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Libertà applicata al pallone

Konami ricomincia da PES 2011 per rilanciare uno dei suoi brand più famosi. Ecco il nostro hands-on dalla GamesCom 2010.

PROVATO di Andrea Palmisano , Rosario Salatiello e Matteo Santicchia   —   17/08/2010

Versioni testate: PlayStation 3, Xbox 360

Come ormai da tradizione, la Gamescom di Colonia anche in questa occasione è diventata il luogo di scontro per il match calcistico tra EA e Konami che ogni anno delizia e fa discutere gli appassionati di tutto il mondo. A pochi passi di distanza uno dall'altro, nei rispettivi stand, abbiamo infatti potuto mettere le mani sia su Fifa 11 che su PES 2011; per quanto riguarda quest'ultimo, è stato piacevole scoprire che la build portata in Germania era più matura rispetto a quella oggetto del nostro precedente hands-on redazionale di una settimana fa, con una serie di bug fix e correzioni in grado di rendere l'esperienza sicuramente nel complesso migliore. Le diverse partite che abbiamo affrontato hanno anzitutto permesso di godere del lavoro grafico fatto dai programmatori nipponici, un po' scialbo per gli elementi di contorno ma decisamente esaltante invece limitatamente ai giocatori e soprattutto alle loro animazioni; la fluidità e varietà di queste ultime è infatti eccellente, capace davvero di segnare uno step evolutivo per PES non indifferente. Se il linea di massima tutti gli atleti godono poi di movenze realistiche e credibili, nel caso degli "star player" è stato fatto un ulteriore lavoro di personalizzazione, con una estrema fedeltà quindi rispetto agli originali reali. Solo per fare un esempio, Messi è tanto leggero fisicamente quanto tecnicamente eccelso, capace di fare dribbling e progressioni con la palla attaccata al piede esattamente come nella realtà. Una attenzione al dettaglio riscontrabile anche nella modellazione poligonale, per replicare in modo molto convincente le fattezze di ogni giocatore. Ma fortunatamente le note felici non si limitano agli aspetti puramente estetici, ma al contrario vanno a includere anche il gameplay, a conferma dell'impegno voluto da Konami nel cercare perlomeno di ridurre il gap con il temibile competitor di EA. Anzitutto il lag di reazione dei giocatori sembra essere stato quasi del tutto eliminato, spogliando così il gioco di una delle maggiori criticità riscontrate nella build precedentemente testata.

Libertà applicata al pallone

In secondo luogo la fisica della palla è sembrata più convincente, anche se non ancora pienamente azzeccata comunque sufficientemente credibile nel replicare il peso specifico della sfera. Il sistema di passaggi, con la necessità di gestirne la potenza manualmente, dopo un po' di pratica si è rivelato decisamente interessante, ripagando in profondità e duttilità ciò che ha perso in immediatezza. Dove sicuramente invece ci sarebbe un po' da lavorare è nella fluidità del controllo dei propri giocatori, ancora leggermente legnoso e ancorato a quei binari che FIFA ha saputo invece scardinare grazie al movimento a 360 gradi; ciò nonostante la sensazione tangibile è che PES 2011 sia un titolo calcistico degnissimo e finalmente godibile, deciso finalmente a rientrare nei ranghi simulativi che gli competono dopo i più che discutibili excursus arcade degli ultimi episodi. Un ultimo appunto sul confronto 360/PS3, che ci è parso favorire attualmente in maniera leggera la console Microsoft, anche se col beneficio del dubbio legato ai settaggi non certo ottimali dei monitor dello stand Konami.

Provato dell'11 agosto 2010

Versioni testate: PC, PlayStation 3

Gli ultimi anni per la serie Pro Evolution Soccer hanno rappresentato ciò che mai i fan di lunga data si sarebbero aspettati, almeno fino a quando la next-gen non era ancora entrata in tutte le case e PS2 era la console regina del mercato: erano anni in cui FIFA destava poche preoccupazioni e tutto per Konami filava per il verso giusto.

Libertà applicata al pallone

L'arrivo di PS3 e compagnia però, per ammissione dello stesso Shingo "Seabass" Takatsuka, ha colto totalmente impreparato il team di sviluppo di Konami, adagiatosi troppo a lungo sugli allori di fronte a una simulazione Electronic Arts sempre più sulla corsia di sorpasso, che per molti ha definitivamente compiuto la manovra con l'uscita dell'ultima edizione, perfettamente al passo coi tempi a differenza di un PES dove continuava a mancare quel qualcosa in più. Per la prima volta dunque, PES 2011 si trova a dover inseguire il proprio rivale FIFA 11 (che ha già fatto sapere ampiamente di non avere la minima intenzione di rallentare la sua corsa), promettendo la libertà tanto sognata da tutti noi videogiocatori pallonari.

Libertadores a noi

Il design rinnovato di PES 2011 lo si può apprezzare già dai menu, dove spicca dal primo momento la possibilità di lanciarsi, oltre che nelle solite competizioni e modalità già conosciute, anche nella Coppa Libertadores sudamericana, potendo così contare su un nuovo gruppo di squadre. Tornando ai menù, li troviamo sensibilmente diversi rispetto alla scorsa edizione: se per la scelta di modalità, opzioni e cose simili questa resta solo una scelta stilistica, la parte dedicata alla preparazione della partita svolge come sempre un ruolo fondamentale. Attraverso un sistema di "punta, clicca e sposta" adesso schierare in campo la formazione è un gioco da ragazzi, che fa risparmiare l'estenuante navigazione tra i menu alla quale eravamo abituati, trascinatasi nel corso degli anni all'interno della serie. Questo senza però dimenticare la possibilità di definire il comportamento della squadra, con un sistema molto vicino (ma più immediato) agli slider visti in PES 2010. Dopo diverse partite di prova, testando il gioco nei panni di un buon numero di squadre come Juventus, Inter, Genova, Milan, Roma, Manchester United, Barcellona e Real Madrid, è possibile dire senza dubbio che le novità di questa fortemente rinnovata edizione 2011 sembrano funzionare piuttosto bene, con l'unico limite di una versione palesamente non definitiva con ampi margini di miglioramento vista la presenza di diverse problematiche che pur non inficiando l'esperienza di gioco si sono fatte sentire a più riprese.

Preparato il proprio undici, arriva ovviamente il momento di andare in campo e di vedere cosa realmente Konami abbia da offrire di nuovo: l'aspetto più interessante, che va a rendere realtà il concetto di libertà sbandierato ai quattro venti, è sicuramente il passaggio manuale, effettuabile premendo il trigger sinistro del pad più i vari bottoni di sempre dedicati al passaggio, per effettuare un filtrante, un lancio alto o un passaggio normale controllando direttamente direzione e potenza. Dopo un po' di prevedibile smarrimento lo strumento si rivela più che utile, permettendo al giocatore di piazzare la palla a proprio piacimento senza doversi affidare per forza alla volontà della CPU, cosa comunque possibile col sistema di passaggi classico senza l'utilizzo del trigger. La nuova barra di potenza da molti adocchiata sin dalle prime immagini del gioco si dimostra abbastanza utile durante le fasi con palla in movimento, ma sempre in questa versione ha richiesto un po' di pratica prima di potersi esibire in buoni calci piazzati: anche questa feature è sicuramente da rivedere nella versione finale, sperando che Konami fornisca anche la possibilità di ricorrere alla vecchia barra. Se insomma i marchi di fabbrica della serie in negativo, ovvero i famigerati binari e un controllo dei giocatori non propriamente a 360° continuano a persistere, poter gestire la potenza del passaggio dona al giocatore quel tanto di libertà in più davvero gradita, senza comunque limitare la velocità dei fraseggi (di prima e non) che necessitano ora di un pizzico di tempo in più dovendo calcolare la potenza. Nulla di sconvolgente, questa feature è presente in FIFA da molto, ma in quest'ottica di realismo "tutto manuale" un certo gap è stato colmato.

Pressa che ti passa

Dal punto di vista dei controlli occorre soffermarsi anche sulla possibilità di mappare sullo stick analogico destro le proprie finte preferite, eseguibili quindi in maniera ancora più semplice rispetto al passato: una scelta a doppio taglio da parte di Konami, che potrebbe rischiare d'infarcire di trick e controtrick la partita anche in fasi di gioco che assolutamente non lo richiedono. Visto che è comunque evidente che lo sviluppo stia andando ancora avanti, non ce la sentiamo di fare affermazioni affrettate e definitive su ciò che potrebbe essere cambiato o almeno limitato dagli sviluppatori. Altra novità di PES 2011 è costituita dal sistema di pressing, simile ancora al passato ma cambiato quel tanto che basta per meritare una menzione in questo giro di prova: l'abitudine ci vedeva negli anni scorsi usare spesso e volentieri il raddoppio controllato dalla CPU come ostacolo per l'avanzare dell'avversario, sfruttando allo stesso tempo il giocatore da noi controllato per andare a contrastare in modo più preciso tentando di anticipare i movimenti altrui di fronte al nostro primo difensore.

Libertà applicata al pallone

Se questo è ancora possibile, adesso occorre però fare attenzione anche al livello di pressing, così come si rende necessario indirizzare correttamente il proprio giocatore verso il portatore di palla che si vuole contrastare. Sempre rimanendo in tema di fase difensiva, i contrasti spalla a spalla, le "sportellate" insomma e più in generale tutto ciò che avviene senza palla sembra godere di un maggior peso rispetto alla precedente versione, purtroppo però complice la giovinezza del codice giunto in redazione si è assitito spesso e volentieri a comportamenti strani dei giocatori con alcuni imbarazzanti momenti in cui il portatore di palla è rimasto imbambolato e quindi vittima sacrificale della pressione del tasto X dell'avversario. Niente per cui stracciarsi le vesti, criticità simili sono tipiche dell'incompletezza dei lavori, comunque da segnalare a testimonianza di un processo di sviluppo in divenire. Ciò che invece necessita una bella correzione è il sistema del cambio giocatori assistito, poco reattivo nelle situazioni più concitate di batti e ribatti con giocatori vicini alla palla che prima del fortuito cambio di direzione della sfera rimangono indecisi sul da farsi, con la conseguente necessità di cambiare manualmente il calciatore selezionato. Mezzo secondo buttato via: palla persa.

Incredibile amisci!

Se per quanto riguarda i controlli il sistema si è dimostrato già piuttosto agile, lo stesso non si può dire per il comparto tecnico, dove è palese che Konami stia ancora lavorando per ottimizzare il tutto al meglio: i giocatori più importanti sono quanto di meglio PES abbia mai offerto, un po' meno quelli di "seconda fascia". Presente anche un diffuso problema di aliasing, comunque non gravissimo, compensato però da alcuni effetti speciali come il blur durante gli highlights e un generale aumento di dettaglio nei bellissimi replay. Ciò che è stato comunque possibile apprezzare sono i movimenti dei giocatori, con un nutrito gruppo di nuove animazioni che ne accompagnano armonicamente i movimenti, senza la fastidiosa legnosità riscontrata nelle passate edizioni. L'unico appunto che si può fare alle animazioni, è che in area gli attaccanti sembrano tentare troppo il gol in tuffo, spettacolare per carità ma fin troppo abusato e controproducente.

Libertà applicata al pallone

Un gradito ritorno sulla cui scomparsa ci siamo interrogati riguarda la possibilità di definire la velocità di gioco a proprio piacimento, attraverso una scala di valori che va da -2 a +2, con lo 0 di riferimento a fare da livello normale: la differenza c'è e si vede, visto che il gioco si dimostra più riflessivo nel caso di velocità minima, mentre viceversa a livello massimo ci ritroviamo a sfruttare azioni di gioco più dinamiche con capovolgimenti di fronte immediati. Questione di gusti sicuramente, ma in questo modo saremo presumibilmente tutti accontentati. Da rivedere invece la fisica della palla, ancora non ottimale in questa versione di prova visto che se è vero che lanci lunghi e tiri sembrano nella maggior parte dei casi abbastanza fedeli alla realtà, a volte sembra di avere tra i piedi un super tele con rimbalzi imprevedibili e palle "via col vento" che spesso innescano la già citata problematica del cambio giocatore. In definitiva, c'è molto su cui poter sperare per un ritorno ai vertici della serie PES, che con la sua versione 2011 potrebbe finalmente arrivare al livello di maturità next-gen tanto atteso. Come evidenziato, rimane però qualche punto da chiarire nella versione finale del gioco, che a tempo debito non mancheremo di sviscerare a dovere in ogni suo aspetto. Nel frattempo, nuovi aggiornamenti sul gioco potrebbero arrivare la prossima settimana da Colonia, quindi come si suol dire stay tuned!

CERTEZZE

  • Finalmente al passo coi tempi
  • Gestione squadra rapida e intuitiva
  • Passaggi manuali

DUBBI

  • Finte programmabili
  • La nuova barra di potenza potrebbe sconvolgere le abitudini consolidate
  • Alcune criticità da correggere