145

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Analizziamo le cose che non vanno

SPECIALE di Dario Rossi   —   27/11/2015

Sappiamo come vanno le cose. Abbiamo la tendenza a lamentarci sempre di tutto, nonostante il paragone tra i problemi di oggi e quelli di ieri in ambito console farebbe probabilmente ridere. Però bisogna ammettere che nella generazione corrente delle console qualcosa che ci fa storcere il naso esiste eccome. In questo articolo abbiamo deciso di raccoglierne ben sette, quindi seguiteci per scoprire la nostra lista delle lamentele e le cose da sistemare. Magari qualcuno di influente potrebbe leggere e prendere spunto, non si sa mai.

Sette problemi che non dovremmo proprio avere in questa generazione di console

Capienza hard disk

Va bene, il problema non è propriamente insormontabile, ma diamine, questi giochi occupano sempre più spazio, e quei Giga che sembravano interminabili si trasformano presto in una tovaglietta da picnic. Sono disponibili versioni con hard disk da 1 Terabyte sia per PlayStation 4 che Xbox One, vero, ma queste edizioni sono ancora collocate in una fascia di prezzo premium. Il costo di entrata è legato ai modelli base da 500 GB, veramente inadeguati. I calcoli sono impietosi: un gioco "tripla A" oscilla tra i 20 e i 50 GB, ma non è errato basarsi su una media di 40 GB, ai quali vanno aggiunte le patch, i DLC e le espansioni. Considerando che anche il sistema operativo della console occupa spazio, e neanche poco, quello dedicato ai giochi si esaurisce in fretta, costringendoci a compiere dolorose scelte per agevolare i nuovi arrivi. Questo però diventa un problema rilevante se non utilizziamo titoli retail, poiché significa che dovremo scaricarli nuovamente dai rispettivi store. Esistono delle soluzioni: Xbox One è completamente compatibile con hard disk esterni, permettendo di espandere a piacimento lo spazio disponibile. Il sistema operativo consente un controllo piuttosto completo, permettendo sia di installare direttamente i giochi sul dispositivo esterno, o copiarli sullo stesso in seguito. PlayStation 4 è leggermente più macchinosa, costringendo a sostituire l'hard disk interno previo backup dei dati. Fortunatamente non si tratta di un'operazione difficoltosa. In entrambi i casi è comunque necessario affrontare una spesa aggiuntiva.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Patch Day One

È meraviglioso vivere in un universo perennemente online, che ti permette di sistemare i problemi del tuo gioco anche dopo l'uscita, magari aiutato dai feedback dei giocatori. Ma le patch pesano, e quella di lancio - o day one - fa più paura di tutte perché non è inusuale che contenga parti di codice. Un esempio? Halo 5: Guardians, che richiede un download aggiuntivo di 9 GB per essere avviato. Oltretutto, la patch day one integra spesso correzioni su problemi presumibilmente emersi nel corso della fase di stampa del gioco, cosiddetta gold, essendo quindi perentoria. Un problema relativo o inesistente per chi ha la possibilità di usufruire di connessioni veloci, ma non tutti possono godere di tale privilegio e ci sono ancora tanti acquirenti che rientrano a casa con la loro copia fisica, sperando di godersi il proprio gioco il prima possibile. Illusi, la realtà è un filo più complicata.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Aggiornamenti sistema

Questo si lega a doppio filo con quanto sopra. Gli aggiornamenti di sistema possono rappresentare un problema per chi non tiene la console in stand-by con connessione perennemente attiva alla rete. Ci sono ampie possibilità che questo non sia il vostro scenario e, tornati da una dura giornata di lavoro, vi ritroviate davanti all'obbligo di aggiornare la console per sfruttare le sue funzioni online. Questo può tradursi in un'attesa in grado di guastare il momento, ma può andare molto peggio se l'aggiornamento raggiunge la dimensione di qualche Giga, si rischia del tutto la serata. Il calendario degli update è una questione ancora più frustrante: è impossibile capire quanto tempo possa intercorrere tra un aggiornamento e un altro, poiché legato a fattori insondabili. In questo senso si presenta leggermente meglio Xbox One, che lascia agli iscritti del programma preview l'onere di scaricare molti aggiornamenti (per provare nuove funzioni e testare la stabilità), ma questo non scongiura completamente il rischio di ritrovarsi impreparati davanti alla schermata che invita cortesemente ad aggiornare la propria console. Pessimismo e fastidio.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Tempi di installazione

Nello specifico, quello dei tempi di installazione è un problema maggiormente legato a Xbox One, essendo PlayStation 4 più elastica nella gestione di tale operazione. La console Sony permette di iniziare a giocare dopo aver installato una parte dei contenuti del gioco, lavorando il resto in background. Xbox One non permette l'avvio se non ha scaricato, oltre ai dati del gioco, tutti gli aggiornamenti disponibili, e nel caso del già citato Halo 5: Guardians è un'operazione che può portare via molte ore. Uno stratagemma per accelerare il processo consiste nel rifiutare qualsiasi patch e giocare offline, ma non possiamo considerarla come una vera soluzione.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Feature mancanti

Una console serve per giocare, è un mantra che ci raccontiamo ogni giorno e che ci fa stare bene, ma diciamoci la verità, l'eclettismo non è certo da considerare un difetto, e quando una funzionalità viene eliminata rispetto alla generazione precedente risulta difficile non lamentarsi. Questo è ciò che è accaduto con le console current-gen, che hanno perso per strada caratteristiche a cui eravamo ormai abituati. Nei due anni di vita dalla loro uscita ci sono stati miglioramenti, ma ancora mancano diverse cose. Un esempio? La prima Xbox permetteva di estrarre la musica dal nostro CD preferito, per poi installarla sull'hard disk della console. Successivamente, il brano poteva essere utilizzato come colonna sonora personalizzata nei giochi. Niente di tutto questo è più possibile. Sicuramente tra le due macchine è PlayStation 4 a essere più arretrata, Sony tiene sotto stretta osservazione i desideri degli utenti, ma gli aggiornamenti della console continuano a essere poco propositivi o insistere sulle caratteristiche social della macchina, non apprezzate da tutti. Ancora oggi molti chiedono la presenza delle cartelle, o la notifica di connessione da parte dei propri amici, funzionalità che sembrano tardare ad arrivare. Un'altra richiesta molto popolare è quella relativa al cambio del nome utente sul PlayStation Network (PSN ID), opzione già disponibile da anni su Xbox Live previo pagamento, ma ancora assente sulle piattaforme Sony.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Retrocompatibilità

Va bene, questa è forse una lamentela lievemente pretenziosa, ma la retrocompatibilità in una console dovrebbe essere completa e nativa, come fa Nintendo con i suoi prodotti. Microsoft e Sony hanno effettivamente fatto passi avanti encomiabili in tal senso, soprattutto la prima. Ha destato molto clamore infatti la presentazione della retrocompatibilità di Xbox One con un catalogo selezionato di titoli Xbox 360, diventati attivi proprio da questo mese e destinato ad ampliarsi in futuro. La casa di Redmond è decisamente motivata, ma la pubblicazione dei titoli richiede che il codice venga ricompilato, inoltre il gioco non può uscire senza il consenso del publisher, e qualcuno, come Rockstar, sta già piantando paletti. Sony dal canto suo ha mostrato interesse nell'emulazione dei titoli PlayStation 2, che potrebbero arrivare molto presto, anche se non sappiamo ancora con quali titoli. PlayStation 3 sembra invece un miraggio, a causa delle differenze di architettura. Insomma, meglio che niente, ma nessuna delle due soluzioni può però essere paragonata a una vera, piena retrocompatibilità.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere

Filmati scattosi

Chiudiamo la carrellata in maniera molto dolce, quello delle scene d'intermezzo "scattose" è un problema decisamente limitato e non proprio inficiante, ma quando capita dà fastidio. È il caso per esempio di Alien: Isolation, o The Witcher 3: Wild Hunt in versione Xbox One (problema poi risolto con una patch), esempi che denotano una certa pigrizia da parte dei programmatori. Difficile pensare che un hardware come quello current-gen possa farsi impensierire da qualche filmato precalcolato, ma anche certe transizioni tra menu e giocato non sono sempre esenti da difetti. Purtroppo i tempi di sviluppo si stanno riducendo sempre più, costringendo i programmatori ai salti mortali per trovare la quadra. Pensate a quello che ha passato Ubisoft con Assassin's Creed Unity: al gioco sono state necessarie molteplici patch per girare correttamente.

Sette problemi current-gen che non dovremmo avere