco diversi, così che tutti possano trovare la propria dimensione nel flusso di pixel e codice di Glitchspace. Il nostro consiglio è di provarlo, perché guardandolo in video non si apprezza fino in fondo l'atmosfera di questo suggestivo mondo aperto, che diventerà ancora più straniante al momento dell'uscita grazie alla compatibilità con Oculus Rift.

BeatBlasters III potrebbe riuscire a convincere anche i giocatori che di solito evitano i giochi di musica. Si tratta infatti di un ibrido tra un platform e un gioco di musica che ribalta la formula tradizionale. Anziché premere i tasti a tempo per non rovinare la melodia, possiamo combattere liberamente contro i nemici ed eseguire varie azioni senza paura, perché ogni volta che premiamo un tasto si generano suoni che modificano la melodia senza interromperla. Il problema riguarda tutto la barra delle abilità. Ogni volta che usiamo un'abilità, infatti, la barra relativa si svuota un po' e, quando è completamente vuota, dobbiamo fermarci e premere i tasti a tempo per ricaricarla. La difficoltà consiste nel decidere per quanto ancora possiamo continuare a combattere prima di fermarci a ricarica la barra di energia, perché in quel lasso di tempo diventiamo vulnerabili più che mai. Con due personaggi selezionabili, diversi mondi in cui giocare e una musica autoprodotta dal groove coinvolgente, BeatBlasters III potrebbe lasciare il segno in un genere che non riceve molto amore. Per saperlo non dovremmo comunque attendere molto, perché l'uscita è prevista nei prossimi mesi su Steam.

di Andrea Rubbini

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Sony si allontana definitivamente dal mercato PC
La competitività di Sony nel settore PC è in fase calante da ormai parecchio tempo. Gli ultraportatili a prezzo medio alto sono stati messi in secondo piano dalle politiche aggressive dei coreani di Samsung e Sony ha praticamente lasciato alla concorrenza tutto il settore dei tablet. Non stupisce, dunque, la resa della compagnia che ha deciso di privarsi proprio comparto PC cedendone la gestione al gruppo Japan Industrial Partners.

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Alcuni dipendenti Sony, in un numero che andrà tra le 250 e le 300 persone, verranno trasferiti nella nuova azienda per seguire il brand Vaio mentre gli altri saranno presumibilmente coinvolti nella grossa ristrutturazione della compagnia che comporterà 5000 licenziamenti. Questi sacrifici saranno circa 1500 in terra nipponica e 3500 nel resto del mondo e fanno parte di una manovra che include una riformulazione del settore TV e monitor targato Sony, anche questo in calo da parecchio tempo. Per rinverdire la situazione, Sony darà vita a una nuova compagnia che produrrà schermi di fascia alta, inevitabilmente legati alla risoluzione 4K, e produrrà anche soluzioni specifiche, presumibilmente economiche, destinate ai mercati emergenti e alle regioni in via di sviluppo. La speranza è che questa nuova divisione si occupi anche di monitor PC, contribuendo attivamente allo sviluppo delle tecnologie 4K e OLED in ottica videoludica. E per sapere se gli schermi da gioco rientrano nelle nuove strategie della compagnia nipponica non dovremo probabilmente attendere molto. La ristrutturazione è attesa per fine marzo e in quel frangente non mancheranno comunicati presumibilmente ricchi di informazioni specifiche volte a tranquillizzare investitori e utenti finali.

Prove di realtà virtuale
Mentre Oculus Rift procede verso il tanto agognato obiettivo dei 20 millisecondi di risposta del motion capture e verso 3 millisecondi di latenza dell'immagine, il mondo della tecnologia si prepara ad accogliere il visore, che promette di rilanciare il sogno della realtà virtuale, con periferiche di controllo studiate per integrarsi al meglio con l'avveniristico visore tridimensionale. Sul fronte della simulazione del movimento, la prima di queste periferiche è stata il Virtuix Omni, un dispositivo che consente di camminare sul posto in modo da emulare il movimento del nostro avatar all'interno dei videogiochi. Questo movimento, catturato da video sensori come il Kinect, viene tradotto in input e si integra con la visuale 3D creando un effetto immersivo molto vicino alla realtà virtuale. Certo, siamo ancora lontani da interfacce neurali e da esperienze alla Tron ma proprio per questo i margini di miglioramento sono enormi. Il Virtualizer di Cyberith, per esempio, è più sottile dell'Omni, cinge per intero la vita del giocatore ed è corredato di imbracatura montabile per sedersi. Mostrato a novembre fa di nuovo capolino in questi giorni con un video, che trovate qui accanto, che mostra il grosso controller combinato con Wiimote e Oculus Rift utilizzati per immergere il giocatore nel mondo di Skyrim. Il risultato, per quanto sia difficile valutare un oggetto del genere da un video, sembra delineare un avversario temibile per l'Omni, anche se prima di dare la concorrenza per sconfitta sarà necessario valutare la sensibilità dei sensori, il livello di attrito della piattaforma e l'effettiva fruibilità della periferica. La promessa, comunque, è quella di un'esperienza davvero magica. Un'esperienza probabilmente irreplicabile nel caso di un FPS, i cui movimenti causerebbero morti accidentali orribili, ma che in un titolo caratterizzato da tempistiche gestibili arbitrariamente dal giocatore può regalare un assaggio di un futuro possibile.

Microsoft - Satya Nadella è l'uomo giusto?
Se l'abbandono del mercato PC da parte di Sony non è stato un evento sorprendente, visto l'atteggiamento non proprio combattivo della compagnia in questo settore, un pizzico di stupore c'è stato nel caso di un altro evento che ha scosso il mondo della tecnologia in questo inizio millennio. Parliamo dell'ascesa di Satya Nadella alla poltrona di CEO di Microsoft. Una posizione occupata prima dal leggendario Bill Gates e poi dal suo compagnone Steve Ballmer, dirigente vitale ed entusiasta ma troppo criticato ed evidentemente incapace di alleggerire una compagnia pachidermica, un titano che sperimenta ma fatica a commercializzare, come nel caso di alcuni recenti dispositivi.

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Incidenti che, come ammesso dalla stessa Microsoft, manifestano un appesantimento eccessivo della compagnia. Ed ecco che, qualche mese fa, l'azienda di Redmond ha dato il via a un avvicendamento delle posizioni dirigenziali, un ricambio volto a formulare nuovi approcci e portare maggiore leggerezza in una compagnia che deve combattere su più fronti con avversari agili e scattanti come Google. Ma Microsoft parte da una posizione elevata, è ancora una presenza dominante nel settore dei sistemi operativi, ha una console che nonostante la partenza incerta ha dimostrato di poter vendere e ha un sacco di hardware a disposizione. Ed è proprio questa congiunzione di fattori che rende Nadella una figura estremamente interessante. Nadella, infatti, è un dirigente che non si fa problemi a investire e cambiare, è un sostenitore del cloud ed è uno degli artefici dello spostamento dei servizi Microsoft sui server Azure. Il nuovo CEO di Microsoft, in sostanza, ha già dimostrato di essere piuttosto lungimirante e la sua presenza potrebbe essere importante per Xbox One e, speriamo, per il PC. Il cloud computing, d'altronde, può potenziare diversi settori, incluso quello dell'intrattenimento elettronico, e la nuova console Microsoft è partita cavalcando proprio quest'onda. Nel frattempo Bill Gates, a dimostrare quanto è forte la volontà di cambiamento in Microsoft, ha lasciato la comoda poltrona di chairman di rappresentanza e si è rimesso attivamente al lavoro, dopo quasi sei anni di pausa, assumendo il ruolo di consulente tecnologico a tutto tondo.

di Mattia Armani