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L'anima della rivoluzione

Siamo volati in Svezia per provarlo in esclusiva

PROVATO di Umberto Moioli   —   13/02/2015

Ci sono giochi che funzionano semplicemente perché divertono. Non hanno pretese rivoluzionarie, non vogliono avvicinare il medium videoludico a quello cinematografico e non assoldano scrittori pluri premiati per proporre dialoghi memorabili. Semplicemente riescono a tenere le mani saldamente incollate al controller per ore ed ore, trasportano nel mondo di gioco con meccaniche fluide e un'azione senza sosta. In ambito sandbox la serie Just Cause è da sempre un esempio plastico di questo approccio scanzonato, squisitamente leggero all'esperienza videoludica: Rico è un agente speciale a cui tutto è concesso, capace di evoluzioni che sfidano la forza di gravità e impegnato in ambientazioni lussureggianti comandate con piglio dittatoriale dal cattivo dell'occasione. Rico è lo strumento per fomentare la rivoluzione di turno ma, soprattutto, è il perno su cui si fonda una serie divertentissima che si è creata negli anni un seguito di fan fedeli e in trepidante attesa per il terzo capitolo, che abbiamo avuto la fortuna di provare in anteprima e in esclusiva all'interno della sede svedese di Avalanche Studios.

Just Cause 3 è più grande, frenetico ed esplosivo... l'apoteosi del sand box secondo Avalanche Studios

Liscio come l'olio

Just Cause 3 non arriverà prima della fine di quest'anno, a più di un lustro di distanza dal precedente episodio. Le ragioni per cui, in un mercato che tende a iterare velocemente ancora e ancora le serie di maggior successo, Avalanche Studios abbia scelto di aspettare tanto ce le spiega Francesco Antolini, design leader del progetto: "lo sviluppo non è iniziato immediatamente dopo la fine della lavorazione del precedente episodio. La produzione è incominciata al principio del 2012. A parte questo, l'evolversi delle tecnologie ha ovviamente avuto un ruolo fondamentale nella scelta delle tempistiche: abbiamo deciso, anziché migliorare il nostro motore precedente, di riscrivere tutto il codice da zero in modo da avere un prodotto pensato apposta per le nuove piattaforme hardware. Un processo che prende tempo ma regala dei risultati importanti".

L'anima della rivoluzione
L'anima della rivoluzione

Nuovi strumenti che hanno permesso di lavorare su due elementi distinti dell'esperienza di gioco: da una parte il gameplay, dall'altra la resa visiva e il level design. Pad alla mano si impiegano pochi secondo per rendersi conto di quanto Just Cause 3 abbia in comune con il titolo del 2010, ma come allo stesso tempo molto sia cambiato. Per il meglio, ci viene da dire. Le meccaniche fondamentali sono le stesse di allora, Rico si sposta in modo simile facendo affidamento sul rampino e il paracadute che gli permettono di destreggiarsi nello spazio e compiere spettacolari evoluzioni. In maniera simile il sistema di combattimento è immediato e frenetico, i nemici diventano in pochi secondi numerosissimi e non c'è mai un secondo senza un'esplosione a schermo. Questo ritmo frenetico, anzi la volontà di renderlo ancora più senza sosta, ha suggerito ad Avalanche Studios di spingere sull'acceleratore dell'azione, togliere i limiti di munizioni alle armi e dotare il protagonista in ogni momento di tre bocche da fuoco, di cui una speciale come un lancia missili teleguidati. Mezzi, ami e gadget potranno essere richiamati e ottenuti istantaneamente; non è ancora chiaro quali punti verranno "spesi" per acquistarli ma di certo è stata eliminata la necessità di accumulare grandi quantità di denaro, perché il team di sviluppo vuole che questi limiti, solitamente inseriti in modo da dare senso di progressione ma anche spesso motivo di noia e frustrazione, vengano del tutto scardinati. Durante il nostro test dopo dieci minuti a girovagare per la mappa avevamo già scatenato decine di situazioni esplosive, creato lo scompiglio tra le autorità locali impegnate a tenere sotto controllo la cittadinanza che dobbiamo aiutare e distrutto un numero incalcolabile di mezzi. Just Cause 3 è una versione sotto steroidi di quanto già espresso dalla serie. Prendete ad esempio la possibilità di collegare due oggetti - o persone - e quindi farli convergere rapidamente in uno stesso punto con conseguente, violento impatto. Ora fino a tre di queste speciali corde possono essere lanciate nello stesso momento e la tensione applicata ad esse può essere gestita manualmente. Agganciare tre macchine che arrivano a tutta velocità ad un elicottero e vedere il disastroso risultato della manovra è uno di quelle gratificazioni, immediate e di breve durata ma numerose e sparse lungo tutta la partita, su cui Just Cause 3 punterà per avere successo.

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L'uso combinato di rampino e paracadute è da sempre uno dei pezzi forti della serie, probabilmente il marchio di fabbrica più riconoscibile. Francesco Antolini ci ha spiegato che "un aspetto che rende Just Cause unico è la presenza di un'insieme di meccaniche che davvero permettono di combattere nella terza dimensione; in passato ciò era possibile grazie al paracadute, nel nuovo capitolo si aggiunge la tuta alare all'equazione.

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Abbiamo rivisto il primo in modo che sia più preciso e utilizzabile per davvero come risorsa per i combattimenti, mentre la seconda è un'introduzione importante nell'ottica di far coprire a chi gioca enormi spazi, sempre in concomitanza con l'uso del rampino". In sostanza quello che un tempo era uno degli strumenti principi per spostarsi, ovvero il paracadute, è stato reso più lento ma preciso: fluttuando in aria sorretti dalla vela legata alla schiena di Rico è possibile prendere la mira, utilizzare il rampino e pianificare con cura la prossima azione. Quando serve uno spostamento veloce basta passare alla tuta alare che in men che non si dica fa raggiungere al protagonista velocità ben superiori ma che di fatto è utile solo agli spostamenti. In realtà Avalanche Studios ha pensato di inserire un certo livello di sfida - e quindi di appagamento - anche in questo specifico frangente: se i controlli della "wing suite" sono di per sé semplicissimi, ben altro discorso è padroneggiarne la planata al meglio, magari prendendo la spinta al terreno con il rampino, quasi sfiorandone la superficie prima di risalire verso il cielo.

Dietro l'angolo

A prima vista, Just Cause 3 potrebbe essere classificato come un semplice more of the same. In realtà l'opera di rifinitura fatta da Avalanche Studios coinvolge tutti gli aspetti dell'esperienza e punta a rendere più fluido ogni momento della partita. Qualsiasi elemento si analizzi, è stato preso e rielaborato per fare in modo che non ci sia nessun istante in cui il giocatore non abbia totale controllo su ciò che accade a schermo. I quick time event sono scomparsi. Lo stile di guida resta di stampo arcade ma viene ora posta maggiore enfasi sul drifting in modo che ci sia una curva d'apprendimento che gratifichi l'utente, una corsa dopo l'altra. Addirittura è possibile spostarsi sul tetto dei veicoli una volta che ci si è saliti sopra, mettendosi nella miglior posizione per saltare sul mezzo successivo o semplicemente tornare a terra.

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Il sistema di controllo e di reazione del personaggio all'ambiente ha giovato della presenza nel team di persone, come Antolini stesso, che in precedenza avevano avuto ruoli importanti nello sviluppo di Assassin's Creed. Uno dei designer più esperti ha fatto anche esperienza su InFamous, che da questo punto di vista aveva molto da insegnare. Sin dall'inizio del processo di creazione di Just Cause 3, ci è stato spiegato, il personale ha lavorato in modo che i movimenti di Rico non si interrompessero mai per ragioni al di fuori del controllo dell'utente, vuoi per transizioni sbagliate tra le animazioni - ce ne sono 4500 diverse - vuoi per un design del mondo di gioco imperfetto, con ostacoli che magari non vengono inquadrati. A proposito dell'ecosistema: la nuova ambientazione è l'isola di Medici, una lingua di terra in mezzo al mare rigorosamente di fantasia ma fortemente ispirata agli scenari più belli del Mediterraneo. "Per la direzione artistica abbiamo attinto dall'immaginario paesaggistico dell'Italia, della Francia, della Grecia e della Spagna. La scelta è da una parte legata a ragioni di gameplay, perché nel mediterraneo le coste hanno grandi cambi di elevazione che sono perfetti per dare a Rico tutti gli appigli di cui ha bisogno per alzarsi in aria e sfruttare gli strumenti che ha a disposizione. Come le coste alla base di una falesia. Oppure i paesini abbarbicati sulle colline. D'altra parte c'era la volontà di mostrare al mondo la nostra tecnologia: non ci sono molti giochi ambientati nel Mediterraneo, questo perché la varietà di colori e di biomi è davvero difficile da rendere a schermo". Quasi tremila foto sono state scattate nel sud dell'Europa al fine di avere validi riferimenti visivi e, se non fosse per alcune divagazioni come alte montagne innevate, l'aria che si respira potrebbe essere quella della Costa Azzurra o delle nostre regioni insulari. In effetti le immagini a corredo di questo articolo non mentono, girovagando per l'isola di Medici si incappa spesso in scorci da cartolina. Paesaggi a parte, anche in Just Cause 3 i centri abitati si dividono tra le cittadine dei civili e gli avamposti militari. Le prime andranno anche questa volta liberate dalle grinfie dei militari mentre i secondi chiederanno semplicemente di essere rasi al suolo. Con ancora un anno di sviluppo davanti, buona parte dell'enorme mappa è al momento in fase di lavorazione, ragione per cui non abbiamo nemmeno potuto completare le missioni, principali e secondarie, che la riempiranno. Come ogni sandbox la priorità sarà comunque quella di dare al giocatore tutti gli strumenti necessari per decidere cosa fare, se addentrarsi attraverso la trama principale, svolgere le gare a tempo a bordo delle automobili e della tuta alare, oppure semplicemente creare il massimo scompiglio possibile nell'isola. Per rendere le cose più interessanti verranno anche implementate le Gear Mod, "modifiche alle regole del mondo di gioco che non rendono il personaggio più forte, ma cambiano determinati aspetti del gameplay. Ad esempio uno di questi modificatori fa detonare gli esplosivi automaticamente quando qualcuno ci passa vicino, senza necessità di attivarli manualmente. Quale delle due situazioni è migliori? Nessuna, dipende da cosa ciascuno preferisce". Un po' come i teschi di Halo, insomma.

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Il feeling del secondo episodio è in definitiva rimasto immutato, in un costante invito a far esplodere ogni elemento soggetto a interazione - qualsiasi cosa dipinta di rosso si disintegrerà in un fragoroso boato - ed eliminare le centinaia di nemici che ci si buttano addosso uno dopo l'altro.

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L'intelligenza artificiale è stata rivista in modo che ogni soldato avversario possa impugnare tutte le armi dell'arsenale di Just Cause 3 e che, come in diversi altri sand box, al crescere dello scompiglio causato cresca anche la minaccia che ci si scaglia contro. Non dovrebbero neppure mancare minacce capaci, come Rico, di spostarsi verticalmente, anche se questa possibilità è stata solo accennata e non mostrata concretamente. La scelta di implementare un leggero auto target, direzione che di solito fa storcere il naso ai puristi, ci è invece sembrata pienamente giustificata dall'alto ritmo dell'azione e dalla tridimensionalità dei combattimenti, che altrimenti rischiavano davvero di diventare troppo confusionari. Purtroppo se vi state invece interrogando riguardo l'implementazione della componente multiplayer la risposta è negativa, anche Just Cause 3 sarà unicamente caratterizzato dalla presenza della campagna single player. "Volevamo concentrarci il più possibile sull'esperienza per singolo giocatore, non intendiamo realizzare un semplice contentino multiplayer. Sarebbe costato importanti risorse di sviluppo e ci siamo concentrati sulla pulizia e le rifiniture, in modo che lo stesso entusiasmo che ha portato alcuni utenti a creare una mod multiplayer per just Cause 2, possa rinnovarsi e trovare ulteriore terreno fertile anche con questo nuovo episodio". Certo resta un peccato perché affidarsi all'iniziativa dei singoli non fornisce alcuna garanzia e ci sarebbero tutte le potenzialità per fare di Just Cause una bella alternativa ai soliti titoli d'azione multiplayer. La ventina di minuti che abbiamo speso controller alla mano ci hanno comunque convinto riguardo la bontà di un titolo che non lascia mai tirare il fiato e sembra migliorare il suo predecessore da ogni punto di vista. Aspettando un test su una versione più avanzata gli amanti dei free roaming e dei titoli d'azione sono avvisati: Just Cause 3 intende brillare come uno dei titoli più folli e adrenalinici del 2015.

CERTEZZE

  • Immediato, frenetico e divertente
  • Tante aggiunte e modifiche a tutti i sistemi che hanno fatto la fortuna di Just Cause 2
  • L'isola di Medici è un meraviglioso sandbox in salsa mediterranea

DUBBI

  • Manca la componente multiplayer
  • Buona parte dei contenuti devono ancora essere implementati o finalizzati