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L’hacking torna di moda

Con dieci nuove missioni e una modalità co-op tutta nuova, Bad Blood promette di dare nuova linfa vitale all'acclamato Watch Dogs

PROVATO di Mattia Comba   —   15/09/2014

Watch Dogs è stato in maniera indiscussa il re della scorsa primavera videoludica. Dopo aver catalizzato l'attenzione del mondo intero con il suo concept accattivante durante la conferenza Ubisoft all'E3 2012, il titolo con protagonista Aiden Pearce ha tenuto botta per più di un anno e mezzo facendo parlare di sé nel bene e nel male tra filmati accattivanti, rinvii e un comparto tecnico che non sembrava rispondere alle aspettative della next gen. Una volta arrivato nei negozi, però, è stato chiaro fin da subito quanto la formula del free roaming unita alla possibilità di hackerare tutto ciò che ci circonda con l'ausilio del nostro fido smartphone fosse un mix vincente, capace di offrire un gameplay solido, sapientemente in equilibrio tra fasi stealth e shooting, rivelatosi capaci di soddisfare i palati di un ampio ventaglio di videogiocatori. Nonostante alcuni difetti legati a una trama talvolta troppo blanda e poco intraprendente, un sistema di guida decisamente da rivedere e una veste grafica che paga inesorabilmente lo scotto di essere cross-gen, Watch Dogs è stato capace di catturarci e di tenerci sulle strade della sua Chicago virtuale per svariate decine di ore, divisi tra missioni primarie, secondarie e attività più o meno riuscire che in un free roaming non mancano mai. La storia del suo protagonista ha trovato un epilogo (o forse no) con la fine del primo capitolo, ma se le trenta e più ore passate attaccati alla console o al PC non vi sono bastate e siete curiosi di scoprire di più su alcuni personaggi secondari, il DLC di prossima uscita Bad Blood farà sicuramente al caso vostro.

Grazie al DLC Bad Blood, ci siamo rituffati nella Chicago di Watch Dogs nei panni di T-Bone

Una vecchia conoscenza

Watch Dogs: Bad Blood vede spostarsi il focus della narrazione sulle vicende di Raymond "T-Bone" Kenney, amico e fidato compagno di hacking di Aiden Pearce che prese parte ai lavori di programmazione del ctOS, il sistema informatico che tiene sotto stretto controllo ogni aspetto della vita privata degli abitanti nella Chicago di Ubisoft. Nonostante le sue eccezionali abilità informatiche, il progetto della Blume Corporation ha suscitato sempre più dubbi e interrogativi nella coscienza di Raymond fino a spingerlo a opporsi apertamente alla finalizzazione e messa in opera dell'intero sistema.

L’hacking torna di moda

Tale insubordinazione è inevitabilmente sfociata nel licenziamento che ha portato il nostro ad iniziare un lavoro di ostruzionismo nei confronti della sua vecchia azienda, con attacchi hacker dagli esiti talvolta disastrosi. Proprio durante un blackout, infatti, undici persone persero la vita, lasciando un segno indelebile nella sua psiche e portandolo a cambiare identità e ritirarsi nei sobborghi della città a bere come una spugna pensando di riuscire a sopportare meglio le sue colpe. Tuttavia la sua fama era ormai ben affermata tra la comunità hacker di Chicago, tanto da spingere Aiden a chiedergli aiuto per delle operazioni di infiltrazione nel ctOS dando inizio a una relazione di lavoro determinante per la riuscita della sua vendetta. T-Bone ha infatti accompagnato Aiden per tutte le sue imprese più importanti fino all'ultima, decisiva missione che ha messo la parola fine alle vicende narrate in Watch Dogs. Ora è arrivato il momento di scoprire qualcosa di più sul suo passato e sulla sua vita in 10 corpose missioni che oltre a portarci in nuove location ci metteranno di fronte a vecchie conoscenze e nuovi gingilli, uno dei quali particolarmente interessante.

Hacking e sparatorie

Tutto ha inizio con una missione di fuga nei più classici canoni di Watch Dogs, in cui dobbiamo utilizzare il nostro smartphone per violare i sistemi di sorveglianza e aprirci una via di fuga sfruttando al meglio tutto ciò che lo scenario ha da offrire. Attraverso le telecamere abbiamo una panoramica dei movimenti delle guardie e della loro posizione, con in più la possibilità di attivare diversivi per arrivargli alle spalle inosservati e atterrarli utilizzando il teaser di ordinanza. Se la situazione si fa complicata e gli ostili troppo numerosi, generare piccole esplosioni o intrappolare i malcapitati in stanze secondarie si rivelano soluzioni ottimali, confermando l'hacking come pilastro fondamentale attorno al quale ruota tutto il gameplay di Bad Blood.

L’hacking torna di moda

Sgattaiolare in cerca di preziose informazioni senza farsi individuare, impugnare la pistola quando la situazione diventa pericolosa e volare via in un batter d'occhio a bordo di un veicolo rubato per strada o utilizzando la rete ferroviaria della ventosa città dell'Illinois sono scenari che ritroviamo inalterati, con tutti i pregi e i difetti evidenziati in fase di recensione del titolo principale, ma con qualche novità. In una delle prime missioni, ad esempio, abbiamo l'obiettivo di infiltrarci nei sorvegliatissimi uffici della Blume senza far scattare alcun allarme, affidandoci per l'occasione al fido Eugene. Ma chi è Eugene? Un vecchio collega che lavorava con T-Bone ai tempi del ctOS? Un cane disciplinato più del padrone che si muove felino e azzanna i bersagli? Una simpatica scimmietta ammaestrata nell'arte dell'hacking? No, niente di tutto ciò. Eugene è una potente macchinina telecomandata da utilizzare in remoto per andare per girovagare nella ambientazioni, risolvere puzzle ambientali, violare sistemi di sicurezza e stordire le guardie, se riusciamo ad avvicinarle senza farci scoprire. Un'introduzione decisamente gradita, forse eccessivamente vantaggiosa da utilizzare, ma che va bene ad integrarsi con le tematiche tecnologiche che permeano il titolo in ogni suo aspetto, concretizzandosi in una soluzione interessante da utilizzare anche nelle occasioni in cui non si è necessariamente costretti a farlo.

In due è meglio

Oltre a T-Bone tra le figura secondarie nel cast di Watch Dogs: Bad Blood ritroveremo Tobias Frewer, suo ex collega alla Blume Corporation e vecchia conoscenza di Aiden, che dopo essere finito nel mirino di tipi estremamente poco raccomandabili ci coinvolgerà in una missione tutta incentrata sulla guida per portarlo fuori dai guai. Bad Blood però non è solo single player, ma anche cooperativa con l'introduzione dei nuovi Street Sweep Contracts, ovvero missioni generate proceduralmente da completare da soli o online in compagnia di un amico.

L’hacking torna di moda

Portare a termine gli obiettivi primari e secondari di ogni missione permetterà di sbloccare nuovi potenziamenti, guadagnare oro e migliorare la reputazione tra le bande di Chicago, espandendo ulteriormente l'offerta ludica di un titolo che dopo il completamento della sua campagna principale non aveva più niente da dire. La casualità delle missioni ne assicura una varietà potenzialmente infinita, estesa ulteriormente dalla possibilità di scalare le leaderbord mondiali completando contratti giornalieri con il punteggio più alto. Per poterci esprimere dettagliatamente sulla riuscita di questa nuova e promettente modalità e sulle dieci missioni del single player non ci resta quindi che attendere il lancio di Watch Dogs: Bad Blood il prossimo 30 settembre, o il 23 nel caso abbiate acquistato il season pass. Basteranno una decina di missioni aggiuntive, la co-op e un personaggio carismatico a riaccendere i riflettori su di un titolo uscito più di sei mesi fa?

CERTEZZE

  • T-Bone ha carisma da vendere
  • L'hacking rimane il protagonista assoluto del gameplay
  • Modalità cooperativa decisamente interessante

DUBBI

  • Mantiene intatti tutti i difetti del titolo principale
  • Rapporto qualità - prezzo tutto da verificare