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Nella mente di Razer

Ad Amburgo abbiamo intervistato Min-Liang Tan, cofondatore e direttore creativo di Razer

SPECIALE di Mattia Comba   —   05/07/2015

Nel giro di quasi due decenni, Razer è diventato uno dei giganti del settore, una delle realtà più radicate e influenti di tutto il panorama videoludico nella produzione di periferiche PC. Dopo la sede di San Diego, dalla quale viene gestito lo sviluppo e la progettazione delle nuove periferiche, nonché il marketing a livello globale, Razer è arrivata in Asia e in Europa con uffici dedicati alla gestione dei rispettivi continenti, configurandosi sempre di più come un'azienda globale e legata ai vari territori.

Nella mente di Razer

La motivazione dietro all'espansione è soprattutto di tipo pratico: essere più vicini agli utenti e alle loro esigenze, per ricevere feedback diretti e soprattutto respirare in prima persona l'aria che tira all'interno della community di videogiocatori. In tal senso si parla di fiere ed eventi locali, piuttosto che dell'intero panorama dell'eSport molto variegato a seconda della regione di appartenenza. In Europa e Nord America si inizia solo ora a rendersi conto dell'effettiva portata del fenomeno, ma in molti paesi dell'Asia, tra cui soprattutto la Corea, si parla di una pratica abituale che suscita attorno a sé un interesse impressionante, richiamando da decenni l'attenzione non soltanto dei giocatori più appassionati, ma anche della cosiddetta stampa generalista e delle emittenti televisive che fanno a gara per trasmettere il campionato di StarCraft o League of Legends di turno. Il tutto serve da cartina tornasole per sondare i trend e le opportunità del settore, da sempre colte al volo da un'azienda che è nata con i mouse, ma che è arrivata a contare nella propria offerta di prodotti microfoni, portatili e un braccialetto wireless per il monitoraggio dell'attività fisica. Abbiamo parlato di tutto questo e delle direzioni in cui è proiettata l'azienda con il suo cofondatore, CEO e direttore creativo Min-Liang Tan, deux ex machina dietro a tutti i prodotti Razer.

La nostra intervista a Min-Liang Tan, l'uomo dietro a tutti i prodotti Razer

Avvocato videogiocatore

Nella mezzora che abbiamo avuto a disposizione per parlare delle cose più disparate siamo partiti dall'ascesa di Min da avvocato a una delle personalità più importanti del mondo videoludico e non solo, visto che Business Insider l'ha nominato tra i 25 creativi più influenti del settore tecnologico insieme a Jonathan Ive, Gabe Newell e Perry Chen. Ma tutto è partito da Singapore, paese dov'è nato e cresciuto con le ambizioni di diventare un videogiocatore professionista. "Quando ero ragazzo, tutto il tempo che passavo fuori da scuola lo dedicavo ai videogiochi. Nonostante gli studi in legge volevo assolutamente fare in modo di legare il mio futuro alla mia passione più grande, anche se in molti ridevano su questa fantasia e non mi hanno mai preso sul serio". Sul finire degli anni novanta, però, si ritrovò insieme a Robert Krakoff con il quale nel 1998 fondò Razer e l'anno dopo lanciò il primo mouse costruito appositamente per i gamer.

Nella mente di Razer

È proprio questa la filosofia al centro di Razer: "Il nostro slogan 'For Gamers by Gamers' non è soltanto una trovata di marketing, ma qualcosa in cui crediamo fermamente. Quando abbiamo iniziato non eravamo nessuno, ma nel nostro piccolo ci siamo subito posti l'obiettivo di dedicarci completamente ai videogiochi senza nemmeno pensare di vendere prodotti per il lavoro d'ufficio, una fetta di mercato immensamente più larga alla fine degli anni novanta ma che non ci interessava. Il mio grande desiderio era quello di diventare un giocatore professionista, ma vuoi per mancanza di tempo, vuoi per essere nato troppo presto [Min è del 1977] non ho potuto realizzare il mio sogno, allora mi sono spostato nella produzione di periferiche per coloro che avessero la mia stessa ambizione o semplicemente volessero dare maggior valore alla loro esperienza di gioco. Tra tutti i nostri rivali sul mercato, c'erano pochissimi mouse che potessero rivaleggiare con il nostro in termini di performance proprio perché non si pensava ancora al PC gaming come a un settore nel quale investire e le altre aziende avevano forse uno o due prodotti pensati allo scopo. Noi invece abbiamo fatto ruotare tutto intorno ai videogiochi fin dall'inizio e la scelta negli anni ha pagato". Il tempo ha dato ragione a Min e alla sua azienda che dopo aver esordito con un mouse meccanico a 1000 DPI, è arrivata proprio all'E3 appena conclusa per lanciare il nuovo Mamba con il sensore laser più sofisticato al mondo, con ben 16000 DPI completamente regolabili.

Nella mente di Razer

L'importanza dell'eSport

Nel giro di pochi anni tastiere ed headset sono stati aggiunti al catalogo ma, a differenza di tutti gli altri produttori, Min e soci si sono lanciati in direzioni completamente inattese con il notebook gaming Razer Blade, il sistema di intrattenimento Forge TV, il wristband Nabu X e altri innumerevoli prodotti collaterali presentati alle fiere di settore, come il famoso PC modulare Project Christine o il tablet Project Fiona. Tutti prodotti arrivati dopo notevoli investimenti in ricerca e sviluppo che come negli ultimi due casi, non sono stati ripagati dall'effettiva commercializzazione. "Il denominatore comune di tutti i nostri prodotti rimane il videogiocatore" ha spiegato Min. "Oramai siamo un'azienda consolidata, con una fetta di mercato tale da permetterci di destinare parte dei guadagni al finanziamento di nuovi prodotti che per quanto possano sembrare tangenti all'attività di un'azienda che produce periferiche per PC, restano sempre concepiti con in testa le esigenze dei videogiocatori.

Nella mente di Razer

Siamo nati facendo mouse e tastiere, ma questo non ci ha posto un limite quando abbiamo deciso di entrane nel mondo dei notebook con un prodotto pensato per il gaming e contemporaneamente compatto e pratico da portarsi in giro, perché per noi sono questi gli aspetti importanti di un notebook gaming. Ovviamente i componenti non li produciamo noi, ma noi abbiamo il vantaggio di essere tutti videogiocatori e di aver ben chiaro in testa cosa possa servire a persone appassionate come noi quando si trovano fuori casa". Sembra quindi che al quartier generale di San Diego non si pongano limiti in termini di creatività, permettendosi anche qualche passo falso o progetto che poi non raggiungerà mai il mercato, forti della community che continua a preferirli rispetto ai concorrenti. Non hanno paura di investire preferendo destinare parte dei soldi incassati per battere nuove strade, filosofia che segue a ruota quella dietro all'eSport e alle sponsorizzazioni, invero decisamente troppo poco esposte per portare a un effettivo incremento delle vendite. Visto l'enorme potenziale latente degli eSport e il pubblico relativamente ristretto che raggiunge tramite piattaforme quali Twitch e YouTube, associare il proprio logo a eventi e pro player dà risultati nettamente minori rispetto a una campagna pubblicitaria mirata, ma secondo Min regala l'indubbio vantaggio di entrare in contatto direttamente con i massimi esponenti della disciplina, guadagnando con la possibilità di imparare quali siano le cose veramente importanti in una periferica sviluppata appositamente per le massime competizioni. La stessa cosa è avvenuta per il Razer Mamba, di cui alcuni prototipi sono stati già utilizzati nei primi mesi di quest'anno durante tornei ufficiali da giocatori professionisti, per testarne la qualità costruttiva e le tecnologia prima di mandarlo sugli scaffali dei negozi.