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L’anima di Bullfrog in Two Point Hospital

Finalmente potremo giocare al seguito di Theme Hospital che abbiamo tanto desiderato?

ANTEPRIMA di Simone Tagliaferri   —   28/01/2018

Peter Molyneux e la sua Bullfrog, quanto deve il medium videoludico a quest'uomo e a quella software house? Recentemente è caduto un po' in disgrazia per via di qualche progetto andato molto male, ma in generale sono pochi gli sviluppatori che possono vantare un curriculum come il suo, fatto di titoli sempre tesi verso l'innovazione.

L’anima di Bullfrog in Two Point Hospital

Era il 1994 quando fu pubblicato un gioco rivoluzionario, quantomeno per l'approccio al genere dei gestionali: Theme Park, il primo titolo della Designer Series di Bullfrog. L'idea di Molyneux fu di quelle vincenti: creare una simulazione economica accurata, ma allo stesso tempo divertente da giocare. Insomma, basta con quei simulatori pieni di schermate grigie, straripanti di numeri, che repellevano più che attrarre i giocatori: in Theme Park si costruiva e gestiva un parco giochi in modo facile e intuitivo. Osservare i buffi e colorati visitatori affollare il nostro parco e darci i loro feedback in tempo reale era fantastico e aumentava a dismisura il coinvolgimento. Concluso lo sviluppo di Theme Park, Molyneux passò a lavorare su Magic Carpet, ma nel frattempo il successo di Theme Park non poteva essere ignorato. Tre anni dopo, nel 1997, Bullfrog pubblicò Theme Hospital, che era fondato esattamente sugli stessi principi di Theme Park, ma con un tema completamente diverso, che apriva il gameplay a delle problematiche completamente nuove. Da notare che Theme Hospital non vide il coinvolgimento diretto nello sviluppo di Molyneux, che nel frattempo si stava occupando di Dungeon Keeper, il suo ultimo gioco per Bullfrog, ma la matrice è indubbiamente la sua.

L’anima di Bullfrog in Two Point Hospital

Theme Hospital ebbe un successo tale da stupire sviluppatori e publisher (Electronic Arts): vendette ben quattro milioni di copie, un'enormità all'epoca, ma non ebbe alcun seguito ufficiale. Creare e gestire un ospedale, come mai i videogiocatori erano stati attratti da un'idea così bizzarra?

Anarchia in corsia

L'obiettivo del paragrafo precedente non era quello di farvi diventare malinconici, ma di contestualizzare Two Point Hospital, gestionale ospedaliero annunciato da SEGA qualche giorno fa e presentato come opera del team di sviluppo di Theme Hospital. Insomma, ci troviamo di fronte a un seguito spirituale! Da una parte fa piacere che si guardi con sempre maggiore interesse a un tempo che a livello di creatività ha ancora molto da insegnare, ma dall'altra sarebbe interessante capire come mai l'industria videoludica non riesca ad andare oltre. Comunque, teniamoci la polemica per un'altra circostanza e cerchiamo di capire cosa possa mirare a essere Two Point Hospital.

Vi confessiamo che guardando le prime immagini abbiamo avuto un fortissimo deja vu. I richiami a Theme Hospital sono evidenti, soprattutto nello stile leggero e scanzonato alla Wallace and Groomit della grafica. È vero che l'originale era in pixel art e il disegno era abbastanza diverso nei suoi tratti generali, ma le scelte cromatiche e l'atmosfera ospedaliera sembrano essere esattamente quelli di allora. Attenzione, perché non stiamo dicendo che sia un male: in un'epoca in cui ci esaltiamo per sequel di sequel di sequel di reboot di serie con almeno sei capitoli, rifarsi a un gioco degli anni novanta che non ha figliato (qualche clone esiste, in realtà, ma non ha avuto alcuna eco) è pura anarchia. Partendo dal materiale rilasciato fino a ora è possibile fare qualche supposizione sul gameplay, ma nulla più. Il concept di gioco pare essere rimasto immutato, con l'utente che dovrà costruire e gestire il suo ospedale. Le immagini e il video di presentazione non mostrano nulla dell'interfaccia, che per i gestionali è particolarmente importante e può fare la differenza tra un capolavoro e un titolo mediocre. Osservando meglio si nota che il pavimento è fatto di tessere e qualcosa di più lo si deduce dal primo diario di sviluppo, in cui quantomeno si vedono degli scampoli di gioco, ma in verità non c'è moltissimo nemmeno lì.

L’anima di Bullfrog in Two Point Hospital

Immaginiamo che l'editor delle sale consentirà di creare stanze di diverse dimensioni, un po' come accadeva in Theme Hospital. Le immagini mostrano un buon livello di personalizzazione per gli ambienti: si va dallo stile classico di un qualsiasi ospedale, a uno più ricercato per gli studi degli specialisti più in vista. Le malattie trattate dovrebbero invece essere di pura fantasia, come dichiarato dagli stessi sviluppatori; scelta probabilmente dettata dal voler schivare qualsiasi polemica (come quelle che attirò Theme Hospital). In effetti lo stile grafico scelto mal si adatterebbe alla tragicità di certe patologie reali, che richiedono un certo tatto per essere raccontate. Per il resto gli sviluppatori hanno promesso una simulazione economica accurata, ma senza mostrare quasi nulla in merito. Ciò che si sa è che, oltre a costruire gli studi medici e arredarli, bisognerà assumere il personale, rendere accoglienti le sale d'aspetto e far crescere il giro d'affari curando malattie sempre più complesse. Ci sarà anche una modalità multigiocatore, ma anche di questa si sa poco o nulla. Il materiale ufficiale parla di collaborazione con la comunità medica dei videogiocatori per realizzare progetti di ricerca congiunti, ma non specifica altro.

Si parla anche di sfide competitive, ma anche queste sono ancora un mistero. Comunque sia, all'autunno, stagione di lancio del gioco, mancano ancora molti mesi. Per ora non sappiamo nemmeno se ci saranno microtransazioni o simili. Di nostro speriamo che, nel probabile caso in cui vengano implementate, lo siano in modo discreto, cioè che non siano il fulcro dell'esperienza. Siamo dei romantici e ci piace ancora giocare.

È davvero troppo presto per dire se Two Point Hospital sia un titolo riuscito o meno. Dato il retroterra del team di sviluppo, non vi neghiamo di attenderlo con una certa bramosia, ma vi confessiamo anche che finora si è visto davvero troppo poco per farsi un'idea sul gioco. Oltretutto rimangono aperti moltissimi dubbi che SEGA dovrà necessariamente chiarire. Ad esempio speriamo che la personalizzazione non prevalga sulla parte gestionale, perché altrimenti rischiamo di trovarci tra le mani un gioco simil-mobile, magari con la solita corsa alle microtransazioni. Allo stesso tempo non vorremo che l'online, di cui si sa poco o nulla, sia solo un concorso di bellezza per ospedali. L'ideale sarebbe che avesse una qualche funzione ludica sensata e che non ci sia tanto per fare presenza. Insomma, in buona sostanza ci piacerebbe che gli sviluppatori che hanno realizzato quello che ancora oggi è considerato il miglior gestionale ospedaliero di sempre, possano provare a bissare, invece di venderci un po' di nostalgia imbevuta negli stranianti modelli economici contemporanei.

CERTEZZE

  • Theme Hospital nel curriculum
  • L'atmosfera sembra quella

DUBBI

  • Per ora si sa davvero poco
  • Moderazione con la cosmesi, please!