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Call of Duty: Vanguard, abbiamo provato il multiplayer

Abbiamo passato due ore e mezza a crivellare i nemici online in questo provato in anteprima del multiplayer di Call of Duty: Vanguard!

PROVATO di Francesco Serino   —   07/09/2021

Call of Duty è una nave enorme, che impiega del tempo a virare. Per questo motivo con il gioco Activision si va sempre sul sicuro, non si sbaglia mai: sai che non ti deluderà perché in fondo non potrà cambiare repentinamente, dal giorno alla notte. Non è sempre identico a sé stesso, ma ogni modifica al suo iconico gameplay nasce come impercettibile per divenire sempre più importante solo dopo diversi capitoli, dopo diverse iterazioni dell'idea. Se poi certi cambiamenti non vengono accolti come previsto, in una manciata di patch tutto torna al suo posto, ed è quanto accaduto con l'ultimissimo Modern Warfare che ha provato a rallentare un po' l'azione, ritoccare certi capisaldi, salvo poi tornare in carreggiata per la gioia di tutti gli appassionati.

Un evento che ci ha confermato ciò che in fondo già sapevamo: è soprattutto il pubblico di Call of Duty a non volere che Call of Duty cambi e che offra sempre un multiplayer competitivo ad altissimi ottani che non deve lasciare troppo tempo alla strategia, focalizzandosi con maggiore forza sulle imprese del soldato singolo anche quando questo è in compagnia dei suoi commilitoni.

L'ultimo capitolo della serie, in arrivo il 5 novembre 2021, non si discosta molto da questa impostazione. Ve ne parliamo nel nostro provato del multiplayer di Call of Duty: Vanguard.

Ritorno al passato

Un soldato sul campo in Call of Duty: Vanguard
Un soldato sul campo in Call of Duty: Vanguard

La più grande differenza di Call of Duty: Vanguard rispetto al recente passato della serie la possiamo trovare nell'ambientazione: come forse saprete si ritorna a combattere nella Seconda Guerra Mondiale. Il cambio non rivoluziona soltanto gli scenari di battaglia e le divise degli eserciti, ma incide pesantemente sulla cadenza con la quale sparano le armi e naturalmente sull'equipaggiamento che i soldati potranno portarsi dietro.

Come prevedibile, quest'epoca non trasforma le armi alle quali siamo abituati in residui bellici, Call of Duty non può permettersi una perfetta ricostruzione storica, ma la parvenza di realismo al quale aspira lo sparatutto in prima persona di Activision basta e avanza per fornire al giocatore sensazioni effettivamente diverse rispetto agli ultimi capitoli provati.

Call of Duty: Vanguard è, da questo punto di vista, un chiaro e perfetto esempio del perché il secondo conflitto mondiale sia tanto amato nei videogiochi: è abbastanza avanzato tecnologicamente da non apparire desueto, ma comunque sufficientemente lontano nel tempo da stabilire ingaggi e ritmi nella battaglia più in linea con quelle che sono le regole sacre di un online competitivo di questa portata.

L'insostituibile COD

Un'operazione notturna in Call of Duty: Vanguard
Un'operazione notturna in Call of Duty: Vanguard

Come anticipato, abbiamo passato diverse ore in compagnia del multiplayer di Call of Duty: Vanguard e, in linea con quanto raccontato fino ad ora, davvero facciamo fatica a trovargli dei difetti che non siano riconducibili ai nostri gusti personali. La formula del resto è quella classica, da lì non ci si muove, e non ci si può muovere perché il pubblico è proprio questo ciò che vuole. Di conseguenza tutti i veterani, dopo qualche minuto passato a tarare nuovamente la mira, si sentiranno a loro agio anche con questo nuovo Call of Duty.

Se cercate un altro tipo di gioco, se cercate un altro tipo di azione, l'unica possibilità che avete è volgere il vostro sguardo altrove. Più che concentrarci sui cambiamenti, essenzialmente molto pochi, è meglio infatti soffermarsi sulle novità, che in questo specifico caso abbiamo trovato soprattutto tra le mappe offerte.

Mappe per tutti i gusti

Tecnicamente Call of Duty: Vanguard ha fatto ulteriori passi in avanti
Tecnicamente Call of Duty: Vanguard ha fatto ulteriori passi in avanti

Parlando di mappe, la prima è Gavutu, una piccolissima isola nel Pacifico dove si è combattuta una delle principali battaglie nella campagna di Guadalcanal: qui i Giapponesi provarono a costruire una base di idrovolanti salvo poi essere respinti dalle forze statunitensi.

In Call of Duty: Vanguard, Gavutu è stata ricostruita per rappresentare la classica mappa dei Call of Duty più moderni, senza un reale fronte, molto circolare e per questo dove è estremamente probabile ritrovarsi con i nemici alle spalle. Gavutu è piuttosto stretta al suo interno: ci sono torrette rinforzate, piccoli caseggiati e una darsena che offrono diverse coperture strategiche, ma su uno dei suoi lati propone anche una più che discreta spiaggia dove l'assalto può farsi più spericolato.

Wade Jackson, uno dei protagonisti di Call of Duty: Vanguard
Wade Jackson, uno dei protagonisti di Call of Duty: Vanguard

Hotel Royale è senza alcun dubbio la mappa che ci ha più divertito, e non è un caso che sia anche quella che sembra rendere più facile costruirsi un fronte e avanzare in gruppo senza essere costantemente accerchiati dai nemici. In questo lussuoso albergo parigino ci sono comunque passerelle esterne, oltre che uno spazioso tetto su cui spostarci velocemente tra una parte e l'altra della mappa o ingaggiare scontri totalmente diversi da quelli che invece distruggeranno i saloni dell'impianto turistico.

Durante i match ambientati nell'Hotel Royal, abbiamo scoperto a nostre spese che controllare i tetti è una delle cose più importanti: lo hanno fatto alcune delle truppe nemiche e fino a quando ne hanno mantenuto il controllo con cecchini e postazioni fisse per il nostro team è stata davvero dura continuare a collezionare punti alla stessa velocità degli avversari.

Dalla Russia con amore

Polina Petrova, protagonista di Call of Duty Vanguard, pattuglia i nemici
Polina Petrova, protagonista di Call of Duty Vanguard, pattuglia i nemici

La terza mappa si chiama Red Star, plausibilmente ambientata in Russia ma non ne siamo proprio certi, ed è anche la più grande del lotto. Si tratta di uno scorcio cittadino dominato da un grande palazzo centrale e diverse strutture in muratura nelle quali rifugiarsi, oltre che ampi spazi aperti dove è molto pericoloso avventurarsi senza sentire le pallottole fischiare a pochi centimetri dalle orecchie.

Qui il bianco della neve che continua incessantemente a cadere anche durante il match è il colore che più contraddistingue la battaglia, e rende oltretutto ben visibile il nemico, oltre che noi stessi agli occhi degli altri. Come prevedibile, Red Star è anche la mappa che darà più soddisfazione agli amanti dei fucili da cecchino, come dei fucili semi automatici che con il loro rateo di fuoco permettono una migliore precisione sulla media distanza. Vista la grandezza, Red Star è il posto dove abbiamo potuto giocare le partite più popolate, tra queste spicca un divertentissimo match a "Ritmo Blitz", dove abbiamo dovuto contenderci i punti di controllo contro ventiquattro soldati nemici, per un totale di quarantotto giocatori contemporaneamente.

Arthur Kingsley, uno dei protagonisti di Call of Duty: Vanguard
Arthur Kingsley, uno dei protagonisti di Call of Duty: Vanguard

L'ultima mappa provata risponde al nome di Eagle's Nest, ovvero la Casa sul Kehlstein, l'edificio in cima alle alpi bavaresi dove il Fuhrer ha organizzato diversi incontri diplomatici. In Call of Duty:Vanguard, questa ambientazione offre un nuovo scenario piccolo, ma concreto, con diverse zone all'aperto e altrettanti ambienti interni per un campo di battaglia dove è necessario tenere sempre altissima l'attenzione, visto che come con la mappa Gavutu, i nemici possono davvero spuntare ovunque.

Una Beta per domarli tutti

Un combattimento in campo aperto
Un combattimento in campo aperto

Le modalità che abbiamo provato sono diverse: c'è il Tactical Patrol dove si è chiamati a rimanere all'interno di un cerchio di controllo che si sposta lentamente lungo tutta la mappa. C'è poi il più classico Team Deathmatch, il Ritmo Tattico nel quale conquistare e difendere tre diversi punti di controllo, il Tactical Kill Confirmed dove oltre ad uccidere il nemico dobbiamo anche prendergli le piastrine e la Collina dei campioni dove se la devono vedere otto squadre composte da due giocatori ciascuna. Inutile dire che tutte queste modalità potranno contare su diverse varianti che rendono il multiplayer di Call of Duty Vanguard estremamente vario esattamente come i suoi illustri predecessori. Per sapere quando potrete provare la beta vi rimandiamo alla nostra notizia dedicata.

E per il momento è tutto. Siamo rimasti soddisfatti? Assolutamente sì, e probabilmente lo sarete voi se non vi aspettate di più dal solito, instancabile Call of Duty. Vi ricordiamo che la beta sarà disponibile per tutti dal 16 al 20 settembre, quindi lucidate stivali e fucili perché manca pochissimo tempo!

CERTEZZE

  • Grafica pulita e funzionale
  • La Seconda Guerra Mondiale non ha eguali
  • Buone le mappe

DUBBI

  • È Sempre Call of Duty, nel bene e nel male
  • Troppa enfasi nell'aggirare il nemico per prenderlo alle spalle
  • Siamo troppo curiosi per accontentarci di quel che abbiamo visto