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Due ruote non bastano

Abbiamo avuto modo di rimettere le mani sul progetto più ambizioso di Milestone e di scambiare due parole con gli sviluppatori

PROVATO di Aligi Comandini   —   02/05/2016

Sì, lo sappiamo, una bella anteprima di Valentino Rossi The Game l'abbiamo scritta per voi a malapena una settimana fa. La settimana scorsa però non avevamo avuto modo di parlare con gli sviluppatori di Milestone direttamente a casa loro, quindi abbiamo colto al volo l'occasione quando siamo stati invitati nella nuova sede di Milano. Lì ad accoglierci c'era il buon Andrea "Baz" Basilio, Lead Designer del gioco, che ha risposto a qualche domanda sullo sviluppo del titolo e ci ha accompagnato durante la prova. Quanto potenziale commerciale abbia il nome "Valentino Rossi" non dobbiamo certo spiegarvelo noi: il Rossi nazionale è ormai un atleta discusso e riconosciuto in tutto il globo, capace con la sua sola presenza di alzare esponenzialmente le previsioni di vendita di qualunque oggetto; figuriamoci cosa può accadere quando si dà il suo nome a un videogame. Valentino Rossi The Game non è però una mera operazione commerciale, è la summa delle esperienze maturate da Milestone negli anni, un agglomerato di sistemi e trovate fusi in un'unica "versione potenziata" di quello che era in origine il gioco ufficiale della Moto GP. Non ci concentreremo sul Track Racing e sul feeling delle moto nelle gare su asfalto in questa anteprima - sono già stati trattati nell'articolo precedente - ci limiteremo dunque a rispolverare rapidamente il gameplay di quelle modalità, concentrandoci su ciò che il titolo sembra voler offrire a livello di contenuti, sull'approccio del team allo sviluppo e su rally e drift, modalità che prima non avevamo potuto provare. Scaldate il vostro Guido Meda interiore, si parte.

Rivivere la carriera di Valentino si può, ma il dottore ne ha fatte di cose nella sua vita...

Non si impenna in macchina

Iniziamo dai contenuti dell'opera di Milestone, davvero impressionanti se paragonati ai precedenti lavori della casa Milanese: tutti sappiamo ormai che all'interno di Valentino Rossi The Game c'è l'intero campionato MotoGP, con piloti e licenze ufficiali; nel caso vogliate godervi il motomondiale con qualche altro campione al di fuori del pilota di Tavullia, non ci sarà alcun problema di sorta.

Due ruote non bastano

Basilio ci ha però spiegato che la volontà di Milestone era quella di dare forma alla vita e alle esperienze di Valentino durante il gioco, quindi la carriera principale vi vedrà partire dalla VR46 Academy, accompagnati da messaggi di Rossi e altri piloti in stile Whatsapp, e da alcune registrazioni fatte dal campione in esclusiva per il gioco. Come pilota esordiente nell'Academy avrete accesso non solo al Track Racing e alle moto da corsa, ma anche a macchine da rally e grosse muscle car con cui buttarvi in competizioni drift, per un numero complessivo di competizioni davvero di tutto rispetto. Durante la nostra prova abbiamo fondamentalmente confermato tutte le sensazioni dell'ultimo test fatto: buon controllo, sistema di guida estremamente tecnico e difficile da padroneggiare quando si disattivano gli aiuti, e meno differenza del previsto tra erba e tracciato nel Flat Track. Sul Rally invece abbiamo constatato un prevedibile riutilizzo del sistema di guida visto in Sébastien Loeb Rally EVO, seppur la fisica dei veicoli sia stata ritoccata per dare a tutte le discipline una certa coesione. D'altronde è proprio sulla fisica dei mezzi che gli sviluppatori di Milestone lavorano; ogni singolo veicolo è stato accuratamente preso in considerazione, e ogni sistema di guida ritoccato in modo da sposarsi degnamente al tipo di terreno e alle piste coinvolte. Piste che contengono peraltro tracciati ormai spariti dai campionati ufficiali (legati alla storia di Valentino Rossi e alle sue passate vittorie) o varianti speciali come quella che abbiamo provato nell'autodromo di Monza per il rally.

Una corsa contro la data d’uscita

Come detto all'inizio, pertanto, siamo davanti a numerosi giochi fusi in una sola grossa esperienza, nella quale potrete rivivere la leggendaria carriera del Dottore, sfidare i suoi più temibili avversari (di cui i Milestone hanno dovuto rimodellare forme e moto, per dare coerenza agli eventi storici), o semplicemente divertirvi nel ranch tra sterrato e corse non ufficiali.

Due ruote non bastano

Pochi dubbi insomma per chi ha sempre apprezzato le opere della software house italiana in passato. Le critiche, al solito, si possono muovere più che altro al comparto tecnico, poiché il motore è sempre quello piuttosto scarno che abbiamo imparato ad accettare, e qualche magagna nella fisica ancora la si nota (attenzione però, la versione provata doveva ancora essere limata prima del lancio). Anche durante la carriera avremmo voluto magari qualche interazione in più con gli altri piloti della VR46 Academy, una storyline più scenografica e portata avanti da qualche filmato o rivalità bruciante, o una componente social più marcata rispetto alla messaggistica istantanea dopo ogni gara. Sono cose che però richiedono molto tempo e fatica per essere introdotte, e considerando la mole di contenuti presente è difficile protestare. Dei miglioramenti grafici ad ogni modo ci sono stati, poiché stando alle parole degli sviluppatori lo split screen non dovrebbe avere problemi di frame rate, ed è stato fatto molto lavoro per assicurare il buon funzionamento della parte competitiva al lancio. Più che altro, noi abbiamo trovato estremamente interessante la presenza di uno sviluppo del personaggio durante la carriera, con tanto di statistiche che aumentano di gara in gara migliorando il controllo dei mezzi, e abilità passive che si ripercuotono sullo stile di guida di chi gioca. Tali abilità saranno inoltre utilizzabili online dai giocatori, anche se non è ancora chiaro in quali modalità e fino a che punto influenzeranno il gameplay.

CERTEZZE

  • Sistema di guida solido in tutte le discipline presenti
  • Contenuti davvero notevoli, e curiosi elementi di sviluppo del pilota
  • Contiene anche tutto il campionato MotoGP

DUBBI

  • Tecnicamente è ancora ben lontano dall'essere eccezionale
  • Alcune specialità sono più curate di altre