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Battlefield 5: provata la open beta

Ci sono ancora diverse cose da sistemare prima del lancio di Battlefield 5 ma qualcosa di buono c'è e, soprattutto, si vede!

PROVATO di Tommaso Valentini   —   10/09/2018

Ne parlavamo giusto qualche settimana fa durante il Cortocircuito dedicato alla Gamescom 2018: Battlefield e Call of Duty, sebbene vengano ancora messi spesso uno a fianco all'altro e confrontati per direttissima, non sono più concorrenti e, forse, non lo sono nemmeno mai stati, quantomeno per la fetta di utenza che se ne interessa. L'open beta degli ultimi giorni, così come le precedenti prove, rafforzano questa tesi, con un prodotto, quello di Electronic Arts che tende a discostarsi il più possibile dai ritmi freneticamente ossessivi di Black Ops, puntando invece su tattica e ragionamento, su mappe ad ampio respiro, sulla distruttibilità e sulla spettacolarità delle ambientazioni. Mentre CoD torna ai tempi moderni, Battlefield continua a insistere sulle guerre passate, con la lente di ingrandimento spostata quest'anno sulla Seconda Guerra Mondiale. Un teatro non certo nuovo in ambito videoludico ma che oggi può ancora dire la sua e nasconde un fascino unico e di sicuro impatto. L'open beta, ovviamente, non è stata in grado di farci scoprire la vera essenza di Battlefield 5, ma è risultata comunque utilissima per permetterci di capire cosa possiamo aspettarci dal gameplay, osservare da vicino lo stato dei lavori e scoprire quali innovazioni questo capitolo porterà all'interno della serie.

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Se alla Gamescom avevamo divorato il titolo su PC, giocando a Dominio sulla mappa Rotterdam, questa volta abbiamo pensato bene di dedicare più spazio alla versione console provando su PlayStation 4 le intense battaglie di Rotterdam e Narvik per quasi tutto il week end. Il primo impatto è eccellente da qualsiasi parte lo si guardi: le luci e i colori hanno tutto il sapore dei Battlefield passati, con DICE capace ormai di dare vita a uno stile unico e sinceramente ineguagliabile. A rafforzare l'atmosfera ci pensano i riflessi sulla neve, i cambiamenti meteorologici dinamici durante le battaglie e le decine di esplosioni sul campo che immergono appieno i giocatori in un conflitto crudo e drammatico. Certo, il dettaglio non è ovviamente all'altezza dei PC di fascia alta, né tanto meno di quanto visto con la tecnologia Ray Tracing NVIDIA attiva, ma stiamo comunque parlando di un prodotto che, nella sua forma più scarna, riesce comunque a fare impressione centrando il bersaglio. Bisogna chiudere un occhio su qualche ombra sottotono e su problematiche di pop in di alcuni elementi dello scenario che, purtroppo, vanno a rovinare un po' le visioni idilliache delle nuove mappe ma è un prezzo che si può pagare senza lamentarsi troppo, soprattutto visto che ci sono ancora un paio di mesi prima del lancio:

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Battlefield 5 è stato rimandato infatti ai primi di novembre. Sono giorni in più per DICE preziosi come l'oro visto che di problematiche e di difetti, se si guarda con più attenzione, ne emergono parecchi. Se si estrapolano i singoli dettagli dal quadro generale, questo Battlefield 5 dà tutta l'impressione di essere un prodotto dalle enormi potenzialità ma ancora troppo grezzo e incompleto. Lo si nota dalle problematiche nelle animazioni, robotiche e spesso scoordinate, da armi che non ne vogliono proprio sapere di stare nelle mani dei giocatori e di combattenti che sembrano fluttuare sul campo di battaglia piuttosto che esserne parte integrante. Senza gente che corre a destra e a sinistra, insomma, Battlefield è bellissimo da vedere ma quando la guerra entra nel vivo e le cose si fanno caotiche, mostra il fianco a una realizzazione tecnica che va ancora sistemata a dovere. Ed è proprio impossibile non accorgersi di questo stacco visto che quando si assaltano i punti di controllo, l'occhio diventa attento per scrutare qualsiasi angolo, nella speranza di inquadrare il nemico prima che questo lo faccia con noi.

La complessità nell'individuare l'avversario rafforza il concetto di gioco di squadra che Battlefield 5 sembra voler elevare sopra ogni altra cosa. Se infatti è vero che ci vuole un occhio allenato per scovare le mimetiche avversarie dalla distanza è anche vero che i binocoli degli scout sono stati creati apposta per individuare e segnare i nemici sulla mappa a tutto lo squadrone. Ed è questa la linea che DICE sembra aver intrapreso con una quantità di munizioni estremamente limitata, la completa assenza della rigenerazione della salute se non attraverso medikit e la necessità di dialogare con i commilitoni per assaltare coordinati i vari punti strategici. Battlefield non è insomma uno sparatutto in prima persona da fast food, non lo è mai stato, ma con questo nuovo capitolo sembra quasi che DICE abbia voluto mandare un messaggio ulteriore alla propria fan base. Giocate con un gruppo di amici, usate la chat vocale, eseguite azioni all'unisono coprendovi i fianchi o salite su un aereo liberando il campo per l'avanzata dei soldati, per avere una reale esperienza irraggiungibile dagli altri sparatutto su console. Battlefield 5 si inserisce dunque a metà tra i simulatori bellici realistici e i titoli arcade, trovando ancora una volta una formula che, a nostro modo di vedere, funziona egregiamente ed è in grado di regalare ottime emozioni.

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Purtroppo se il titolo viene affrontato in solitaria, correndo e cercando gli scontri frenetici di un Call of Duty qualsiasi, il risultato ottenuto non è certamente dei migliori. I cecchini sono infatti ancora pericolosissimi e non c'è modo di scappare in campo aperto da un tiratore esperto che vi ha sotto mira. Qualsiasi sia la distanza, un colpo in testa ben piazzato decreterà la vostra fine, in controtendenza con un time to kill decisamente alto negli scontri ravvicinati, dove le coltellate uccidono con un solo affondo ma solo se effettuate alle spalle e dove servono cinque o sei colpi di pistola al corpo per uccidere qualcuno. Molto interessante anche l'icona degli hit mark che muta di colore a seconda della vita rimanente del nostro bersaglio, una trovata che apprezziamo tantissimo e che è utile ad aumentare l'adrenalina durante gli scontri, rendendoci consci di quanto sia vicino alla morte il nostro bersaglio. Scaveremo a fondo nel gameplay completo di Battlefield 5 tra qualche mese; nell'attesa speriamo che DICE prenda i feedback di questa beta e modifichi a dovere i diversi elementi del gameplay giudicati problematici.

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La beta di Battlefield 5 è stata utile per comprendere appieno la direzione presa da DICE che non solo si allontana dalle sue vecchie produzioni ma cerca di seguire nuove strade, tanto dal punto di vista del gameplay quanto della personalizzazione e dell'utilità delle singole classi. Electronic Arts sembra insomma voler ancora di più allontanare i casual dal suo gioco, accogliendo a braccia aperte comunicazione e strategia, per un titolo non semplicissimo da approcciare ma capace già oggi di regalare grandi emozioni. Restano da sistemare tanti piccoli difetti e il rinvio, a questo punto, sembra essere ben più che giustificato. Tra poco più di due mesi avremo il verdetto definitivo.

CERTEZZE

  • Visivamente impressionante, anche su console
  • Il lavoro di squadra viene premiato ancora di più
  • Tanti piccoli cambiamenti nel gameplay

DUBBI

  • Riusciranno a sistemare bilanciamento e bug prima del lancio?