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Assembla che ti passa Weekly

Con il nuovo Assembla che ti passa partiamo dalle stelle della stazione spaziale per arrivare alle stalle delle legislazioni sul copyright.

RUBRICA di Mattia Armani   —   04/09/2010

Fabbriche spaziali

Assembla che ti passa Weekly

Da quanto riporta la BCC in questa pagina produrre cristalli artificiali nel vuoto assoluto consente di realizzare un prodotto purissimo e quindi molto più efficiente. Per quanto riguarda i pannelli solari, per esempio, si calcola addirittura un 60 percento di guadagno, e a quanto pare la tecnica di produzione, chiamata Molecular Beam Epitaxy, può migliorare altri tipi di produzione. L'unico problema è che il vuoto assoluto si trova al di fuori dell'atmosfera terrestre. Ma a quanto pare uno scatenato team di scienziati russi e americani, finanziati dall'agenzia spaziale russa Roscosmos, sta studiando il modo di realizzare un laboratorio di produzione di cristalli nella stazione spaziale internazionale. L'obiettivo è quello di iniziare la produzione di cristalli nel 2013 ma gli scienziati si augurano di ricevere più fondi, visti i costi e i rischi di un'operazione che ritengono fondamentale per evolvere le tecniche di produzione.

Mousepad offensivi
Questa volta ci occupiamo di hardware in senso lato con una curiosità che ha a che fare con la forza della scrittura analogica. Se sul monitor dei milioni di computer sparsi per il mondo può infatti apparire qualsiasi tipo di presa in giro senza conseguenze, altrettanto non succede per un prodotto venduto in negozio e fisicamente marchiato con una specifica combinazione di

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caratteri. Combinazione che in questo caso, come potete vedere nell'immagine, è una tra diverse esternazioni stampate su alcuni mousepad in risposta al celebre adesivo americano "My child is an Honor Student". Un bumper già alterato sulla rete in parte come critica al sistema educativo americano, in parte per una sorta di elogio all'ignoranza, ma che entrando nel circuito commerciale, e nei supermercati, è stato frenato dall'orgoglio dei genitori americani. Con le proprie lamentele, alcune delle quali sono riportate in questa pagina del sito CBS2, gli acquirenti hanno ottenuto il ritiro dal mercato dei tappetini più oltraggiosi.

Controffensiva Intel

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Immediatamente dopo l'annuncio del dual core Bobcat targato AMD anche Intel ha svelato i suoi piani per il proprio multicore mobile dedicato ai portatili che era in cantiere già da tempo. L'Atom N550 dual core sarà adottato entro la fine dell'anno da Acer, Asustek Computer, Fujitsu, Lenovo, LG, Samsung, Micro-Star International e Toshiba. Ma non si tratta dell'unica risposta di Intel a AMD. La seconda arriva dopo il calo di prezzo del processore quad-core Athlon II X4 640 ed è una vera cannonata. La CPU quad-core Core i7-950 precipita da 562$ a 294$. Prezzo quasi dimezzato quindi per una delle teste di serie Intel, probabilmente in vista dell'imminente arrivo dei nuovi processori Sandy Bridge oppure a causa delle previsioni di vendita in ribasso. Infatti, nonostante i cali di prezzo e il rilascio delle nuove soluzioni a basso prezzo, le previsioni di vendita per il terzo trimestre del colosso delle CPU sono scese a 10.8-12.2 milioni di dollari contro gli 11.2-12 dichiarati alcuni mesi fa.

Toshiba a quota 24
Siamo già arrivati ai 24 nanometri in casa Toshiba che si prepara a lanciare sul mercato

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le nuove memorie NAND Flash che custodiscono al proprio interno i chip di memoria più piccoli al mondo. Ogni chip da 64 gigabit a 2-bit per cella può contenere 8 gigabytes di memoria ed è previsto anche un modello a 32 gigabit da 3-bit per cella probabilmente destinato a soluzioni mobile molto piccole. Le nuove memorie flash sono dotate del "toggle DDR2.0" che consente di raggiungere una velocità di trasferimento dati di 400Mbps. Si tratta più o meno della stessa tecnologia usata dai dischi solidi Samsung ad alta velocità che sono usciti poco tempo fa, ma le memorie Toshiba filano più veloci di ben 150Mbps.

Homo digitalis

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I primi paesi in cui i ragazzi stanno perdendo familiarità con la scrittura manuale? Ovviamente Cina e Giappone. Decine di magici ideogrammi sono ora facilmente selezionabili con un tasto e parecchie applicazioni informatiche traducono i caratteri orientali nell'alfabeto romano. Questo ha portato alcuni ragazzi a perdere manualità pur ricordando i caratteri mentre molti altri, almeno secondo quanto viene rilevato da sondaggi come quello del portale Dayang.net, hanno completamente dimenticato alcuni caratteri e usano la scrittura manuale solo per le firme. Si tratta insomma di un segno lasciato dal un'evoluzione netta che forse non porterà alla scomparsa della pratica manuale, considerando le potenzialità artistiche del touch, ma che sicuramente ha leso le capacità calligrafiche della parte informatizzata del pianeta quasi quanto la perdita di esercizio causata dalla totale rimozione degli studi artistici e calligrafici dalle materie scolastiche principali. L'articolo completo si trova a questo indirizzo dell'agenzia stampa elettronica BreitBart.

Artware
Certo non basta per smaltire il quantitativo immenso di rifiuti elettronici che abbiamo prodotto,

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ma utilizzare componenti hardware per realizzare pezzi d'arte può dare risultati sorprendenti. Le migliaia di scanalature e tracce scintillanti che ricoprono il contenuto dei nostri computer hanno conquistato l'immaginario di Theo Kamecke che ha creato una serie di oggetti in grado di rievocare le trame bizantine, di sfiorare le architetture ossessive di Giger e di arrivare fino al perfetto arredamento per un set del nuovo Tron. Come riporta Wired in questo articolo lo stesso H.R. Giger ha acquistato le opere di Kamecke.

P2P, il mostro del web

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Mentre alcune nazioni, come Spagna e Russia, hanno la mano davvero troppo leggera contro la pirateria, altri paesi, come l'Italia, realizzano leggi e tasse davvero poco azzeccate. Provvedimenti, come i dazi telematici e le tasse sui supporti di memoria, che vanno a colpire prima i cittadini onesti, come al solito, e spesso non toccano per niente chi abusa delle possibilità del web. Ma c'è poco da lamentarsi considerando che la Repubblica Ceca, in un evidente eccesso di zelo autopromozionale, ha introdotto pene carcerarie che vanno dai 2 agli 8 anni. La discussione è accesa anche in Brasile, e da tempo come riporta questo articolo di PuntoInformatico, ma una soluzione sensata sembra ancora lontana. Tanto più che leggi arbitrarie potrebbero colpire downloader occasionali, ovvero potenziali acquirenti, e non toccare mai i professionisti della pirateria selvaggia. Tra le proposte presentate persino il P2P libero ma tassato e una riduzione della durata dei copyright post mortem da 70 a 50 anni. Soluzioni un po' troppo semplicistiche, a una prima occhiata, ma osservando il crollo della catena Blockbuster è ogni giorno più evidente la forte necessità di trovare alla svelta una soluzione sostenibile per mercato e acquirenti.