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Alla corte canadese di Ubisoft

Un resoconto scanzonato e curioso, della nostra visita guidata negli uffici di Ubisoft Quebec

SPECIALE di Pierpaolo Greco   —   25/05/2015
Alla corte canadese di Ubisoft

Salito alla ribalta grazie all'annuncio del nuovo Assassin's Creed, Ubisoft Quebec è uno dei tre studi canadesi del publisher francese che da tempo collabora sui principali franchise della software house, grazie ad un know how che spazia dal campo artistico alla programmazione più spicciola. Proprio l'annuncio e il reveal di Syndicate, il nuovo capitolo della vendutissima serie di action adventure, a cui abbiamo assistito in esclusiva italiana, ci ha permesso però di conoscere più in profondità lo sviluppatore, grazie ad una visita guidata nei suoi uffici. Localizzati a poche centinaia di metri dal centro di Quebec City, capitale dello stato canadese del Quebec che da decine di anni è alla ricerca dell'indipendenza e dove la lingua inglese non è neanche riconosciuta ufficialmente, gli studi occupano sei piani di un edificio di otto livelli complessivi che, pur non essendo di proprietà di Ubisoft, lo è praticamente in via non ufficiale. Fondato nel giugno del 2005, lo studio nacque come software house di supporto per convertire i titoli del publisher su piattaforme minori. Inizialmente i dipendenti erano 30 e prima di spostarsi nell'attuale edificio, si appoggiavano alle sale riunioni di un vicino hotel per discutere dei lavori in corso e progettare lo sviluppo dei titoli. A loro si devono la versione PSP di Rainbow Six: Vegas, quella Wii di Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo, tutta la serie Battle of Giants per DS e poi un lavoro di supporto sostanziale allo sviluppo di Assassin's Creed, da Brotherhood in avanti. Oggi, quasi allo scoccare del decimo anno di vita, Ubisoft Quebec dà lavoro a quasi 400 dipendenti e, come ormai si sarà capito adeguatamente, è la mente creativa alle spalle di Assassin's Creed Syndicate, il loro più grande progetto, nel ruolo di sviluppatore principale.

Se magari avete pensato di trasferirvi in Canada, perché non cercare un lavoro in Ubisoft Quebec?

All’insegna dell’open space

Durante il nostro studio tour non ci è stato possibile visitare l'intera struttura per non disturbare eccessivamente i dipendenti e, al di fuori delle aree comuni, soltanto un intero piano era a disposizione della visita. In realtà la nostra guida ci ha spiegato che ogni livello è identico agli altri: degli enormi open space circolari dove le uniche stanze private munite di porta sono quelle dedicate al ristoro e al relax, quelle riservate ai capi progetti e ai responsabili d'area o quelle dove la tipologia di lavoro richiede l'isolamento. Non è un caso infatti che il piano che ci è stato mostrato, il sesto per la precisione, era quello adibito non solo ad alcuni elementi artistici e di programmazione, ma anche a gran parte del comparto audio. Tra l'altro non ci è stato possibile fare riprese o scattare foto visto che per non rallentare il lavoro in corso e soprattutto offrire un feeling realistico alla visita guidata, nessuna postazione era stata "ripulita" come capita in questi casi e quindi gran parte dei materiali e dei lavori in corso erano effettivamente visibili.

Alla corte canadese di Ubisoft
Alla corte canadese di Ubisoft

Una cosa similare ci capitò anche in occasione dello Studio Tour di CD Projekt ma dobbiamo riconoscere che qui, complice una minore suddivisione degli spazi tra reparti, il risultato era sicuramente più d'impatto con la possibilità di spaziare, con lo sguardo, da scrivanie piene di piccoli manichini per lo studio delle animazioni, a postazioni con monitor giganti e tavoletta grafica fino a spazi decisamente più anonimi "abitati" magari soltanto da mouse, tastiera e una console debug. Il piano visitato era uno dei quattro che compongono il dipartimento di produzione di Ubisoft Quebec, che è poi affiancato da due ulteriori livelli che offrono spazio lavorativo esclusivamente ad artisti ed illustratori che nel corso dello sviluppo aumentano e diminuiscono con costanza in base alle necessità del progetto. Entrando però nel vivo di quello che abbiamo visto, la nostra visita guidata si apriva con tutto il gruppo dei tecnici di programmazione interamente dedicato alla gestione delle luci, del rendering delle texture e degli oggetti di scena. Considerato che il nuovo Syndicate, come tutti gli Assassin's Creed, è un open world completamente affrontabile in free roaming, è scontato che questo dipartimento sia tenuto in grandissima considerazione e per questo è praticamente centrale nell'architettura open space del piano. Su un lato si trova infatti l'engine team, il gruppo di programmatori che lavora esclusivamente sul motore grafico del gioco per ottimizzarlo e implementare le nuove feature richieste dal gameplay e sull'altro c'è un piccolo reparto dedicato agli edifici del gioco e che ne cura sia gli esterni che il design degli interni. Quasi metà di questo sesto piano era poi dedicato, come scritto poco sopra, al comparto audio dei progetti in via di sviluppo. Ben sei diverse stanze, ognuna chiamata con il nome di un personaggio rappresentativo della saga di Assassin's Creed, e tutte dedicate ad elementi audio specifici: dai dialoghi, ai suoni ambientali, passando per gli effetti delle armi, gli elementi sonori delle sequenze d'intermezzo e così via. Ogni stanzetta aveva il medesimo arredamento: pareti completamente insonorizzate, soffitti compresi, un piccolo setup composto da computer e casse e un angolo dedicato alla registrazione live della performance. Ad uno degli angoli del piano c'era poi l'enorme sala dedicata al missaggio di tutti gli elementi audio, musiche comprese e dove non solo era possibile ascoltare l'intero prodotto all'interno di una configurazione 7.1 di eccellente qualità, ma anche vederlo e giocarlo dal vivo. Anche per questo motivo, ci raccontava la nostra guida per l'occasione, nel giro di pochi anni questa sala era diventata anche la preferita dai game director e dai produttori esecutivi visto che permetteva di godersi il prodotto in via di sviluppo nelle migliori condizioni possibili. Da sala di missaggio a vera e propria stanza per il controllo finale, insomma.

E per rilassarsi?

Tralasciando le singole aree ristorazione e i piccoli spazi dedicati allo svago e alla prova delle varie build dei titoli in sviluppo, presenti su ogni piano, gli studi di Ubisoft Quebec offrono anche una vera e propria area relax che occupa gran parte dell'ottavo piano, dove è presente la reception principale per accogliere gli ospiti, tra cui noi stessi durante la nostra giornata di permanenza per il reveal di Assassin's Creed Syndicate. Il resto del piano sembrava essere dedicato ai futuri progetti della software house visto che persino la porta d'ingresso, apribile solo tramite badge, era nascosta da una tenda scura.

Alla corte canadese di Ubisoft

Dovendo tralasciare da parte la nostra curiosità maniacale, ci siamo potuti dedicare "soltanto" alle aree di svago che consistevano in una grande cucina munita di svariati frigoriferi, una rassegna di forni a microonde da far impallidire una cucina professionale e alcuni piccoli distributori di vivande e cibi precotti. Non c'era quindi una vera e propria mensa, ma piuttosto una struttura per venire incontro a chi si portava da casa il cibo o, al massimo, per consentire l'acquisto al volo di cibarie dal dubbio valore nutrizionale. La cucina confina direttamente con un open space più piccolo che viene periodicamente allestito dalla direzione della software house in caso di eventi, compleanni, piccole festicciole e, nel nostro caso, per ospitare i giornalisti in visita per assistere a una qualche presentazione. A chiudere questo spazio relax, non poteva mancare una sala con un bel biliardo al centro e alcune pareti arredate con le foto dei dipendenti divise per anno. Un bel colpo d'occhio aiutato dai colori accesi e da un certo tono allegro dato all'intero piano. Noi ovviamente abbiamo passato qui dentro gran parte della nostra visita, approfittando anche delle enormi quantità di cibo e bevande offerte dalla casa ma siamo convinti che lavorare in Ubisoft Quebec, anche nelle giornate più comuni e di routine, sia davvero una grande esperienza.