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La vita è un gioco

Siamo volati a Colonia con Ford per un incontro tanto particolare quanto interessante

SPECIALE di Mattia Armani   —   14/11/2015

Ormai il videogioco, un tempo visto come attività da nerd e da bambini poco inclini alla socializzazione, si è insinuato con forza nella nostra quotidianità e nel prossimo futuro potrebbe diventare una costante delle attività umane. Anzi, potrebbe diventare uno strumento comportamentale di enorme potenza, capace persino di migliorare la sempre meno gestibile viabilità. Questa è la scommessa di Ford con il suo Smart Mobility Game Challenge che si è concluso con una maratona da trenta ore, altrimenti detta Hackaton, interamente dedicata al miglioramento della mobilità attraverso la gamification.

La vita è un gioco

Ma prima di parlare di questo oscuro termine è meglio dare un contesto alla sfacchinata che ha visto diversi gruppi di sviluppatori e studenti impegnarsi allo sfinimento sia all'interno del Game Lab di Colonia, sia online. Entrare al Game Lab di Colonia è già di per sé un piacere e non solo perché là dentro si studia il videogioco. Studenti vivaci, professori informali e un ascensore a moto perpetuo in legno balzano subito all'occhio assieme a sale di varia misura, cucine e tutta una serie di spazi evidentemente pensati per attività lontane dal classico ascolto passivo di un professore in una vecchia aula. Su una lavagna ci sono addirittura le regole dell'uso di Steam per gli studenti, i divani non mancano e non mancano nemmeno tonnellate di prese elettriche. Non siamo, però, in un edificio di quelli ultramoderni. Il pavimento è di legno, i banchi sono quanto di più classico in relazione al contesto accademico e l'androne delle scale ricorda una di quelle grosse scuole degli anni settanta. Ma tutto è a misura di sviluppo. Lì dentro, è subito evidente, si studia il videogioco in tutte le sue sfaccettature.

Una competizione targata Ford per combinare mobilità e videogioco

Gamification non è una brutta parola

Ci perdonino i puristi della lingua ma di fronte alla "ludicizzazione", ostica traduzione italiana del termine gamification, preferiamo mantenere l'originale neologismo inglese che è stato usato per la prima volta in pubblico da Jesse Schnell durante la Dice Conference di Las Vegas del 2010. Un evento recente, dunque, anche se prendendo in esame la materia non stiamo parlando di nulla di nuovo, considerando che tra lotterie e competizioni aziendali il mercato del lavoro conosce bene gli effetti positivi delle dinamiche di gioco applicate a tutte quelle incombenze spesso noiose e frustranti della quotidianità. E tra queste incombenze una delle più diffuse è senza dubbio quella di spostarsi attraverso città sempre più congestionate tanto che Ford, azienda dedita alla questione dei trasporti dal lontano 1903, ha deciso di promuovere il Mobility Challenge di cui abbiamo parlato poc'anzi, collocandolo all'interno della conferenza Clash of Realities 2015 nel bel mezzo di appassionate discussioni sui limiti della realtà virtuale e sulle nuove modalità di fruizione dei media.

La vita è un gioco

Noi, anche per questioni di tempo, ci siamo concentrati sui progetti dell'hackaton targato Ford che ci ha messo di fronte a idee molto interessanti che esulano dalla sola dimensione automobilistica, coinvolgendo l'intero spettro della mobilità. Parliamo di un ambito che coinvolge gran parte dell'umanità compresa quella grossa fetta che vive in ventotto città alveare da più di dieci milioni di abitanti. E la conta di chi dovrà spostarsi quotidianamente è destinata a crescere in tutto il mondo, soprattutto in Cina dove la classe media è in vertiginoso aumento. Orientarsi in questo caos non è sempre facile e anche se le automobili autonome, ovvero capaci di guidare in totale autonomia, sono senza dubbio all'orizzonte, serviranno parecchi anni per dare l'addio al volante e anche allora ci troveremo comunque a decidere quale mezzo scegliere per attraversare spazi sempre più congestionati. Ed è proprio questo uno dei problemi al centro della manifestazione Ford, il cui obiettivo è quello di studiare e aiutare a sviluppare applicazioni volte a spingere i viaggiatori a scegliere le alternative migliori, evitare ingorghi, facilitare lo scorrimento del traffico e scegliere il mezzo più adeguato alla situazione. Noi, nel bel mezzo del Game Lab, ne abbiamo sentite spiegare nel dettaglio alcune da sette gruppi di studenti che si sono misurati con la massacrante maratona da trenta ore durante la quale sono stati consumati innumerevoli barattoli di strane sostanze (legali), dolciumi in quantità, frutta carica di sali minerali e tonnellate di caffè. Non tutti presenti sono finiti nella selezione finale che consentirà al primo, secondo e terzo classificato di ottenere rispettivamente 10.000, 5.000 e 2.500 euro, ma buona parte dei concept si è rivelata interessante tra network capaci di modificare le indicazioni in base ai feedback, statistiche condivise tra tutti quelli che usano un'applicazione per aumentare la percezione dell'importanza di un comportamento corretto e capacità di calcolare percorsi combinando un gran numero di mezzi, gambe e bicicletta inclusi.

La vita è un gioco

Parliamo di concept

Il concept più vendibile nella forma di videogioco è probabilmente Moopi, che ha superato la selezione proponendo un sistema basato su creature alla Tamagotchi che hanno la possibilità di crescere ed evolversi grazie al comportamento del loro padrone. Un eventuale risparmio in termini di CO2 garantito da una guida saggia, per esempio, sarebbe convertito in cibo per il Moopi. Tralasciando la dimensione giocosa, che include diverse creature, l'elemento interessante in questo caso è il modo di funzionare di quest'applicazione che non chiede al viaggiatore di impugnare uno smartphone come nel caso di un'altra interessante applicazione, chiamata Wavecalmer, che propone un indicatore visivo minimale, proiettato sul parabrezza, che cambia forma e colore segnalando al guidatore quali tempistiche e manovre compiere per ridurre al minimo il rischio di generare code. Ed è qui che ci scontriamo con un grosso problema. Per funzionare, un'applicazione di questo genere deve essere condivisa tra molti di quelli che stano guidando in un determinato tratto di strada e questo pone il problema dell'adozione di alcune delle applicazioni che potrebbero nascere da questi concept.

La vita è un gioco

Obbligare tutti a scaricare un'applicazione non sembra una cosa fattibile ma c'è anche la possibilità che un software come Wavecalmer, in caso di comprovata efficacia, venga installato direttamente nei veicoli diventando così uno standard. Meno complesso, anche se serve comunque un'utenza corposa, è il funzionamento Hitch A Car, purtroppo scartato, che propone una sorta di BlaBlaCar capace di tenere conto dei gusti e delle informazioni di chi lo usa con il fine mettere in contatto persone compatibili e, ovviamente, garantire un buon clima a bordo durante i lunghi viaggi. E siamo rimasti abbastanza colpiti anche da Rush Hour che si pone il problema di migliorare il traffico di Barcellona, città presa come modello per la stesura del concept, premiando i giocatori che trovano scorciatoie e guidano al meglio. Rush Hour, tra l'altro, cela un'idea molto interessante ovvero un network studiato per consentire di condividere con il prossimo eventuali spazi o parcheggi privati non utilizzati ottenendo ovviamente reward che in questo caso potrebbero non essere solo legati alla dimensione del gioco. Di fronte a idee di questo calibro cresce la speranza di veder emergere tecnologie mobile capaci non solo di distrarci dalla noia di un viaggio ma anche di darci una mano a viverlo meglio, magari senza dover nemmeno tenere in mano lo smartphone che talvolta ci impedisce di vedere quello che ci circonda. Purtroppo non è detto che un panorama di questo tipo si concretizzi ma la presenza di Ford e l'entusiasmo che abbiamo toccato con mano sono ottimi segnali. Le prime conferme potrebbero arrivare l'undici gennaio del 2016 quando i sei progetti selezionati saranno finalmente diventati realtà e competeranno per il montepremi complessivo di 17.500 euro che verrà suddiviso tra i primi tre classificati in base al piazzamento. A valutarli ci saranno tre professori di game design, oltre al simpatico Will Farrelly di Ford of Europe che ha tenuto le redini dell'evento e a Dan Greenawalt, Creative Director Turn 10 Studios, che è senza dubbio il nome più conosciuto in queste pagine.