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AltStore PAL: l'app che guida la rivoluzione degli emulatori su Apple

Guida al primo marketplace alternativo per iOS ad App Store, dal divieto di sideloading fino ai giorni del post DMA.

SPECIALE di Luigi Cianciulli   —   20/05/2024
L'app AltStore PAL su iPhone

"Questo è il giorno che attendevo da oltre dieci anni".

Pronunciandosi così, usando le stesse parole scelte da Steve Jobs nel 2007 in occasione del lancio del primo iPhone, Riley Testut ha commentato la notizia dell'idoneità di AltStore PAL a entrare nei circuiti ufficiali di Apple in Unione Europea, ricevuta il mese scorso.

Testut è una delle due metà dietro il progetto AltStore: il marketplace open-source che si pone come alternativa all'App Store su dispositivi iOS.

Nell'ultimo periodo si è sentito parlare spesso di questa nuova introduzione, che sotto molti versi rappresenta la chiave di una svolta rivoluzionaria nei confronti del sistema operativo, proverbialmente chiuso, di Cupertino.

AltStore dal 2019

Il primo AltStore, installabile su computer fissi
Il primo AltStore, installabile su computer fissi

L'annosa attesa enfatizzata nelle parole di Testut non è del tutto mero citazionismo o audace trovata di marketing. La concezione di un'alternativa ai canali di distribuzione ufficiali di Cupertino affonda effettivamente le sue radici nel passato recente: approssimativamente 5 anni fa, quando faceva la sua comparsa l'originale AltStore.

Lanciato con l'aiuto dell'attuale socio, Shane Gill, il software raggiunse rapidamente oltre 500.000 download: un risultato buono seppur non eccezionale, ma che all'epoca, considerando le circostanze, difficilmente sarebbe potuto essere migliore.

La versione originale del 2019 si trovava ad affrontare le molteplici limitazioni di un ecosistema controllato da Apple. Testut e Gill erano convinti che, nonostante molti sviluppatori avessero idee valide, parecchie app venivano rifiutate semplicemente perché non si allineavano completamente agli obiettivi della Mela.

La cosa poneva un importante freno alle possibilità e all'inventiva. Pertanto, AltStore fu lanciato con l'obiettivo di consentire il download di app che non erano passate al vaglio dell'azienda, il tutto senza necessità di effettuare un jailbreak.
Per riuscirci, venne utilizzata una "falla del regolamento": il sistema Apple veniva ingannato, facendo credere, di volta in volta, che gli utenti fossero gli stessi autori dell'applicazione che andavano a installare.
In questo modo, l'app di turno veniva caricata con successo sullo smartphone, a "scopo di test", in maniera temporanea.

Questa procedura, tuttavia, comportava alcuni compromessi: era necessario disporre di un Mac o PC Windows che fungesse da server a cui collegarsi ogni volta per caricare le app.
Inoltre queste dovevano sottoporsi a un aggiornamento ogni 7 giorni per rinnovare la prova fittizia.

A quei tempi, non restava molto altro da inventarsi, dopotutto.
Le grandi aziende come Apple avevano tutte le carte in regola per imbracciare un potere assoluto di un certo genere e, tra le tante, nessuna più di Apple aveva l'intenzione di mantenere un controllo ferreo sul proprio sistema.
Di conseguenza, il progetto AltStore poteva solo restare paziente ad aspettare che qualcosa smuovesse le acque.

In simili punti di stallo, come in ogni storia classica, deve necessariamente emergere un benefattore: un genio della lampada, un Merlino, un Morpheus.
E per quanto accostare il suo nome a uno qualsiasi dei sopra elencati possa far strano, è innegabile che in questo caso tale ruolo sia stato interpretato dall'Unione Europea.
O, per meglio dire, dal Digital Markets Act.

Il momento di PAL

AltStore PAL
AltStore PAL

L'Unione Europea e Apple sono impegnate in una lunga disputa, con gli interessi dei consumatori sbandierati a ogni spostamento di cavallo o alfiere e possibili vantaggi economici che entrambe le parti cercano di ottenere.

La Commissione europea ha il vantaggio della sua giurisdizione: ha l'autorità finale su ciò che viene imposto all'interno del suo territorio.
Di conseguenza, di recente abbiamo visto il gigante americano arretrare su alcuni fronti.

Uno dei primi segnali è stato il passaggio dal cavo Lightning all'USB-C, seguito da altri piccoli cambiamenti fino all'ultimo colpo significativo: l'approvazione del Digital Markets Act.

La legislazione, finalizzata a contrastare i monopoli delle piattaforme, ha costretto la Mela a fare una serie di compromessi per continuare a operare nel continente europeo, mirando a ridurre la centralità del suo sistema.
Una delle novità più recenti è stata l'apertura al sideloading, implementata con la versione iOS 17.4, che ha modificato le regole per l'approvazione delle app sul sistema operativo di Apple.

Testut e Gill non sono rimasti a guardare e hanno lanciato una iterazione nuova di zecca del loro prodotto chiamata AltStore PAL.

Come funziona

Il funzionamento di AltStore PAL
Il funzionamento di AltStore PAL

AltStore PAL non richiede trucchi a differenza della versione precedente: funziona su dispositivo esattamente come l'App Store, consentendo di scaricare applicazioni in modo diretto.

A differenza però di App Store, su questa piattaforma tutte le app sono ospitate autonomamente.
Una volta ricevuta l'approvazione da Apple, requisito che resta imprescindibile, gli sviluppatori possono scaricare il "pacchetto di distribuzione alternativa" (ADP) elaborato e caricarlo sui propri server.

Per far arrivare un'app tramite AltStore, uno sviluppatore deve generare una "fonte", cioè un archivio JSON contenente i dati primari dell'app, e caricarlo su un indirizzo URL pubblico.
Il sistema delle "fonti" promuove una totale decentralizzazione, sotto la piena giurisdizione dello sviluppatore, che può determinare quando diffondere nuove edizioni dell'app caricando il file JSON aggiornato.

Quando un utente aggiunge una fonte al proprio AltStore tutte le app provenienti da essa verranno automaticamente visualizzate nell'interfaccia per il download.
Questo significa che non esiste una directory centrale; sono gli utenti stessi a "costruirsi" il proprio store.

AltStore PAL sfrutta la funzionalità "Web Distribution", una delle nuove normative introdotte da Apple in risposta alle leggi dell'Unione Europea che permette di scaricare app direttamente dal web.

Essenzialmente, lo store funge più da strumento di sideloading che da tradizionale marketplace, agendo come una vetrina per le diverse creazioni, ma senza archiviare i file.

Come si installa, pagamenti e sicurezza

Interfaccia utente
Interfaccia utente

Gli utenti europei che utilizzano iOS 17.4 o versioni successive possono installare AltStore PAL direttamente dal sito web ufficiale. L'app è gratuita, ma richiede un abbonamento annuale che, tasse incluse, ammonta a circa 1,83 euro.
Questo costo è giustificato per coprire la Core Technology Fee (CTF) richiesta da Apple per l'installazione del marketplace delle app.

Per quanto riguarda il come verranno acquistate le app, gli sviluppatori potranno ricevere pagamenti tramite donazioni su Patreon.
AltStore supporterà anche coloro che desiderano distribuire app beta come ricompensa per il finanziamento partecipativo, cosa non permessa sull'App Store.
In aggiunta, la piattaforma non tratterrà alcuna commissione sulle donazioni, consentendo agli sviluppatori di mantenere l'intero ricavato.

Il processo di installazione è semplice e diretto: si effettua il pagamento dell'abbonamento annuale tramite Stripe, quindi si segue il link per il download da Safari.
Si autorizza l'installazione di AltStore nelle impostazioni generali di iOS e si completa l'installazione seguendo le istruzioni a schermo.

Quanto alla sicurezza, è cauto prendere le giuste precauzioni: è consigliabile utilizzare Apple Pay per il pagamento dell'abbonamento e fare attenzione quando si scaricano app di terze parti, poiché i dati personali saranno gestiti dagli sviluppatori e non si avranno chiaramente le stesse protezioni offerte dall'ecosistema Apple.

Dai fan, per i fan

Riley Testut e Shane Gill
Riley Testut e Shane Gill

Come dichiarato dai suoi sviluppatori, AltStore PAL spalanca le porte a tutta una serie di app di terze parti, consentendo a chiunque di distribuire la propria creazione a condizione che si segua la procedura delle "fonti".
Ciò risulta particolarmente vantaggioso per le realtà più piccole e indipendenti.

Ciò che colpisce di più della storia di uno dei due creatori, Riley Testut, è il fatto che egli si definisce innanzitutto uno sviluppatore indipendente e fan di Apple.

Fin dai suoi primi passi nel mondo della programmazione, Testut si è dedicato con passione alla scena dell'emulazione, inteso in questo caso come "emulatori di console".
GBA4iOS è un'app open source sviluppata proprio da lui, uno dei principali strumenti per giocare ai titoli del Game Boy Advance su un iPhone, disponibile all'installazione tramite jailbreak.

Testut e Shane si definiscono anche grandi appassionati di Super Smash Bros. Melee. Legati alla comunità del gioco, raccontano come la loro passione venga talvolta ostacolata dalla stessa Nintendo, un'altra entità non esattamente "aperta".

A detta di Testut, Nintendo sembra aver dimenticato quanto siano importanti i suoi fan di lunga data, e la paragona in questo senso ad Apple. Proprio come il colosso giapponese, Cupertino sembra abbia dimenticato i suoi più grandi sostenitori: gli sviluppatori indie.

Quindi, al di là delle implicazioni, senza dubbio rilevanti, che gli utenti potrebbero cogliere da questa iniziativa, sembra quasi che l'obiettivo primario dietro AltStore PAL non sia principalmente rivolto a loro. Il progetto potrebbe essere principalmente indirizzato a coloro che sviluppano app, con un'attenzione particolare verso gli sviluppatori indipendenti: una soluzione concepita per affrontare le sfide che molti di essi hanno affrontato nel corso degli anni, soprattutto riguardo ai processi di revisione, con Apple.

Il progetto AltStore, di qui in avanti, si appresta ad accogliere le nuove app che andranno ad affiancare le due già presenti.

La prima è Clip, un gestore degli appunti che può funzionare effettivamente in background, abilitando una gestione avanzata del copia-incolla su iPhone.
Si tratta tra l'altro della prima dello store a richiedere un pagamento, una piccola donazione di 1 euro o più su Patreon.

L'altra è l'emulatore Delta.

Emulatore Delta

L'emulatore Delta
L'emulatore Delta

Delta è un emulatore completo e gratuito per Nintendo, privo di pubblicità, che consente di giocare a una vasta gamma di titoli Nintendo NES, SNES, Nintendo 64, Game Boy, Game Boy Advance e Nintendo DS.

Anche se Nintendo non ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito, non c'è da aspettarsi particolari variazioni sulla sua posizione riguardo a software di questo genere.

Delta supporta skin automatiche che si adattano al sistema in uso, a tema con la console di riferimento.
I suoi controlli sono principalmente touch, ma è possibile collegare una vasta gamma di controller retro e moderni.
È supportata la sincronizzazione dei salvataggi e del contenuto tra dispositivi.

Tra le sue funzionalità più "tecniche", offre supporto per i codici di cheat di Game Genie e GameShark, il tasto di pausa e un sempre benaccetto pulsante per l'avanzamento velocizzato.
L'importazione di una ROM di gioco su Delta comporta il rilevamento automatico della grafica della cover appropriata, mentre il supporto per 3D Touch e scorciatoie per le icone delle app permettono un accesso rapido ai giochi preferiti e recenti.

Non sono inclusi giochi nell'installazione di Delta, ma è possibile caricare file zippati da File, iCloud Drive, Dropbox o Google Drive.

Negli ultimi tempi però, proprio sul piano dell'emulazione, al di là di Delta abbiamo potuto assistere all'arrivo di diverse novità per iOS.

Effetto domino: RetroArch e gli altri

Nuovi emulatori sono comparsi su iOS
Nuovi emulatori sono comparsi su iOS

Recentemente, Apple ha aggiornato le sue Linee Guida per la Revisione delle App, aprendo ufficialmente le porte agli emulatori di giochi retro come Delta.
Una notizia di pochi giorni fa riguarda la disponibilità di RetroArch, un tool già presente da tempo su Steam, ma che per la prima volta arriva sugli smartphone della Mela.

RetroArch è un'interfaccia frontend per emulatori, motori di gioco e lettori multimediali.
A differenza dei tradizionali emulatori, utilizza un'unica interfaccia per unificare i controlli, la risoluzione, i miglioramenti visivi (come shader e filtri) e le impostazioni di salvataggio per tutti i suoi "core", ovvero i plug-in installabili che rappresentano le console emulate.
RetroArch permette infatti l'emulazione di praticamente qualsiasi piattaforma, da PlayStation a Nintendo, Sega e altre.

Un altro esempio significativo è quello di Gamma, un emulatore di titoli PS1 che non richiede l'installazione di BIOS.
Gamma, supporta controller esterni e tastiere Bluetooth, mentre per i controlli touch offre skin personalizzabili alla sua interfaccia.

L'entrata in gioco di questa serie di sviluppi non sarebbe stata possibili senza il Digital Markets Act, che ha rivelato il potenziale di una concorrenza capace di motivare Cupertino a migliorare l'esperienza del suo store per gli utenti, in vista dell'emergere di un mercato competitivo.

Continueremo a seguire l'evoluzione di Apple riguardo alla sua apertura agli store di terze parti e al sideloading, e vedremo se AltStore sarà in grado di mantenere le promesse, diventando un nuovo punto di riferimento nel mercato delle app indie.