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Ciccioni della guerra

Nonostante i miei discutibili gusti, ho giocato e finito Gears of War. Sarò un hardcore gamer?

DIARIO di Andrea Pucci   —   16/12/2006

Torniamo a Gears. E' stato scritto di tutto e di più sul gioco quindi non ho pretese di aggiungere nulla se non le mie personalissime sensazioni. Prima di tutto, voglio dire che era da Half-Life 2 che uno sparatutto non mi prendeva così. Se in Half-Life 2 era stata la scenografia, la sceneggiatura e l'uso originalissimo della fisica a lasciarmi smascellato, in Gears of War è il tenore grafico ad essere assolutamente disarmante. Pierpaolo ha giustamente affermato che c'è da rimanere male che un nuovo traguardo nella potenza grafica applicata ad un videogioco sia stato raggiunto su una console piuttosto che su pc, non per squallido campanilismo, ma perchè ci si aspetterebbe che sia più facile sviluppare una grafica verosimile su una macchina scalabile virtualmente all'infinito. E invece Epic con GoW ha dimostrato il contrario, ovvero che l'impossibile può essere possibile. Se aggiungete a cotanta bellezza anche un'ottima giocabilità, una per-niente-stupida intelligenza artificiale, una durata più che accettabile (a patto di giocare a ritmi normali), ne esce un prodotto che segna un nuovo stato di avanzamento lavori dell'industry dei videogiochi verso la perfezione. Peccato solamente che sarà la solita fetta di "popolo videoludico" (me compreso) a goderne. A scanso di equivoci voglio concludere che per me hardcore non è il nerd che gioca fino allo schianto dei neuroni ma un appassionato competente, che prova ed apprezza varie tipologie di giochi e sa distinguere un pad da una forchetta, che sa le differenze tra PlayStation e Xbox. Sembrano banalità, ma man mano che da hardcore ti sposti verso occasionale i confini di conoscenza si fanno sempre più precari e sfumati, e l'universo del videogioco si stringe sempre più su pochi titoli e ancora meno piattaforme, fino ad arrivare alla doppia coppia PlayStation-Pes e Game Boy-Pokémon.

Una buona notizia

Piccolo aggiornamento per il n.3 di Multiplayer.it Gold News (in partenza la prossima settimana). Saranno dodici pagine anche questa volta. All'interno del numero ci sarà oltre che ad un capitolo inedito del nuovo libro in produzione "Paid to play - Pagati per giocare", anche un'esclusivo servizio sul browser game che ci apprestiamo a lanciare nelle prossim settimane. In più ben tre regali esclusivi: 1 penna gigante firmata Xbox Live realizzata appositamente per voi, 1 DVD video delle migliori produzioni di Multiplayer.it e il DVD Trial 14 giorni di World of Warcraft. Come fare per ricevere il Multiplayer.it Gold News? Basta abbonarsi.
Alla prossima settimana per gli auguri di Natale.

Le puntate precedenti

Se vi siete persi le puntate precedenti del Diario del capitano (oltre 1200 editoriali), ecco le coordinate per rintracciarle:

- dal 3 maggio 2004 a oggi
- dal 2000 al 4 aprile 2004

Ciccioni della guerra

uesto editoriale è l'erede spirituale del precedente, datato 9 dicembre. In quell'occasione avevo espresso la mia visione del mondo videoludico, sintetizzandola con un grafico. Sostanzialmente dicevo che il popolo dei videogiocatori è diviso in tre segmenti: i NON videogiocatori, i giocatori occasionali e quelli hardcore. Quel grafico è stato oggetto di un lungo dibattito nel Forum. Quello che mi è stato "rinfacciato" da qualcuno è di avere origine volgarmente pciste, quindi conoscenze opinabili dell'universo console, con l'aggiunta di gusti discutibili. Ne è nata un botta e risposta dagli esiti incerti. Mi ricollego dunque alla suddivisione hardcore (o appassionato) e light user (o occasionale) per parlare di quel gran pezzo di gioco di Gears of War.
Gears of War è un gioco emblematico che rappresenta la divisione tra giocatore occasionale e appassionato. Gears of War è (quasi) perfetto sotto ogni pnto di vista. E' uno sparatutto. E' bello da vedere e da giocare. E' volgare, violento e maschio. Ed è un prodotto per videogiocatori appassionati. Non sarà purtroppo la pubblicità televisiva scandita dalla splendida canzone dei Tears for Fears cantata da Gary Jules per Donnie Darko, nè i miei tentativi di convertire i visitatori della mia sala dello svago con innumerevoli sessioni di gioco a trasformare GoW in un "gioco per tutti". Gears of War è e resta il classico capolavoro da videogiocatori. Un esempio su tutti: due amici provano in cooperative GoW mentre io li osservo. Si divertono, tutto bene, anche se sono visibilmente impacciati con il controllo. Alla fine della partita mi sarei aspettato un "ehi, che figata me lo voglio comprare" e invece è scattata la domanda "dov'è Pes?". Domanda che mi ha fatto cadere le braccia e ha rinforzato i miei (pre)concetti.