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I migliori videogiochi tratti da libri

Abbiamo raccolto per voi alcuni dei migliori titoli che sono stati direttamente ispirati da una fonte letteraria

SPECIALE di Davide Spotti   —   14/11/2015

Ci sono molti videogiochi che traggono ispirazione, più o meno diretta, dalla letteratura. In questo pezzo abbiamo scelto dieci titoli i cui contenuti sono dichiaratamente riconducibili a un romanzo o a un autore. I progetti presi in esame attraversano oltre vent'anni di storia di questo medium ma ci teniamo a precisare che l'ordine in cui sono stati collocati non deve necessariamente essere inteso come una classifica di gradimento. Buona lettura!

I videogiochi tratti da libri sono più numerosi di quanto ci si potrebbe aspettare

Metro 2033

Metro 2033 nasce dalla penna dello scrittore Dimitry Glukhovsky ed è ambientato venti anni dopo una guerra nucleare che ha messo in ginocchio la Russia, rendendo la città di Mosca invivibile in superficie. Le persone si sono abituate a sopravvivere in territori pesantemente compromessi dalle radiazioni e a muoversi nelle aree sotterranee della città, stipati per lo più negli angusti cunicoli della metropolitana, dove gli spazi vitali sono messi a dura prova e la presenza di più fazioni contrapposte crea forti tensioni. Il libro non ci ha messo molto tempo a diventare un vero e proprio cult nel Paese d'origine, dove esordì per la prima volta nel 2002. Nel 2005 fu realizzata la traduzione in lingua inglese, che permise a Glukhovsky di farsi conoscere a un pubblico molto più ampio e anche di ottenere un riconoscimento come nuova promessa in occasione dell'EUROCON di Copenaghen del 2007. L'ottimo successo ha portato alla realizzazione di un sequel, apparso per la prima volta nel 2009 e intitolato Metro 2034. In Italia l'intera collana è edita da Multiplayer Edizioni e comprende anche lo spin-off Le Radici del Cielo, scritto da Tullio Avoledo e ambientato in quel di Roma, nel medesimo periodo degli eventi russi.

Assassin's Creed

Sebbene la saga di Assassin's Creed sia diventata un appuntamento annuale, con tutti i limiti creativi che questo tipo di approccio può presentare, la genesi della serie è dovuta a dichiarate ispirazioni letterarie. Jade Raymond, producer dei primi due capitoli, ha affermato che la saga ha preso spunto dal romanzo Alamut, firmato dallo scrittore sloveno Vladimir Bartol nel 1938. La citazione più celebre di quest'opera è proprio "niente è reale, tutto è lecito", medesima frase che viene a più riprese pronunciata dai personaggi appartenenti alla Confraternita, sia nel primo che nei capitoli successivi della saga. Il libro narra alcune vicende inerenti un ordine di assassini chiamato Hashashin, il cui fondatore Hassan-i Sabba è realmente esistito a cavallo tra l'XI e il XII secolo. Anche la fortezza di Alamut, che nel racconto ospita il quartier generale dell'ordine, è un edificio di origine persiana i cui resti sono presenti ancora oggi in Iran, a pochi chilometri da Teheran.

American McGee's Alice

La carriera di American McGee ha seguito in percorso poco lineare, la sua figura è stata controversa, fin dagli esordi avvenuti tra le fila della leggendaria id Software, dove si occupava di level design ma anche della parte sonora. Oscurato dall'ingombrante presenza dei due John - Carmack e Romero - decise di andarsene per la sua strada alla fine degli anni '90 e di lavorare a un ambizioso titolo ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Nacque così American McGee's Alice, dissacrante avventura con elementi platform che reinterpreta in chiave molto personale il grande classico nato dalla penna dell'autore ottocentesco Lewis Carroll. Il gioco uscì sul mercato nell'ormai lontano 2000 e venne molto apprezzato dal pubblico specialmente per l'originale componente visiva. Nel 2011 venne pubblicato il sequel Alice Madness Returns, che tuttavia non seppe replicare il successo ottenuto dal predecessore.

Call of Cthulhu

Su queste pagine abbiamo già avuto modo di parlare delle opere di H.P. Lovecraft, ma chiunque abbia qualche anno in più sulle spalle sa bene che Bloodborne è solo l'ultimo di una nutrita schiera di titoli che può vantare questo genere di contaminazioni. Se ne potrebbero citare molti, anche se il più ispirato in tal senso rimane senza ombra di dubbio Call of Cthulhu, survival horror in prima persona lanciato nel 2005 da Headfirst Production (gli stessi di Elvira e Simon the Sorcer) e il cui titolo è per l'appunto tratto da uno dei più noti racconti dello scrittore americano. La provenienza del protagonista Jack Walter rende omaggio alla residenza storica di Lovecraft presso la città di Providence, mentre la localizzazione degli eventi ci riconduce a un altro scritto molto noto, ovvero Le Ombre su Innsmouth. La presenza dei Grandi Esseri e l'implementazione di un indicatore della salute mentale lasciano trasparire due tematiche centrali nella letteratura di riferimento, come la necessaria ricerca interiore e la presenza di fattori che travalicano la comprensione del singolo individuo, rischiando di condurlo sulla strada della follia.

Enslaved: Odyssey to the West

Ninja Theory ha sempre avuto una certa predilezione per i personaggi femminili. Tale propensione nacque con Nariko di Heavenly Sword e proseguì con Trip in Enslaved: Odyssey to the West, titolo action adventure risalente al 2010 che non ebbe grandissimo successo dal punto di vista commerciale, pur essendo un ottimo gioco. L'ispirazione letteraria ha origini antiche, dobbiamo infatti tornare indietro al XVI secolo e spostarci in Cina. Viaggio in Occidente di Wu Cheng'en è uno dei racconti classici più popolari della letteratura orientale, mescola elementi allegorici e storici, sintetizzati attraverso la convenzione del viaggio. Il protagonista dell'avventura è Sun Wukong, detto anche Monkey, personaggio dalle mille doti che deve intraprendere un impervio percorso e recuperare alcuni testi buddhisti in India. Peraltro la vicenda ha un fondamento storico, riferendosi al viaggio che intraprese il monaco Xuanzang tra il 629 e il 645, con il medesimo scopo narrato negli scritti. Enslaved ha recuperato tali influenze con il personaggio di Monkey, per poi collocarle all'interno di in un contesto post-apocalittico dai molti colori, nel quale il viaggio rimane un fattore cruciale.

Tom Clancy's Rainbow Six

Visto l'argomento in esame non poteva certo mancare un videogioco firmato Tom Clancy. Tra i molti titoli usciti sul mercato nel corso degli anni abbiamo scelto il brand che più di tutti rispecchia le opere nate dalla penna del romanziere statunitense, recentemente scomparso nel 2013. Clancy è considerato tra i capostipiti del genere tecno thriller, basato sulla trattazione di vicende non aderenti alla realtà secondo criteri tecnici e puntuali. Il romanzo intitolato Rainbow Six esordì per la prima volta nel 1998, proprio mentre Ubisoft si apprestava a mettere sul mercato l'omonimo sparatutto in prima persona. Il gioco enfatizzava a più non posso la strategia e la pianificazione, con una netta prevalenza delle meccaniche stealth rispetto alle canoniche componenti shooter. La fedeltà al romanzo è pressoché totale, infatti in entrambe le situazioni si vivono le vicissitudini della squadra speciale Rainbow, impegnata nel tentativo di sventare un attentato che rischia di sconvolgere lo svolgimento dei Giochi Olimpici. Peraltro, seppur edulcorata in alcuni suoi aspetti, la formula si è mantenuta fedele negli anni e ha portato all'uscita di ben sei episodi, oltre a tutti gli altri prodotti targati Tom Clancy: da Ghost Recon a Hawx, da Splinter Cell al fallimentare Endwar.

Parasite Eve

Ideato dalla vecchia Squaresoft, poi divenuta Square Enix, Parasite Eve è un action RPG piuttosto apprezzato nel già notevole parco titoli della prima PlayStation. Capace di amalgamare con originalità le meccaniche ruolistiche e le componenti survival horror, non arrivò mai sugli scaffali dei negozi europei, rimanendo confinato al mercato giapponese e a quello nord americano, dove esordì nel 1998. La protagonista è Aya Brea, detective del dipartimento di polizia di New York che deve provare a debellare un letale virus noto come Eve, prima che sia troppo tardi. Dal punto di vista letterario l'opera è stata ispirata dall'omonimo romanzo dell'autore giapponese Hideaki Sena, risalente al 1995. La trama e i personaggi di Parasite Eve non sono in alcun modo collegati al videogioco, l'unico trait d'union è infatti costituito dall'insorgere della minaccia mitocondriale chiamata Eve. Il testo è ricco di riferimenti medici molto specifici, frutto degli studi in scienze farmaceutiche compiuti dal suo ideatore; va ad esplorare la biologia umana ed entra nei minimi particolari per conferire credibilità agli occhi del lettore, secondo un approccio scientifico che, per alcuni versi, ricorda le tecniche utilizzate da Michael Crichton.

Dune II

Qua facciamo un passo indietro nel tempo ancora maggiore e andiamo a ripescare uno dei titoli più significativi nell'intera storia dell'intrattenimento digitale. Lo strategico sviluppato da Westwood Studios approdò su sistemi DOS nel 1992 per poi essere convertito anche su Amiga l'anno successivo ed è considerato tra i capostipiti fondamentali per il genere al quale appartiene. Le ispirazioni letterarie provengono dall'omonimo romanzo di fantascienza, nato nel 1965 dalla penna dell'autore britannico Frank Herbert. Dune è il capostipite di una saga composta da ben sei opere e ambientata nelle lande desolate del pianeta Arrakis, dove feroci tempeste e ampie distese sabbiose dominano la scena. In questo contesto la razza dei Fremen deve sopravvivere come può, centellinando le risorse e cercando rifugi di fortuna. Sebbene il livello della narrazione presente nel videogioco sia piuttosto limitato - anche in funzione dell'epoca in cui uscì e del genere di riferimento - il filo conduttore dato dalla presenza delle casate rivali degli Atreides e degli Harkonnen, costantemente in lotta per il controllo del sistema Delta Pavonis, riveste un ruolo centrale e rappresenta il pretesto fornito al giocatore per la conquista del pianeta.

The Witcher

L'action RPG ideato da CD Projekt è ispirato dalla saga fantasy dell'autore polacco Andrei Sapkowski. I volumi sono composti da due selezioni di racconti e da quattro romanzi, scritti a cavallo tra il 1993 e il 1999 ma localizzati in lingua italiana solamente negli ultimi cinque anni. La raccolta è stata recentemente conclusa con la pubblicazione de La Signora del Lago, disponibile dallo scorso 15 ottobre. Gli eventi narrati nei videogiochi sono cronologicamente successivi ai libri, ma molti dei personaggi fondamentali, come Ciri, Yennefer, Triss, Dandelion e Zoltan sono ugualmente presenti in entrambe le opere. Peraltro Wild Hunt è il capitolo che possiede maggiori richiami, alcuni dialoghi sono infatti orientati a situazioni passate, i cui riferimenti saranno perfettamente collocabili solo da chi abbia già acquisito familiarità con l'intero background letterario.

Bioshock

La città di Rapture, nata dalla mente di Ken Levine, è evidentemente ispirata alle opere scritte dalla filosofa e scrittrice statunitense novecentesca Ayn Rand, nota per aver teorizzato la corrente oggettivista e per aver propugnato il cosiddetto "egoismo razionale". Questo concetto è molto presente anche nella distopica visione subacquea offerta dal magnate Andrew Ryan ed è veicolato dall'idea che ogni uomo possa autodeterminarsi facendo i propri interessi in un clima di liberalismo spinto, sorretto dall'etica delle idee e dalla mancanza di un vero e proprio potere costituito che detti le regole. Anche il personaggio di Atlas/Frank Fontaine trae ispirazione dai romanzi La Fonte Meravigliosa (The Fountainhead, 1949) e La Rivolta di Atlante (Atlas Shrugged, 1957), entrambi incentrati sulle derive individualiste.